"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Recensione di Gli spazi delle donne. Casa, lavoro, società, a cura di Michela Bassanelli e Imma Forino, DeriveApprodi, Bologna 2024

Alessia Scudella

English abstract

Quanto ha senso, oggi – nel 2025 – parlare della relazione tra spazi e donne? Del modo in cui le donne danno o hanno dato forma allo spazio? Ha senso costruire ancora un implicito antagonismo tra il mondo conformato dalle donne e quello conformato dagli uomini? In un numero di Engramma dedicato alle coppie a partire dalle donne, presentare questo volume implica dare conto dei rischi in cui si incorre ogni volta che si affronta un tema di genere. Il primo rischio è quello di separare e semplificare, laddove oggi le identità e le soggettività sono molto più articolate dell’essere solo donne o solo uomini: bisognerebbe riconoscere la complessa e mescolata stratificazione a cui si appella il talento, a prescindere dal genere in cui alberga. Eppure molti studi e ricerche anche recenti dimostrano come ancora prevalga lo stereotipo che il talento sia maschile (Napp e Breda 2022). Considerate queste premesse, il libro di Bassanelli e Forino rivela come questa riflessione non sia solo attuale, ma necessaria. Come afferma una delle autrici, “l'odierna ricerca di una parità di genere è spesso smossa da strategie miranti a soddisfare le condizioni del politically correct per farne sfoggio come escamotage pubblicitario, camuffate con la volontà di emancipazione femminile” (D’Ambros 2024), sollecitando così il lettore a uno stato di vigilanza critica.

Il volume, privo di una vera e propria introduzione che orienti il lettore, raccoglie una serie di saggi che spaziano dall’architettura alla politica, dall’arte alla dimensione sociale, offrendo un mosaico di punti di vista. È suddiviso in tre sezioni – casa, lavoro, società – e si distingue per l’approccio pluridisciplinare che attraversa i testi, tutti scritti da autrici e autori con esperienze e sensibilità differenti. Le curatrici, due architette il cui interesse principale si concentra sugli spazi interni, hanno saputo dare forma a una raccolta che, pur non pretendendo di essere esaustiva, riesce a sollevare interrogativi cruciali. Tra i temi trattati emerge non solo il rapporto tra donna e spazio, ma anche quello tra spazio e famiglia: ci si interroga su cosa significhi oggi famiglia e su come la casa, in quanto costruzione fisica e simbolica, si riveli spesso lenta nell’accogliere i cambiamenti sociali. Interessante, ad esempio, il saggio che affronta il tema dell’alimentazione, dove la figura femminile resta profondamente legata al concetto di famiglia attraverso la storia della cucina, delle sue trasformazioni e descrizioni. Si parla anche del soggiorno e della sua evoluzione, arrivando fino ai progetti di Vico Magistretti, come l’appartamento Cerruti del 1968, che diventano occasione per riflettere sui movimenti e le lotte sociali. Un altro saggio rilevante riguarda il periodo del ventennio fascista, quando la donna veniva identificata principalmente nel ruolo di madre: da questa visione nascono interventi come l’OMNI (Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell’Infanzia), che influenzarono direttamente le caratteristiche architettoniche degli edifici dedicati all’infanzia. Si toccano poi temi che potremmo definire più intimi, come lo spazio legato alla sessualità, offrendo ulteriori spunti di riflessione. Di grande interesse è anche la critica a una progettazione che presume un’utenza neutra e uniforme: “I professionisti coinvolti nella progettazione dello spazio [...] dovrebbero adottare un approccio human-centered, senza dare per scontato a priori che tutti gli utenti abbiano la stessa percezione dei loro ambienti di lavoro” (Migliore, Rossi-Lamastra 2024). E ancora, la riflessione secondo cui “l’ondata del secondo femminismo [...] sembra mettere in crisi la casa che, più che un’architettura disciplinante, ora riflette la contraddittoria ricerca di un diverso modo di stare al mondo” (Forino 2024): concetti che aiutano a ripensare in profondità il senso dello spazio domestico.

Lo stile dei saggi, affidato a giovani progettiste, sociologhe, ma anche a storici dell’architettura, è generalmente scorrevole, rendendo la lettura accessibile non solo a studiosi e studiose o ad accademici, ma anche a studenti e appassionati. Ognuno può trovare spunti utili per riflettere sul presente, partendo dalla storia e dai cambiamenti sociali che hanno interessato la figura femminile e le configurazioni spaziali. Dal punto di vista critico, si avverte la mancanza di una cornice teorica che aiuti a collocare e collegare meglio i diversi contributi, e forse il volume difetta anche di un ampliamento dello sguardo verso contesti extra-occidentali. Tuttavia, la forza della raccolta sta proprio nella sua chiarezza e nella capacità di stimolare curiosità su temi che meritano ulteriori approfondimenti. Perché leggerlo? Perché, come sottolineano molti dei contributi, conoscere ciò che è accaduto, puntualizzare e mettere a fuoco storie che si danno per scontate e i relativi processi di sviluppo, le discriminazioni, le conquiste, è il primo passo per atti consapevoli anche dall’interno dei progetti d’architettura. In conclusione, questo volume, pur non ambendo a essere esaustivo, torna a fornire spunti per una riflessione critica sulla figura femminile in rapporto ai luoghi domestici, ai lavori produttivi e, più in generale, alla società. Un contributo utile per chiunque voglia interrogarsi su come spazio e identità continuino a trasformarsi reciprocamente.

Riferimenti bibliografici
  • D’Ambros 2024
    C. D’Ambros, Una stanza (tutta) per sé. Il progetto domestico al femminile, dal dopoguerra agli anni Settanta, in M. Bassanelli e I. Forino (a cura di), Gli spazi delle donne. Casa, lavoro, società, Bologna 2024.
  • Forino 2024
    I. Forino, Gerarchie domestiche nella filigrana dello spazio e del tempo, in M. Bassanelli e I. Forino (a cura di), Gli spazi delle donne. Casa, lavoro, società, Bologna 2024.
  • Migliore, Rossi-Lamastra 2024
    A. Migliore, C. Rossi-Lamastra, Spazio di lavoro e genere. Verso una disciplina interdisciplinare, in M. Bassanelli e I. Forino (a cura di), Gli spazi delle donne. Casa, lavoro, società, Bologna 2024.
  • Napp, Breda 2022
    C.Napp, T. Breda, The stereotype that girls lack talent: A worldwide investigation, “Science Advances”, vol. 8, n. 10, 2022.
English abstract

This review presents the volume Gli spazi delle donne. Casa, lavoro, società, edited by Bassanelli and Forino, which brings together multidisciplinary essays exploring the relationship between space and female identity. The text reflects on the ongoing relevance, even in 2025, of examining how women have shaped and continue to shape spaces. The volume offers an overview of social transformations through themes such as domestic life, work, and public space, providing valuable insights for scholars, students, and readers interested in understanding how space and identity continuously influence each other.

keywords | Women and space; Architecture and society; Female identity.

Per citare questo articolo / To cite this article: A. Scudella, Recensione di Gli spazi delle donne. Casa, lavoro, società, a cura di Michela Bassanelli e Imma Forino, DeriveApprodi, Bologna 2024, “La Rivista di Engramma” n. 226, luglio/agosto 2025.