"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

1 | settembre 2000

9788894840001

Introduzione alle Tavole di Mnemosyne

Monica Centanni, Katia Mazzucco 

English full version | Latina versio | English Abstract


L’Atlante della Memoria, costituito da una serie di montaggi di immagini, è l’ultimo progetto di Aby Warburg, ma la morte dell’autore ne ha impedito la programmata pubblicazione. Esistono differenti versioni delle tavole di Mnemosyne, nessuna di esse definitiva: i timori provocati da tale incompiutezza ne hanno fatto un’opera orfana anziché un vero lascito.

Questo è il difficile punto di partenza dei percorsi di analisi qui proposti. L’Atlante chiede di essere letto e interpretato nella convinzione che un’eredità è tale se, nel rispetto delle volontà testamentarie, è goduta e fatta fruttare. Tale consapevolezza si riflette nella nostra scelta dei mezzi telematici come supporto e strumento metodologico: ciò consente di mantenere la mobilità delle immagini, di portare a compimento le tracce suggerite all’interno e all’esterno di Mnemosyne, di conferire al lavoro una forma non fissata ma in evoluzione.

Per accedere all’Atlante è fondamentale riconoscere che, per quanto esso riproponga i soggetti di ricerca dell’intera vita di Warburg, nessuna tavola può essere considerata la traduzione di un saggio scritto. La comunicazione verbale e quella visiva hanno codici e potenzialità diverse: non è possibile riversarle una sull’altra senza perdere o aggiungere qualcosa, e il loro uso indica una precisa scelta di linguaggio.

Come criteri di lettura delle tavole è possibile riconoscere tra le figure (come teorizzato da Salvatore Settis) una certa “aria di famiglia” – temi, posture, ambiti geografici o cultuali – i cui confini tracciano percorsi non lineari. I nessi tra le immagini, infatti, non sono univoci e rispecchiano la complessità dei processi associativi della mente. Lo sviluppo di questi insiemi è politetico: le stesse immagini – o parti di esse – appartengono a classi differenti e le aree si sovrappongono tra loro. In alcune tavole incipit ed explicit fungono da punti d’orientamento dei possibili tracciati, mentre in altre la struttura compositiva gravita attorno a una o più immagini centrali, non sempre ‘centrate’. In certi casi, inoltre, nelle tavole più complesse questo fulcro di gravitazione si trova proprio tra i poli – visivi e tematici – di apertura e di chiusura.

Compiuto questo processo d’orientamento, ci si accorge che ogni immagine ne attrae altre, già presenti nell’Atlante o in attesa di accedervi. Da ognuna delle tavole, infatti, affiora un altro sistema visivo, una sorta di “Tavola fantasma” che trasmette lo stesso messaggio con un’ottica differente, per esempio un diverso ambito cronologico.

Per le letture qui presentate è sembrato opportuno avvalerci di due tipi di linguaggio: quello visivo e quello verbale.

Cornici, velature e contorni colorati indicano i possibili nessi tematici e formali. Gli elementi contenutistici, stilistici e formali delle opere montate sui pannelli dell’Atlante non possono essere scissi, e spesso – in base alle caratteristiche della tavola e alle specifiche necessità di lettura – sono proposti simultaneamente.

Un titolo breve accompagna ogni tracciato visivo indicandone il senso: i percorsi tematici vengono identificati di volta in volta; quelli formali (Pathosformeln, Statusformeln e gesti eloquenti) – ricorrenti nell’analisi di diverse tavole – si arricchiscono di sottoinsiemi particolari. Laddove opportuno, i percorsi ricalcano o si rifanno a quelli già considerati in analisi precedenti.

Il saggio interpretativo non vuole forzare la tavola al linguaggio verbale, ma proporre, seguendo i tracciati visivi, alcune riflessioni suscitate dalla sua osservazione. La complessità e la difficoltà di tali elaborazioni vuole essere prova della prepotente eloquenza di un’opera rimasta inascoltata così a lungo.

Tutte le griglie interpretative, come le proposizioni del Tractatus di Wittgenstein, vengono proposte a un lettore accorto che “infine le riconosce insensate, se è salito per esse – su esse – oltre esse. Egli deve, per così dire, gettare via la scala dopo che v’è salito” (Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, 6.54). 

Introductio in Atlantem Memoriae 

versio a Giacomo Dalla Pietà confecta

Summum ac extremum opus Aby Warburg sunt tabulae Atlantis Memoriae prae auctoris morte ineditae. Plurimae sunt Mnemosynes tabulae, omnes in vita a Warburg praeparatae. Sed opus, capitale legatum warburgianum, infectum relinquitur: ex quo oritur disputatio de natura operis, de illius confectione et editionis ratione.

Engramma proponit experimentum legendi et explanandi Atlantis, in singularum tabularum ratione ac compositione et in tota machinatione: in quo utile instrumentum lectura hypertextualis videtur. Nam facultas mediatica interpretationis mobilitatem tuetur, ne lectura hermeneutica stabili habitu induta gradus et quasi progressus operis efficiat.

Quaerendum est nonne ullae tabulae, quamvis capitalia argumenta pervestigationis warburgianae proferant, sint absolutae ab ipsius Warburg scriptis. Verum, verba et figuras vim habent diversam, qua re fieri non potest ut alia super alias superfundantur nisi amittant aliquid aut addant; sic in eligendo formam Atlantis ex tabulis compositi, Warburg certam significationem indicat.

Formae et res, argumenta et habitus, ut codicis mnemonici vestigia in imaginibus diversis captanda, visum quendam familiarem (sic Salvatore Settis) replicant; tamen itinera in tabulis perducta fines minime lineares describunt. Ne figurae quidem implicantur univocis vinculis sed varias iuncturas imaginales fingunt et in mente excitant. Nam eorum progressio polithetica fit (sic etiam Settis): ipsae imagines in ordine temporis genereque diversae inter se ad adhaerentiam thematicam vel formalem quodam modo compulsantur.

Multis in tabulis incipitaria et explicitaria figura itinera et argumenta signant; in aliis autem motus imaginativus circa unam figuram, ut focum compositionis, circumvolvitur. Nonnullis in tabulis argumentum capitale reperiendum inter incipitariam et explicitariam figuram. Praeterea animadvertimus imagines ipsas inter se allicere atque evocare figuras in aliis tabulis collocatas. Praeterea a tabulae corpore quandoquidem emergit novus ordo visualis, quasi tabulae simulacrum: phantasmatica quaedam tabula.

Lectura interpretativa duplice modo profertur: non solum per rationem verbalem, in propositione argumentativa, sed etiam per rationem visualem. Lineamenta colorata itinerum per tabulam delineant fines circuscribuntque figuras ad singulum argumentum pertinentes. Tandem in specimine omnium itinerum formarumque contextum summatim conspicitur.

English Abstract

Aby Warburg’s greatest and last work are the plates of the Mnemosyne Atlas, not published before the author’s death. Engramma proposes the experiment of reading and interpreting the Atlas, in the arrangement and composition of the individual plates and the entire scheme: in this, hypertext reading seems to be a useful tool.

keywords | Atlas Mnemosyne; Panels; Engramma; Hypertext. 

Per citare questo articolo / To cite this article: M. Centanni, K. Mazzucco, Introduzione alle tavole di Mnemosyne, “La Rivista di Engramma” n. 1, settembre 2000, pp. 71-72 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2000.1.0002