"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

196 | novembre 2022

97888948401

Tornare sui propri passi

Presentazione di Napoli scontrosa di Davide Vargas (La nave di Teseo, Milano 2022)

Fernanda De Maio

English abstract

Davide Vargas, Napoli scontrosa, La nave di Teseo, Milano 2022.

Non è facile trovare architetti che abbiano un sincero viscerale bisogno di scrittura, che riescano a parlare più con i testi scritti che con il discorso orale, oppure che, pur padroneggiando perfettamente lo schizzo, il disegno veloce o la fotografia, preferiscano come strumento analitico la parola scritta, la bella narrazione di un luogo attraversato per scelta o per caso. L’autore di Napoli scontrosa appartiene sicuramente al tipo raro di architetto/scrittore militante in entrambe le discipline. Vi sono poi alcune città che sono più letterarie di altre. A notare in modo preciso questo fatto è Manuel Vasquez Montalban in una presentazione per un libro scritto da Alberto Giorgio Cassani sulle “Barcellone” di Pepe Carvalho. Così scriveva Montalban:

Alcune città sono letterarie e altre no […] Talvolta tutto dipende dall'impegno messo in atto da uno scrittore o da un gruppo di scrittori e talaltra dalla materialità stessa della città, dalla sintassi della sua memoria o della sua fisicità, dalle sue archeologie, dalle sue genti (M. Vasquez Montalban, Presentazione, in A.G. Cassani, Le Barcellone perdute di Pepe Carvalho, Unicopli 2000).

Napoli appartiene senza dubbio a questo genere di città e anche solo restando alla letteratura di viaggio una prova facilmente reperibile potrebbe essere l’elenco lunghissimo che parte dal Cinquecento e arriva ai giorni nostri delle relazioni, dei racconti, dei diari dei viaggiatori stranieri, in cui Napoli si attesta tra le città più visitate d’Italia, benché città meridionale. Ma accanto a chi arriva a Napoli da fuori vi è poi chi – e anche qui si potrebbe stilare un elenco lunghissimo di titoli – viaggia all’interno della Napoli in cui è nato o in cui ha scelto di abitare. A questo secondo gruppo appartiene il volume edito da pochi mesi da La nave di Teseo intitolato Napoli scontrosa di Davide Vargas. 

Questo libro, scritto da un architetto impegnato nella propria professione, nato in provincia di Caserta e poi trasferito a Napoli, allievo, tra gli altri, di Riccardo Dalisi – architetto / designer / artista / docente universitario – tra quelli che hanno letteralmente fatto scuola oltre le quattro mura bugnate di Palazzo Gravina – dove ancora oggi si studia Architettura – fino al suo ultimo giorno di vita, pone immediatamente alcune questioni all’attenzione del lettore che attengono al suo genere letterario: reportage giornalistico, raccolta di novelle, romanzo compiuto, guida o atlante come lo defisce l’autore? E di cosa? Della città e della sua forma, delle sue architetture, dei suoi abitanti e delle loro abitudini? Non è facile sciogliere i dubbi e, forse, l’ambiguità che si genera da questa difficoltà di incasellamento in uno specifico tipo, per dirla da architetti, è uno dei punti a favore della lettura di questo libro. Infatti i racconti brevi raccolti in questo volume ogni napoletano ha potuto leggerli per anni tra le pagine de “La Repubblica – Napoli”: un racconto di viaggio alla settimana, che si trattasse di un viaggio interno alla città o nella sua più immediata provincia. Ma c’è di più: quella cadenza settimanale con cui Vargas fa ancora oggi compagnia ai napoletani si trasforma nel libro in un ritmo differente, non più scelto dall’autore in accordo con il proprio editore, ma definito esclusivamente dal bisogno e dalla voglia del lettore di lasciarsi irretire da tali viaggi.

Le circa cinquecento pagine raccolgono, infatti, a parte alcuni rari schizzi concentrati in due punti precisi del volume – in chiusura del sommario e come accompagnamento del capitolo dedicato agli scarti, in questo caso i racconti scartati – una densa mole di viaggi di breve o brevissima durata che descrivono a volte le mete del viaggio, altre volte i percorsi e gli attraversamenti per giungere alle mete, altre volte ancora semplicemente gli incontri reali o immaginati con individui di ogni genere – gente semplice o violenta, ma anche il calciatore divenuto mito di questa città e l’artista che con la sua opera spaziava dai fumetti ai murales, fino al giorno di una letale overdose di droga. Ma i viaggi brevi contenuti nel volume non sono tutti i viaggi compiuti nei cinque anni documentati attraverso le pagine del quotidiano; si tratta di una selezione, in cui l’autore innesta anche qualcosa che aveva deciso di scartare decisamente per i lettori settimanali del quotidiano cittadino. Può bastare dunque questa selezione a raccontare la differenza tra la cronaca e il romanzo?

A complicare la già sfuggente definizione circa il genere letterario a cui ascrivere il volume concorrono, poi, le regole del gioco che Vargas ingaggia con i propri lettori a partire dai titoli di ciascun racconto, in essi è infatti sempre presente la data a voler indicare una direzione temporale da seguire nella lettura. Si tratta quasi di una imposizione che contraddice la natura autonoma di ciascun racconto; l’autore invita a non leggere il libro random, benché random sia la qualità degli itinerari scelti da lui all’interno della città. In Napoli scontrosa, infatti, la selezione dei luoghi si basa su “criteri di scelta legati alla notorietà dei luoghi privilegiando nel caso quelli meno conosciuti oppure seguendo le affezioni personali”. Proprio questo fatto che la sequenza dei racconti non segue alcuna logica ‘da architetto’, per esempio per quartiere oppure di gerarchia spaziale, per esempio dallo spazio acqueo del golfo partenopeo alla costa fin verso le colline, o ancora da est a ovest o viceversa, aumenta il grado di oscillazione, di instabilità e in definitiva di spaesamento che la lettura promuove. Gli architetti in genere, infatti, amano le mappe, sono il loro strumento di lettura e analisi più basico per cominciare a ragionare sui luoghi. La lettura delle mappe spesso anticipa il sopralluogo e il viaggio, almeno quando il viaggio è dettato da una qualche ragione professionale o di formazione come conoscere le architetture di un certo periodo o autore, preparare un progetto e così via.

Tutto questo in Napoli scontrosa viene consapevolmente disatteso e l’autore sceglie di imporre alla lettura del libro un ordine cronologico: quello dettato dalle date dei sopralluoghi. Questa però non è che una delle regole che l’autore fornisce al lettore e a se stesso; un’altra è quella di innestare in ogni racconto una descrizione di vegetazione specifica e descritta con puntualità quasi da naturalista/botanico/agronomo: si tratta di uno degli espedienti per animare i racconti con odori e colori, che possono essere familiari non solo allo specialista architetto, ma anche alla gente di strada o di salotti. Un’altra regola dell’autore nelle descrizioni dei suoi viaggi è quella di essere sempre solo, privo di compagni di viaggi: parte solo, viaggia da solo, arriva da solo; poi però incontra spesso qualcuno, un persona, una coppia, un piccolo gruppo o trova tracce di passaggi umani e così la descrizione di un luogo o di un tragitto viene interrotta o meglio intercettata da bozzetti di vita quotidiana.

Nonostante queste poche semplici regole, tuttavia a prevalere nella lettura è l’aura di una programmatica asistematicità dei viaggi dentro Napoli e il suo golfo, da parte di Davide Vargas. Lasciarsi irretire dai viaggi proposti in Napoli scontrosa quindi significa perdersi dentro Napoli, significa per chi come come me vi è nato e ne ha sempre riconosciuto la facilità di orientamento in un sistema geografico che ha una struttura gerarchica chiarissima, smarrirsi all’interno di un cul de sac, sbattere la faccia contro il fronte di una chiesa, contro l’affaccio su un panorama imprevisto o su un dipinto murale. La narrazione, in altre parole, procede in modo così frattalico, spezzato, che si possono riconoscere i punti singoli, ma quasi mai si arriva a comprendere la città nella sua struttura morfologica; la parte non vale per il tutto; dunque non esistono frammenti, ma solo scarti, anche quelli non riconosciuti come tali dal suo autore.

Sembra quasi che le pagine del volume diventino le cornici di una bacheca fatta di riquadri irregolari in cui i luoghi e le architetture raccontate dal viandante/viaggiatore Vargas si dispongono separate le une dalle altre come incomunicabili pezzi di una città consapevole della propria storia, certa delle proprie molteplici memorie, ma congelata dalla ansia della ricerca di prospettive future. Per questo l’idea di trovarci all’interno di un Atlante non mi convince pienamente e propendo per una sospensione del giudizio in merito alla tipologia letteraria, che sia reale o metaforica. Per questo ho apprezzato questo libro (im)perfetto su una città, enne volte raccontata da viaggiatori, scrittori, pittori, vedutisti, poeti, che appare qui inafferrabile, o meglio pronta a piegarsi all’immaginazione di ciascun lettore attraverso gli oltre centocinquanta titoli/luoghi/architetture/tragitti che propone.

Non tutti i titoli poi hanno lo stesso ruolo; certo per la maggior parte i titoli coincidono con il nome di una chiesa, di una stazione, di un palazzo, di un complesso edilizio o di una strada o una piazza e quando ci si addentra nella lettura del racconto, questo rispecchia le promesse evocate dal titolo, apparentando, così, il volume ad una sapiente guida architettonica. Della guida, infatti questi racconti, hanno il carattere preciso nell’indicazione delle date di costruzione, dell’architetto; nella descrizione del prima (il progetto) e del dopo (il modo in cui l’opera resiste o si degrada attraverso il tempo) o nella descrizioni di alcune qualità dei fronti o degli interni a cui fanno da contraltare descrizioni più fenomenologiche: il modo in cui si costruisce il gioco dei volumi attraverso le luci e i gradienti di ombra, i colori, i materiali. In queste note su tutti questi aspetti irrompe, allora, la decisa competenza del Vargas architetto e critico. Altri titoli invece sono spiazzanti, per esempio Cinquanta_10 agosto 2018, dove mai ci si aspetterebbe che una favola dei Grimm si possa sovrapporre a un’opera architettonica nodale del dibattito del moderno a Napoli, come la Centrale Aman di Nicola Pagliara, e possa poi sbalzare il lettore a Ponticelli per intercettare un gesto colorato di Daniel Buren. Oppure Andrea Pazienza, dove il lettore/architetto si aspetta di trovare una descrizione di Scampia e invece si trova catapultato all’interno del Padiglione dell’America Latina nella Mostra d’Oltremare, ad ammirare insieme allo scrittore il murale che Pazienza fece a Napoli e così via.

Comunque lo si legga, seguendo le indicazioni dell’autore o andando liberi tra i titoli, Napoli scontrosa riserva accanto a molti fatti noti tante piccole, grandi (stra)ordinarie sorprese, ma sopratutto ha la capacità di far uscire l’architettura dai propri ristretti ambiti specialistici; ha il merito, in altre parole, di far amare l’architettura anche a chi architetto non è ma può scoprirla, rifacendo i propri passi in città in compagnia della parola scritta di Davide Vargas e se l’incipit di Napoli scontrosa è una nota su come l’autore ha affrontato questo viaggio all’interno della città dai molti strati, ciò che resta al lettore al termine del libro è la straordinaria capacità dell’architettura della città di costruire sempre un interno o una scena fissa di estremo interesse per storie inattese, mentre la mappa involontaria che si genera restituisce la città come un palinsesto labirintico senza inizio e senza fine.

English abstract

It is not easy to find architects who have a sincere visceral need for writing, who are able to speak more with written texts than with oral discourse, or who, while perfectly sketching, quickly drawing, or photographing, prefer as an analytical tool the written word, the beautiful narration of a place crossed by choice or by chance. The author of Napoli scontrosa certainly belongs to the rare type of architect/writer devoted to both disciplines. Then there are some cities that are more literary than others. Naples undoubtedly belongs to this category and, even within travel literature alone, this can easily be proven by the very long list of reports, stories, and diaries of foreign travellers, from the sixteenth century to the present, in which Naples has been included among the most visited cities in Italy, though being a southern city. But alongside the authors who have arrived in Naples from the outside, there are those who have travelled within Naples, where they were born or have chosen to live. Here too a very long list of titles could be drawn up. Napoli Scontrosa, authored by Davide Vargas and published a few months ago by La nave di Teseo, belongs to this second group of works. Read it as you wish, either by following the author's instructions or wandering among the pages, Napoli scontrosa reserves many (extra)ordinary surprises, both small and great, alongside many known facts. Above all, it brings architecture out of its specialist field. The book has the merit, in other words, of making architecture loveable even to those who are not architects but can discover it, retracing their steps in the city, through Vargas’ written word. Although the incipit of Napoli Scontrosa is a note on how the author has tackled this journey inside the city of many layers, what the reader keeps at the end is the extraordinary ability of Neapolitan architecture to always build an interior or a fixed scene of extreme interest for unexpected stories. The involuntary map that is generated re-creates the city as a labyrinthine palimpsest with no beginning and no end.

keywords | Davide Vargas; Architecture; Travel; Naples.

questo numero di Engramma è a invito: la revisione dei saggi è stata affidata al comitato editoriale e al comitato scientifico della rivista

Per citare questo articolo: Fernanda De Maio, Tornare sui propri passi. Presentazione di Napoli scontrosa di Davide Vargas (La nave di Teseo, Milano 2022), ”La rivista di Engramma” n.196, novembre 2022, pp. 187-192 | PDF

To cite this article: Fernanda De Maio, Tornare sui propri passi. Presentazione di Napoli scontrosa di Davide Vargas (La nave di Teseo, Milano 2022), ”La rivista di Engramma” n.196, november 2022, pp. 187-192 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2022.196.0015