"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Corale greca

Recensione: Attraverso lo specchio: miti, riflessi, riscritture. Mostra di Octavia Monaco, Bologna, Associazione Culturale Hamelin, 4 aprile-16 maggio 2003

Ilaria Tontardini

Attraverso lo specchio: miti, riflessi, riscritture è una piccola e preziosa mostra inaugurata a Bologna il 4 aprile, presso la sede dell’Associazione culturale Hamelin in via Zamboni 15, che presenta alcuni lavori dell’illustratrice Octavia Monaco. L’esposizione è un’occasione per riflettere su “l’interpretazione visiva della riscrittura e della persistenza nel nostro immaginario di simboli archetipici che per la loro profondità continuano ad abitare l’immaginario collettivo, tanto da porsi come paradigmi mitici” (presentazione della mostra sulla rivista “Hamelin”, n. 7, maggio 2003). In particolare, la prima sezione della mostra propone otto tavole, frutto di un particolare progetto di riscrittura del mito; la casa editrice per ragazzi EL, ha appena lanciato Sirene, una nuova collana editoriale ‘al femminile’ rivolta al pubblico adolescente, in cui una scrittrice e una illustratrice sono invitate a reinterpretare le storie di alcune grandi donne: Beatrice Masini e Octavia Monaco si sono così affiancate in una rilettura delle figure femminili della tragedia greca, e nasce Signore e Signorine. Corale greca (ed. EL, Trieste 2002). 

Le protagoniste sono voci narranti che ri-raccontano, abbandonata la musa tragica, la loro umanità e il proprio dramma in brevi “diari”; le tavole dipinte non mirano meramente a ‘illustrare’ lo scritto, ma costruiscono un vero e proprio racconto parallelo, un’altra faccia dello stesso personaggio o a volte, casualmente, la stessa, tradotta in un differente linguaggio.

Ciò che colpisce nella mostra oltre alla finezza da “orafo” delle tavole della Monaco è lo spessore, propriamente materico ma soprattutto psicologico, e la profondità delle immagini, che rileggono “le Signore” costruendo il mito come universo simbolico molto preciso, fatto di velature e livelli di lettura sovrapposti, dalla classicità alla pittura novecentesca. Al tempo stesso c’è nelle figure della Monaco una sorta di fuoco, un calore che rende vivo e pulsante la tragedia delle protagoniste: Arianna si ritrova con l’imperioso labirinto alle spalle, avviluppato nel lunghissimo filo che condurrà, o forse ha già condotto, Teseo alla salvezza, che si srotola poi, scomposto, sotto i piedi di lei, abbandonato come lo sguardo di Arianna, che sembra già aver intuito il suo destino; Cassandra vede oltre le dita di un Agamennone, ovvero la sua maschera funebre, che le copre gli occhi, occhi azzurri fatti, come lei, della stessa consistenza del cielo, una Cassandra che guarda in alto e la sua voce è:

[...] una farfalla che batte le ali. Non c’è bisogno di urlare la verità per farla più vera (Signore e Signorine. Corale greca, 60).

Anche il resto delle tavole esposte lavora sulla ridefinizione concettuale della riscrittura, all’interno di un ambito particolare della letteratura che è quello della letteratura per ragazzi, attraverso la figura di Alice e le illustrazioni di alcune delle favole di Clemens Maria Brentano, che completano e arricchiscono anche la visione e la comprensione delle prime tavole. In queste ultime la Monaco recupera la ricerca sulla figura archetipica, esemplare ed eterna: emblematica è l’immagine della tessitrice, un po’ Penelope, ma soprattutto maliarda e paziente creatrice di storie, di vite, che suona, come corde di arpa, i dorati fili del telaio in cui si impigliano brandelli di vita vissuta.