"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

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engramma 221 | febbraio 2024 | Antonio Negri e i classici [filosofia]

a cura di Marco Assennato, Monica Centanni, Roberto Masiero

Il numero 219 della rivista Engramma accoglierà contributi che, da vari punti di prospettiva, riflettano intorno al pensiero di Negri e alla pratica politica contemporanea, con un focus particolare sul dialogo che il filosofo ha intrattenuto con i classici del pensiero occidentale. L’intento non è produrre agiografia o memoria, ma contribuire al processo di storicizzazione e di valorizzazione teorica dell’imponente lavoro teorico di uno dei principali filosofi italiani del secondo Novecento. 

Pensatore e militante politico, letto e discusso in tutto il mondo, capace di nutrire culturalmente, dialogare incessantemente e interpretare i movimenti sociali mondiali degli ultimi decenni, Negri ha ridefinito alcuni tra gli assi fondamentali del pensiero politico moderno e contemporaneo. Negri è stato però, anche, un attento e appassionato lettore di classici: da quelli della grande teoria del diritto – dal formalismo tedesco ai costituzionalisti americani; a Marx e, attraverso Lenin, ai pensatori della tradizione marxista; a Foucault e Deleuze/Guattari, in un dialogo incessante con i più importanti filosofi francesi (sono i nodi che sono stati fondamentali per la diffusione del pensiero di Negri nella Global Philosophy, e meritano oggi una attenta rilettura). Ma Negri è stato anche lettore del libro di Giobbe e del De rerum natura di Lucrezio, di Machiavelli e di Cartesio, di Spinoza e Leopardi, fino a Nietzsche e contro Heidegger: con ciascuno di loro, Negri, da formidabile costruttore di concetti, ha intrattenuto un dialogo attivo e intenso richiamando in vita, nel presente, la carica vitale e il potenziale energetico del loro pensiero. Ognuno di questi incontri e scontri ha alimentato il lavoro filosofico e politico, producendo risignificazioni decisive, capovolgimenti teorici, aperture critiche inedite. Una imponente macchina teorica disegna i contorni larghi, radicalmente anticonvenzionali, del pensiero rivoluzionario di Negri. Questa macchina ci proponiamo qui di interrogare.

Particolarmente benvenuti saranno contributi che rifletteranno, tra gli altri, intorno a questi assi: 
– Negri lettore dei classici: interpretazioni, capovolgimenti, innovazioni;
– Futuro Anteriore: Modernità della rivoluzione, postmodernità del dominio;
– In dialogo: Negri e i filosofi contemporanei;
– Fabbrica dei concetti: parole chiave per il nostro domani.

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engramma 222 | marzo 2025 | internauti pirati & copyleft. In flagranza d’autorialità (titolo provvisorio) [scienze giuridiche e arti visive]

a cura di Filippo Perfetti e Giulia Zanon


Il numero nasce con intenzione e indole piratesca per indagare dove e come il diritto d’autore sfocia nell’abuso. La premessa è che il diritto d’autore è incline, o spesso viene piegato, a essere non più un istituto di tutela ma di blocco, controllo e censura in vari campi: quello artistico, quello scientifico e di ricerca, quello di informazione. Laddove si afferma una realtà che insiste sulla proprietà di beni sempre più smaterializzati e quindi difficilmente quantificabili e circoscrivibili, proprio l’illimitatezza dell'oggetto provoca non una espansione della volubilità e condivisione del suo possesso o possibilità d’uso, bensì la diffusione del diritto di possesso e di controllo in accordo a ogni aumento della espansione e diffusione dell'oggetto (dalle immagini, alla musica, ai testi – nonché, ed è il vero campo di interesse, l’obiettivo del dominio e il trofeo della battaglia – ai dati). L’espansione del diritto di possesso o d’autore, è così sovente il rovescio della apertura della ricerca scientifica, della disseminazione del sapere o delle informazioni; è anche spesso il blocco, laddove si tocchi la sfera industriale e economica, verso una ampia e indisciplinata sperimentazione artistica capace di poter arricchire lo scenario dell’arte contemporanea nelle varie forme.

La pirateria, in questo scenario, riassume un senso e un ruolo politico e culturale: è l’azione di chi combatte contro attori e proprietari troppo enormi anche solo da fronteggiarli o con cui provare a commisurarsi. Ma è proprio qui, nella impossibilità di una scala comune, che la pirateria agisce liminalmente, e frega il golem passandogli sotto le gambe e, dopo aver accecato il ciclope del controllo panottico, lo bypassa tramite il sotterfugio, la sana furbizia, o mediante la pulcinellesca canzonatura della sua forza. Il numero di Engramma intende raccontare, e portare alla luce del dibattito e della riflessione, le esperienze e le forme attuali di pirateria. Una particolare attenzione è rivolta al mondo della ricerca, scientifico e artistico, che sono gli ambiti che per sua natura la rivista occupa e affronta come libera – e sempre un po’ piratesca – rivista di scienza e di cultura. Si prova a offrire così una piazza in cui dibattere sulle forme odierne, già in essere o possibili, dei diritti dell’autorialità e, insieme, della libertà.

scadenza per invio proposte: 10 gennaio 2025
scadenza per invio contributi: 10 febbraio 2025

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engramma 223 | aprile 2025 | Venere in pelliccia/Letteratura e tradizione classica (titolo provvisorio) [letterature comparate, arti visive] 

a cura di Massimo Stella

Venus im Pelz (1870 e 1878) di Leopold von Sacher-Masoch è un’opera-crocevia della letteratura europea, per molte ragioni. La prima: pochi decenni prima di Freud e meno di un secolo prima di Lacan, il romanzo di von Sacher-Masoch traccia le linee di una poetica del desiderio che, rompendo definitivamente e irreversibilmente con il linguaggio del discorso amoroso costruitosi nel corso della tradizione, appare dirompentemente novecentesco. Nel romanzo di Masoch già si trova sancita quella legge – poi enunciata da Freud a partire dai Tre saggi sulla sessualità infantile – in forza della quale l’ingresso nella sessualità avviene necessariamente attraverso la perversione, poiché tale ingresso è, da un lato, strutturalmente mediato, se non reso possibile, dal Fantasma, mentre dall’altro, esso comporta il polimorfismo e il policentrismo del godimento. Lacanianamente,  inoltre, (e pensiamo al seminario XX-Encore e a Je parle aux murs), Venus im Pelz rappresenta lo spazio del godimento come au delà assoluto e tutto femminile all’interno del quale il piacere d’organo e il cosiddetto ‘rapporto sessuale’ sono interamente trascesi. Come Lacan, d’altronde, von Sacher-Masoch risemantizza il mito cristiano del sacrificio del Figlio facendone la scena primaria del Fantasma di desiderio e di godimento (da qui l’interesse di Lacan per il misticismo cristomimetico – Santa Teresa), laddove Freud (L’uomo Mosé) ne aveva fatto la scena della rivincita del Figlio sul Padre. La seconda ragione è legata al lavoro di scavo e riconfigurazione sul/dell’immaginario poetico condotto da von Sacher-Masoch. Von Sacher-Masoch opera infatti all’incrocio di due tradizioni parallele: per un verso, quella tedesca della Venere infera e diabolica; per l’altro, von Sacher-Masoch guarda alla Francia (dove Venus im Pelz ebbe molto successo) e alla tradizione francese di matrice parnassiano-simbolista, la quale inscena il perturbante ritorno di Venere nella desolata e dissonante modernità industriale e tecnocratica – in un arco che va , per citare solo pochi tra i più illustri nomi, dalla Venus d’Ille di Mérimée (1835-1837), all’ Ève future di Villiers de l’Isle-Adam (1886), all’Aphrodite di Pierre Loüys (1896), ai contro-canti parodici di Rimbaud Credo in unam… e Vénus Anadyomène. La terza ragione è piuttosto legata al problema del dialogo tra le forme dell’espressione artistica e, in particolar modo, al rapporto tra parola poetica e immagine o, più estesamente, tra parola poetica e arti visive: si può dire senza dubbio alcuno che tutta la vicenda di Venus im Pelz è un discorso-racconto eziologico-ecfrastico intorno all’enigmatico dipinto che appare nelle battute inaugurali del romanzo. In questa forte vocazione iconico-ecfrastica espressa da Venus im Pelz, si avverte la fondamentale influenza di quel dibattito estetico, settecentesco all’origine, – che nasce e si sviluppa in Francia prima, con la cultura illuministica dei Salons (destinata a giungere almeno fino a Proust), e quindi in Germania con il passaggio tra Classicismo e Frühromantik – quel dibattito estetico, si diceva, sulle diverse possibilità fatiche nonché soprattutto sull’agonismo fatico delle e tra le arti che poi ispira di sé molta letteratura a seguire: sul versante francese, da Balzac – Le chef d’œuvre inconnu e Sarrasine, per esempio – a Théophile Gauthier – Madamoiselle de Maupin e diversi tra i Contes phantastiques –  a Flaubert, tra Salambô e La tentation de Saint Antoin ; su suolo inglese, da Swimburne a The Picture of Dorian Gray di Oscar Wilde; in ambiente germanico, dal Wilhelm Meister di Goethe agli Elisir del diavolo di Hoffmann a Das Marmorbild di Eichendorf e molti altri ancora. Sul piano del dialogo inter artes, d’altra parte, Venus im Pelz ha ispirato celebri ricreazioni cinematografiche (da Paroxismus di Jesús Franco – 1969 – a Vénus à la fourrure di Roman Polanski – 2013). Quanto alla fiaba e al mito – intendiamo  le riformulazioni letterarie della tradizione mitica e fiabesca – è fondamentale scavare, infine, le origini primo-moderne europee del motivo ‘Venere in pelliccia’ ovvero della Venere dominante, della Venere marziale cui il dio della guerra cede le proprie armi sottomettendosi al giogo amoroso: è questo il topos degli amori di Venere e Marte.

numero a inviti
scadenza per invio contributi: 15 febbraio 2025
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engramma 224 | maggio 2025 | Studiare Luca Ronconi. Dalla traccia all’archivio (titolo provvisorio) [studi teatrali]

a cura di Marta Marchetti, Ilaria Lepore, Roberta Carlotto, Oliviero Ponte di Pino

Con il numero 224 Engramma si propone di realizzare uno strumento operativo utile a studiare, comprendere e tramandare l’opera artistica e intellettuale di uno tra i più importanti uomini di scena del secolo scorso. Luca Ronconi (1933-2015) ha spesso ripetuto di non voler lasciare traccia provocando, con il suo modo di lavorare, una continua riflessione sul ruolo del teatro nella costruzione della memoria culturale europea. Ognuno tra i suoi spettacoli e progetti (dall’Orlando Furioso, a Latina, fino all’attività di direzione dei teatri Stabili o all’apertura della scuola di Santacristina) è oggetto di riflessione in tal senso. Il numero monografico mira a raccogliere tutti i contributi che, a partire dai fondi documentari e archivistici, restituiscano un profilo storico-critico dell'attività del regista.

scadenza per invio proposte (titolo e asbtract di max. 2000 battute da inviare alla redazione e a Marta Marchetti, Ilaria Lepore): 15 dicembre 2024
scadenza per invio contributi: 30 gennaio 2025
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engramma 225 | giugno 2025 | Warburgian Studies in Latin America [Warburgian Studies]

edited by Giulia Zanon, Ianick Takaes

Issue 220 of La Rivista di Engramma marks the third step in a survey of the current state of Warburgian studies around the world, in continuity with issue 165, Warburgian Studies, and issue 199, A Companion to Warburgian Studies. Engramma 220 aims to gather contributions that reflect on the legacy of the Mnemosyne Atlas and its applications in different cultural contexts, establishing itself as an open space for critical reflection that challenges traditional geographical boundaries and canonical disciplinary compartmentalisation, in keeping with Warburg’s thought and the tradition of the Journal. This issue focuses on Latin America, offering a new perspective on the Mediterranean basin that Warburg studied and exploring the paths that led to the introduction and assimilation of Warburg’s method in a context as vast as it is heterogeneous. Latin America is not only the place for studies on the Serpent Ritual – for reasons of geographical proximity – but also a fertile ground for study groups, seminars, journals and publishing initiatives that interpret Warburg’s legacy in increasingly innovative ways.

However, the interpretation of Warburg should not be limited to a reinterpretation filtered exclusively through postcolonial studies. On the contrary, this issue aims to offer new conceptual frameworks and novel perspectives to rethink and expand the reception and application of Warburg’s work in the Latin American cultural landscape. This issue seeks to continue the exploration of the paths that have led to the introduction and assimilation of Warburg’s method on the international stage, asking how exhibition, editorial and research projects have developed (or could develop!) in different countries, to investigate questions that go beyond the European context. Scholars are invited not to crystallise Warburg’s work, but to breathe new life into it, thus restoring the image of a machine à penser in constant evolution. 

submission deadline: March 20th, 2025
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engramma 226 | luglio 2025 | Afra e le Altre [architettura]

a cura di Claudia Cavallo, Fernanda De Mario, Maria Grazia Eccheli 

Engramma invita studiosi, ricercatori e architetti a contribuire al numero “Afra e le Altre”, un omaggio ad Afra Scarpa e alle donne protagoniste dell’architettura. Il numero si propone di approfondire la figura di Afra Bianchin Scarpa, inserendola in una riflessione più ampia sul contributo delle donne nella costruzione di nuovi immaginari dell’abitare.

Partendo dalla casa progettata da Afra e Tobia Scarpa per vivere insieme a Trevignano – nel paesaggio della campagna veneta in cui Afra era cresciuta – Engramma dedica questo numero alle coppie di architetti e alle loro case. La casa dell’architetto è da sempre un luogo privilegiato di sperimentazione tipologica e spaziale, in cui sfumano i confini fra la vita e il lavoro. Dove emergono idee, forme, immagini e modi di comporre, che altrove potrebbero subire delle limitazioni. Il numero intende raccogliere riflessioni sulle “case manifesto” in cui il progetto dell’abitare diventa il “teatro di prova” di un fare comune e strumento propulsore dell’architettura. Ai curatori interessano nuove letture interpretative o casi esemplari poco conosciuti che hanno assunto il valore di progetti manifesto rispetto all’opera complessiva di una coppia di architetti o al sodalizio tra un architetto\a e un artista (o intellettuale…), che hanno saputo tradurre il programma dell’abitare insieme in poetiche e forme.

Il numero sarà suddiviso in tre sezioni:
I. Casa come Noi
Riprendendo il celebre motto di Curzio Malaparte, “casa come me”, questa sezione esplora le case progettate da coppie di architetti per vivere e lavorare insieme, come la casa a Trevignano di Afra e Tobia Scarpa, o come le note abitazioni dei coniugi Eames, o degli Smithson. Case pensate per vivere insieme e case manifesto, in cui si sperimenta non solo l’abitare, ma un modo di pensare lo spazio, l’architettura: abitare il mondo, nella sua forma più libera e incondizionata.

II. Casa per noi
Questa sezione guarda alle case che nascono dal dialogo tra un architetto\a e un artista o intellettuale, laddove il progetto dell’abitare esprime una visione e un programma comune, come nel piccolo Stöckli costruito da Flora Ruchat Roncati, che traduce nelle forme la sensibilità per i luoghi espressa nelle poesie di Leo Zanier.

III. Il paesaggio di Afra
L’ultima sezione si focalizza sul contesto culturale e professionale di Afra Scarpa: la stagione dell’Iuav – luogo di studio, di formazione e di incontri per molte coppie di architetti – e il paesaggio veneto, con architetture e studi professionali nati negli anni Sessanta, dove il lavoro delle donne si articolava spesso in dialoghi e tracce mai palesi, secondo equilibri complessi e controversi oscillanti fra presenza creativa e invisibilità pubblica.

scadenza per invio proposte (titolo e asbtract di max.1500 battute) da inviare a Claudia Cavallo, a Fernanda De Maio e a classicA | 9 febbraio 2025
comunicazione accettazione dei contributi |
 1 marzo 2025.
scadenza per invio contributi | 20 aprile 2025
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engramma 228 | agosto 2025 | Nemi (titolo provvisorio) [architettura e archeologia]

a cura di Maddalena Bassani, Christian Toson

Nota sulle procedure di invio dei contributi e fasi redazionali

Engramma si avvale di un Comitato scientifico composto da studiosi di fama internazionale di Humanity Studies: scienze dell’antichità, storia dell’arte, architettura, filosofia, antropologia, storia del teatro e del cinema. I contributi pubblicati da Engramma (edita con cadenza mensile/bimestrale), sono selezionati dal Comitato editoriale mediante call for papers, inviti individuali e proposte degli autori e, dopo il primo giudizio redazionale, sono sottoposti a valutazione mediante peer review a doppio cieco. Le proposte di saggi da pubblicare in Engramma vanno inviate a classica@iuav.it o all’indirizzo email dei curatori redazionali dei numeri in programma.

I saggi devono essere consegnati in un formato conforme alle Norme redazionali per gli autori. Dopo la consegna, il saggio è sottoposto alle Procedure e alle fasi di redazione. La pubblicazione avviene secondo le norme del Codice etico adottato dalla Rivista.