"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

127 | maggio/giugno 2015

9788898260720

“Figli di Marte” | materiali in mostra | sezione Bertolt Brecht

Brecht ‘sotto il cielo di Marte’. Materiali di approfondimento

“Andammo noi, cambiando più spesso paese che scarpe”: gli anni dell’esilio 1933-1947

Mappa delle tappe dell’esilio di Brecht dal 1933 al 1947

Bertolt Brecht e Kurt Weill

La casa di Brecht a Skovsbostrand in Danimarca

Bertolt Brecht a Lidingö nei pressi di Stoccolma con Helena Weigel, Hans Tombrock, Martin Andersen Nexø e Margarete Steffin

Bertolt Brecht a New York

Una pagina della Kriegsfibel. “Lion Feuchtwanger (rivolto all’obbiettivo) dietro al filo spinato in un campo di internamento, una ex fornace. Questa foto, inedita, fu portata clandestinamente dalla Francia da Feuchtwanger”.

Erich Engel, Bertolt Brecht, Paul Dessau e Helene Weigel sulla scena di Madre coraggio e i suoi figli

Bertolt Brecht e Helene Weigel

Bertolt Brecht

L’esilio di Bertolt Brecht in fuga dalla Germania nazionalsocialista, prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale, dura per ben quindici anni, dal 1933 al 1947. È possibile mappare, in estrema sintesi, una sorta di atlante delle peregrinazioni che lo portano in giro per il mondo, da oriente a occidente. Durante questi lunghi anni, la sua produzione teorica e artistica, sia in forma di prosa che di poesia e di scrittura drammaturgica, è ricca per quanto frammentaria e in uno stato di elaborazione non sempre definitivo: si tratta di decine di racconti, romanzi, dialoghi, storie, trattatelli filosofico-morali, opere teatrali. Sono tutte produzioni che riflettono, anche nell’aspetto formale, non solo la fragilità e precarietà del periodo dell’esilio, ma anche la continua contraddizione che Brecht si trova a vivere, tra l’urgenza storica che ne detta la creazione e la volontà di astrazione con cui egli cercava di dominarne il carattere contingente, di distanziarsi per farne oggetto di riflessione.

Berlino: 1933 – la fuga alla volta di Praga

Il giorno dopo l’incendio del Reichstag, il 28 febbraio, mentre le SA di Hermann Göring già rastrellavano gli oppositori per le strade, Brecht – insieme alla moglie Helene Weigel, il figlio Stefan, la figlia Barbara e alcuni amici – senza nemmeno passare di casa, riempì una valigia e in fretta e furia abbandonò Berlino per raggiungere Praga. Nei giorni precedenti, la messa in scena di La linea di condotta (1930), considerato il suo primo compiuto dramma didattico con espliciti riferimenti all’ideologia marxista, è interrotta dalla polizia.

Vienna: 3-12 marzo 1933

Anche Vienna, la capitale austriaca è una tappa del suo esilio. Qui è accolto dall’amico Karl Kraus.

Zurigo: maggio 1933

Dall’Austria Brecht e la moglie si spostano in Svizzera, a Zurigo, dove nel frattempo si erano rifugiati molti intellettuali. Da qui Brecht viene a sapere che il regime nazista a Berlino ha fatto bruciare pubblicamente le sue opere.

Parigi: 1933-1935

La città di Parigi è un’altra tappa dell’esilio di Brecht; qui nell’estate del 1933 mette in scena I sette peccati capitali del piccolo borghese, un balletto musicato da Kurt Weill, che fu un fiasco e segnò la fine della collaborazione col musicista con cui nel 1928 aveva avuto un enorme successo per L’opera da tre soldi.

Nel giugno del 1935, quando nel frattempo si era stabilito in Danimarca, partecipa al “I Congresso internazionale per la difesa della cultura” all’allora Palais de la Mutualité, dove oppose il rifiuto di considerare il fascismo un’esplosione di barbarie e invitò a riflettere una buona volta sulla vera “radice del male”: “Compagni, parliamo dei rapporti di proprietà!”.

Danimarca: dicembre 1933

Dopo un breve soggiorno a Copenaghen, nel dicembre del 1933 Brecht e il suo entourage si rifugiarono, su invito dell’amica scrittrice Karin Michaëlis, a Skovsbostrand, un paese danese alla periferia della cittadina di Svendborg. Il villaggio si trova sulla costa meridionale dell’isola danese di Fyn, situata a poche dozzine di chilometri dalla costa tedesca e dalla città di Kiel. Qui Brecht visse continuativamente – seppure con le interruzioni di frequenti viaggi – per circa sei anni, fino all’aprile del 1939.

Durante l’esilio in Danimarca Brecht ampliò significativamente la nozione di teatro epico oltre a iniziare quelle che sarebbero diventate alcune delle sue principali opere: Madre coraggio e i suoi figli, Vita di Galileo e L’anima buona di Sezuan che vennero completate – almeno nella prima stesura – solo dopo il periodo danese, di fatto tra il novembre del ’38 e il maggio del ’40, con l’aiuto delle collaboratrici Margarete Steffin e Ruth Berlau.

Verso la fine del soggiorno in Danimarca, Brecht cominciò a lavorare anche al testo teorico L’acquisto dell’ottone che però abbandonò incompiuto un anno prima di morire.

Svezia: aprile 1939

Nel 1939, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale Brecht si trasferisce in Svezia, nell’isola di Lidingö. Qui termina di scrivere Madre coraggio e i suoi figli. Nell’aprile del 1940 con l’occupazione nazista della Danimarca e della Norvegia Brecht è costretto a lasciare anche la Svezia, diventata non più sicura.

Helsinki: 1940-1941

Dalla Svezia Brecht si rifugia a Helsinki, ma già nel marzo del 1941 le truppe tedesche invadono anche la Finlandia ed è costretto a fuggire nuovamente.

In questo periodo lavora a La resistibile ascesa di Arturo Ui, il signor Puntila e il suo servo Matti e ad alcuni saggi teorici sul teatro. Risale al 1940 anche l’inizio della composizione per quadri dell’Abicì della guerra (Kriegsfibel) di cui già dal ’38 Brecht aveva cominciato a raccogliere ritagli di giornale. Il progetto di questo sillabario per immagini della Seconda guerra mondiale è parallelo alla stesura dell’Arbeitsjournal (Diario di lavoro), a cui Brecht si dedica a partire dall’esilio e per tutta la vita, per annotare attraverso un montaggio di immagini, foto, documenti e testi, le tappe varie della composizione delle sue opere.

Russia: 1941

In fuga dalla Finlandia Brecht, dopo un breve soggiorno a Mosca, attraversa la Siberia e, raggiunta Vladivostock, si imbarca per gli Stati Uniti. In Russia era già stato nel 1932 e nella primavera del 1935 restandoci per tre mesi ed entrando in contatto, a Mosca, con molti protagonisti della vita culturale dell’epoca.

Stati Uniti: 1941-1947

Il 21 luglio del 1941 Brecht sbarca a San Pedro, in California. Come molti intellettuali tedeschi in fuga dall’Europa, approda così negli Stati Uniti, trovando dimora a Santa Monica. Come altri esuli, Brecht trova il sostegno finanziario dagli Studi di produzione cinematografica di Hollywood, anche se la sua attività sarà limitata: nel ‘43 cura la sceneggiatura del film di Fritz Lang, Hangmen Also Die.

Tra le frequentazioni importanti di questo periodo c’è quella con lo scrittore tedesco di origini ebraiche, nonché amico di lunga data, Lion Feuchtwanger, in fuga dalla Germania per la sua dichiarata avversione a Hitler e al Nazionalsocialismo. La sua casa, Villa Aurora, sarà un luogo di riunione di emigrati intellettuali e artisti e intellettuali americani. I due in America lavorarono al dramma The Visions of Simone Machard, la storia di una ragazza francese attiva nella resistenza, da cui la Metro Golden Mayer aveva in progetto di trarre un film, che però non fu mai realizzato.

A Lion Feuchtwanger nel 1944 Brecht regala una delle prime versioni della Kriegsfibel (Abicì della guerra) che aveva confezionato con l’aiuto di Ruth Berlau. In questa versione, come pure nella definitiva, è presente anche una foto che ritrae il suo amico quando era rinchiuso in un campo di internamento in Francia.

Svizzera: 1948

Lasciati gli Stati Uniti, Brecht prima di rientrare a Berlino si stabilisce un anno in Svizzera, dove, il 15 febbraio del 1948 presso lo Staddtheater di Coira, mette in scena l’Antigone des Sophokles. Significativamente, dopo l’esperienza della guerra, Brecht muta atteggiamento nei confronti della messa in scena dei classici, che fino ad allora ha sempre rifiutato di portare in scena perché considerati parte del teatro decaduto, vuoto nella bellezza formale della facciata e capace di riflettere solo immagini falsate della vera realtà; così per la prima volta decide di confrontarsi con una tragedia greca.

Berlino: 1949-1956

Dopo quindici anni Brecht torna in Germania stabilendosi a Berlino Est. Qui decide di inaugurare la rinata carriera teatrale con la messa in scena, presso il Deutsches Theater, di Madre coraggio e i suoi figli, la cui protagonista è l’attrice e compagna di vita Helene Weigel. Questa rappresentazione segna la nascita del Berliner Ensemble, la compagnia con cui Brecht ha lavorato fino alla morte nel 1956.

Bertolt Brecht e Walter Benjamin

Bertolt Brecht gioca a scacchi con Walter Benjamin nel giardino della casa di Brecht a Skovsbostrand,in Danimarca, nel 1934

Bertolt Brecht e Walter Benjamin

L’amicizia tra Brecht e Benjamin risale al 1929 quando si conoscono a Berlino collaborando entrambi al progetto di una rivista. Si ritrovano in seguito durante l’esilio dove alloggiano nello stesso albergo a Parigi.

Parigi infatti è la prima tappa che Benjamin raggiunge fuggendo da Berlino il 17 marzo del 1933; Brecht, che era fuggito già il 28 febbraio del 1933, vi arriva dopo essere passato per Praga e Zurigo.

Da Svendborg Brecht propone a Benjamin di trasferire gran parte della sua biblioteca in Danimarca. Quando numerosi volumi arrivano, Brecht cerca di convincere Benjamin a raggiungerlo nella cittadina danese. Il filosofo dopo una lunga esitazione lo raggiunge nell’estate del 1934, poi nell’estate del 1936 e in quella del 1938.

Nell’estate del 1934 Benjamin alloggia, da giugno a ottobre, in una piccola pensione chiamata Stella Maris, vicina al casale dove alloggia Brecht. I due sono legati da una profonda amicizia che dura fino alla morte del filosofo avvenuta nel 1940, mentre Brecht si trova in California. Benjamin è stato, a suo tempo, il pensatore che ha compreso più profondamente l’opera di Brecht.

Bertolt Brecht, Hans Eisler e l’ambiente degli emigrati tedeschi negli Stati Uniti

Bertolt Brecht e Hanns Eisler

Bertolt Brecht al microfono risponde alla Commissione per le attività antiamericane

Negli Stati Uniti Brecht ha modo di approfondire anche l’amicizia con il compositore tedesco Hanns Eisler che già dal 1929 aveva collaborato con lui e influenzandone le idee sulla musica. Tra i lavori più importanti ci sono le musiche per Madre coraggio e i suoi figli e Vita di Galileo. Eisler ha inoltre ispirato Brecht nella creazione dell’Abicì della guerra suggerendo l’accostamento tra composizione musicale e materiale fotografico documentario.

In America Brecht acuisce la critica nei confronti gli intellettuali emigrati colpevoli, secondo lui, di essere comunque complici del sistema contro cui credevano di opporsi; in particolare prendeva di mira gli intellettuali della Scuola di Francoforte che aveva soprannominato “Frankfurturisten”, una tipologia particolare di “Tui”, termine coniato da Brecht per identificare l’intellettuale che vende il suo pensiero al sistema come fosse merce.

Negli Stati Uniti il drammaturgo scrive La resistibile ascesa di Arturo Ui, Schweyk nella Seconda guerra mondiale, Il cerchio di gesso del Caucaso. Nel luglio 1947 è in scena a Los Angeles Vita di Galileo, che denuncia la sconfitta dell’intellettuale e afferma la responsabilità dello scienziato nei confronti della società.

La presenza di Brecht in America diventa sempre più scomoda con l’avvento dell’era McCarthy, e il 30 ottobre del 1947 è convocato dalla Commissione per le attività antiamericane (HUAC) per rispondere delle sue idee politiche. Il giorno seguente Brecht lascia gli Stati Uniti, e, senza neanche aspettare la imminente messa in scena di Vita di Galileo a New York, si dirige a Zurigo.