"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

57 | maggio 2007

9788898260881

Appunti e note dalle giornate di Luminar 6

Mercurio e Filologia: la critica del testo a nozze con il web (Venezia, Fondazione Querini Stampalia 1-2 febbraio 2007)

a cura della redazione di Engramma

Venerdì 2 febbraio 2007, ore 10-13 | Seminario e tavola rotonda sulle relazioni, sui poster, sui temi

Monica Centanni

Una cospirazione stellare permette da sei anni di fare Luminar, che tradizionalmente riserva la seconda giornata alla discussione dei temi toccati nella giornata di interventi. Un tema di fondo di tutte le comunicazioni è stato l'orizzonte di positiva attesa che la filologia ha nei confronti delle nuove tecnologie.

Il filologo deve prendersi cura dei testi. Ci pare di essere ancora alla protostoria di questa tecnica. Si discute ancora di metodo, ma non di effettivi risultati raggiunti. Siamo ancora in una fase che assomiglia alle prime discussioni sulla stampa, balbettiamo categorie e coordinate, parliamo di metodi e mezzi, sarebbe bello confrontare l'edizione critica fatta con mezzi tradizionali, con edizioni critiche fatte con nuove tecnologie. La discussione sullo statuto della filologia, su fiducia, mobilità o stabilità del testo. Quali strumenti utilizzare?

Il tema emerso dalla sessione Poster, soprattutto quelli legati all'architettura, è la denuncia di difficoltà nel far passare l'autorevolezza di queste ricostruzioni (virtuali) rispetto a quelle realizzate su supporto cartaceo o con modelli plastici. Solo l'interazione vera fra tecnici e studiosi può produrre strumenti efficaci.
Un altro dei temi emersi è quello della MARCATURA, marcatura pesante o leggera? Questo è uno dei punti critici. Quando codifichiamo un testo che tipo di marcature possiamo fare? Si risponde a esperienza nell'uso di applicazioni e strumenti.

Katia Mazzucco

Il poster (sull'incompiuto Atlante Mnemosyne di Aby Warburg e sulle sue 'edizioni critiche') ha fatto emergere un problema: l'ipotesi di un'edizione critica di un'opera composta "solo" da immagini: a differenza di altri tipi di 'testo', l'atlante visivo di Mnemosyne, unica parte del lavoro pervenutaci in forma quasi compiuta, sembra prestarsi particolarmente a una ricostruzione virtuale; ricostruzione che restituirebbe al frammento un valore d'uso (la ricerca e lo studio nel campo della storia della tradizione) oggi quasi obliterato dall'edizione 'filologica' a stampa.

Si pone un altro problema: la questione della conservazione. È un problema di carattere tecnologico: - come si archiviano i materiali digitali (un problema già affrontato nei Luminar precedenti)? Ma questo è già un altro discorso - come si garantisce la fissità di questi materiali, che hanno un'instabilità che va presa in considerazione? Si può garantire rigore filologico?

Luca Mondin 

La marcatura sarà tanto più valida ed efficace quanto più consentirà al fruitore di lavorare all'interno dei testi stessi. La fissità, seppure di tipo meramente fisico-contingente, è una fissità istituzionale: il concetto di "monumento cartaceo" sfida ancora altre forme di monumentalizzazione.

Gran parte della letteratura latina è nata pensando alla sua fissità (aere perennius!). Accanto ai supporti reali esiste il poster cartaceo anche a questo livello di avanzamento. Un'interazione tra vecchio e nuovo supporto è inevitabile e augurabile.
Alcuni punti importanti: utilizzo di standard comuni; collaborazione tra filologi e informatici.
La questione principale è acquisire una autorevolezza della ecdotica elettronica.

Giacomo dalla Pietà

La consultazione dei repertori testuali informatici spesso non tiene conto di fenomeni più complessi rispetto alla derivazione gerarchica lineare: imitazione.

Simona Dolari

Come utente mi ha interessato molto il CVS: la capacità di mantenere "memoria" delle varie modifiche. Il fatto che non ci sia solo un testo di riferimento permette di vedere i vari passaggi.

Alessandra Pedersoli

Le edizioni digitali, soprattutto di manoscritti e documenti, pongono un problema: in rete è sufficiente restituire la parola 'tradotta' in segni, senza immagine? Esiste un problema di 'etica' della trascrizione. In che modo dar conto di un testo epigrafico in modo digitale? C'è poi la questione della ridondanza del server.

Massimo Manca

Open Sources. Gestione di gerarchia. Il problema non è tanto garantire la memoria, ma anche , soprattutto, l'oblio. Un web completamente distribuito e in grado di autogenerarsi. Differenza tra formati statici e formati oblativi.

Mirroring: un server fa da specchio a un altro. Marcatura: leggera o pesante? C'è una risposta univoca a questa domanda: dipende! Abbiamo bisogno di una carta topografica o di un mappamondo? È importante l'adiscrezionalità; in altri casi no.

Il tema è dell'autorevolezza disciplinare ed editoriale: qui sì bisogna investire su aggregazioni pesanti.
In edizioni elettroniche manca una "collana" di edizioni elettroniche: la collana rappresenterebbe un contributo fondamentale all'autorevolezza e 'credibilità'.
Sarebbe auspicabile anche la creazione di software 'friendly' per gli utenti filologi non altamente tecnologizzati.

Claudio Villa

La questione si potrebbe sintetizzare così: la tradizione classica consiste di circa 20000 manoscritti: bisogna conoscerli bene e renderli accessibili a qualsiasi livello di lettura!

Alberto Forni

L'informatica consente cose che non erano pensabili prima del suo avvento. Ma siamo in una fase di coesistenza della stampa e del digitale.

Pasquale Stoppelli

Edizione critica cartacea o elettronica? Forse non è questo il vero problema, meglio formulare il problema in questi termini: edizione critica cartacea (cartacee o no) assistite o meno dal computer.

E ancora: c'è una qualità propria dell'ecdotica elettronica. Nella deontologia di un filologo c'è un principio: è quello di non fidarsi degli altri!
Fissità-conservazione: la filologia non appartiene al destino naturale delle cose e neppure all'evoluzione progressiva del sapere: ci sono epoche filologiche e altre che non lo sono. Nel Medioevo l'unico autore è Dio.

Filologia è la ricerca dell'autore, dell'appartenenza di un testo all'autore. Nel web il concetto di autore è molto indebolito. Il testo è modificabile. Il testo elettronico è manipolabile. Destino inevitabile della mobilità. E quindi del declino dell'autorialità.
Stiamo facendo discorsi da resistenti.

0/1: tutto si regge su una formula binaria. Ma esistono possibilità, dubbi, varianti. L'edizione critica è fatta di parole, discorsi, argomentazione, di cose che si scrivono intorno. La qualità dell'edizione critica si basa sulla qualità della discussione argomentativa. Diventiamo impotenti rispetto a una dimensione piatta e unica. Come si fa passare questa complessità argomentativa in un linguaggio binario come quello elettronico?

Simone Albonico

Siamo già in una fase di restauro e recupero archelogico di progetti e banche dati perdute (progetti totalmente fallimentari che in certi casi è necessario recuperare).

Problema della 'falsa' libertà degli strumenti offerti dalla rete: la tecnologia è un problema economico e politico molto più e molto prima che filologico.
La filologia si esercita anche in questo: decidere delle scelte, sovrintendere a tutti i passaggi.

Paolo Mastandrea

Persistenza e stabilità: problema storico del supporto (lapide, papiro, pergamena…). Siamo ancora in una fase aurorale dell'informatica, in cui dal punto di vista di queste tecnologie balbettiamo (v. primi anni dell'era della stampa). La stabilità del testo e la sua conservazione in supporti tenaci (vero munus del filologo) è sempre andata contro ai processi di diffusione e circolazione.

Gli antichi conoscevano bene l'instabilità dei testi. Plagiare "rubare uno schiavo", per traslato, in Marziale "rubare i libri". In questa accezione, nel significato che diamo oggi al termine, si tratta di un neologismo di Marziale. Plagiarius è chi ruba i suoi epigrammi, che Marziale paragona ai suoi ragazzini/schiavi:
così da "ladro di schiavi" secondo il diritto romano, a "ladro di libri".

Fabio Ciotti 

Da considerare è il rapporto costi/benefici: proseguire per 20 anni di trascrizione manuale o editare il più possibile e il più fruibile possibile?

Si deve poi sottolineare un altro concetto importante: perfettibilità del mark up. Oggi sbagliare la tecnologia significa buttare via un lavoro (problema della 'leggibilità' futura), e questo è anche un problema di preservazione e conservazione: la strategia è quella di diminuire il più possibile le mediazioni tecniche, i passaggi (es. xml vs pdf); meno passaggi significa meno rischi di perdite, cadute, etc.

Gianfranco Crupi

Fissità e mobilità: il problema è di accesso e di fruibilità del testo a diversi livelli.

Una nota: oggi luogo di fruizione e di conservazione non coincidono, questo cambia le carte in tavola, la logica e le regole di lavoro.
Qualcuno ha detto: Web volat scripta manent!

Simone Albonico 

Il tema è la destinazione dell'edizione critica (e relativo lavoro) e strumenti. E anche qui, dipende: interazione tra strumenti e memoria (spesso delegata: la memoria esterna non ci garantisce più da certi rischi)

Un altro problema: i tempi di aggiornamento sono lunghissimi (e dispendiosi sotto diversi punti di vista); è necessario distinguere aspetti teorici e metodologici.

Luca Mondin 

Problema: continuità della tradizione, es. irrecuperabilità dell'etrusco, data la morte e mancata continuità. Si deve sempre distinguere testo e paratesto (e relativi rischi), e garantire al testo una continuità - qualunque tecnologia si trova ad affrontare questo problema.

Monica Centanni

L'ecdotica elettronica, potenziando enormemente i confronti incrociati, può mettere in crisi l'emendazione per divinatio.

Scientificità (confutabilità e concorrenzialità) dei risultati della nuova filologia rispetto all'antica. La filologia è lavoro materiale, sul campo. Alcune linee di ragionamento emerse dal dibattito:

– marcatura: leggera o pesante? Dipende dal testo! Abbiamo bisogno di una carta topografica o di un mappamondo?;
– Il problema è garantire la memoria, ma anche l'oblio;
– completezza dei corpora digitali;
– conquista di una auctoritas della ecdotica digitale, mediante collane editoriali qualificate
– la filologia è legata all'autorialità: ci sono epoche autoriali (e filologiche) ed epoche che vanno in direzione contraria. La filologia è una disciplina storica.
– filologia come storia di testi scritti (resi, per quanto precariamente, 'stabili')
– "Nella deontologia di un filologo c'è un principio: è quello di non fidarsi degli altri!" (e neanche di se stesso, se torna su un suo lavoro a distanza)
– il progresso tecnico, l'apparente facilità, chiede al filologo ancora più rigore, ancora più sorveglianza: ancora più (nietzscheana) lentezza.
– Economia: non solo come scelta politica, ma anche economia del lavoro, deontologia.

Tradizionalmente alla fine si lanciano proposte per il tema della prossima edizione. Propongo che si verifichi la "tenuta" di questo matrimonio e il suo essere o meno "fruttuoso". Il tema dell'anno prossimo potrebbe essere: "I figli di Mercurio e Filologia", per verificare i risultati, la fertilità di questa coppia nuziale.

Per citare questo articolo / To cite this article: Redazione di Engramma (a cura di), Appunti e note dalle giornate di Luminar 6. Mercurio e Filologia: la critica del testo a nozze con il web (Venezia, Fondazione Querini Stampalia 1-2 febbraio 2007), “La Rivista di Engramma” n. 57, maggio 2007, pp. 9-14 | PDF of the article