"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

152 | gennaio 2018

9788894840308

REWINDItalia. Early Video Art in Italy/ I primi anni della videoarte in Italia

Presentazione del volume

Laura Leuzzi

English abstract

Nelle ultime due decadi si è assistito a livello nazionale e internazionale allo sviluppo di una nuova attenzione da punto di vista accademico, curatoriale e più in generale del settore culturale verso le storie delle origini della videoarte.

In Europa, in particolare, sono stati portati avanti tra diversi progetti di ricerca e salvaguardia delle opere video in analogico, tra cui si annoverano tra i più significativi: il progetto sviluppato dallo ZKM in Germania (Frieling - Herzogenrath 2006; Blase - Weibel 2010); nel nostro paese la digitalizzazione e lo studio del fondo art/tapes/22 dell’ASAC – Archivio Storico Arti Contemporanee della Biennale di Venezia (Saba 2007) e della collezione del Centro Videoarte del Palazzo dei Diamanti di Ferrara (Saba - Vorrasi - Parolo 2015), portati avanti dai laboratori “La Camera Ottica” e dal “C.R.E.A.”, presso l’Università di Udine, sotto il coordinamento scientifico di Cosetta G. Saba. Tra i più recenti e attualmente in corso si segnalano tra Francia e Svizzera ‘From video art to new media: the case of the VideoArt Festival, Locarno (1980-2000)* che si focalizza sulla preziosa esperienza internazionale di Locarno e l’ ‘Émergence de l’art vidéo en Europe: historiographie, théorie, sources et archives (1960-1980)’ (2017-2019)** ambizioso progetto che mira fare una ricognizione e mappare le origini della videoarte in Europa.

In Gran Bretagna questa importante operazione di recupero e valorizzazione è stata portata avanti attraverso il progetto di ricerca ‘REWIND Artists’ Video in the 70s and 80s’, finanziato dall’Arts and Humanities Research Council e diretto dal pioniere della videoarte britannica e studioso Stephen Partridge presso il Duncan of Jordanstone College of Art and Design (Università di Dundee, in Scozia), che ha investigato e migrato a oggi in digitale oltre cinquento opere di videoarte britanniche.

1 | REWINDItalia. Early Video Art in Italy/ I primi anni della videoarte in Italia (2015).

A REWIND, è seguito REWINDItalia (2011-14), dedicato alla pionieristica sperimentazione del video d’artista in Italia negli anni Settanta e Ottanta. La raccolta, REWINDItalia. Early Video Art in Italy / I primi anni della videoarte in Italia (Leuzzi & Partridge 2015), a cura di chi scrive e Partridge nasce dall’omonimo progetto di ricerca seguito a REWIND, e si inserisce in questo fenomeno di riscoperta e valorizzazione delle origini della videoarte.

Il progetto, di cui chi scrive ha fatto parte in qualità di ricercatore Post Doc, si è sviluppato attraverso una ricerca bibliografico-archivistica, una raccolta di testimonianze orali e la realizzazione di un database online di documenti, pubblicazioni e immagini, e ha visto la collaborazione, il contributo e il supporto di numerosi artisti, studiosi ed esperti italiani e internazionali.

Nel corso di REWINDItalia, sono state inoltre organizzate rassegne, conferenze (MACRO, Roma 2012) e partecipazioni a convegni con lo scopo di stimolare un fruttuoso confronto e scambio con colleghi, esperti e promuovere la ricerca e la diffusione di questi temi.

Successivamente il gruppo di ricerca di REWIND è stato impegnato in EWVA European Women’s Video Art in the 70s and 80s (2015-2017), focalizzato sul contributo delle artiste alla videoarte in Europa, e Richard Demarco: the Italian Connection (2018-2020), entrambi diretti dall’artista e Professoressa di Stampa e incisione Elaine Shemilt.

Il libro, con una prefazione del pioniere della Media Art Don Foresta, si apre con un’introduzione di Partridge che racconta la nascita, il contesto e lo sviluppo del progetto, in particolare tracciando i preziosi scambi con i protagonisti della videoarte in Italia e della ricerca e curatela nel settore. Partridge fornisce una attenta guida al lettore che voglia avvicinarsi a una pubblicazione che, come spiega, raccoglie una serie contributi inediti, commissionati dal progetto a storici dell’arte, critici, artisti e teorici, che si accompagna alla ripubblicazione di testi storici e di riferimento sull’argomento, tradotti per la prima volta anche in lingua inglese, che raccontano, analizzano e problematizzano la nascita e lo sviluppo della videoarte in Italia.

Ad aprire la raccolta, viene ripubblicato per la prima volta anche in lingua inglese il testo di Renato Barilli, comparso per la prima volta sulla rivista “Marcatrè” (Barilli 1970), dedicato alle diciassette sperimentazioni su nastro magnetico, oggi perdute, commissionate per la mostra Gennaio 70, a cura di Barilli stesso, Tommaso Trini e Maurizio Calvesi, ad artisti italiani di fama internazionale tra cui Alighiero Boetti, Mario Ceroli, Gino De Dominicis, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Luca Maria Patella e Michelangelo Pistoletto. L’articolo rappresenta una delle più significative tracce di quelle storiche opere, oggi purtroppo perdute, e affronta, in maniera critica e con un certo anticipo anche rispetto a contesti internazionali, il nuovo medium.

I capitoli di Silvia Bordini e Simonetta Fadda ricostruiscono i contesti storico-artistici di realizzazione e produzione, opere ed eventi espositivi, offrendo una ricca e sfaccettata panoramica degli anni Settanta.

Il volume ripropone, inoltre, testi di fondatori di storici centri per la produzione di videoarte in Italia, a partire dagli anni 70, tra cui: Lola Bonora, fondatrice del Centro Videoarte di Ferrara, unico centro pubblico per la produzione di video d’artista nel nostro paese; Luciano Giaccari, fondatore della Videoteca Giaccari a Varese e autore della nota Classificazione dei metodi di impiego del videotape in arte (1972); Paolo Cardazzo, che avviò la produzione di opere video con artisti italiani e dell’ex Iugoslavia, presso la Galleria del Cavallino a Venezia, co-diretta all’epoca con la sorella Gabriella. Due interviste, rispettivamente di Cosetta G. Saba e Mirco Infanti e di chi scrive e Partridge, con Maria Gloria Bicocchi, raccontano l’esperienza del centro art/tapes/22 a Firenze, che vide la partecipazione di grandi nomi internazionali come Vito Acconci, Douglas Davis e Joan Jonas e il contributo artistico e tecnico di un giovane Bill Viola.

I testi storici di Marco Maria Gazzano e Vittorio Fagone fanno luce sul complesso periodo dei primi anni Ottanta, aprendo anche agli scenari internazionali.

A questi, si accompagnano testi inediti - commissionati dai curatori del volume per il progetto - che esplorano diversi aspetti della produzione videoartistica del periodo come la videoperformance (Cinzia Cremona), il contesto veneziano (Grahame Weinbren), il confronto con la produzione britannica (Adam Lockhart), il complesso rapporto con il cinema d’artista (Bruno Di Marino) e l’estetica del glitch (Sean Cubitt, Co-Investigator di REWINDItalia).

2 | Federica Marangoni, The Box of Life, 1979, still da video (courtesy of the artist).

Il capitolo di chi scrive analizza e contestualizza un gruppo di video opere di Luca Maria Patella, digitalizzato dal Media Archivist del progetto, Adam Lockhart, con il supporto dell’artista e dell’autrice nel 2011. Questa operazione di recupero ha riportato alla luce il fondamentale contributo del pioniere delle arti intermediali alla pratica videoartistica. Le opere, non più disponibili dagli anni Settanta, a causa dell’obsolescenza della tecnologia e il deterioramento dei nastri, testimoniano l’approccio intermediale del maestro romano e il suo profondo impegno nella sperimentazione delle specificità dei media. In due dei video recuperati, ad esempio, Patella propone attraverso una “macchina per dissolvenze variate manuali e musicali” di sua invenzione, la sua “grammatica dissolvente”, una proiezione con dissolvenze di immagini fotografiche e giochi di parole: “grammatica che dissolve da fonema a fonema, da significato a significato, in una visione temporale di-a-sin-cronica e quindi si trasforma. Engrammatica solvente, grammatica che si engramma e quindi scioglie concetti e contenuti pesanti tradizionali” (Arte della conoscenza dialettica. Psico socio politico arte lezioni laboratorio, in Luca Patella 1970-1974, 1974).

3 | Luca Maria Patella, Grammatica dissolvente - Gazzùff! Avventure & cultura, 1974-75, still da video (© Luca Maria Patella).

Il capitolo di Sandra Lischi su Gianni Toti e l’intervista di Valentina Valentini a Studio Azzurro si focalizzano sull’esperienza di due grandi protagonisti degli anni Ottanta.

Il volume si chiude con una cronologia della videoarte italiana, tra 1952 e 1992, a firma di chi scrive e di Valentino Catricalà che mappa protagonisti, opere, pubblicazioni e mostre e apre l’analisi del fenomeno della videoarte in Italia a molteplici esperienze nell’ambito delle Media Arts, tra cui il film d’artista, la Sound Art, la Computer Art e la Satellite Art.

Le traduzioni, a cura di Simona Manca, cercano di trasporre con grande sensibilità e accuratezza lo spirito e la terminologia dei testi originali e di quelli più contemporanei.

In conclusione, REWINDItalia. Early Video Art in Italy/ I primi anni della Videoarte in Italia si propone come uno strumento di ricerca per studiosi italiani e internazionali che vogliano avvicinarsi e sviluppare studi su questo campo, fornendo un accesso a preziose fonti e proponendo nuovi e futuri spunti di investigazione.

* Finanziato dallo Swiss National Science Foundation, e diretto François Bovier presso la University of Art & Design di Losanna (2017-2020) con Adeena Mey come ricercatore post-doc e la dottoranda Maud Pollien.

** Finanziato da LabEx Arts-H2H e diretto da Grégoire Quenault (Professore associato, Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis), Alain Carou (Conservatore, Audiovisual Department, Bibliothèque nationale de France), François Bovier (Senior Lecturer/ Ricercatore, École cantonale d’art de Lausanne / Université de Lausanne) e Larisa Dryansky (Professore associato, Université Paris-Sorbonne), con l’assegnista Ségolène Liautaud.

Riferimenti bibliografici
  • Barilli 1970
    R. Barilli, Video-recording a Bologna, “Marcatré”, n. 58–60, maggio 1970.
  • Frieling-Herzogenrath 2006
    R. Frieling, W. Herzogenrath (a cura di), 40 years videoart.de - part 1. Digital Heritage: Video Art in Germany from 1963 until the present, Ostfildern 2006.
  • Blase-Weibel 2010
    C. Blase, P. Weibel (a cura di), Record Again!: 40yearsvideoart.de Part 2, Ostfildern 2010.
  • Leuzzi-Partridge 2015
    L. Leuzzi, S. Partridge (a cura di), REWINDItalia. Early Video Art in Italy/ I primi anni della videoarte in Italia, tr. It. e Eng. Simona Manca, New Barnet 2015.
  • Saba 2007
    C.G. Saba (a cura di), Arte in videotape: art/tapes/22, collezione ASAC-La Biennale di Venezia: conservazione, restauro, valorizzazione, Cinisello Balsamo 2007.
  • Saba-Vorrasi-Parolo 2015
    C.G. Saba, C. Vorrasi, L. Parolo (a cura di), Videoarte a Palazzo dei Diamanti 1973-1979: reenactment, Ferrara 2015.
  • English Abstract

This article is a presentation of the book REWINDItalia Early Video Art in Italy/ I primi anni della videoarte in Italia, edited by Laura Leuzzi and Stephen Partridge (John Libbey Publishing, New Barnet 2015). The volume is the main output from the Arts and Humanities Research Council funded research project REWINDItalia, led by Prof. Stephen Partridge at Duncan of Jordanstone College of Art and Design at the University of Dundee. This article aims to provide some insight into the context and content of the book.

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Per citare questo articolo/ To cite this article: REWINDItalia. Early Video Art in Italy/ I primi anni della videoarte in Italia. Presentazione del volume, a cura di L. Leuzzi, “La Rivista di Engramma” n. 152, gennaio 2018, pp. 137-142 | PDF 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2018.152.0001