"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

106 | maggio 2013

9788898260515

Isabella d’Este "retracta de marmo"

Identificazione di un ritratto della marchesa di Mantova ritenuto disperso

Lorenzo Bonoldi

English abstract

Fra le opere esposte alla mostra Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Da Bellini a Tiziano da Mantegna a Raffaello (Padova, Palazzo del Monte di Pietà, 2 febbraio-19 maggio 2013), figura un bassorilievo in marmo, già oggetto di una segnalazione pubblicata nella rubrica Eureka! de "La Rivista di Engramma", 4 (dicembre 2000). I materiali di quella prima segnalazione sono qui ripubblicati, corredati dalla scheda tratta da Bonoldi 2002-2003.

Anonimo scultore messinese, Ritratto di Isabella d’Este, bassorilievo in marmo entro una cornice di legno dipinta in oro e blu, 1506, Barcellona, Collezione Malagelada

Bassorilievo marmoreo con ritratto di dama volta a sinistra, con lussureggiante capigliatura sciolta sulle spalle e trattenuta all’altezza della fronte da una lenza ornata al centro da un gioiello in forma di fiore a sei petali. Sul décolleté una tripla collana di perle da cui pende una croce. La dama indossa un abito importante con maniche staccate assicurate al bustino tramite lacci. Il giro della spalla è circondato dagli sbuffi della camicia sottostante, che fuoriescono dalle aperture fra un laccio e l’altro.

Il bassorilievo è da mettere in relazione al carteggio isabelliano del 1506, in cui si parla di una “testa de marmo”. In quell’anno, Eleonora del Balzo-Orsini, marchesa di Crotone (all’epoca Cotrone), aveva fatto eseguire a Messina, da un anonimo “maestro de scultura molto excellente”, un ritratto in marmo di Isabella. Per realizzare l’opera l’anonimo scultore si era servito della medaglia di Gian Cristoforo Romano. L’opera era stata poi inviata a Mantova per ispezione, ma Isabella la trattenne, e dopo poco tempo la donò via. Quando la marchesa di Crotone chiese indietro l’opera, Isabella si rivolse a Gian Cristoforo Romano, come attestato da una lettera all’agente mantovano a Roma:

Fareti dire [alla Marchesa di Crotone] che scriveremo a Zo. Cristoforo sculptore che’l gli facci un ritratto in marmo de la effigie nostra perché non sapendo che la volesse indietro quella che ce haveva mandato lei, noi la donassimo a persona che ce lo richiese et ne paria villania a repeterlo. (Lettera di Isabella d’Este a Floramonte Brognolo, 12 marzo 1506, citata in Luzio 1913, p. 202)

Alessandro Luzio riteneva che sia l’opera fatta eseguire dalla marchesa di Crotone che quella commissionata da Isabella fossero busti marmorei (Luzio 1913, p. 203). In realtà, almeno nel caso della scultura fatta eseguire a Messina, pare più probabile che si trattasse di un bassorilievo: un ritratto derivante da una medaglia è infatti identificabile con più probabilità in un bassorilievo recante un profilo, piuttosto che in una scultura a tutto tondo. 

Anonimo scultore messinese, Bassorilievo con ritratto di Isabella d'Este, 1506, Barcellona, Collezione Malagelada  / Gian Cristoforo Romano, Medaglia di Isabella d'Este, 1505, Vienna, Kunsthistorisches Museum (particolare del ritratto specchiato e veduta completa del recto)

Il 20 marzo 1999 ad un’asta di Christie’s veniva venduto un bassorilievo attribuito a Gian Cristoforo Romano e ritenuto un ritratto di Isabella d’Este. L’opera, ora nella Collezione Malagelada a Barcellona, per ragioni stilistiche non sembra da attribuire al Romano. Convincente invece è l’identificazione del soggetto in Isabella d’Este: il profilo della dama ritratta ricorda infatti molto da vicino quello presente sulla medaglia di Isabella. A questo punto appare probabile l’identificazione del bassorilievo ora a Barcellona con il ritratto marmoreo fatto scolpire in absentia dalla marchesa di Crotone proprio sul modello della medaglia (Bonoldi 2000). Il dato apparentemente negativo del rovesciamento dell’immagine non smentisce il nesso tra la medaglia e il rilievo: l’inversione speculare pare anzi una forte e certa conferma della presenza di un veicolo di trasmissione dal modello alla riproduzione, identificabile in un calco (v. Bonoldi, Centanni 2000).

La cornice a edicola che racchiude il rilievo afferisce a una tipologia molto diffusa in Italia centro-settentrionale a cavallo fra il XV e il XVI secolo. Le fasce piatte delle lesene, dell’architrave e della base sono decorate con racemi dorati su fondo blu. I capitelli e le modanature sono invece decorati con foglia d’oro. La policromia della cornice, offrendo un chiaro ed esplicito rimando ai colori araldici della casa d’Este, costituisce un ulteriore elemento che conferma l’identificazione della dama effigiata in Isabella. Potrebbe invece far sorgere dei dubbi la discrepanza fra la specifica tipologia della cornice, diffusa nell’Italia centro-settentrionale e poco riscontrata nel Meridione, e il dato certo della realizzazione della scultura a Messina. Tuttavia la parte del rilievo incassata nel legno appare dotata di una modanatura apicale in forma di architrave. Ciò dimostra che, in origine, il rilievo fu pensato come opera conclusa in se stessa, priva di incorniciatura. Verosimilmente, quindi, la cornice venne creata in un secondo momento, probabilmente dopo l’arrivo dell’opera a Mantova.

Riferimenti bibliografici
  • Bonoldi 2000
    L. Bonoldi, Isabella d’Este “Retracta de Marmo”, “La Rivista di Engramma”, 4 (dicembre 2000).
  • Bonoldi 2002-2003
    L. Bonoldi, “Equalmente et in ogni parte bella”. Isabella d'Este: ritratti e immagini, tesi di laurea, Venezia, Università Ca' Foscari, A.A. 2002-2003.
  • Bonoldi, Centanni 2000
    L. Bonoldi, M. Centanni, La medaglia di Isabella d’Este: Nemesi e le sue stelle, “La Rivista di Engramma”, 1 (settembre 2000).
  • French Furniture 1994
    French Furniture, European Works of Art and Porcelain from the Collection of Alice Tully, catalogo d’asta, New York, ottobre 1994, n. 34.
  • French and Continental Furniture 1999
    French and Continental Furniture, Works of Art, Tapestries and Carpets, catalogo d’asta, New York, marzo 1999, n. 43.
  • Luzio 1913
    A. Luzio, La Galleria dei Gonzaga venduta all’Inghilterra nel 1627-28, Milano 1913.
  • Ventura 2003
    L. Ventura, Ritratto (ideale) di Signora, “Art e Dossier”, 118 (aprile 2003), 24-28.
English abstract

A marble bas-relief, now in the Malagelada Collection (Barcelona), strongly recalls the profile of Isabella d’Este as shown on the medal casted for the Marchioness of Mantua by Gian Cristoforo Romano. The sculpture – displayed at the exhibition Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Da Bellini a Tiziano da Mantegna a Raffaello (Padua, Palazzo del Monte di Pietà, 2 February-19 May 2013) has been identified as a portrait of Isabella, commissioned by the Marchioness of Crotone Eleonora del Balzo-Orsini in 1506. In that year Eleonora – a close friend of Isabella – asked to an excellent sculptor from Messina to create a marbe-portrait of the Marchioness of Mantua, using the medal by Romano as a model. The first identification of the relief in the Malagelada Collection with the portrait commissioned by Eleonora del Balzo (which is also mentioned in the corrispondence of Isabella d'Este) was first suggested by Lorenzo Bonoldi in the issue 4 of Engramma (December 2000).

 

keywords | Marble bas-relief; Malagelada Collection; Barcelona; Isabella d'Este; Medal; Gian Criastoforo Romano; Exhibition; Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Da Bellini a Tiziano da Mantegna a Raffaello; Padua.

Per citare questo articolo / To cite this article: L. Bonoldi, Isabella d’Este “retracta de marmo”, “La Rivista di Engramma” n. 106, maggio 2013, pp. 103-106 | PDF