"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

192 | giugno 2022

97888948401

Caterina / Ipazia. La Santa fantasma

Silvia Ronchey

English abstract

Barna da Siena (?), Matrimonio mistico di Santa Caterina, 1340 circa, Boston, Museum of Fine Arts.

It is a curious fact connected with the history of St. Catherine, that the real martyr, the only one of whom there is any certain record, was not a Christian, but a heathen; and that her oppressors were not Pagan tyrants, but Christian fanatics. Hypatia of Alexandria, daughter of Theon, a celebrated mathematician, had applied herself from childhood to the study of philosophy and science, and with such success that, while still a yung woman, she was invited by the magistrates to preside over one of the principal schools in the city. She, like St. Catherine, was particularly addicted to the study of Plato, whom she preferred to Aristotle. She was also profoundly versed in the works of Euclid and Apollonius of Pergamus; and composed a tratise on Conic Sections, and other scientific works. She was remarkable, also, for her beauty, her contempt for feminine vanities, and the unblemished purity of her conduct. As, however, she resolutely refused to declare herself a Christian, and was on terms of friendship with Orestes, the Pagan governor of Alexandria, she was marked out by the Christian populance as an object of vengeance. One day she was proceding to lecture in her school, a party of these wretched fanatics dragged her out of her chariot into a neighboring curch, and murdered her there with circumstances of revolting barbarity (Jameson [1874] 1904, II, 467-468).

[C’è un fatto curioso legato alla storia di Santa Caterina: che la vera martire, la sola di cui esistano dati certi, non era una cristiana, ma una pagana; e che i suoi oppressori non erano pagani tirannici ma cristiani fanatici. Ipazia di Alessandria, figlia di Teone, un celebre matematico, si era applicata fin da bambina allo studio della filosofia e della scienza, e con tanto successo che, ancora ragazza, le autorità cittadine le offrirono la cattedra di una delle più importanti scuole di Alessandria. Come Santa Caterina era particolarmente affezionata allo studio di Platone, che preferiva ad Aristotele. Era anche una profonda conoscitrice delle opere di Euclide e di Apollonio di Pergamo, e aveva scritto un trattato sulle sezioni coniche e altri libri scientifici. Era notevole, inoltre, per la sua bellezza, il suo disprezzo delle vanità femminili e l’irreprensibile purezza della sua condotta. Poiché, tuttavia, rifiutava risolutamente di proclamarsi cristiana, ed era molto amica di Oreste, il governatore pagano [sic] di Alessandria, entrò nel mirino della plebe cristiana. Un giorno, mentre stava andando a fare lezione nella sua scuola, un manipolo di quei fanatici sciagurati la tirò giù dalla carrozza, la trascinò in una chiesa vicina e lì la assassinò con rivoltante barbarie (traduzione dell’autore)].

Così scrive Anna Jameson, scrittrice irlandese, storica protofemminista e pioniera dei Female Studies, che per incoraggiamento di Charles Eastlake, lo scopritore della Flagellazione di Piero della Francesca, nella sua opera principale e fondamentale, la prima sistematicamente dedicata all’iconografia dei santi (e forse all’iconografia tout court), si era messa a fare le bucce all’antica arte sacra.

Crediamo sia appartenuta a lei questa immagine, conservata a Boston, che, tra le tante e notissime che compongono l’iconografia di Caterina d’Alessandria, da Masolino a Caravaggio, è una delle più belle e delle meno note. Dobbiamo la sua conoscenza ad Alessio Massari, che all’iconografia della Santa fantasma ha dedicato un’eccellente tesi di laurea (Massari 2021). Ma è nostra – e ce ne prendiamo la responsabilità – l’ipotesi, cui dedicheremo un contributo approfondito in altra sede, di un legame diretto con la scopritrice della vera identità del mito femminile pagano che si cela dietro quello cristiano della santa che raffigura.

Quel che preme sottolineare qui è la genialità dell’intuizione della pioniera dell’iconografia: nell’identificare con prontezza la figura di santa martire pagana che si cela dietro quella cristiana; nell’esplicitare con chiarezza che la storia del personaggio e del martirio e anche del culto di Caterina erano fin dall’inizio una trasposizione e un reimpiego di quelli, evidentemente preesistenti e probabilmente ben presenti alla memoria collettiva e devozionale egiziana, del culto di Ipazia; e nel decretare con sicurezza che alla santa cristiana erano stati prestati i tratti della santa laica – e vergine e martire laica – massacrata non dall’imperatore romano Massimino, insidiatore del legittimo scettro di Costantino, ma dal ‘faraone’ del monofisismo egizio, il vescovo Cirillo, usurpatore del legittimo potere statale emanante dal governo centrale di Costantinopoli, la capitale che Costantino avrebbe fondato (sul tema rimando a Ronchey 2021).

A buon diritto, dunque, per accezione letterale e ascendenza etimologica, possiamo definire Caterina d’Alessandria una Santa fantasma: non tanto per la sua inesistenza storica – poiché storicamente esistette anche se con altro nome e fu martire anche se in un’altra epoca e di un altro, antitetico potere – quanto per la sua natura di phantasma, nel senso che questa parola ha nella lingua greca. Il manifestarsi di un rimosso, un simulacro della phantasia che vive nell’iconografia.

Riferimenti bibliografici
  • Jameson [1874] 1904
    A.B. Jameson, Sacred and Legendary Art, voll. I-II, London 1874. II edizione: Sacred and Legendary Art, with additional notes by E.M. Hurll, and abundantly illustrated with designs from ancient and modern art […], voll. I-II, Boston-New York 1904.
  • Massari 2021
    A. Massari, Santa Caterina d’Alessandria: culto e attestazioni iconografiche a Roma (sec. X-XV), Tesi di laurea magistrale discussa presso l’Università di Roma Tre, AA 2020/2021, Relatore Silvia Ronchey.
  • Ronchey 2021
    S. Ronchey, Hypatia. The True Story, Berlin-Boston 2021.
English abstract

This brief note illustrates a passage from Sacred and Legendary Art on Saint Catherine of Alexandria and Hypatia, by nineteenth-century art historian Anna Jameson. The author of the contribution suggests that Anna Jameson may have owned the Mystic Marriage of Saint Catherine of Alexandria, a painting attributed to Barna da Siena, nowadays housed at the Museum of Fine Arts in Boston.

keywords | Hypatia; Saint Catherine of Alexandria; Barna da Siena; Anna Jameson.

Per citare questo articolo: S. Ronchey, Caterina / Ipazia. La Santa fantasma, “La Rivista di Engramma” n. 192, giugno 2022, pp. 99-102 | PDF di questo articolo
To cite this article: S. Ronchey, Caterina / Ipazia. La Santa fantasma, “La Rivista di Engramma” n. 192, giugno 2022, pp. 99-102 | PDF of the article

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2022.192.0006