"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Aby Warburg, 'ebreo di sangue, amburghese di cuore, d'anima fiorentino'

Note biografiche

a cura di Katia Mazzucco

Una piccola frase autobiografica scritta da Warburg un giorno in italiano:
"Ebreo di sangue, Amburghese di cuore, d'anima Fiorentino".
Forse neppure lui sapeva esattamente quale rara fusione avessero compiuto in lui quei tre elementi".
da Gertrud Bing, Aby M. Warburg, "Rivista storica italiana" LXXI, 1960, p.113

13 giugno 1866

Aby Warburg nasce ad Amburgo da una potente famiglia di banchieri ebrei.

1876-1885

Frequenta il Realgymnasium di Amburgo.
A tredici anni rinuncia al diritto di primogenitura in favore del fratello Max, in cambio dell’impegno da parte di quest’ultimo a far fronte per tutta la vita a ogni sua richiesta di acquisto di libri. Nasce in questo modo leggendario la Biblioteca Warburg, il cui onere finanziario sarà sostenuto dalla famiglia durante tutta la vita del suo fondatore. Nonostante l’opposizione dei familiari, decide di dedicarsi allo studio della storia dell’arte e, terminati gli studi superiori, trascorre sedici mesi presso la Gelehrtenschule des Johanneums per approfondire lo studio del greco, del latino e della storia antica.

1886  

Inizia a Bonn lo studio della storia dell’arte, dell’archeologia e della filosofia. Segue le lezioni di Carl Justi, Henry Thode, Kekulé von Stradonitz, Hermann Usener, Karl Lamprecht.

1888 

Si reca per il semestre estivo a Monaco, dove segue il corso di Storia dell’arte di A. Riehl e visita la Münchener Jubiläums-Kunst-Ausstellung, rimanendo positivamente colpito dal realismo dell’arte contemporanea.
Alla fine di ottobre parte per Firenze con un gruppo di giovani studiosi ­ tra i quali Ernst Burmeister, Max Jacob Friedländer, Hermann Ullmann ­ al seguito di August Schmarsow, docente di Storia dell’arte a Breslavia. Poco dopo il suo arrivo a Firenze conosce la giovane artista di Amburgo Mary Hertz, sua futura moglie. Durante il soggiorno studia l’opera di Masolino e Masaccio alla Cappella Brancacci e comincia ad elaborare le ipotesi sull’arte del Primo Rinascimento fiorentino che confluiranno nella sua dissertazione.
Comunica entusiasticamente alla famiglia i propri progetti e avanza le prime richieste di sovvenzioni per gettare le basi della propria collezione di libri e riproduzioni di opere.

1889

Torna a Bonn per il semestre estivo; il 24 maggio legge una relazione al seminario di Justi: Abbozzo di una critica del Laocoonte di Lessing alla luce dell’arte del Quattrocento fiorentino. A causa dello scetticismo di Justi nei confronti del suo metodo, Warburg lascia l’Università di Bonn e si reca a Strasburgo presso Hubert Janitschek, grande conoscitore del Rinascimento. Anche in questa città Warburg conduce studi in diversi campi, non disdegnando, per esempio, di tenere una relazione sui presupposti logici dei giochi d’azzardo in un seminario sul calcolo delle probabilità.

8 dicembre 1892

Warburg presenta la dissertazione su Botticelli all’Università. Nel marzo dell’anno successivo si trova a Berlino, dove frequenta i corsi di psicologia di Hermann Ebbinghaus propedeutici alla facoltà di medicina, e riceve la notizia dell’accettazione della sua ricerca. Nello stesso anno svolge il servizio militare in un reggimento di artiglieria a cavallo.
La tesi viene pubblicata l’anno seguente con il titolo Sandro Botticellis "Geburt der Venus" und "Frühling". Eine Untersuchung über die Vorstellungen von der Antike in der Italienischen Frührenaissance [La "Nascita di Venere" e la "Primavera" di Sandro Botticelli. Ricerche sull'immagine dell'antichità nel primo Rinascimento italiano, in La rinascita del paganesimo antico, La Nuova Italia, Firenze [1966] 1996 = RPA, pp. 1-58] e dedicata a Janitschek e all’archeologo Adolf Michaelis, l’altro maestro che ebbe a Strasburgo.

1893

Ottiene il congedo in ottobre e riparte per Firenze dove intraprende uno studio sulle feste fiorentine del XVI secolo a partire da alcuni disegni della Biblioteca Nazionale, realizzati dal Buontalenti nel 1589 in occasione delle nozze del granduca Ferdinando de’ Medici e Cristina di Lorena. Il lavoro viene pubblicato in italiano nel 1895 negli "Atti dell’Accademia del Reale Istituto Musicale di Firenze" (I costumi teatrali per gli Intermezzi del 1589: i disegni di Bernardo Buontalenti e il "Libro di conti" di Emilio de’ Cavalieri) [RPA, pp. 59-107].

1895-1896

Si reca in America in occasione delle nozze del fratello Paul. Poco interessato alle mondanità della vita newyorchese, chiede l’assistenza della Smithsonian Institution di Washington per effettuare nel 1896 un viaggio attraverso le regioni degli indiani pueblos. Durante il viaggio raccoglie appunti, disegni, il nucleo di una interessante collezione di manufatti (donati nel 1902 al Völkerkunde Museum di Amburgo), e scatta circa 200 fotografie.

21 giugno 1897

Tornato in Germania, tiene la conferenza Eine Reise durch das Gebiet der Pueblo-Indianer in Neu-Mexico presso la Società per lo sviluppo della fotografia amatoriale di Amburgo e due mesi dopo un'altra conferenza (Bilder aus dem Leben der Pueblo-Indianer in Nordamerika) presso la Libera Associazione Fotografica di Berlino. Parte del materiale di viaggio ­ alcuni disegni e fotografie ­ vengono esposti anche in occasione della mostra Das Kind als Künstler (Kunsthalle di Amburgo, 1898).
Pubblica l’articolo Amerikanische Chap-books sul numero di aprile della rivista "Pan".

1898

In maggio compie un viaggio a Parigi alla ricerca di materiale sulle feste di corte e sugli arazzi dei Valois; in agosto si reca in Inghilterra dove conosce Walter Crane e Sidney Colvin. Il 13 ottobre, nonostante la forte opposizione delle due famiglie, sposa con rito cristiano la cattolica Mary Hertz, con la quale intratteneva una relazione da dieci anni. Con lei si trasferisce a Firenze e riprende le proprie ricerche sull’arte del Quattrocento e la sua committenza.

1899

Tiene alla Kunsthalle di Amburgo un ciclo di conferenze su Leonardo da Vinci riscuotendo un grande successo.

1900-1903

Progetta insieme all’amico filosofo André Jolles un romanzo epistolare sul tema della Nympha, approfondendo la sua ricerca sull’opera del Ghirlandaio.
Nel 1901 pubblica il saggio Flandrische und florentinische Kunst im Kreise des Lorenzo Medici um 1480.
Nel 1902 pubblica altri due lavori: Bildniskunst und florentinisches Bürgertum. Domenico Ghirlandaio in Santa Trinita: die Bildnisse des Lorenzo de’ Medici und seiner Angehörigen, e Flandrische Kunst und florentinische Frührenaissance [Arte del ritratto e borghesia fiorentina: Domenico Ghirlandaio in Santa Trinita. I ritratti di Lorenzo de’ Medici e dei suoi familiari, RPA, pp. 109-146; Arte fiamminga e primo Rinascimento fiorentino. Studi, RPA, pp. 147-170].
Rinnova alla famiglia le richieste di appoggio finanziario per l’istituzione di una vera biblioteca.

1904–1907

Lascia definitivamente la casa fiorentina ­ ma continuerà a recarsi frequentemente a Firenze ­ nel maggio del 1904, e si trasferisce con i familiari ad Amburgo.
Tiene una conferenza sui rapporti tra l’arte italiana e quella nordica, pubblicato con il titolo Austausch künstlerischer Kultur zwischen Norden und Süden im 15. Jahrhundert [Scambi di civiltà artistica fra Nord e Sud nel secolo XV, RPA, pp. 171-178].
Il lavoro sulle "Imprese amorose" viene tradotto e pubblicato in Italia dall’amico fiorentino Giovanni Poggi sul numero 3 del 1905 di "Rivista d’arte" (Delle "imprese amorose" nelle più antiche incisioni fiorentine) [RPA, pp. 179-191].
Carl Justi lo incoraggia a tentare l’abilitazione e Paul Clemen ne propone la candidatura, ma ritiene che Warburg, già trentottenne, abbia pubblicato troppo poco per la sua età. Nel 1906, impegnato nel comitato per l’organizzazione del Congresso di Storia dell’Arte di Dresda, gli viene proposta una cattedra a Breslavia, che però rifiuta. Così accade anche nel 1912 per una cattedra a Halle.
Proseguono i progetti per la Biblioteca e le attività di divulgazione: le conferenze aperte al pubblico sono sempre più seguite e rinomate.
Nel 1905 pubblica il saggio Dürer und die italienische Antike [Dürer e l’antichità italiana, RPA, pp. 193-200] presentato nell’ottobre dello stesso anno a un incontro di filologi tedeschi.
Due anni dopo, nel 1907, pubblica anche la ricerca sugli arazzi e i panni dipinti (Arbeitende Bauern auf burgundischen Teppichen) [Contadini al lavoro su arazzi di Borgogna, RPA, pp. 201-210] e l’importante lavoro su Francesco Sassetti (Francesco Sassettis letzwillige Verfügung) [Le ultime volontà di Francesco Sassetti, RPA, pp. 211-246].

1908-1909

Approfondisce lo studio della storia della mitografia e dell’immaginario astrologico e nel novembre del 1908 interviene al Verein für Hamburgische Geschichte con uno studio sugli almanacchi delle divinità planetarie.
Acquista una villa in Heilwigstraße ad Amburgo e vi si trasferisce con la famiglia e la già molto consistente raccolta di libri. Inizia così ufficialmente l’attività di Privatgelehrter.
Nel 1909, in occasione del congresso di Monaco degli storici dell’arte, tiene una conferenza sulle raffigurazioni dei pianeti di un camino di Landshut. Lo studio approfondito della Sphaera di Franz Boll, saggio fondamentale sull’astrologia arabo-ellenistica, e il fecondo scambio di idee con lo studioso, gli forniscono una traccia fondamentale per l’interpretazione del ciclo di affreschi di Palazzo Schifanoia.

1910-1911

In viaggio verso Ferrara con il proprio assistente, Wilhelm Waetzoldt, e l’amico Carl Georg Heise, visita anche Venezia, Bologna e Ravenna.
Nel 1911 incontra per la prima volta il giovane storico dell’arte viennese Fritz Saxl, che nel 1913 diviene suo assistente e con il quale condivide l’interesse per le illustrazioni astrologiche.

1912-1913

È fra i promotori del Congresso Internazionale di Storia dell’Arte che si svolge a Roma. In questa occasione tiene una conferenza che è ritenuta il battesimo dell’Iconologia: un’interpretazione degli affreschi di Palazzo Schifanoia sulla base della tradizione arabo indiana. Il lavoro viene pubblicato negli Atti del convegno nel 1922 con il titolo Italienische Kunst und internationale Astrologie im Palazzo Schifanoia zu Ferrara [Arte italiana e astrologia internazionale nel Palazzo Schifanoia di Ferrara, RPA, pp. 247-272] assieme alla breve comunicazione sugli affreschi di Piero della Francesca, Piero Della Francescas Constantinschlacht in der Aquarellcopie des Johann Anton Ramboux.
Nel marzo del 1913 pubblica nel supplemento illustrato dell’ "Hamburger Fremdenblatt" una ricerca sugli arazzi dei Valois iniziata quindici anni prima, Luftschiff und Tauchboot in der mittelalterlichen Vorstellungswelt (Burgundische Teppiche mit Darstellung der Alexandersage im Palazzo Doria in Rom) [Aeronave e sommergibile nella immaginazione medievale, RPA, pp. 273-282].
Da sempre appassionato filatelista, nel 1913 offre all’editore Teubner un libro sulle raffigurazioni nei francobolli.

1914-1918

Nella primavera del 1914 è a Firenze per una conferenza sul primo Rinascimento italiano e lo stile classicheggiante, pubblicata in estratto nel maggio dello stesso anno (Der Eintritt der antikisierenden Idealstils in die Malerei der Frührenaissance) [L’ingresso dello stile ideale anticheggiante nella pittura del primo Rinascimento, RPA, pp. 283-307]. Per la prima volta elabora con Saxl la possibilità di trasformare la propria biblioteca in un istituto di ricerca vero e proprio.
In ottobre esce il primo numero della rivista illustrata "La guerra del 1914", periodico pubblicato in italiano e nato dalla collaborazione con Georg Thilenius, direttore del museo di Amburgo per la cultura popolare, e Giulio Panconelli-Calza, studioso di fonetica. Il secondo e ultimo numero uscirà nell’aprile 1915.
Prima e durante il conflitto mondiale concentra tutta l’attività della biblioteca nell’archiviazione dei resoconti dei media sull’andamento della guerra. Il conflitto che divide la Germania, sua patria d’origine, e l’Italia, suo paese d’adozione, è causa per lui di un grave dissidio interiore.
Nel febbraio del 1915 presiede la sessione inaugurale dell’Istituto Germanico di Firenze, dopo essersi prodigato per la sua riapertura.

1919-1923

Colpito da un grave crollo nervoso, soffre di fobie, ossessioni e allucinazioni. Dopo alcuni mesi trascorsi tra Amburgo e una clinica privata di Jena, nell’aprile del 1921 si affida alle cure di Ludwig Binswanger a Kreuzlingen, in Svizzera, presso la clinica psichiatrica Bellevue, dove rimane fino al 1924. Prima del ricovero, porta a termine il saggio su Lutero per l’Accademia delle Scienze di Heidelberg, presentato dall’amico Boll il 25 aprile 1919. Nel 1920, grazie alle insistenze e alla collaborazione di Boll e Fritz Saxl (debito dichiarato nell’introduzione), il lavoro è pubblicato, con il titolo Heidnisch-antike Weissagung in Wort und Bild zu Luthers Zeiten [Divinazione antica pagana in testi ed immagini dell’età di Lutero, RPA, pp. 309-390].

Su richiesta di Max Warburg, dal 1920 Fritz Saxl assume la direzione della biblioteca, trasformandola in un luogo di ricerca accessibile a tutti, occupandosi di convegni e pubblicazioni e attirando giovani studiosi tra i quali Erwin Panofsky, Ernst Cassirer, Gertrud Bing.

1923, 21 aprile

Per dimostrare di essere nuovamente in grado di affrontare gli impegni della ricerca e della didattica, tiene una conferenza sul rituale del serpente rielaborando i materiali del viaggio compiuto ventisette anni prima nel Nuovo Messico. In una lettera del 26 aprile a Fritz Saxl esprime la ferrea volontà di non pubblicare questo testo. Nonostante questo preciso divieto, Il rituale del serpente è il suo primo scritto pubblicato in lingua inglese (1939), e tuttora lo studio più tradotto, noto e divulgato.

1924-1928

Torna ad Amburgo in agosto e riprende ufficialmente le attività di studio, ricerca e divulgazione con una serie di importanti conferenze e mostre, i cui materiali inediti confluiscono nell’ultimo grande progetto, il Bilderatlas.
Nell’aprile del 1925 tiene una conferenza in memoria dello scomparso Franz Boll. In questa occasione allestisce una mostra sulle raffigurazioni astrologiche, riallestita per il Congresso degli Orientalisti (settembre 1926) e l’anno successivo per il Deutsches Museum di Monaco, e poi riprogettata per l’allestimento del Planetarium di Amburgo ­ realizzato dopo la sua morte.
Nell’agosto del 1925 vengono gettate le fondamenta del nuovo edificio della Biblioteca, inaugurato nel maggio del ’26 con una conferenza su Rembrandt.
Nell’aprile del 1927 allestisce un’esposizione sulle illustrazioni tratte da opere di Ovidio in occasione della visita ad Amburgo dell’Associazione delle Biblioteche della Germania Settentrionale. Nell’estate dello stesso anno organizza anche una mostra di francobolli.
Invitato a Firenze nell’autunno del 1927 presso il ricostituito Istituto Germanico di Storia dell’Arte, apre le attività di studio con un intervento sugli arazzi dei Valois.
Nell’anno accademico 1927-28 tiene seminari su Jacob Burckhardt all’Università di Amburgo.
Nella primavera del 1928 organizza una conferenza e una mostra sulla storia delle feste per i membri della Camera di Commercio di Amburgo.
Realizza una prima serie di pannelli per l’Atlante e comincia a progettare la pubblicazione dell’opera.

1929

Intraprende un viaggio in Italia nel corso del quale visita Rimini, Roma, Ostia e S. Maria Capua Vetere. Il 19 gennaio 1929 tiene una conferenza alla Biblioteca Hertziana di Roma di fronte a grandi pannelli, presentando il progetto Mnemosyne.
Tornato ad Amburgo riprende le sue riflessioni sull’opera di Manet, rielabora e modifica le sequenze di immagini dei pannelli dell’Atlante (penultima e ultima serie) e stende una introduzione all’opera.
Il 26 ottobre muore in seguito a un infarto cardiaco.

Per citare questo articolo/ To cite this article: K. Mazzucco, Aby Warburg, “ebreo di sangue, amburghese di cuore, d’anima fiorentino”, ”La Rivista di Engramma” n. 27, settembre-ottobre 2003, pp. 265-274 | PDF