"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

9 | giugno 2001

9788894840070

EUREKA! | giugno 2001

Odino sul monte Ida in veste di Mercurio

Persistenza di un modello iconografico celtico, mutuato dalla tradizione classica, nella produzione pittorica fiamminga della prima metà del XVI secolo

Lorenzo Bonoldi

Est locus in mediis nemorosae vallibus Idae / [...] / hinc ego Dardaniae muros excelsaque tecta / et freta prospiciens arbore nixus eram; / ecce, pedum pulsu visa est mihi terra moveri: / [...] / constitit ante oculos actus velocibus alis / Atlantis magni Pleionesque nepos / [...] / inque dei digitis aurea virga fuit. / Tresque simul divae, Venus et cum Pallade Iuno, / graminibus teneros inposuere pedes. / Obstupui, gelidusque comas erexerat horror, / cum mihi 'pone metum!' nuntius ales ait: / “arbiter es formae; certamina siste dearum, / vincere quae forma digna sit una duas”.

[C’è un luogo tra le valli del boscoso Monte Ida. [...] Da là, guardando le mura e le alte case della città di Dardano e il mare, io [Paride] stavo, appoggiato ad un albero: ma ecco che mi parve che la terra tremasse, sotto il peso di passi. [...] Comparve davanti ai miei occhi, condotto da ali veloci, il nipote del grande Atlante e Pleione [Mercurio] [...] e fra le dita del dio c'era il caduceo d'oro. Insieme, tre dee, Venere e Giunone e Pallade, sull'erba posarono i loro piedi delicati. Rimasi attonito e un brivido freddo mi fece rizzare i capelli: allora il messaggero alato mi disse: “Non avere paura! Tu sei il giudice della bellezza: poni fine alla contesa delle dee e scegli quale sia degna di vincere le altre due in bellezza”].
Ovidio, Heroides, XVI, vv. 53-70 (traduzione di Monica Centanni).

Deum maxime Mercurium colunt. Huius sunt plurima simulacra, hunc omnium inventorem artium ferunt.
Hunc viarum atque itinerum ducem, hunc ad quaestus pecuniae mercaturasque habere vim maximam arbitrantur.

[I Galli venerano soprattutto il dio Mercurio. Di questo dio si trovano moltissime raffigurazioni: dicono che sia l'inventore delle arti, la guida delle vie e dei viaggi; credono che abbia grandissimo potere sui guadagni e sui commerci].
Cesare, De bello gallico, VI, 17 (traduzione di Monica Centanni).

L’attitudine di Odino ai viaggi può essere messa in relazione con il carattere “commerciale” del dio, che pare suggerito dall'equazione Odino=Mercurius secondo l’interpretatio romana. Di Odino si sa in particolare che possiede due corvi, Huggin, ‘pensiero’ e Muninn, ‘memoria’: essi di giorno volano per il mondo e alla sera gli riportano le notizie di tutto ciò che hanno visto e udito. 
Gianna Chiesa Isnardi, I Miti Nordici, Milano 1991.

  

  

  

English abstract

For the EUREKA! column, which aims to collect and publish a series of interpretative insights into art and culture, Lorenzo Bonoldi discusses the survival of the Celtic motif of Odin in sixteenth-century Flemish painting.

keywords | Flemish painting; Celtic tradition; Odin

Per citare questo articolo / To cite this article: Lorenzo Bonoldi, Eureka! | Odino sul monte Ida in veste di Mercurio. Persistenza di un modello iconografico celtico, mutuato dalla tradizione classica, nella produzione pittorica fiamminga della prima metà del XVI secolo, “La Rivista di Engramma” n. 9, giugno 2001, pp. 45-46 | PDF  

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2001.9.0003