"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

104 | marzo 2013

9788898260492

L’immagine di Ebe tra fonti antiche e ritratti allegorici del XVIII secolo: una galleria

Claudia Solacini

English abstract


 
Scheda mitologica e iconografica di Ebe

L’aggiornamento della galleria iconografica dedicata a Ebe, dea greca della giovinezza, (la prima edizione è pubblicata nel n. 34 di "Engramma", giugno/luglio 2004) è un'occasione per avanzare alcune considerazioni sull’evoluzione iconografica della figura del mito, a partire dall’età arcaica fino al XVIII secolo. Si è scelto quindi di proporre due serie di immagini che non presentino in modo completo la lunga tradizione dell’immagine di Ebe dall’antichità ai nostri giorni, ma in cui siano in evidenza due segmenti cronologici parziali e ben definiti. La galleria si presenta quindi suddivisa in due sezioni: la prima presenta la nascita e lo sviluppo iconografico del mito nell'arte greca e romana; la seconda l’importante ripresa e fortuna dell’immagine nel corso del Settecento, quando l’usanza di farsi ritrarre in vesti mitologiche pone Ebe tra le divinità maggiormente apprezzate dalle giovani aristocratiche europee. 

Sin dalle pitture vascolari del VI secolo a.C. Ebe compare nelle feste olimpiche accanto a Zeus, Era o Eracle, ed è facilmente riconoscibile grazie alla coppa e l’ampolla: questi attributi la identificano nel ruolo di coppiera degli dèi incaricata di servire l’ambrosia, o il nettare dell’eterna giovinezza, durante le libagioni divine. In mancanza di attributi specifici, la vicinanza ad altre divinità consente di individuare Ebe in relazione al mito che affianca: la sua emancipazione è infatti molto tarda e nell’arte classica viene solitamente raffigurata come ancella di Era, figlia di Zeus, o compagna di Eracle.

Tra le nuove integrazioni alla galleria, la coppa del 480 a.C. conservata al Louvre rappresenta un esempio eloquente. Non viene illustrata alcuna specifica vicenda mitologica e l’artista si limita a modellare su recto e verso il volto di un eroe e quello di una giovane fanciulla: la leonté che avvolge l’effigie maschile ci permette di individuare facilmente la personificazione di Eracle, ma è solo grazie a quest’ultimo che è possibile riconoscere Ebe, altrimenti priva di qualsiasi dettaglio utile alla sua identificazione. Questa dipendenza figurativa da miti che possiedono una storia più complessa non è solo superficiale, ma svolge un ruolo essenziale nel significato intrinseco di Ebe. Figlia devota e amorevole compagna, Ebe non cerca l’indipendenza, è anzi venerata in virtù della sua devozione alla famiglia e agli affetti: Ebe dimostra la stessa accondiscendenza che ogni donna dovrebbe riservare al padrone di casa, sia esso il padre o il marito. Non una serva dunque, ma semplicemente una giovane donna la cui miglior virtù è quella dell’ubbidienza.

Munita di grandi ali, Ebe è spesso confusa con Iris o Nike: dal punto di vista iconografico la presenza delle ali, attributo non conforme al suo racconto mitico, potrebbe aver incoraggiato una certa assimilazione a Zeus nelle sembianze di aquila. A partire dal IV secolo a.C. infatti, Ebe rapita dall’aquila di Zeus viene identificata con Ganimede, assumendo il nome di Ebe-Ganimeda. Tuttavia questo evento non ha alcuna attinenza con la sua storia mitologica e in seguito, forse per distinguerla da Ganimede evitando ulteriori sovrapposizioni iconografiche, la troviamo semplicemente affiancata all’aquila di Zeus: insieme alla coppa e all’ampolla, l’aquila sarà quindi sistematicamente adottata come nuovo attributo della dea.

L’importanza di Ebe-Ganimeda non è meramente iconografica e porta in nuce uno degli aspetti principali della dea in ambito romano. L’accezione politica diventa la sua principale virtù nella Roma imperiale, dove assume una nuova identità e viene chiamata Iuventas: staccandosi gradualmente dall’ambito degli affetti familiari, Iuventas si lega al contesto marziale quale rappresentante di uno Stato giovane e forte [vedi Scheda mitologica e iconografica]. Eccola quindi diventare protagonista di alcune monete coniate nel 140 d.C. durante il regno di Antonino Pio, come dimostrano gli esempi conservati al British Museum di Londra.

L’usanza di sovrapporre il volto di illustri esponenti della società contemporanea su corpi statuari di derivazione greca era già fortemente radicata in epoca romana: i ritratti dei patrizi potevano così vantare la perfetta fisicità di divinità olimpiche incarnando le gesta di eroi meritevoli o condottieri valorosi [cfr. FRANCHI VICERÈ 2008, schede 71, 72]. Plinio stesso riporta un esempio dello stile eclettico che si esprime attraverso i ritratti compositi: “Questi due quadri Augusto con modesto apprezzamento li dedicò nella parte più nobile del suo Foro; ma Claudio li stimò di maggior pregio e, fatta tagliare su ambedue la testa di Alessandro, vi sostituì quella di Augusto” [Plinio, Naturalis Historia XXXV, 94]. Questa prassi aveva lo scopo di avvicinare l’evento narrato alla sensibilità del pubblico e rendeva più efficaci i messaggi propagandistici che le classi agiate desideravano diffondere.

Similmente, le dame del XVIII secolo chiedono agli artisti di essere ritratte come dea della giovinezza senza rinunciare a parrucca, gioielli e accessori che nulla hanno di filologico, ma che permettono alla committenza di manifestare il proprio status. Nel Settecento Ebe conosce una fortuna iconografica del tutto inedita, ma la considerevole rassegna di ritratti in veste di Ebe presenta ormai soluzioni ripetitive e prive di originalità. Il corpus più sostanzioso afferisce all’area inglese e francese, mentre le rare opere eseguite da artisti italiani e tedeschi si limitano a replicare posture ed espressioni che imitano gli esempi più celebri: il ritratto di Giovanni Battista Lampi sembra infatti emulare la postura di Miss Nailer ritratta da Robert Edge Pine, Anna Dorothea Therbusch trova probabilmente una fonte di ispirazione nel ritratto della marchesa d’Epinay eseguito da Pierre Santerre, il ritratto della marchesa di Simiane ricorda quello di Pierre Gobert commissionato dalla duchessa di Modena, e così via.

Privata ormai di ogni significato politico e apprezzata solo in virtù della sua valenza semantica, Ebe viene eletta dalle giovani aristocratiche quale proprio alter ego, dea fanciulla eternamente giovane,  bella e accondiscendente (sul tema vedi, in questo stesso numero di "Engramma", Il mito di Ebe: da allegoria della temperanza a simbolo della libertà.

Un grazie particolare a Silvia Galasso per l’integrazione dei materiali archeologici e la revisione delle relative didascalie.

RAFFIGURAZIONI ANTICHE DI EBE

Sophilos, dinos attico: Ebe e Dioniso in processione, 580 a.C. London, British Museum 1971.11-1.1

Anfora "tirrenica" attica: Ebe presente alla nascita di Atena con Ilizia, 575-570 a.C. Paris, Musée du Louvre E 852

Epitimos, kylix attica: Ebe, Zeus, Hermes e Era, 550-540 a.C.
Malibu, Getty Museum 86.AE.157

Pittore di Mastos, hydria attica: Carro nuziale di Ebe ed Eracle, ca 530 a.C. New York, Metropolitan Museum 14.105.10

Pittore del Louvre E 739, hydria Ricci: Nozze di Eracle ed Ebe e apoteosi dell'eroe, da Cerveteri, 525-515 a.C. Roma, Museo di Villa Giulia

Euxithéos e Oltos, kylix attica: Ebe e Ganimede, 520 a.C. Tarquinia, Museo Nazionale RC 6848

Pittore di Sosias, kylix attica: Assemblea olimpica, 500 a.C.
Berlin, Antikenmuseen F2278

Anfora di fabbrica ignota: Ebe e Ganimede, da Nola, 500-480 a.C. München, Antikensammlungen 834

Pittore di Castelgiorgio, kylix attica: Zeus, Ganimede, Ares, Ebe, Era, da Vulci, 480-470 a.C.
London, British Museum E 67

Pittore di Persefone, loutrophoros attica: Ebe e Ganimede, dal "Santuario della Ninfa" (pendice Nord dell'Acropoli). 
Atene, Museo dell'Acropoli NA-57-Aa1154

Pittore di Berlino, stamnos attico: Ebe, da Vulci, 490-460 a.C. London, British Museum E444

Ebe ed Eracle, vaso in terracotta, 490 a.C. New York, Metropolitan Museum

Kantharos attico: Ebe ed Eracle, 480-460 a.C. Paris, Musée du Louvre  H 44 (LL 135)

Pittore di Syleus, stamnos attico: Ebe, Poseidone e Anfitrite, ca 480 a.C. Toledo (Ohio, USA), Museum of Art 1956.58

Pittore d'Argo, pelike attica: Zeus e Ebe, 480-470 a.C. Paris, Musée du Louvre G 236

Hermonax, anfora attica: Ebe e Zeus, 470 a.C. Già a Norwich, Castle Museum 36.96

Pittore dell'oinochoe di Yale, cratere a calice: Ebe ed Era, da Chiusi, 470 a.C. Firenze, Museo Archeologico 4013

Pittore di Villa Giulia, pelike attica: Ebe ed Era (retro: Zeus e Ebe), 460-450 a.C. London, British Museum 1895,0831.1

Pittore di Syriscos, cratere a colonnette: Ebe e le divinità riunite, cratere a colonnette, ca 460 a.C. New York, Woodner Collection

Pittore del Matrimonio, kylix attica: Ebe ed Era, da Nola, 460-450 a.C. Berlin, Staatliche Museen F 2547

Pittore di Altamura (vicino a), anfora attica: Ebe ed Era, ca 450 a.C. Wien, Kunsthistorisches Museum IV 772

Pittore di Siracusa 22174, anfora attica frammentaria: Ebe e Zeus, da Gela, ca 450 a.C. Siracusa, Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" 22174

Pittore di Siracusa 22174, anfora attica frammentaria: Ebe ed Era, da Gela, ca 450 a.C.
Siracusa, Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" 22175

Pittore di Siracusa 22174 (vicino a), lekythos attica: Ebe e Zeus, ca 450 a.C. Ascona, Galleria Serodine

Alabastro (del Laurion): Ebe e Zeus 450 a.C. Karlsruhe, Badischen Landesmuseum B 3056

Bassorilievo (partic.): Ebe ed Eracle, II metà del V secolo a.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale 6734

Anfora: Ebe e Zeus, 450-440 a.C. South Hadley (Mass.), Mount Holyoke College Art Museum

Pittore di Arianna, cratere a colonnette attico: Ebe e Ganimede, 450-440 a.C.
Paris, Cabinet des Medailles, Bibliothèque Nationale 416

Fregio Est del Partenone: Ebe nell'assemblea degli Olimpi,  447-432 a.C. London, British Museum

Pelike attica: Ebe ed Era, dalla Sicilia, ca 440 a.C. New York, Metropolitan Museum of Art 06.102.191

Ebe, bassorilievo in marmo, 430 a.C. Piraeus, Museo Archeologico

Pittore di Cadmo, cratere a calice attico (partic.): Ebe ed Era al giuramento di Paride, da Kertch, 420-410 a.C. Sankt-Peterburg, Ermitage Ю. 0.28 (St. 1807)

Capitello in calcare: Ebe Ganimeda, da Taranto, 430-380 a.C. Hamburg, Museum für Kunst und Gewerbe 1936,17

Ebe, bassorilievo attico in marmo, 425-420 a.C.
Atene, Museo Archeologico Nazionale

Pittore di Eretria, epinetronEbe al seguito di Afrodite, da Eretria, ca 425 a.C. Atene, Museo Archeologico Nazionale 1629

Gruppo scultoreo (perduto): Ebe ed Era, 423-417 a.C.

Cratere a volute attico: Ebe ed Efesto, da Spina, ca 420 a.C. Ferrara, Museo Nazionale 3033 (T 127 VT)

Pittore di Cadmo, cratere attico (con iscriz.): Ebe nella cerchia di Dioniso, ca 420 a.C. Ruvo, Museo Jatta 1093

Pittore di Gravina, hydria apula: Ebe Ganimeda, 410-400 a.C. Trieste, Museo Civico S 437

Rilievo attico in marmo pentelico: Ebe e Zeus, ca 400 a.C. London, British Museum 770

Pittore di Meleagro, pyxis attica: Nozze di Eracle e Ebe, 400-390 a.C., Philadelphia, University of Pennsylvania, Museum of Archaeology and Anthropology MS5462

Pittore di Nazzano, cratere a calice protofalisco: Ebe e Ganimede, 400-375 a.C. Pavia, collezione privata

Rilievo attico in marmo pentelico: Ebe e Zeus, ca 400-360 a.C. Città del Vaticano, Sala degli originali greci 799

Pittore della Furia Nera, frammento di cratere a calice apulo: Ebe Ganimeda, 390-380 a.C. Cambridge (Mass.), Fogg Museum 1952.33

Ebe, cratere, 370-350 a.C. London, British Museum

Gruppo scultoreo (perduto) consacrato nella cella dell'Héeraion di Mantinea: Ebe ed Era, 370-340 a.C.

Rilievo marmoreo: Ebe e le divinità riunite, da Epidauro, ca 350 a.C. Atene, Museo Archeologico Nazionale 1425

Rilievo in marmo greco: Ebe, Zeus ed Era, IV secolo a.C.
Paris, Musée du Louvre MA 391

Pittore di Dario, anfora apula (fr.): Ebe Ganimeda, da Ceglie del Campo, ca 330 a.C. Berlin, Staatliche Museen F 3239

Pittore dell'Oreste di Boston, anfora pestana (perduta): Ebe Ganimeda, da Nola, 330-310 a.C.

Pittore di Arpi, anfora apula: Ebe ed Efesto, da Arpinova (t.), ca 320 a.C. Foggia, Museo Civico 132723

Mosaico: Iuventas, 320-310 a.C.
Piazza Armerina, Villa Imperiale del Casale

Lamina bronzea incisa, con iscriz. (partic.): Iuventas, metà III secolo a.C. ca. Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco 12281

Bassorilievo di marmo (partic.): Iuventas, bassorilievo in marmo, ca 218 a.C. Roma, Villa Borghese Nr. LXVIII

Rilievo della Porte Noire de Besançon (1986): Ebe Ganimeda

Bassorilievo di marmo: Iuventas, I sec. a.C.
Roma, Musei Vaticani, Museo Chiaramonti

Coppia di gemme: Ebe Ganimeda, 50-25 a.C. Sankt Peterburg, Hermitage

Altare dei Lari di Vicus Sandaliarius: Iuventas, II sec. a.C.
Firenze, Museo degli Uffizi 972

Cammeo di zaffiro blu: Iuventas. Inghilterra, collezione privata

Sesterzio d'oro: IVVENTAS, 140-144 d.C. London, British Museum

Rilievo di marmo: Ebe Ganimeda e Iuventas, frontone del Tempio Capitolino (partic. di una lastra decorativa dell'Arco di trionfo di Marco Aurelio), 176 d.C. Roma, Musei Capitolini, Palazzo de' Conservatori S 807

LA FORTUNA DI EBE NELLA RITRATTISTICA SETTECENTESCA

Pierre Gobert: Giovane donna in veste di Ebe, fine XVII - inizio XVIII secolo. Le Mans, Musée de Tessé LM 10.122

Jean-Baptiste Santerre: Presunto ritratto della marchesa d'Epinay in veste di Ebe, prima metà del XVIII secolo. Collezione privata

Jean-Marc Nattier: Charlotte de Rohan-Guemenée, principessa di Masseran, marchesa di Crevecoeur in veste di Ebe, 1737. Versailles, Musée national du château MV7873

Pierre Gobert: Charlotte-Aglaé d'Orleans, duchessa di Modena, in veste di Ebe, ante 1744. Versailles, Musée national du château MV4360

Scuola francese: Ritratto di dama in veste di Ebe, prima metà del XVIII secolo. Barnard Castle, Bowes Museum B.M.269

Scuola francese: Pauline De Grignan, marchesa di Simiane, in veste di Ebe, prima metà del XVIII secolo. Vitré, Musée des Rochers-Sévigné

Robert Tournières: Ritratto di dama in veste di Ebe, 1742. Sankt Peterburg, Hermitage

Jean-Marc Nattier: La duchessa di Chaulnes in veste di Ebe, 1744. Paris, Musée du Louvre RF1942-32

Jean-Marc Nattier: Presunto ritratto di Louise-Henriette de Bourbon-Conti, duchessa d'Orléans, in veste di Ebe, 1744. Chantilly, Musée Condé PE376

Jean-Marc Nattier (copia): Ritratto di Louise-Henriette di Borbone Conti, duchessa di Chartres, in veste di Ebe, 1744. Stockholm, Nationalmuseum NM 1186

Marianne Loir: Giovane donna in veste di Ebe, seconda metà del XVIII secolo. Collocazione ignota

Louis René Vialy: Ritratto di dama in veste di Ebe, 1753. 
Collezione privata

Jean-Marc Nattier: Madame de Caumartin in veste di Ebe, 1753. Washington, National Gallery of Art 1946.7.13

Joshua Reynolds: Mrs. Pownall in veste di Ebe, 1762. Collezione privata

Jean-Marc Nattier: Madame Victoire, figlia di Luigi XV, in veste di Ebe, seconda metà XVIII secolo. Versailles, Musée national du château MV3817

Benjamin West: Mrs Worrell in veste di Ebe, 1770. London, Tate Gallery N00799

William Dickinson, da un dipinto di Robert Edge Pine: Miss Nailer in veste di Ebe, incisione, 1770. London, British Museum 1875,0710.7164

Giovanni Battista Lampi: La principessa Ekaterina Fyodorovna Dolgorukova in veste di Ebe, seconda metà XVIII secolo. Moscow, State Tretyakov Gallery 

John Watts, da un dipinto di John Berridge: Mrs Berridge in veste di Ebe, incisione, 1771. London, National Portrait Gallery 1902,1011.6582

Joshua Reynolds: Miss Mary Meyer in veste di Ebe, 1772. Rushbrooke Hall, West Suffolk, Rothschild Collection

François-Hubert Drouais: La Delfina Maria Antonietta in veste di Ebe, 1773. Chantilly, Musée Condé PE395

Augustin Pajou: Madame du Barry in veste di Ebe, 1776. Collezione privata (vedita Sotheby's New York, 25 gennaio 2012, lotto 78)

George Romney: Elisabeth Harriet Warren, viscontessa di Bulkeley, in veste di Ebe, 1775-1777. Cardiff, National MuseumNMW A 14940

George Romney: Catherine Vernon in veste di Ebe, 1777. Collezione privata

Anna Dorothea Therbusch: Henriette Herz in veste di Ebe, 1778. Berlin, Staatliche Museen

John Raphael Smith, da un dipinto di Matthew William Peters: Miss Mortimer in veste di Ebe, incisione, 1779. London, British Museum 1902,1011.5020

Angelica Kauffmann: Ebe, 1780. Warwick, Warwick Castle

Joshua Reynolds: Sophia Musters in veste di Ebe, 1785. London, Kenwood House

Gavin Hamilton: Presunto ritratto di Lady Hamilton in veste di Ebe, 1760-1780. Stanford, Iris & B. Gerald Cantor Center for Visual Arts at Stanford University 1972.149

John Hoppner: Mrs. Jerningham (Lady Stafford) in veste di Ebe, ultimo quarto del XVIII secolo. Collocazione ignota

John Russell: Miss Sarah White in veste di Ebe, ultimo quarto del XVIII secolo. Collezione privata

Hugh Douglas Hamilton: Lady Loft in veste di Ebe, 1790. Collezione privata

Elisabeth Vigée Lebrun: Anne Pitt in veste di Ebe, post 1792. Sankt Peterburg, Hermitage

English abstract

The article provides an update of the iconographic gallery dedicated to Hebe, the Greek goddess of youth.

 

keywords | Myth; Hebe; Temperance; Iconography; ancient pottery








doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2013.104.0008