"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Monumenta marciani

Presentazione del libro San Marco la Basilica di Venezia. Arte, storia, conservazione, Marsilio 2019

Maria Bergamo

English abstract

1 | A. Pellanda, Rilievo del pavimento della Basilica (ASPSM).

2 | Modello ‘esploso’ delle fasi costruttive della Basilica di San Marco conservato nel Museo marciano.

“Per noi San Marco è un poema compiuto; è un monumento dei tempi che furono;
un prezioso retaggio che la veneta gloriosa Repubblica lasciava morendo,
affinchè fosse ammirato e custodito gelosamente dai posteri. [...]
Ora dunque non si tratta più di abbellire, si tratta di conservare”.
Pietro Saccardo

L’ultima edizione di studi sulla Basilica di San Marco è davvero un’opera monumentale: due grandi volumi di testi, divisi tra Archeologia, Architettura, Mosaici il primo, Statuaria, Bronzi e Pavimenti il secondo, a cui si aggiunge una grande parte dedicata ai Restauri, a Pubblicazioni, grafici, fotografie, catalogazioni nonché a Strutture, impianti, rilievi e indagini. Completa un cofanetto di straordinarie tavole con la restituzione dei dettagliatissimi rilievi fotografici, le modellazioni assonometriche tridimensionali e il cronoprogramma degli interventi di restauro svolti lungo tutto l’arco dell’incarico di proto dell’architetto Ettore Vio, ovvero dal 1981 al 2015.

L’opera non è solo un pregevole volume fotografico, e nemmeno una raccolta di studi ‘in onore di’, ma è la restituzione fedele di anni di lavoro, studio e cura per la “incredibile e amata San Marco”. Gli studiosi che hanno contribuito ai volumi sono davvero coloro che in questi anni hanno partecipato alla ricerca sulla Basilica, arrampicandosi sulle impalcature o sprofondando negli archivi; sono i tecnici e restauratori che hanno sondato, scavato e misurato ogni angolo seguendo – o anticipando – l'aggiornamento delle tecniche di rilievo, restauro e conservazione dei monumenti. Un’impresa corale, curata da Vio stesso con la collaborazione di Antonella Fumo, come d’altronde corale e a più voci è sempre, e da sempre, l’attività della Procuratoria di San Marco, l’organo istituzionale preposto alla conservazione e cura della Basilica.

Non è possibile comprendere la vita di un monumento come San Marco senza conoscere l’attività di cura svolta nei secoli attorno a esso, e pertanto, più che presentare i singoli saggi che concentrano lo sguardo su parti della Basilica o su opere in essa contenute, è utile ampliare il focus sull’intera fabrica marciana, che, come un organismo, prosegue la sua vita lungo il tempo, nutrendosi di continue trasformazioni, metamorfosi, adeguamenti pur mantenendo – o forse proprio per mantenere – inalterata la sua forma iconica.

Fino alla caduta della Repubblica di Venezia, fra le più importanti magistrature vi erano i Procuratori di San Marco de supra, che si occupavano della amministrazione dei beni di proprietà della chiesa di San Marco e della tutela della chiesa stessa. L’antico nome di Procuratoria di San Marco è stato poi riconosciuto alla Fabbriceria della basilica cattedrale di San Marco, l’ente cui competono la tutela, la manutenzione e il restauro della basilica, del campanile e loro pertinenze.

La storia della Fabbriceria di San Marco però è complessa – come scrive Ettore Vio – e vede l’avvicendarsi di nomi fondamentali per la storia dell’architettura e dell’arte veneziane. Inizia quando, ricollocata sulla loggia la quadriga trafugata da Napoleone, il governo austriaco incarica Alessandro Ganassa di redigere un elenco dei lavori di restauro necessari alla Basilica, completato nel 1820 con la collaborazione dell’ingegnere Cesare Fustinelli. Una Commissione Governativa composta da artisti e letterati dirige i lavori, ma per la parte tecnica decide di assumere nel 1826 il giovane ingegnere Giovanni Battista Meduna, che sarebbe poi rimasto alla direzione dei lavori fino al 1886, affiancato dal 1860 da Pietro Saccardo.

Complice la querelle avviata da John Ruskin sulle questioni conservative e il rapporto con la facies architettonica originaria, gli interventi in San Marco – dalla facciata sud, ai mosaici, alla cripta – sono al centro del dibattito internazionale sulla nascente disciplina del restauro. Pietro Saccardo, che come fabbriciere dagli anni Sessanta aveva fermamente lottato contro la consuetudine di rimuovere gli antichi mosaici degradati per sostituirli con nuovi, nel 1881 darà vita allo Studio del mosaico, dove maestranze specializzate provvedono al restauro delle antiche tessere nei modi che le nuove tecnologie via via avrebbero consentito. Interessante è che da quel momento i restauratori sono direttamente formati e assunti dalla Fabbriceria, e che ogni fase di ogni singolo intervento è registrato con schizzi, misure e note da Antonio Pellanda [Fig. 1].

Paradigmatica per questo nuovo sistema nel processo di conservazione e restauro è la pubblicazione La Basilica di San Marco in Venezia, straordinaria opera diretta da Camillo Boito e realizzata tra il 1881 e il 1893 per i tipi di Ferdinando Ongania: tra i numerosi scritti, rilevante è la parte di descrizione architettonica affidata al giovane Raffaele Cattaneo che sulla base dei nuovi dati materiali acquisiti nei restuari, rovescia le conoscenze finora date sulla costruzione dell’intero edificio. Le dettagliatissime illustrazioni si avvalgono di rilievi, acquerelli, e delle più moderne tecniche fotografiche, mentre l’archivista Bartolomeo Cecchetti esegue uno spoglio di tutti i documenti antichi dei Procuratori di San Marco, traendo informazioni che a tuttora restano fondamentali e uniche, vere monumenta della storia marciana.

Il crollo del campanile nel 1902 segna un successivo punto di svolta: dopo Saccardo il lavoro dei proti architetti Manfredi e Marangoni risente del clima di controllo volto alla stabilità dei monumenti di Venezia, ma l’intervento di ricostruzione della torre “com’era dov’era” con i moderni sistemi in cemento armato e l’inserimento dell’ascensore resta un caso emblematico nella storia del restauro mondiale. Durante le due guerre mondiali la custodia dei monumenti era la priorità, ma importante è nel 1931 il Regio decreto che cambia il nome della Fabbriceria in Procuratoria, conservandone la speciale natura giuridica. Dal 1948 diviene proto il già soprintendente ai beni architettonici, l’ingegnere Ferdinando Forlati, e la storia della Basilica entra nella contemporaneità.

Attualmente dalla Procuratoria dipendono lo Studio di mosaico, cui sono affidati la conservazione e il restauro del manto musivo mantenendo viva l’antica tradizione tipicamente marciana, il Laboratorio di restauro del pavimento tissulare, nonché una equipe di operai restauratori incessantemente impegnati in lavori di manutenzione degli immobili della fabbrica marciana e dei suoi beni mobili. A capo della squadra e dell’Ufficio Tecnico è il Proto – attualmente, l’architetto Mario Piana – mentre i sette i Procuratori, nominati dalla Prefettura con consiglio del Patriarca di Venezia, gestiscono con l’Ufficio Amministrativo tutto l’insieme, dalla guardiania alla tutela. Non meno importanti sono la Biblioteca e l'Archivio storico, che raccolgono e conservano il materiali prodotti all'interno e gli stidi sulla Basilica. Giuridicamente, la Procuratoria rientra nell’associazione delle Fabbricerie italiane, enti con natura istituzionale peculiare nella loro funzione di cura e conservazione dei grandi monumenti ecclesiali.

È davvero affascinante – se mai capita la fortunata occasione di poterlo fare – seguire gli addetti della Procuratoria sopra i matronei sopraelevati, tra le intercapedini delle cupole o nei passaggi sotterranei dove si nascondono i laboratori e depositi, oppure ammirare i disegni, progetti e documenti conservati nel piccolo archivio: lo stupore estatico per la bellezza artistica si mescola alla consapevolezza della storia materiale, donando una percezione concreta della vera importanza della vita di un monumento e della responsabilità della sua conservazione.

English abstract

The review concentrates on the new monumental couple of volumes about Saint Mark Basilic in Venice. San Marco la basilica di Venezia. Arte, storia, conservazione re-examines the history of the building through a careful study of the official bodies responsible for its safety and protection; the aim is to focus on the attention for the relationship between material culture and aesthetic issues conneceted to one of the world iconic artistic heritages.

key words | St. Mark; history of conservation; cultural heritage

Per citare questo articolo / To cite this article: M. Bergamo, Monumenta marciani. Presentazione del libro San Marco la Basilica di Venezia. Arte, storia, conservazione, Marsilio 2019, “La Rivista di Engramma” n. 168, settembre/ottobre 2019, pp. 189-193 | PDF 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2019.168.0004