Pepli e ventilate vesti: dalle dèe alle dive
Presentazione della mostra: Goddess, New York, The Metropolitan Museum of Art, 1 maggio / 3 agosto 2003 (catalogo a cura di Harold Koda)
Lorenzo Bonoldi, Linda Selmin
English abstract
Le vesti di Atena, Afrodite ed Era accanto agli abiti di Jackie Kennedy, Isadora Duncan e Jennifer Lopez: questa è l'idea che sta alla base della mostra Goddess, allestita a New York dal Costume Institute del Metropolitan Museum. In altre parole la storia dell'abito classico e/o classicheggiante rivisto e rivisitato attraverso i secoli, a partire dal ‘700 per arrivare a stilisti come Gucci, Yves Saint Laurent… 200 pezzi di design vintage e contemporaneo provenienti da case di moda, musei e collezioni private. Il drappeggio, la silhouette disegnata sopra la cintura, la linea del collo, tutte le varietà e le possibilità dell’abito femminile greco – chitone, peplo e himation – sono state studiate, copiate, ripetute ed eternate. Fra tutte queste il leit motiv più impiegato e quello di maggior fascino è sicuramente il drappeggio: usato ora per coprire ora per evidenziare, aderente o morbido, stimolo per l’invenzione di tecniche sempre nuove (come per le formule segrete di Mariano Fortuny o per le strutture complesse degli abiti di Madeleine Vionnet). E ancora un'attenta analisi del riuso selettivo di motivi decorativi e accessori che gli stilisti hanno scelto di riutilizzare come elementi facilmente riconoscibili, dotati di una forte carica evocativa: il mito condensato in un segno, in un unico particolare in cui è riassunta la ricca narrazione mitica, ormai banalizzata ma sempre efficace. L’attributo carico di storia, simbolo complesso della dea è diventato semplice accessorio, elemento comunque di distinzione, ma per divine mortali. Al di là dell'interesse per l'oggetto di una ricerca di questo tipo, che si inserisce a pieno titolo nel campo di indagine della Storia della tradizione classica, quello che vogliamo qui sottolineare è il taglio metodologico, museotecnico e museografico che sta alla base del progetto, pienamente apprezzabile e godibile anche solamente nella proiezione della mostra nel mondo iperuranico del web. Il portare avanti il discorso attraverso il semplice accostamento di immagini, documenti e reperti costituisce infatti un'applicazione del metodo inventato da Aby Warburg, una storia spiegata per immagini, dai marmi del Partenone alla creazione di un nuovo olimpo di dèe in passerella.
English abstract
Engramma publishes a review of the exhibition Goddess, New York, The Metropolitan Museum of Art (1 May-3 August 2003).
Per citare questo articolo/ To cite this article: L. Bonoldi, L. Selmin, Pepli e ventilate vesti: dalle dèe alle dive, ”La Rivista di Engramma” n. 26, luglio-agosto 2003, pp. 227-228 | PDF