"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

198 | gennaio 2023

97888948401

La Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Amburgo (1930)

Fritz Saxl, traduzione di Michela Maguolo

Fritz Saxl, Die Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Hamburg, in Forschungsinstitute, ihre Geschichte, Organisation und Ziele, hrsg. von L. Brauer, A. Mendelssohn Bartholdy und A. Meyer, Band II, Hamburg 1930, 355-358. 

La Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Amburgo.

La Biblioteca Warburg è sia una biblioteca, sia un istituto di ricerca. È così organizzata: in primo luogo, vengono individuati, selezionati, raccolti e disposti i libri e le immagini relativi al tema che si intende indagare; in secondo luogo, vengono pubblicati i risultati della ricerca relativa al tema stesso. Il tema è quello della sopravvivenza dell’antico. Le culture europee e del Vicino Oriente dell’era cristiana hanno raccolto l’eredità delle forme lasciate dall’antico in tutti i campi, dall’arte alle scienze naturali, dalle forme religiose a quelle letterarie.

Il nostro compito è innanzitutto quello di esaminare le circostanze storiche del passaggio, evidenziare le rotte migratorie della tradizione; e farlo nel modo più completo possibile. Infine trarre, dalle conoscenze acquisite, conclusioni generali sulla funzione della memoria sociale dell’umanità. Qual è la natura delle forme antiche che continuano a vivere? Perché in alcune epoche si verifica un ‘rinascimento’ dell'antichità, mentre altre epoche, che comunque dispongono dello stesso patrimonio conoscitivo, non ne fanno un uso attivo?

Un tale approccio ai periodi post-classici comporta, da un lato, l’interrogarsi sulla questione centrale della storia culturale del bacino del Mediterraneo e dell’Europa occidentale e, dall’altro, la riflessione sul problema generale filosofico-storico dell’impronta lasciata da forme di espressione più accentuate, e quindi durature, provenienti dall’antichità classica, e il temporaneo comparire ed eclissarsi di queste forme nel Medioevo e nell’epoca moderna, fino ai nostri giorni. Una biblioteca comprensiva di tutti i libri che hanno trattato questo tema dovrebbe essere grande quanto il British Museum. Quasi ogni opera di un autore medievale, di un giurista del XIX secolo o di uno scrittore scientifico del Rinascimento può infatti essere utilmente esaminata per individuare gli elementi antichi che vi sono incorporati e capire come vengono elaborati. Ma un esame di questo genere getterà sempre la medesima luce sulle vie della tradizione classica e su quelle nuove, per comprendere le quali si utilizzano le formule tradizionali.

Non tutte le epoche si dimostreranno tuttavia ugualmente fruttuose nell’applicazione del metodo indicato, dal momento che il tema che viene messo a fuoco è centrale per alcune di esse, mentre per altre è semplicemente periferico. Solo per questo motivo non può essere compito della Biblioteca Warburg competere con le biblioteche universali per completezza del proprio patrimonio librario. Nel privilegiare i periodi e le aree in cui la sopravvivenza dell’antico acquisisce un particolare significato storico-culturale, e nel trascurare di conseguenza le epoche in cui tale significato viene meno, si dovranno riconoscere i limiti che la scelta del tema impone. Così, la filosofia dell’Alta Scolastica sarà rappresentata con minore dovizia di quella del platonismo fiorentino del primo Rinascimento, e alla storia dell’emergere della teologia cristiana a partire dal tardo paganesimo sarà dedicato più spazio che a quella dell’epoca di Gregorio il grande, e così via.

Secondo questo criterio, determinato dalla specificità del tema, l’idea di una uniforme esaustività in ogni campo del sapere è stata abbandonata fin dall’inizio; essa sarà tuttavia compensata dalla vastità di materiali sul tema, in ogni suo singolo aspetto. A titolo di esempio, ricordo che il ricercatore che si occupa di storia della formazione nel Medioevo troverà qui, oltre ai consueti settori – la storia delle università e delle scuole - la “storia dei materiali e delle forme educative”: questa comprende anche la storia dell’antica dottrina degli dèi nel Medioevo - in generale e in particolare (ad esempio, la “sopravvivenza delle Metamorfosi di Ovidio”) -, la storia della satira, del dialogo, della lettera, così come quella dell’enciclopedia della conversazione, dall’enciclopedia tardo-antica di Isidoro a quella di Vincenzo di Beauvais. In un certo senso, quindi, la Biblioteca Warburg è stata concepita più come una collezione di argomenti di ricerca che come un serbatoio di libri per la ricerca sulla sopravvivenza dell’antico, e questo carattere dovrà essere mantenuto in futuro, anche se la costante prosecuzione delle attività di raccolta attraverso i decenni porterà necessariamente a un ampliamento del patrimonio.

Un ulteriore motivo per cui la Biblioteca non è destinata ad avere un carattere di uniformità consiste nel fatto che non solo singole epoche sono più rappresentate di altre, ma che alla pittura è riservata una attenzione particolare. Ciò deriva dal carattere specifico del tema che la Biblioteca si è data. È ovvio che la sopravvivenza delle forme plasmate dall’antichità si riferirà innanzitutto e soprattutto alle forme delle arti visive. Le figure della Menade, di Apollo, di un arco di trionfo, di Laocoonte, etc., sono probabilmente le prime che vengono in mente quando si parla di sopravvivenza delle forme antiche nella memoria dell’umanità post-antica.

La ricerca di Warburg parte quindi dalla pittura, e più esattamente dai dipinti di quell’epoca a cui la ripresa delle forme antiche ha dato un’impronta caratteristica, la pittura del Rinascimento fiorentino. Pertanto, nello stesso modo in cui Warburg, attraverso il suo studio della storia della cultura fiorentina, è stato condotto alle fonti pittoriche astrologiche come uno dei più importanti vettori del patrimonio antico, anche la Biblioteca raccoglie i documenti pittorici e testuali dell'astrologia come materiale per lo studio della trasformazione dei mitologemi antichi. Così, il concetto di storia della pittura viene ampliato, in quanto l’immagine, al di là del suo contenuto artistico, diventa una fonte per la storia della religione e della scienza.

Ne consegue che la raccolta di libri è affiancata dalla raccolta di fotografie. Questa comprende:

1. Del materiale generale organizzato secondo categorie simili a quelle della collezione di libri, per esempio: “l’antichità nelle feste del Rinascimento e del Barocco”, “la rappresentazione delle Sibille”, “le illustrazioni di Ovidio nell’arte libraria stampata” e simili. Anche questa raccolta,come quella dei libri, non mira alla completezza.

2. Una raccolta di fotografie di tutte le rappresentazioni mitologiche e astrologiche dai manoscritti del Medioevo. Questa sezione della Biblioteca è stata avviata più di 15 anni fa in collaborazione con l’Accademia delle Scienze di Heidelberg e comprende già i fondi della maggior parte delle grandi biblioteche europee: Roma, Vienna, Londra, Parigi e altre ancora. Tra qualche anno, sarà possibile trovare qui la riproduzione fotografica di ogni rappresentazione di un antico ideale mitologico o di un’antica divinità trasformata in demone stellare contenuta nei manoscritti medievali in possesso delle pubbliche istituzioni.

Le pubblicazioni della Biblioteca servono a rendere questi materiali, raccolti in libri e immagini, accessibili ai ricercatori in forma elaborata e a stimolare ulteriori ricerche. Sono divise in due serie, Vorträgen e Studien, pubblicate a partire dal 1922. Dal 1921, ogni mese, durante i semestri universitari, la Biblioteca ospita conferenze tenute da studiosi di varie discipline, che trattano un tema generale stabilito ogni anno; per esempio il problema del viaggio dell’anima verso il cielo, oppure problemi specifici all’interno dell’ambito più generale. Le conferenze vengono raccolte annualmente in un volume, di solito in forma estesa, con un apparato scientifico e riccamente illustrate. La collana “Studien”, che affianca la precedente, comprende opere di maggior respiro. Finora sono stati pubblicati:

E. Cassirer, Die Begriffsform im mythischen Denken, Leipzig 1922.
E. Panofsky, F. Saxl, Dürers “Melencolia I”. Eine quellen- und typengeschichtliche Untersuchung, Leipzig 1923.
E. Norden, Die Geburt des Kindes. Geschichte einer religiösen Idee, Leipzig 1924.
H. Liebenschutz, Fulgentius Metaforalis. Ein Beitrag zur Geschichte der antiken Mythologie im Mittelalter, Leipzig 1926.
E. Panofsky, Idea. Ein Beitrag zur Begriffsgeschichte der älteren Kunstgeschichte, Leipzig 1924.
E. Cassirer, Sprache und Mythos. Ein Beitrag zum Problem der Götternamen, Leipzig 1925.
R. Reitzenstein, H.H. Schaeder, Studien zum antiken Synkretismus, Leipzig 1926.
F. Saxl, Antike Götter in der Spätrenaissance. Ein Freskenzyklus und ein “Discorso” des Giacopo Zucchi, Leipzig 1927.
R. Schmidt-Degener, Rembrandt und der holländische Barock, Leipzig 1928.
E. Cassirer, Individuum und Kosmos in der Philosophie der Renaissance, Leipzig 1928.
P. Lehmann, Pseudo-antike Literatur des Mittelalters, Leipzig 1927.
P.E. Schramm, Kaiser, Rom und Renovatio. Studien und Texte zur Geschichte des römischen Erneuerungsgedankens vom Ende des Karolingischen Reiches bis zum Investiturstreit, Leipzig 1929.
H. Liebeschutz, Das allegorische Weltbild der heiligen Hildegard von Bingen, Leipzig 1930.
E. Panofsky, Hercules am Scheidewege und andere antike Bildstoffe in der neueren Kunst, Leipzig 1930.

Per i prossimi anni, sono in programma pubblicazioni di testi inediti più ampi, come la principale opera cosmologica del XIII secolo, il Liber Introductorius di Michele Scoto, così come una serie di trattati su argomenti educativi, religiosi e di storia dell’arte. Inoltre, nei prossimi anni, la Biblioteca Warburg pubblicherà il vasto lascito del professor Warburg, che costituisce la base scientifica delle sue attività. Attraverso queste serie di conferenze e pubblicazioni, la Biblioteca cerca di entrare in contatto con il mondo accademico tedesco e non solo, e quindi di trovare un supporto più consistente per i compiti che si è data.

Per incoraggiare e formare i membri più giovani del personale, facilitare i loro viaggi, procurare materiale fotografico, etc., la Biblioteca dispone anche di piccole borse di studio. La Biblioteca contiene circa 60.000 volumi e 25.000 fotografie, ha sede in un edificio appositamente costruito, con una sala di lettura per circa 25 lettori, che serve anche come sala conferenze per 200 persone. Dispone di uno studio fotografico ben attrezzato e di una propria legatoria. La sala di lettura è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 14 e dalle 16 alle 19.

La Biblioteca è opera del professor Warburg, che ne ha avviato la creazione più di 30 anni fa. Warburg partiva dalla constatazione che in Germania mancava un istituto che raccogliesse materiale sulla storia intellettuale del periodo post-classico da un punto di vista storico unico, senza cioè tener conto dei confini tra le diverse scienze; lo Stato, dal canto suo, non avrebbe creato un istituto di questo tipo, dal momento che sosteneva principalmente i singoli settori disciplinari. Warburg considerava quindi suo compito dare vita a un siffatto istituto. Egli stesso una volta descrisse “il luogo spirituale in cui, all’interno del mondo della ricerca, si trova la Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg” con le seguenti parole:

Nel manuale ancora non scritto di autoeducazione della specie umana, essa rappresenta un capitolo che potrebbe avere come titolo: Dalla paura del mito al calcolo scientifico, orientare l’uomo verso se stesso e il cosmo.
La peculiarità metodologica della Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg si esplicita lungo due direzioni:
1. Fa in modo che questo capitolo sia illustrato o, per meglio dire, che questa oscillazione tra concezione mitica e scientifica che si riflette nel disegno artistico - dal feticcio al dramma - venga ripercorsa in modo storico-sistematico attraverso circa tre millenni e riprodotta in una selezionata serie di immagini.
2. Intende altresì tale oscillazione mentale in termini geografici reali come un processo proprio del bacino mediterraneo; considera i valori espressivi nel linguaggio, nell’opera pittorica o nel dramma per il loro rapporto centrale o periferico con quei campi di forza creativa che chiamiamo Babilonia, Atene, Alessandria, Gerusalemme o Roma, e infine offre una visione della primigenia impronta della mentalità europea. 

La Biblioteca riflette interamente lo spirito universale di Warburg: il tema fatto edificio è stato da lui costruito in tutti i suoi piani e le sue stanze. Il compito per il futuro non è solo quello di preservare questo edificio, ma di arricchirlo e ampliarlo continuamente.

English abstract

Fritz Saxl’s article Die Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Hamburg was published in Forschungsinstitute, ihre Geschichte, Organisation un Ziele, edited by L. Brauer, A. Mendelssohn Bartholdy und A. Meyer, (Band II, Hamburg 1930, 355-358), is here translated for the first time into Italian by Michela Maguolo.

keywords | Fritz Saxl; Aby Warburg; Warburg Library of Cultural Sciences.

Per citare questo articolo / To cite this article: F. Saxl, La Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Amburgo (1930), traduzione di M. Maguolo, “La Rivista di Engramma” n. 198, gennaio 2023, pp. 71-76 | PDF of the article 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.198.0010