"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

9 | giugno 2001

9788894840070

NEWS | giugno 2001

Peppe Nanni | La tragedia del potere. Recensione all’opera: Agamennone e Coefore di Eschilo, Siracusa, Teatro Greco, 10 maggio / 3 giugno 2001

Opera teatrale sotto la regia di Antonio Calenda, produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, scene: Bruno Buonincontri; costumi: Elena Mannini; musiche: Germano Mazzocchetti; collaborazione alle coreografie: Micha Van Hoecke; traduzione: Manara Valgimigli. Con Piera Degli Esposti (Clitemnestra), Alessandro Preziosi (Araldo, Oreste), Daniela Giovanetti (Cassandra, Elettra), Giampiero Fortebraccio (Egisto). 

Forse in conseguenza della vittoria di Siracusa contro gli Ateniesi (i particolari in cronaca, nell’articolazione di Tucidide), nel Teatro di Siracusa si è trasferito lo specchio di Dioniso: solo in questo luogo unico, con le sue gradinate affinate e corrose da 2500 anni di storia, la Tragedia non si ’rappresenta’ musealmente ma irrompe con ebbrezza in scena e accade, fisicamente, ogni volta. Così Agamennone e Coefore impongono una modificazione nel ritmo e nel timbro percettivo dei presenti, che, disciolta ogni distanza, si trovano a prendere le parti di uno o dell’altro dei contendenti, in una complicità fluida che consente – e forse obbliga – a tradimenti proficui di fronte, a passaggi oltre la linea. La Decisione per la sovranità di Clitemnestra sprigiona la sua forza di virile seduzione, almeno finché Eschilo, da grande regista, non sposta il cono di luce apollinea sulla capacità di Oreste di ‘portare ad espressione’ la propria contraddittoria rivendicazione, intessendo l’alleanza – con il Coro e con il pubblico – per affilare il taglio della rete di incantesimi che garantisce a Clitemnestra (ormai Senex) il controllo del Palazzo. Impossibile non dilaniarsi facendo professione dei contrari, impossibile non seguire il tentatore greco nel gioco innovativo dei suoi effetti speciali, impossibile non assentire al suo principale artificio contemporaneista: inventare una tragedia vera, colpire al cuore attraverso un’innervatura che perfora l’ottusa estetica del distacco. In un’allestimento essenziale, giocato su forme e colori base – nero, rosso, bianco – un plauso a regista, scenografo, coreografiae attori che riescono a restituire la tensione del testo antico, pur penalizzato da una traduzione altisonante, e a tratti raggelante, rispetto all’incandescenza dell’originale. Il gioco illusionistico di Dioniso si attiva soprattutto nella seconda parte dell’Agamennone con l’arrivo del carro-convoglio dei reduci di guerra e con la splendida apparizione di Cassandra, e nelle Coefore con la forte presenza scenica del vero protagonista del dramma, il coro, che per una volta non viene neutralizzato dalla regia attualizzante ma, su musiche moderne felicemente consonanti, danzando la tragedia, muove l’azione drammatica. Spettacolo, e anzi esperienza, consigliabile a chi vuole vedere dal vivo più che capire, quale campo di energie artistiche può sostenere il dibattito civile e fornire le grandi immagini che colano nello stampo dell’impresa politica di Pericle e poi di Alcibiade: andando a Siracusa si capisce perché, senza Eschilo, non esisterebbe il fregio del Partenone. E perché senza Eschilo e il Partenone la democrazia ateniese non sarebbe stata inventata anche come esperimento di stile.

Per citare questo articolo / To cite this article: P. Nanni, La tragedia del potere. Recensione all’opera: Agamennone e Coefore di Eschilo, Siracusa, Teatro Greco, 10 maggio / 3 giugno 2001, “La Rivista di Engramma” n. 9, giugno 2001, pp. 47-48 | PDF  

Valentina Sinico | Siete pronti a interpretare un Dio? Recensione al videogioco: Black&White, creatori Peter Molyneux e Lionhead Team

Tutti ci siamo chiesti, almeno una volta nella vita che cosa si provi a essere un Dio. Concetti come onnipresenza e onnipotenza hanno sempre affascinato e spaventato… Ma adesso non più! Grazie a Peter Molyneux e al suo team Lionhead ci si può sentire Dio almeno finché si ha tra le mani il mouse: Black&White si può tranquillamente definire, senza paura di essere considerati eretici, un ‘God-game’. “In principio era il caos”… Ed ecco pianeti dispersi e nebulose indefinite aprire il gioco, mentre noi, possessori del mouse, diveniamo Entità Cosmiche immuni da ogni confine spazio-temporale, Esseri Superiori, fautori e spettatori del nascere della vita. Vita che si focalizza paradigmaticamente in un’isola abitata da esseri senzienti che vivono, lavorano e invocano pregando con riti ben definiti per il nostro aiuto… A ogni nostra risposta favorevole ecco canti di lode. Siamo il loro Vate, la loro Speranza e sarà proprio la fede di questa gente a dare un senso alla nostra esistenza. Come ogni divinità che si rispetti (e qui sta la grandezza e la novità de gioco) possiamo scegliere di essere un Dio buono come un Dio cattivo, sapendo che i nostri soli aiuti sono degli spiriti guida dalle sembianze di un santo (che tanto ricorda l’iconografia di San Pietro) e di un demone. Durante il gioco la fede degli abitanti dell’isola porterà all’innalzamento del nostro tempio, nostra base operativa, e non avremo certo vita facile: ci saranno rivoltosi eretici non convinti della nostra presenza e potenza, calamità naturali che tenteranno di portare via la nostra credibilità… Ma il geniale Molyneux ha ben pensato di metterci a disposizione una ‘fossa dei miracoli’ per risolvere i problemi di percorso. Dal punto di vista iconografico, come meglio si poteva rappresentare sullo schermo l’azione, la ‘mano’ divina se non con la ripresa delle celeberrime mani della Creazione di Michelangelo nella Cappella Sistina? Un ultimo complimento va fatto alla scelta del nome del Dio nostro antagonista: nientemeno che Nemesis. È un gioco dove non basta fare il Dio, bisogna esserlo! 

Per citare questo articolo / To cite this article: Valentina Sinico, Siete pronti a interpretare un Dio? Recensione al videogioco: Black&White, creatori Peter Molyneux e Lionhead Team, “La Rivista di Engramma” n. 9, giugno 2001, p. 49 | PDF  

Eleonora Simonato | Alla ricerca del volto. Recensione al CD: Imago dei. Raffigurazioni di Gesù nelle chiese di Venezia, cd-rom Venice Multimedia, Venezia 2000

“Secondo la Tradizione cristiana duemila anni fa il Dio Creatore si fece incontro alla sua creatura nell’Incarnazione, entrando nel Tempo e nella storia di ogni uomo” (Gv. 1, 9-14).

Il cd-rom raccoglie centoventisette opere artistiche veneziane di contenuto religioso dal XII al XVIII secolo. Da queste si dipana una triplice linea d’indagine che viene a coinvolgere ora il contesto, ora l’opera nella sua entità, ora il Volto di Gesù che da essa emerge offrendo così percorsi alla ricerca di quel Volto divino per entrare nel suo mistero. La scelta di uno dei tre nuclei su cui si articolano i percorsi (Luoghi/Soggetti iconografici/Epoche e Autori) non immette in un rigido e isolato canale disciplinare attraverso cui ottenere un taglio specialistico e settoriale nella lettura dell’opera, bensì si pone come punto di partenza, come approccio preferenziale che si apre poi contestualmente all’interazione tra i diversi nuclei. In questo modo si ha piena disponibilità di tutto il patrimonio contenuto nel cd-rom, e ciascuno è libero di procedere organizzando una personale galleria di opere spinto solo dall’emergere di engrammi secondo il criterio del buon vicinato di warburghiana memoria. L’approccio alle opere offre un complesso di analisi che si sviluppa su vari livelli successivi, con un’impostazione grafica che ne agevola la consultazione e l’acquisizione: se l’analisi iconografica è costituita da una scheda di lettura dell’opera, quella iconologica è resa possibile dalle potenzialità del mezzo multimediale. Inserimento cronologico e inquadramento generale dell’epoca; riferimenti all’autore; collegamenti con altre opere dello stesso soggetto approfondito iconologicamente; passi significativi tratti dalla Scrittura o dalla Liturgia; brani musicali specifici; visione dell’opera nel contesto originario di appartenenza; eccezionale visione delle chiese di interesse pertinente a 360 gradi all’interno e all’esterno; contestualizzazione del soggetto iconografico all’interno nella vita di Gesù attraverso un referente comune costituito dalla Pala d’Oro in San Marco; sono questi gli elementi disponibili per svolgere un critico itinerario della memoria, superando tanto il rischio dell’accumulo erudito di dati quanto quello della loro ricezione passiva. Si intraprende un percorso interattivo nel tempo, nello spazio e nel racconto dell’evento fondatore mediato dalla rappresentazione artistica, come se, salendo su una macchina del tempo, si viaggiasse sulle onde delle emersioni e riemersioni culturali nella storia della tradizione. Le differenziate competenze degli autori convergono nella realizzazione di un’opera a tutto tondo, di facile consultazione, ma nella quale l’occhio più esperto può ritrovare il rigore scientifico che la permea e la sostiene. Il cd-rom si inserisce come opera più rappresentativa del progetto IMAGO DEI: un percorso alla ricerca del Volto pensato per i pellegrini del Giubileo a Venezia, e realizzato attraverso il cd-rom, un catalogo cartaceo estratto e ridotto dal cd-rom, il sito internet, una campagna di restauri e una mostra presso la Scuola Grande di San Teodoro.

English abstract

Three reviews for the NEWS column: Peppe Nanni reviews the opera Agamennone e Coefore di Eschilo in Siracusa (10 May to 3 June, 2001). Valentina Sinico reviews the videogame Black/White. Eleonora Simonato reviews the CD-Rom Imago dei. Raffigurazioni di Gesù nelle chiese di Venezia (2000).

.keywords | Aeschylus; The Libation Bearers; videogame; imago dei

Per citare questo articolo / To cite this article: Eleonora Simonato, Alla ricerca del volto. Recensione al CD: Imago dei. Raffigurazioni di Gesù nelle chiese di Venezia, cd-rom Venice Multimedia, Venezia 2000, “La Rivista di Engramma” n. 9, giugno 2001, pp. 50-51 | PDF  

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2001.9.0000