"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

102 | dicembre 2012

9788898260478

Mese di Ottobre - Scorpione

a cura di Marco Bertozzi e Maurizio Bonora

>Mese per mese

Maurizio Bonora, ricostruzione dei decani dello Scorpione

L'esame ravvicinato della parete corrispondente al Mese di Ottobre con il segno dello Scorpione ha permesso di scoprire un dato estremamente importante non solo per il rifacimento della figura zodiacale di questo mese, ma di tutti e tre i segni dipinti nella zona ad ovest. Il pittore, per disegnare le stelle, ha tracciato delle piccole circonferenze, incidendo l'intonaco con un compasso metallico e, successivamente, all'interno di queste ha eseguito le configurazioni stellari dei segni astrologici. Tale procedura tecnica, applicata esclusivamente alla fascia mediana della parete ovest, è un ulteriore dettaglio che testimonia l'esecuzione di una diversa bottega. Queste stelle, inoltre, si differenziano ulteriormente per l'applicazione di stucco in rilievo, modellato con geometrica precisione, tanto da ricavarne, nelle punte, uno spigolo centrale a due sfaccettature.

La ricomposizione della figura dello Scorpione è stata resa possibile proprio dall'aver seguito la posizione delle stelle, anche se non possiamo avere la certezza che il numero dei circoletti individuato corrisponda esattamente alla quantità delle stelle originarie. La sagoma ricavata concorda comunque con la tradizionale figura del segno con il giro delle pinze anteriori orientate verso sinistra e il corpo allungato con la coda ricurva verso l'alto. È stata di fondamentale importanza, nell'identificazione delle immagini, la conoscenza dell'orientamento generale della sala, che è da destra verso sinistra. Altri due parametri basilari per il rifacimento dei segni astrologici sono stati quelli della dimensione e delle caratteristiche stilistico-figurative della rappresentazione. Per quanto riguarda il primo aspetto, la precisa indicazione è stata desunta dal fatto che ogni fascia zodiacale dei mesi è divisa in tre parti uguali da righe verticali molto marcate che separano uniformemente le tre decadi. A ciò si aggiunge che le figurazioni del segno occupano sempre la parte centrale, estendendosi negli altri due spazi di destra e di sinistra per evidenziare il pieno dominio sulla tripartizione in decadi del mese zodiacale. Questo criterio ha consentito di stabilire la dimensione approssimativa del segno dal momento che il debordamento della figura, pur avendo dimensioni variabili, non presenta mai oscillazioni particolarmente marcate.

Maurizio Bonora, rilievo del tracce della fascia mediana del mese di ottobre

Maurizio Bonora, rielaborazione al tratto delle tracce della fascia mediana del mese di ottobre

Per quanto concerne le caratteristiche figurative si può constatare un forte naturalismo in tutta la sequenza dipinta al quale ha contribuito l'alterazione dei parametri proporzionali delle figure esistenti in natura, con l'inevitabile ingrandimento di alcuni animali dello Zodiaco, come il Cancro, lo Scorpione e i Pesci. Se scarse sono le tracce iconografiche delle immagini dei decani a noi pervenute, la tradizione figurativa dei segni zodiacali è talmente ricca da rendere improbabile la catalogazione completa. Dall'esame dell'imponente casistica è manifesto come artisti e artigiani abbiano concorso, nell'operare ogni sorta di possibile variazione interpretativa, a vanificare l'uniformità del segno, ammesso che si fosse imposta tale necessità, non solo nella caratterizzazione tipologica fondamentale, ma proprio nel non secondario corredo stellare, che ci si attenderebbe inalterabile negli essenziali parametri riferentesi alle costellazioni fisse. Pertanto tale esteso immaginario astrologico può per noi acquistare solo un valore orientativo sul piano degli elementi strutturali di base cui si sono potute riferire e ispirare le successive rielaborazioni. Il riferimento alla figurazione del Cancro, ad opera del Maestro degli occhi spalancati, ha concorso fortemente al rifacimento dello Scorpione per la similarità formale che li accomuna. Contrariamente alla tradizione, che privilegia la veduta dell'alto, il Cancro di Schifanoia, simboleggiato dalla classica aragosta, è disegnato sul fianco, in una naturalistica e particolareggiata descrizione pittorica, soprattutto delle chele anteriori molto ravvicinate, e delle zampe rivolte all'osservatore davanti al disco solare. L'impostazione compositiva adottata si ripropone, con le dovute varianti, nello Scorpione, come pure attesta il profilo, da me rilevato, dell'andamento stellare. Dal raffronto iconografico tra il Palazzo della Ragione di Padova, il Palazzo Schifanoia e la malatestiana Cappella dei Pianeti di Rimini, emergono curiosi dettagli particolari dovuti non solo a scelte artistiche o speculative, ma anche più concretamente ambientali e faunistiche: la ‘gransevola’, fra i tipici crostacei delle coste adriatiche, sostituisce a Rimini la più esotica aragosta. Annovero tra le più significative tracce scoperte nella parete centrale i resti di una testa femminile del secondo decano e il graffito di un bastone leggermente inclinato di fronte alla figura. Dall'analisi comparata delle fonti si ricavava la descrizione di una donna nuda dai lunghi capelli, immagine che pure gli epigoni di Agrippa e Bruno confermavano orientando agevolmente la mia scelta.

Maurizio Bonora, rielaborazione al tratto delle tracce della fascia mediana del mese di ottobre

La parte sinistra, destinata al primo decano, riservava invece il ritrovamento di un solco incisorio corrispondente ad un lungo bastone o lancia, il quale per posizione e andamento avrebbe potuto essere appoggiato sulla spalla di una figura. Per questo primo decano del segno ci si è trovati di fronte ad un problema interpretativo più complesso, poiché di una figura con lancia e testa decapitata si tramanda la memoria in due fra le più importanti e influenti fonti per Schifanoia: Picatrix e il Lapidario di Re Alfonso X. Albumasar descrive invece una figura femminile alta e bella con attributi del cibo e la donna bella ed elegante la si incontra anche in Agrippa e Bruno. La scelta è stata quella di accogliere la duplice tradizione costruendo il decano con entrambe le figure poiché lo spazio restante dopo la collocazione dell'uomo con la lancia rendeva certamente possibile, se non necessaria, la localizzazione di una seconda immagine. L'area destinata al terzo decano, a destra, non ha rilevato niente di più di quanto non sia osservabile anche da terra, cioè le sagome di due animali che si rincorrono da destra verso sinistra occupando tutta la larghezza della zona inferiore del comparto.

Partendo dalla considerazione di una improbabilità, date le caratteristiche stilistiche di tutta la fascia, che il terzo decano potesse ospitare solo degli animali posizionati in basso, la collazione delle fonti ancora una volta ha offerto spunti interessanti per la formulazione di un'ipotesi. Albumasar riporta un uomo con due serpenti in mano, Picatrix e il Lapidario di Alfonso descrivono solo animali. L'Astrolabium Planum, Agrippa e Bruno concordano nella definizione di scene violente di uomini in lite. La logica deduzione compositiva ha determinato la decisione di inserire una figura nel grande spazio vuoto sovrastante gli animali, cogliendo la lezione di Albumasar, così peraltro autorevole per gli autori dell'impianto progettuale della Sala dei Mesi. (Maurizio Bonora)

Maurizio Bonora, ricostruzione dei decani dello Scorpione, 1992, disegno monocromo

Fascia mediana – I tre decani accompagnati dal segno zodiacale dello Scorpione

Maurizio Bonora, ricostruzione del I decano dello Scorpione

Maurizio Bonora, ricostruzione del II decano dello Scorpione

Maurizio Bonora, ricostruzione del III decano dello Scorpione

Terzo decano (Scorpione III)

Restano tracce di un piccolo animale, che insegue da vicino un altro animale di maggiori dimensioni.

Questo decano potrebbe forse ricollegarsi alla descrizione di Picatrix (II, 11), in cui si parla di un cavallo seguito da una lepre. Anche pensando ad un fraintendimento, lepus-lupus, le tracce visibili a Schifanoia sembrano piuttosto corrispondere a quelle di un cinghiale che insegue un cervo. (Marco Bertozzi)

Fonti testuali e contestuali sui decani dello Scorpione 
Primo decano

Albumasar: "Figura femminile alta e bella con attributi del cibo".

Astrolabium Planum (1488): "Prima facies, Marte. Rappresenta la lotta, la tristezza, l'inganno, la detrazione, la perdita e la malignità".

Enrico Cornelio Agrippa, De Occulta Philosophia (1533): "Prima facies. Si eleva una donna di atteggiamento dignitoso, che ha accanto due uomini che si azzuffano, e rappresenta il benessere e la venustà, liti, agguati, inganni, calunnie, ladrocini e perdite".

Giordano Bruno, Imagines facierum (1582): "Prima facies. Si profila la figura di una donna formosa e ottimamente vestita, per la quale due giovani adirati tra di loro si percuotono con dei bastoni. E' una traditrice bella, lusinghiera e nefasta".

Secondo Decano

Albumasar: "Donna nuda dai capelli lunghi che si muove verso una spiaggia; in mano un sacchetto di denaro".

Astrolabium Planum (1488): "Seconda facies, Sole. Affronti, defezioni, la provocazione di contese e malignità fra gli uomini, e il prolungamento delle risse in corso".

Enrico Cornelio Agrippa, De Occulta Philosophia (1533): "Seconda facies. Ascendono una coppia di un uomo e di una donna del tutto denudati e un uomo seduto a terra, il quale ha davanti a sé due cani che si mordono reciprocamente. Indicano impudenza, imbroglio, delazione e cagionamento di calamità e risse fra gli uomini".

Giordano Bruno, Imagines facierum (1582): "Seconda facies. Si manifesta una donna interamente nuda e due uomini del tutto nudi; l'uno fra i due sta a lato della donna, l'altro è disteso in terra giocando con un cane. Come la prima immagine, la seconda è parimenti infida e turpe".

Terzo decano

Albumasar: "Un uomo con due serpenti uguali o un uomo con due bastoni".

Astrolabium Planum (1488): "Terza facies, Venere. Guerra, ubriachezza e violenza, insieme alla fornicazione con furore alla sfrenatezza".

Enrico Cornelio Agrippa, De Occulta Philosophia (1533): "Terza facies. Ascendono un uomo incurvato sulle ginocchia, bastonato da una donna, i quali esprimono il significato di ubriachezza, fornicazione, ire, violenze e contese processuali".

Giordano Bruno, Imagines facierum (1582): "Terza facies. Si trova un uomo che espone il dorso ad una donna che lo percuote, e che tiene con entrambe le mani i piedi. Significa ira aperta indegna e violenta". (Maurizio Bonora)

>Riferimenti bibliografici