"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Il talento e la sorte

La liaison Edimburgo-Venezia dell’Italian Connection di Richard Demarco

Laura Leuzzi

English abstract

A partire dagli anni ’60, l’artista, educatore, gallerista italo-scozzese Richard Demarco (Edimburgo, 1930) è stato tra gli indiscussi protagonisti della promozione e dello sviluppo dell’avanguardia artistica e teatrale europea in Scozia, invitando alcuni dei maggiori artisti a esporre, presentare e realizzare performance presso gallerie e spazi espositivi scozzesi e organizzando mostre e produzioni teatrali all’interno del Festival di Edimburgo e del Fringe Festival.

Oggetto di studi e di progetti espositivi che hanno messo in luce molteplici aspetti della sua lunga e sfaccettata carriera – ad esempio ricostruendo le relazioni con Marina Abramović, Joseph Beuys e Tadeusz Kantor (Watson & MacArthur 2010) – Demarco non è ancora noto come merita in Italia, il paese delle sue origini e che ha segnato alcune delle sue scelte culturali più rilevanti e dense di esiti internazionali. Nel 1963 è tra i co-fondatori a Edimburgo del Traverse Theatre di cui cura lo spazio dedicato alle arti visive e nel ’66 co-fonda la Richard Demarco Gallery (RDG) a Edimburgo, di cui diviene direttore. Negli anni seguenti Demarco promuove scambi internazionali con artisti, cineasti, compagnie teatrali e musicisti, nello spirito di una cooperazione europea, e l’Italia – viste le sue radici – non può che essere al centro di questa rete.

1 | Richard Demarco mentre disegna, Edinburgh Arts, Venezia, 1976.

Appassionato educatore, Demarco ha inoltre dato vita tra il 1972 e il 1980 all’Edinburgh Arts Summer School, un complesso programma educativo a livello universitario che ha coinvolto partecipanti di diverse discipline da tutto il mondo e ha visto lo sviluppo di seminari, workshop e scambi culturali in Europa, con particolare attenzione proprio all’Italia, a Malta, alla Polonia, alla Romania, ai Paesi dell’ex Yugoslavia e naturalmente alla Scozia.

Fortemente ispirato dalle sue origini italiane – la mamma era toscana di Barga e il padre di Picinisco (Frosinone), due tra i maggiori luoghi di emigrazione italiana verso la Scozia – Demarco ha perseguito e promosso nel corso della sua carriera “a mutual dialogue to be cultivated between Scotland and Italy”(Demarco 1989), un mutuo dialogo costellato di scambi culturali tra i due Paesi.

Il nesso profondo che, attraverso Demarco, si stabilisce fra la cultura italiana e quella scozzese a partire dagli anni Sessanta, è per questo al centro di un progetto di ricerca di ampio respiro, che questo articolo intende presentare nelle sue linee essenziali, con un affaccio in particolare sul rapporto con la città di Venezia.

Il titolo del progetto è Richard Demarco.The Italian Connection: finanziato dall’Arts and Humanities Research Council, è stato avviato nel 2018 e si svolge presso il Duncan of Jordanstone College of Art and Design, University of Dundee (Scozia), sotto la direzione di Elaine Shemilt, docente ed artista; il team di ricerca è formato da Stephen Partridge e da chi scrive, in qualità di Co-Investigators e dall’archivista Adam Lockhart. Si tratta di un progetto complesso, che si avvale in primis di una ricerca archivistica presso l’imponente archivio di Demarco, diviso tra la Demarco European Foundation e l’Archivio della Scottish Gallery of Modern Art di Edimburgo, con un ricco apparato fotografico e documentario e della testimonianza diretta di Demarco stesso e dei tanti artisti, curatori, critici e galleristi che hanno partecipato agli scambi tra Italia e Scozia, al fine di restituire ad entrambi i paesi un pezzo significativo della loro storia culturale del Novecento.

Verso l’Italia

2 | Contemporary Italian Art, 1967, catalogo della mostra, copertina.

Tra i primi eventi della RDG si distingue infatti – nel 1967 – la mostra Contemporary Italian Art (Contemporary Italian Art 1967), organizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, grazie all’interessamento dell’allora ispettore Giorgio De Marchis.

Nella selezione, composta da opere di trentasette artisti italiani, spiccano i nomi di Enrico Baj, Alberto Burri, Jannis Kounellis, Pino Pascali, Giuseppe Capogrossi, Piero Manzoni e Lucio Del Pezzo. Come spiega la direttrice Palma Bucarelli nella sua introduzione al catalogo, l’esposizione mirava a rappresentare alcune nuove tendenze, accanto a nomi di artisti più affermati (cioè già passati in Biennale), senza volere per questo fornire una vera e propria panoramica della complessa scena delle arti visive italiane (Contemporary Italian Art 1967). Grazie ai buoni auspici di Demarco, la mostra fece una tappa anche a Belfast, nell’Ulster Museum e, dopo Edimburgo, nel ‘giovane’ Museum of Modern Art di Oxford.

Edimburgo-Venezia

Fra le numerose occasioni di scambio con l’Italia, che vedono protagonista la Richard Demarco Gallery, una in particolare lascia il segno. Siamo alla fine degli anni Sessanta, quando Demarco incontra Paolo e Gabriella Cardazzo, al tempo direttori della Galleria del Cavallino di Venezia e figli dello storico gallerista veneziano Carlo, che della celebre galleria era stato il fondatore. Il primo incontro fra i due, sinora ricordato da Richard e da Gabriella in molte interviste ma difficilmente databile con precisione, è però collocabile al 1968, grazie a uno scambio epistolare emerso durante le ricerche sull’Italian Connection. In una lettera di Paolo Cardazzo a Richard Demarco (che se pur datata 7 gennaio 1968 è forse più probabilmente del 1969 – GMA A37/1/0174) si racconta di un incontro avvenuto nell’estate precedente (probabilmente quindi l’estate del ‘68) e si esprime la volontà di intessere una collaborazione tra le due gallerie.

3 | Da sinistra Wieslaw Borowski, Tadeusz Kantor, Martita Hyams, Gabriella Cardazzo e Anselmo Anselmi all’Edinburgh College of Art durante la produzione de La classe morta,1976.

Negli scambi successivi si assiste a una vivace condivisione di materiali, scelte artistiche e proposte espositive. Bisognerà però attendere il 1973 perché questa collaborazione abbia il suo primo esito nella mostra 4 Venetian Artists: una selezione di opere di Romano Perusini, Franco Costalonga, Paolo Patelli e Anselmo Anselmi viene esposta a Edimburgo e i quattro artisti, insieme alla co-direttrice del Cavallino, Gabriella Cardazzo, sono introdotti da Demarco nella scena scozzese (Leuzzi 2017b).

Il rapporto di amicizia, di stima e di scambio culturale fra Gabriella Cardazzo e Demarco – ancora intenso – si concretizza in numerose iniziative negli anni, ed è proprio tramite Demarco che la gallerista veneziana ebbe modo di conoscere Tadeusz Kantor, sul quale realizzò un importante film documentario, in collaborazione con Duncan Ward (1987; Leuzzi 2017b).

4 | Da sinistra Paolo Patelli, Gabriella Cardazzo, Igino Legnaghi, Giorgio Teardo sulla scalinata del Royal College of Physicians a Edimburgo, 1974.

Nel 1974 Demarco organizza poi 7 Galleria del Cavallino al Royal College of Physicians con gli italiani Anselmo Anselmi, Igino Legnani, Paolo Patelli e Giorgio Teardo insieme ad artisti croati come il pittore di Nuove Tendenze Miroslav Sutej (1936-2005) e Bojam Bem (1936 – ). Con spirito di reciprocità nello stesso anno il Cavallino ospita Three Scottish Artists (Demarco 1974), dove il pubblico veneziano ha la possibilità di conoscere opere degli scozzesi John Knox, Iain Patterson e Ainslie Yule; la mostra viene poi ospitata anche in gallerie partner del Cavallino a Padova e alla Spezia.

La lista degli scambi tra le due gallerie è molto lunga e negli anni numerose sono le attività: al 1975 risale una mostra con lavori di Jimmy Boyle, Patricia Martin Bates, Paul Neagu, Jim Sajovic e Tom Ockerse; al 1983 la mostra Six Scottish Artists che include Liz Murray, Will Maclean, Jacki Parry, Dawson Murray, John Taylor e Demarco stesso. Demarco ospita opere e mostre degli artisti Cavallino in molte occasioni: tra le tante possiamo nominare un’installazione di Remo Bianco, con performance per le strade di Edimburgo, alla mostra Edinburgh Arts del 75, e poi ancora opere di Gian Carlo Venuto alla mostra Demarcation 84.

Dalle interviste a Demarco e alla Cardazzo (Leuzzi 2017b), e dai numerosi elementi documentari, emerge un legame profondo tra le due gallerie, una spinta propulsiva e soprattutto una consonanza di intenti nel promuovere forme d’arte che scarsamente trovavano spazio in gallerie commerciali.

5 | Mostra Three Scottish Artists, Galleria del Cavallino, Venice, 26 settembre -25 ottobre 1974. Nella sala al centro, Živa Kraus, all’epoca assistente di galleria, e sulle pareti dipinti di Iain Patterson e al centro una scultura di Ainslie Yule.

Un’altra piattaforma fondamentale per gli scambi italo-scozzesi promossi da Demarco è rappresentata dalle già menzionate Edinburgh Arts Summer Schools, organizzate per stimolare conversazioni culturali, filosofiche e artistiche attraverso seminari, workshop, viaggi, piccole conferenze, incontri, visite a musei, gallerie e spazi espositivi pubblici e privati via via più complessi dapprima in Scozia e poi in diversi luoghi d’Europa (Laks 2018, 4-5). Tra i partecipanti si annoverano numerosi artisti, galleristi, intellettuali e architetti italiani come quelli affiliati al Cavallino.

Diversi artisti del Cavallino, insieme a Gabriella, partecipano nel 1975 alla prima edizione dell’Edinburgh Arts Summer School che vede lo sviluppo di un vero e proprio viaggio in Europa: To Callanish from Hagar Qim consiste in un percorso che collega concettualmente, idealmente e fisicamente il Mar Mediterraneo alla Scozia attraverso l’esplorazione di una serie di siti preistorici e archeologici, ma anche di monumenti, gallerie darte, luoghi della cultura e naturali, tracciando suggestivi collegamenti ideali, spirituali e storici tra un passato ancestrale e l’attualità presente, tra piani temporali vicini e lontani, tra spazi e luoghi che risuonano e rispondono e ispirano i partecipanti alla Summer School provenienti da diversi paesi, che vengono in contatto con il mondo della cultura cattolica e mediterranea e soprattutto di quella celtica.

La prima parte del viaggio del ’75 si svolge a Malta, con una esposizione presso il Museo Nazionale. Uno degli artisti veneziani coinvolti, Guido Sartorelli (1936-2016), realizza Malta Rational Thinking e molti anni dopo ricorderà l’importanza di questo viaggio nel suo interesse “ossessivo” per il paesaggio urbano (Sartorelli 1998, 26-27). Il viaggio continua con una piccola mostra tenutasi a Roma agli “Incontri Internazionali d’arte”, dove erano inclusi lavori di Jimmy Boyle, Roland Henssler, Paul Neagu, Tom Ockerse e Jim Sajovic, mostra accompagnata da una conversazione con gli artisti e con Achille Bonito Oliva.

In quel viaggio, Demarco organizza una visita a Firenze, al Centro Di e ad art/tapes/22, dove Bill Viola tiene un piccolo seminario sul video ai partecipanti. Come ricorda anche la fondatrice dello storico centro di videoarte, Maria Gloria Bicocchi (Leuzzi 2017a) e come mostrano i documenti d’archivio, Demarco provò a ospitare una esposizione di video di art/tapes/22 nel Festival di quell’anno ma senza successo (GMA A37/4/03/13). La mostra dell’Edinburgh Arts 75 racconta quell’esperienza e include diverse opere di artisti italiani tra cui Giuseppe Chiari (1926-2007), Cioni Carpi, e gli artisti del Cavallino Piccolo Sillani (Mario Sillani Djerrahian), Guido Sartorelli, Peggy Stuffi e Paolo Patelli.

6 | Visita a Stonypath, Lanarkshire, Edinburgh Arts, 25 agosto 1975 (da sinistra: David Brown, Conte Panza di Biumo, Ian Hamilton Finlay, Contessa Panza di Biumo, Sue Finlay, Gabriella Cardazzo, at Finlay nella casa e giardino di Stonypath, poi Little Sparta).

I veneziani partecipano numerose volte alle Edinburgh Arts Summer School che vedono tra le tappe fisse ad esempio la Villa Foscarini Rossi a Stra del collezionista Luigino Rossi (Demarco Digital Archive, A.5A.058), la Fattoria di Celle del collezionista Giuliano Gori, la Villa Menafoglio Litta Panza del collezionista Conte Panza di Biumo (1923-2010) e ovviamente la Biennale di Venezia.

Sempre nel ’75 Demarco organizza un simposio internazionale all’Università di Edimburgo invitando in Scozia Gabriella Cardazzo, e il Conte Panza di Biumo, a cui lo lega un lungo rapporto di stima e amicizia: Demarco inviterà Panza nuovamente a Edimburgo in diverse occasioni, tra cui nel 1983 per la conferenza alla University of Edinburgh e al Craigcrook Castle, a cui viene invitato anche il collezionista Giuliano Gori. In occasione del simposio viene organizzata una piccola mostra con alcuni capolavori dalla collezione Panza (The Varese Engagement with Modern Art, The Collection of Count Panza in the Villa Biumo in Varese).

Gabriella Cardazzo ricorda proprio che Demarco fu il tramite con Panza (Leuzzi 2017b), e tante fotografie nell’archivio fotografico di Demarco raccontano di questo rapporto di amicizia e professionale, come ad esempio l’escursione nel 1975 a Stonypath (poi Little Sparta), il giardino-opera d’arte concettuale creato dall’artista e noto esponente della poesia concreta scozzese Ian Hamilton Finlay (1925-2006) (EA.75.128).

Ma c’è una liaison fra Venezia e Demarco che non può essere tralasciata, ed è la Biennale di Venezia, che Demarco non solo visita sin dal 1968, ma fissa spesso come una delle tappe dei viaggi delle Edinburgh Arts Summer School.

Nel 1989, inoltre, è stato tra i promotori e organizzatori del primo padiglione scozzese alla Biennale intitolato 3 Scottish Sculptors, con opere di Arthur Watson, Kate Whiteford, e David Mach e posizionato all’entrata dei Giardini, non lontano dal Padiglione del Regno Unito. Come artista, Demarco ha partecipato a una mostra per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia organizzato dalla Biennale di Venezia nel 2011 dal titolo Biennale di Venezia nel Mondo. Italian Scottish Artists, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo.

In un’intervista condotta per questa presentazione, Demarco ha dichiarato:

The Venice Biennale is what I have always imagined the Edinburgh festival to be, in the way it attracts a completely international audience and the International pavilions are paid for by every country imaginable in the world. I have always thought the Edinburgh Festival could do with such an international network, making manifest the cultural identity of any imaginable country through the whole world. Also, the Venice Biennale is now identified with countless manifestations of the performing arts involving music theatre, dance and film. The Venice Biennale also has a fringe but it is spread in the whole city and you can find it everywhere throughout the city, on the islands and the lagoon. It is not like Edinburgh located in one small part of the cityscape. I have endeavoured ever since I have visited the Venice Biennale in 1968 to establish cultural links between Venice and Edinburgh because I feel that the future of the Edinburgh Festival could benefit from the ways in which the Venice Biennale has developed as a cultural equivalent of Santiago di Compostela. Visitors are attracted to the Venice Biennale for 100 days sadly the Edinburgh Festival is restricted to all too short three week period.

All'età di 88 anni, Richard Demarco sta pianificando per la prossima edizione della Biennale di Venezia una mostra e un simposio, dal titolo 'Padiglione Demarco'. Questo progetto è frutto della collaborazione con l'artista polacca Sonia Rolak, che va ad aggiungere un'ulteriore dimensione culturale, dalla patria di Kantor a lui particolarmente cara, a quel dialogo anglo-italiano che Demarco personifica con le sue stesse origini.

Per concludere

Tante sono le mostre e le produzioni teatrali significative organizzate dalla Richard Demarco Gallery che vedono l’Italia protagonista e che sono al centro del progetto di ricerca Richard Demarco. The Italian Connection.

7 | Mario Merz in Scotland, 1988, cartolina di invito.

Tra le maggiori e non sempre ricordate dalle ricostruzioni storiche, non si può tralasciare la prima personale di Mario Merz in Scozia nel 1988: dalle foto emerge la particolare forza dell’incontro tra l’artista torinese e il paesaggio scozzese.

8 | La Zattera di Babele, Macbeth, 1989, programma della performance, in seguito cancellata.

Nello stesso 1988, Demarco invita anche per la prima volta in Scozia la compagnia teatrale La Zattera di Babele – diretta da Carlo Quartucci – e l’attrice Carla Tatò per realizzare al Festival una complessa produzione in inglese e italiano di Towards MacBeth. A Prologue, con opere di Giulio Paolini, utilizzando per la prima volta come set la piccolo isola di Inchcolm, nell’estuario del Firth of Forth, vicino a Edimburgo.

Nel 1990 la Richard Demarco Gallery ospita una mostra di Mimmo Rotella che realizza tre dei suoi famosi décollage, uno acquisito dalla Galleria Nazionale d’arte moderna di Scozia e uno da Demarco stesso.

Esplorando l’archivio fotografico di Demarco, digitalizzato durante un progetto di ricerca precedente dell’Università di Dundee (The Demarco Digital Archive Project, 2004-2008), emergono rapporti con diversi artisti, collezionisti, galleristi, attori, registi, curatori e critici attivi in Italia dagli anni ‘60 a oggi tra cui il gallerista Lucio Amelio (1931-1994), la gallerista e curatrice Lucrezia De Domizio Durini, il gallerista Mario Pieroni, il critico e curatore Pierre Restany (1930-2003), Rudi Fuchs, il collezionista Egizio Marzona, l’artista Fausto Melotti (1901-1986) e molti altri personaggi e patroni della cultura che hanno promosso l’arte italiana nel Regno Unito, tra cui Michael Spens, editore capo di Studio International, e il collezionista e filantropo Arthur Sackler, la cui fondazione sotto l’egida della Richard Demarco Gallery organizzò una grande mostra dei disegni e le stampe di Piranesi per l’Edinburgh Festival nel 1982, al City Art Centre.

9 | Mimmo Rotella mentre realizza un décollage, 1990, Richard Demarco Gallery, Edimburgo.

Richard Demarco si definisce un “Romano-celtic European” e ritiene che “la sua carriera potrebbe essere considerata un antitodo alla Brexit” (Leuzzi 2018). Nel suo ruolo di professore onorario alla Kingston University, fa spesso riferimento al fatto che un tempo la Scozia definiva il confine nord occidentale dell’Impero romano.

Ispirandosi allo spirito di Demarco, il progetto Richard Demarco. The Italian Connection si propone di mappare le connessioni con l’Italia e di esplorare l’importanza di questi scambi a beneficio dell’accademia e di un pubblico più ampio con l’obiettivo di promuovere quello spirito europeo di cui Demarco è stato profondo sostenitore da molti anni e restituire una rinnovata comprensione dell’importanza degli scambi internazionali, nello sviluppo delle arti nel secondo Novecento.

Le immagini sono courtesy della Demarco European Art Foundation e del Demarco Digital Archive, University of Dundee.
Si ringrazia il Prof. Richard Demarco, Terry-Ann Newman, e la Demarco European Art Foundation; Gabriella Cardazzo; la Fondazione Giorgio Cini, Venezia; La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; lo Scottish National Archive of Modern Art Archive, Edimburgo; tutto il gruppo di ricerca Richard Demarco. The Italian Connection: Elaine Shemilt, Stephen Partridge, Adam Lockhart.

Bibliografia
Fonti
Riferimenti bibliografici
  • Contemporary Italian art 1967
    Contemporary Italian art, Oxford: Museum of Modern Art, 1967.
  • Demarco 1989
    R. Demarco, Foreword to “Roma Punto Uno” Exhibition by Richard Demarco, in Roma Punto Uno, exhibition catalogue, Perugia 1989.
  • Demarco 1995
    R. Demarco, Richard Demarco: A life in pictures, Castlemaine 1995.
  • Laks 2018
    D. Laks, Edinburgh Arts. Walking on the Celtic Trail, “Switch”, 11 ottobre 2018, 1-9.
  • Leuzzi 2017a
    Intervista a Maria Gloria Bicocchi, a cura di L. Leuzzi, 2017 (inedita).
  • Leuzzi 2017b
    Intervista a Gabriella Cardazzo, a cura di L. Leuzzi, 2017.
  • Leuzzi 2019
    Intervista a Richard Demarco, a cura di L. Leuzzi, 2019 (inedita).
  • Sartorelli 1998
    G. Sartorelli, Punto di vista. Cronache e riflessioni attorno a un’esperienza artistica, Venezia 1998, 26-27.
  • To Callanish from Hagar Qim 1989
    To Callanish from Hagar Qim – An exhibition documenting a journey involving 100 artists, Edinburgh Arts Festival Catalogue 1975, Edinburgh 1989.
  • MacArthur, Watson 2010
    E. McArthur, A. Watson, 10 dialogues: Richard Demarco, Scotland & the European avant garde, published on the occasion of the exhibition held at the Royal Scottish Academy of Art and Architecture (Edinburgh, 27 November 2010 – 9 January 2011)], Edinburgh 2010.
English abstract

This article aims to give an overview of the Arts and Humanities Research Council funded research project, Richard Demarco’s The Italian Connection, based at Duncan of Jordanstone College of Art and Design at the University of Dundee, and to explore – albeit briefly – one of the most significant cultural relationships established by the Italo-Scottish artist, gallerist, educator, cultural entrepreneur Richard Demarco during his career – his relationship with the city of Venice. In particular, the article highlights his germinal collaboration with the historic Venetian Galleria del Cavallino, and examines using archival documents the early stage of this partnership. The most relevant events that promoted Italian contemporary visual art and theatre in Scotland through the Richard Demarco Gallery also include: Contemporary Italian Art, in 1967, in collaboration with the National Gallery of Modern and Contemporary Art in Rome; the first solo exhibition of Mario Merz in Scotland in 1988, and of Mimmo Rotella in 1990. The project started in 2018 aims to investigate and retrace Demarco’s most relevant Italian connections from a multi-disciplinary perspective to the benefit of academia and the general public.

keywords | Arts and Humanities Research Council, Richard Demarco, Dundee, Venice, Galleria del Cavallino. 

Per citare questo articolo: Laura Leuzzi, Il talento e la sorte. La liaison Edimburgo-Venezia dell’Italian Connection di Richard Demarco, “La Rivista di Engramma” n. 162, gennaio/febbraio 2019, pp. 145-156. | PDF dell’articolo

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2019.162.0006