"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

84 | ottobre 2010

9788898260294

Presentazione di Engramma 84 – Lucciole malgrado tutto
Monica Centanni, Daniele Pisani

La lettura dell'ultimo lavoro di Georges Didi-Huberman, Survivance des lucioles, pubblicato in italiano con il titolo di Come le lucciole. Una politica della sopravvivenza, solleva una serie di questioni nodali, che incrociano da vicino i campi su cui i nostri interessi di ricerca hanno già avuto modo di incontrarsi (in particolare sul metodo storiografico vedi, in Engramma, l'indice tematico 'Vero falso finto'). Come le lucciole si presenta come un'occasione più unica che rara per affrontare un ampio spettro di argomenti, molti dei quali di comune interesse, e al tempo stesso, più in generale, per sottoporre a interrogazione il senso del nostro fare.

Il numero monografico 84 di Engramma, Lucciole malgrado tutto, aggredisce i problemi posti dal testo su fronti diversi e da prospettive critiche differenti. A ciascuno degli autori dei contributi qui pubblicati abbiamo chiesto di reagire agli stimoli che il libro offre. Su ciascuno dei 'lettori' Come le lucciole ha fatto attrito in modo tutto particolare, ha toccato per ciascuno un nervo scoperto. Tutti i temi trattati sono presenti nel saggio di Didi-Huberman; alcuni sono centrali nel lavoro del filosofo francese mentre altri toccano tangenzialmente Come le lucciole ma sono cruciali per l'interessato lettore.

Il saggio di Didi-Huberman, del resto, sollecita e stimola diverse reazioni: tutti chiama a una corresponsione che è assunzione di responsabilità verso se stessi. Il risultato è un concerto, a tratti dissonante, in cui studi, passioni, pensieri differenti si incontrano, fugacemente, intorno al rarefatto e intermittente chiarore delle lucciole evocato da Didi-Huberman: la danza, come nel bel lavoro fotografico di Paola di Bello che qui presentiamo, pare casuale ma forse non lo è. E, proprio come il tracciato dei percorsi delle lucciole catturato dalla fotografa e impresso sulla pellicola, pure le tracce che ciascun autore insegue si incrociano nel disegno effimero di una costellazione ermeneutica, speriamo in qualche misura illuminante.

Erik Samakh, Lucioles, 2010, installazione nel cortile dell’Hôtel-Dieu a Parigi in occasione della Nuit blanche, il 2 ottobre 2010 (foto di Marianna Gelussi)