"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Architettura, guerra e ricordo

Editoriale di Engramma n. 113

Giacomo Calandra di Roccolino e Daniele Pisani

Il ruolo dell’architettura in età contemporanea, non solo nel tramandare, ma anche nel costruire la memoria: questo è il tema al centro del numero 113 di "Engramma”. L'argomento, quanto mai vasto e sfaccettato (e a ben vedere antico quanto la stessa civiltà), è stato affrontato prendendo in considerazione sia la produzione ex novo di architetture della memoria (monumenti ai caduti, ossari e sacrari, ma anche altre testimonianze di più problematica catalogazione), ricollegabili a precise intenzioni politiche e ideologiche, sia la risignificazione in termini memoriali di alcune architetture che erano sorte per adempiere a funzioni diverse.

Abbiamo sviluppato un filo rosso del ragionamento a partire da una semplice, ma per lo più disattesa, constatazione: i memoriali sono fra noi, sono una presenza costante, o quanto meno stanno sullo sfondo, più frequentemente di quanto non tendiamo a credere e a percepire, della nostra vita pubblica, e costituiscono comunque un elemento determinante del paesaggio europeo, urbano o meno che sia. Il territorio, quello della città come quello della campagna, si rivela come un vero e proprio palinsesto, come tale sottoposto a un inesausto processo di scritture, cancellazioni e soprascritture. Si tratta, quindi, di cogliere i segni, spesso ambigui e multiformi, talvolta completamente mutati di significato, di un processo sempre in corso: la costruzione, incessante e variegata, di architetture della memoria.

Apre il numero il testo di una conferenza tenuta il 26 settembre del 2012 da Hartmut Frank presso l’Università IUAV di Venezia. Si tratta di un articolato affresco dell’architettura della memoria nell’Europa degli ultimi due secoli, che, a partire da alcuni riflessioni di ordine generale sul tema, delinea, attraverso una selezione di opere, la produzione dell’architettura memoriale dalla Rivoluzione francese alla Seconda guerra mondiale.

Seguono tre saggi dedicati alla produzione di memoriali nel contesto storico dell’Italia fascista. Paolo Nicoloso si sofferma sui grandi sacrari realizzati dal regime nel corso degli anni '30 e sulle ragioni ideologiche e politiche che ispirano la loro ideazione e costruzione. Alberto Ferlenga e Daniele Pisani si interrogano, invece, su un fenomeno tanto diffuso quanto misconosciuto: la distribuzione sull’intero territorio nazionale italiano, al termine della Grande Guerra, di un notevole numero di massi provenienti dalle montagne che erano state teatro dei combattimenti e delle miriadi di morti, ma anche delle vittorie, dell'esercito italiano. I due saggi affrontano il tema di una sorta di reliquie che invade ogni angolo del paese, e si interrogano sulla genesi del fenomeno e sui possibili significati simbolici e retorici.

Seguono tre interventi (Ludwig Seyfarth, Giacomo Calandra di Roccolino, Elisabetta Terragni) dedicati a recenti, specifici, casi di riuso di architetture, accomunati dall’intento di conferire una funzione almeno in parte memoriale a opere che erano invece sorte per ragioni strettamente belliche. Tutti e tre i casi qui considerati si occupano della trasformazione di opere risalenti alla seconda guerra mondiale; due di essi sono dedicati a opere situate ad Amburgo. Macerie della contemporaneità, attraverso il restauro e il riuso, acquisiscono un nuovo significato. Manufatti colossali, ma rimasti a lungo invisibili, trovano una nuova funzione. Morte architetture della morte vengono animate di nuova vita. Ad agire nel profondo è, questa volta, il processo di costruzione di una memoria europea condivisa.

Chiude il numero la presentazione di una recentissima pubblicazione sul tema, Re-enacting the Past. Museography for Conflict Heritage: del ricco volume si propone la riedizione del saggio introduttivo di Michela Bassanelli.

Editing e collaborazione alla curatela scientifica di "La Rivista di Engramma" n.113 a cura di Giacomo Cecchetto

English abstract

Engramma issue no. 113 “Architettura guerra e ricordo” includes contributions by Giacomo Calandra di Roccolino, Daniele Pisani, Hartmut Frank, Paolo Nicoloso, Alberto Ferlenga, Ludwig Seyfarth, Elisabetta Terragni, Michela Bassanelli.

 

keywords | Architecture; War; Memory.

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2014.113.0008