"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

5 | gennaio 2001

9788894840032

La conquista del cielo: guerra e tecnica

Saggio interpretativo di Mnemosyne Atlas, Tavola C

a cura del Seminario Mnemosyne, coordinato da Monica Centanni e Katia Mazzucco, con la collaborazione di Sara Agnoletto, Maria Bergamo, Lorenzo Bonoldi, Giulia Bordignon, Claudia Daniotti, Giovanna Pasini, Alessandra Pedersoli, Linda Selmin, Daniela Sacco, Valentina Sinico

English abstract | English full version | Latina versio 

Materiali Tavola C | appunti di Warburg e collaboratori e didascalie
Lettura aggiornata di Tavola C (febbraio 2017)

La Tavola C è costituita da sole sette figure: in questo montaggio non si presenta la possibilità di applicare i principi che si sono dimostrati validi criteri di lettura per le tavole analizzate in precedenza. Questa difficoltà nel rintracciare un’uniformità metodologica conferma il bisogno di non stabilire, per la lettura delle tavole dell’Atlante, codici di decrittazione ermeneutica e percorsi prestabiliti.

Nella Tavola C la prima immagine in alto a sinistra (la macchina orbitale di Keplero) e l’ultima in basso a destra (le fotografie dello Zeppelin trasmesse per via telegrafica) non funzionano come incipit ed explicit narrativi; e neppure, come in altri casi, è identificabile un’immagine ‘fulcro’, attorno alla quale si intrecciano i percorsi semantici.

 

La Tavola presenta un’impostazione apparentemente lineare e progressiva: dalle prime conquiste della ‘scienza’ moderna (la rappresentazione delle misure delle orbite astronomiche) alle ultime sue acquisizioni (la trasmissione via telegrafo di immagini). Lo sguardo di Warburg si concentra qui sulla potenza dei diversi mezzi di riproduzione (le macchine della tecnica), e quindi sulla accresciuta possibilità di trasmissione delle ‘idee figurate’.

Anche sotto questo aspetto, risulta fondamentale per la comprensione del senso l’inserimento della fig. 3, l’immagine dei Figli del pianeta Marte, tratta da un manoscritto di area tedesca datato 1404: l’immagine ha diverse valenze e funzioni nella composizione della Tavola. La prima considerazione è che si tratta dell’unica rappresentazione ‘artistica’ della serie: l’unica figura che fa della Tavola C una tavola congruente rispetto alla costruzione dell’Atlante della Memoria; se non fosse stata inserita tra le altre anche la fig. 3, Tavola C potrebbe essere la tavola di un atlante sui progressi della ‘scienza e della tecnica’ e Warburg uno storico della scienza positivista, anziché uno storico della cultura. Inserendo la figura ‘eccentrica’ dei Figli di Marte, Warburg ottiene come primo effetto di conferire alla Tavola C un valore teorico e una complicazione di significato consonante alla polisemia delle altre tavole dell’Atlante. Il legame di omogeneità tematica della fig. 3 rispetto alle altre figure va ricercato nel tipo di considerazione che Warburg, esplicitamente, dedica nei suoi studi alla scienza astrologica: scostandosi dalla vulgata illuministica, Warburg riconosce nell’astrologia una forma scientifica di sapere. In questo senso l’antico potere demonico delle divinità antiche, catasterizzato in segni astrali e costellazioni, diviene un modo diverso di descrizione del cosmo apparentabile alla cosmologia e all’astronomia delle civiltà arcaiche. La potenza delle divinità si trasmette alle loro raffigurazioni materiali: disegnati nel cielo i profili degli dèi e dei demoni antichi diventano punti di orientamento. E qui si presenta, nella sua prima schematizzazione ‘tecnica’ (quella astrologica), un altro dei temi portanti della tavola: l’idea, che passa attraverso tutte le figure, dell’orientamento nel cosmo. Il filo tematico percorre in modo continuo la struttura della tavola: tutte le figure sono legate alla progressiva acquisizione di una “immagine coerente del cosmo” (Kurt Forster), che avviene primariamente grazie alla proiezione di una sua configurazione teorica.

L’orientamento nel cosmo è la premessa indispensabile per la conquista del cosmo, che avviene grazie all’invenzione da parte dell’uomo, via via sempre più tecnologicamente avanzata, di macchine: veicoli (aereo, dirigibile), apparecchiature per la misurazione (astrolabi, strumentazioni di bordo), mezzi per catturare e trasmettere via etere le immagini (la fotografia, il telegrafo). In questo senso anche il catasterismo tardo-antico (e poi medievale e rinascimentale) viene visto come uno dei tentativi di appropriazione del cosmo tramite la conoscenza, come pulsione di riavvicinamento della terra al cielo.

L’interesse si concentra su un tema che unisce fra loro le figure della tavola: la diffusione e veicolazione delle immagini, specie dal punto di vista delle possibilità di riproducibilità offerte dalla tecnica. I Figli di Marte (come i ‘figli’ degli altri pianeti) in fig. 3 stanno ancora sulla pagina di un manoscritto, ma presto passeranno a decorare i cicli astrologici dei palazzi cortesi (si pensi agli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara studiati da Warburg). Poi, a partire dalla fine del XV secolo, grazie al perfezionarsi e al diffondersi delle tecniche incisorie, diventano un soggetto sempre più rappresentato e diffuso: con le ali della stampa le incisioni astrologiche, riprodotte in più copie e in una forma accessibile a tutti, erano pronte a diventare strumento di orientamento e di indottrinamento ‘scientifico’. La migrazione delle divinità, già avviata dal processo di catasterizzazione ellenistica, si trasmette, di travestimento in travestimento, anche nel passaggio fra gli ‘stili’ dal Nord al Sud e viceversa. In questi passaggi le immagini dei demoni antichi cavalcano di epoca in epoca le diverse tecniche riproduttive. L’efficacia della stampa come nuovo medium di diffusione, con specifico riferimento a previsioni astronomico-metereologiche, è comprovata dai molti esempi di critica.

Così Warburg:

[Viene attaccata] la stampa illustrata di tipo sensazionale, la quale cercava di far effetto per esempio alla dieta di Worms creando il panico del diluvio ad opera di un Seytz. Si sente l’intervento dell’illustrazione silografica come potente nuovo espediente agitatorio per influenzare il pubblico non dotto.

Ancora Warburg:

La paura dei prodigi naturali vaticinati in cielo e sulla terra, condivisa da tutt’Europa, fu assunta a servizio della stampa quotidiana: se il pensiero erudito aveva preso il volo già in virtù della stampa a lettere mobili, ora, con l’arte grafica illustrativa, anche l’immagine, il cui linguaggio era per giunta internazionalmente comprensibile, ebbe le sue ali; fra Nord e Sud queste ominose ed eccitanti procellarie saettavano in qua e in là, mentre ogni partito cercava di assicurare questi ‘slogans figurati’ (come si potrebbero chiamare) della sensazione cosmologica al servizio della propria causa.

La tavola C, dunque, rappresenta a prima vista il progresso della tecnica come lotta all’irrazionale e come mezzo tutto umano per fronteggiare la prepotenza della natura. Da questo punto di vista è centrale l'immagine dello Zeppelin: nel settembre del 1929 il dirigibile di Eckner aveva compiuto per la seconda volta la traversata atlantica, inverando positivisticamente la vittoria dell’uomo sulle forze della natura. A quanto sappiamo dai frammenti dei suoi diari, Warburg era stato colpito soprattutto dalla manovra compiuta dall’equipaggio per evitare una tempesta segnalata in tempo dai moderni strumenti di bordo, annotato così icasticamente: “La colonna di mercurio come arma contro Satana Phobos”.

In un primo momento Warburg aveva pensato di opporre all’immagine del dirigibile tratta dai giornali, quella del pesce sospeso nell’aria (segno zodiacale in cui quell’anno sarebbe avvenuta la nefasta congiunzione dei pianeti) tratta dai Practica del 1524 di Leonhard Reymann. Il documento faceva già parte del suo materiale di ricerca sull’età di Lutero, ma in quel contesto, al contrario del significato che avrebbe assunto in Tavola C, aveva funzionato come esempio di panico suscitato dalla superstizione astrologica. Se Warburg avesse inserito in Tavola C l’immagine zodiacale del pesce nell’aria, nell’associazione con le altre immagini si sarebbe concretizzato visivamente lo spunto di riflessione offerto dal saggio su Lutero di circa un decennio prima, ma il significato complessivo sarebbe stato ribaltato. Il pesce volante di un’illustrazione del XVI secolo, che accompagnava la profezia di un’incontrollabile calamità naturale, sarebbe risultato giustapposto ai ritagli di noti giornali tedeschi con le baldanzose e trionfanti fotografie di tutt’altro tipo di volo; quindi il pesce astrologico sarebbe stato proposto non come immagine di quel demone contro cui la scienza vittoriosa aveva impugnato le armi, ma come prefigurazione di un nuovo mezzo tecnologico (morfologicamente assimilabile proprio a un grande pesce), atto a superare la potenza della natura e a evitarne, grazie alla sua sofisticata strumentazione, gli effetti devastanti.

Ma Warburg introduce nella tavola un altro scarto: segnalando la presenza di un ulteriore livello di lettura: nella successione della fig. 3, di ambito astrologico, con la fig. 4, un disegno sulle orbite planetarie della Terra e di Marte. Il demone che la scienza dovrebbe sconfiggere con le sue armi non è semplicemente la potenza naturale o genericamente la superstizione astrologica è Marte: il dio giustapposto alla potenza prometeica della téchne, il demone della guerra e della distruzione che, anche dal punto di vista della figurazione geometrica, eccede la configurazione di un movimento armonico delle orbite planetarie.

Così Warburg :

Riguardo alla volta celeste si potrebbe affermare che la tragedia prometeica dell’uomo consiste in questo: su di noi non esiste un firmamento stabile […]. Nel Mysterium Cosmographicum di Keplero del 1596 è raffigurato, come immagine emblematica dell’armonia delle sfere, un sistema di corpi solidi regolari inscatolati l’uno nell’altro. Ciascuno di questi corpi in conformità con la dottrina pitagorca presente in Platone rappresenta una sfera […]. Ma proprio riguardo all’orbita di Marte – come Keplero dovette riconoscere – non bastava più il sistema fino allora conosciuto, che poneva il cerchio come l’unità di moto a base dei moti dei pianeti. Mancava l’introduzione dell’ellisse nella cosmografia matematica.

Nella pacificata e positivistica fiducia nel progresso della scienza si innesta una nota di angoscia: non solo anche i demoni astrologici erano un tentativo di rappresentazione scientifica del cosmo, ma di più, la deriva della téchne sta nel suo utilizzo non a fini di conoscenza ma di distruzione. Nel segno di Marte.

L’apparente positivismo scientista di Tavola C viene dunque smentito clamorosamente dall’inserzione della fig. 3, che viene ad essere l’accesso privilegiato per entrare nell’ottica compositiva della tavola, la chiave prospettica che ne orienta il senso e che ordina la sequenza delle altre figure. La potenza incandescente e straordinaria della tecnica non rappresenta una univoca evoluzione verso il bene e la conoscenza: al centro del dibattito culturale post-bellico – per altro in una temperie di pathos che Warburg interiorizza e incarna fino al limite dello squilibrio mentale – sta proprio il tema della tecnica al servizio della distruzione. Già nella troppo nota conferenza del 1923 sul Rituale del Serpente Warburg concludeva il suo excursus sulla relazione tra riti-superstizioni-miti e tecnica con un attacco alla tecnica come assassina dello spirito:

Il telegrafo e il telefono distruggono il cosmo. Il pensiero mitico e il pensiero simbolico, nel loro sforzo per spiritualizzare il rapporto fra l’uomo e il mondo circostante, creano lo spazio per la preghiera o per il pensiero; il contatto elettrico istantaneo uccide.

Nel discorso proposto dalla Tavola C la considerazione della tecnica è senza dubbio più complessa e articolata, e la chiave prospettica ci viene offerta ancora dall’immagine dei Figli di Marte della fig. 3 (e dall’orbita di Marte eccedente ogni ipotesi di armonia). La tecnica, dono prometeico, affronta demoni e potenze oscure e, a volte, vince anche la violenza della natura. Ma l’attacco per la conquista del cosmo sferrato dall’uomo, armato della sua intelligenza e degli strumenti che riesce a costruire, è un oltraggio e ha la sua deriva nei monstra tecnologici, mirabilia e tremendi prodigi. La tecnica è un’altra forma di magia, che ha a che fare per sua natura con le potenze che crede illusoriamente di debellare. Come nota Warburg per monstra ad sphaeram: tragicamente la costruzione imaginale di un ordine cosmico si può inventare soltanto con l’energia delle potenze demoniche, ma quella forza, se implacata, promette comunque derive di distruzione.

Da qui i collegamenti con la tavola precedente (B) e con la seguente (1) coinvolgono temi generali più che singole immagini come fulcro di specifici percorsi. Da notare è il dato che la Tavola C si colloca all’inizio dell’Atlante: le tre tavole iniziali siglate con le lettere A B C sono in certo modo a sé stanti, porte di accesso sulle possibili vie di interpretazione dell’intera opera. Se la Tavola A apre un discorso molto preciso sulle migrazioni geografiche e temporali delle divinità antiche – poste in relazione significativa con un altro tracciato genealogico, l’albero folto della gens Tornabuoni – la Tavola B mostra con le sue figure l’umano desiderio di riflettersi nel cosmo e di riflettere in sé il cosmo, universo misurato, rappresentato e conquistato da quella téchne che nella Tavola C rivela anche la propria deriva annientatrice.

Il tema centrale della Tavola B si può definire quindi ‘l'uomo e il cosmo’: orientamento attraverso l’avvicinamento delle stelle all’uomo, corrispondenze tra macrocosmo e microcosmo, configurazioni astrali nel corpo (melothesia) e monstra del corpo (teratologia). Sono i primi passi della conquista medico-scientifica nella visione del corpo umano proposto come metafora e rappresentazione del corpo cosmico. La presa di distanza dal corpo ‘mostruoso’ (B.5) è la premessa necessaria per tracciare il disegno del corpo ‘virtuoso’ come faranno, in pratica, Leonardo e Dürer (B.6,B.7); allo stesso modo, il superamento dell’astrologia in Keplero mediante l’applicazione della matematica alle figurazioni demoniche, prelude allo studio ‘scientifico’ delle orbite astrali.

Con la successiva Tavola 1 sembrano invece iniziare – anche cronologicamente – gli excursus in profondità dei tracciati, le immersioni.

Il nesso che lega la Tavola C alla Tavola 1 sta proprio in una immagine: in fig. 1.8 (da un pannello della mostra tenuta alla KBW 1.8) vediamo comparire Perseo (già presente in C.3 tra i Figli di Marte) nei diversi abiti delle sue peregrinazioni dall’homo niger, ‘demonio’ dei decani di Schifanoia guardiano della propria decade, al messaggero che unisce le dimensioni terrena e ultraterrena, l’antichità e la cristianità, fino al ‘demone’ pacificato della costellazione nella Cappella Chigi.

Ricompare in Tavola 1 anche il tema dell’orientamento, considerato sotto il rispetto della lettura/decifrazione: il medium prescelto è la pratica mantica dell’epatoscopia, da Babilonia all’Etruria (1.4,1.7). Scrive Warburg:

In un certo qual modo esiste un unico fegato cosmico di cui quello umano e quello animale non sono che singole manifestazioni strettamente collegate tra di loro.

Nel saggio su Lutero, tra le pagine dedicate all’interpretazione dei fenomeni come premonizione di eventi importanti, leggiamo anche:

Il processo di acquisizione di un ‘orizzonte orientato’ del cosmo, del corpo, della razionalità, raggiunge un suo punto critico con la descrizione anatomica di Dürer, laddove ciò che conta non è la definizione per differenza rispetto al monstrum, bensì la ricostruzione del disegno di un corpo naturaliter ‘virtuoso’.

Tabula C

latina versio a Giacomo Dalla Pietà confecta

Septem figuris tabula C composita est: hac in tabula ratio legendi qua in aliis tabulis, iam a nobis exploratis, utimur, vana ac irrita videtur. Dum difficultas in invenienda una ratione methodologica ac hermeneutica nos animo confirmat ad fugitanda praecepta strictiora praestitutaque itinera in pervestigatione Atlantis Mnemosynes.

Nam in tabula C figurae extremae, altera laevo margine in superiore ordine collocata (Kepleriana orbium planetarum machina), altera dextero margine, in inferiore ordine posita (photographicae imagines de Zeppelin, telegraphica via propalatae) munere incipitariae et explicitariae figurae non funguntur; verum deest etiam figura centrata in qua itinera semantica complectentur.

Prima inspectione in tabula C proponitur iter simplex, quasi linearis rerum progressio: a prima pervestigatione scientiae (orbium planetarum dimensio in machina figurata) usque ad novissima inventa (imagines via telegraphica communicatae). Magna vis potentiaque in vehiculis mediaticis et in machinis quibus imagines finguntur a Warburg conspiciuntur; itaque ipsius cogitatio intenditur ad novam auctamque facultatem tradendi “figurata phantasmata”.

In tabula respicienda praecipua ad intelligendam compositionem figura 3 cum imagine 'De Martis Filiis' ex codice germanico anno 1404 ascripto, videtur: ei imagini plurimae significationes in tabulae compositione attribuendae.

Primum nobis considerandum figuram 3 unam imaginem opere artificioque confectam esse: itaque haec figura tantum efficitur ut tabulae C convenientia quaedam sit cum aliis tabulis in Atlante collectis. Nam nisi figura 3 in tabula C collocata esset, omnis tabula lineis normatis simplicibusque evolveretur et a Warburg proponeretur argumentum de rationali et positivistico progressu scientifico ac technologico. Extraria imago de Martis Filiis inter alias figuras interposita denotat tabulae polysemiam et eius congruentiam in Atlantis compositione. Fig.3 exhibet analogiam in re cum aliis figuris, quae confirmatur in studiis warburgianis de astrologia: a vulgata illuministica digrediens, Warburg astrologiam rinascimentalem disciplinam scientificam agnoscebat. Propterea dei antiqui cum eorum daemonica potentia, astris sideribusque per catasterismum factis, cosmologicae descriptionis rationem quandam praebent, astronomiae ab antiquissimis gentibus exercitae similem. Numinosa potentia in deorum imagines siderales transfunditur: in coelo figurae deorum delineatae conspiciuntur et regiones designant. Aliud argumentum in tabula capitale et omnino pervasivum, scientifica (id est astrologica) prima expressione, hic emergit: directio cursusque in cosmo. Hoc iter thematicum continuatur per omnes tabulae figuras, concatenatas in progressum ad adhibendam “congruentem cosmicam figuram” (ita Kurt Forster): quae exquisita congruentia initium capit a cosmo theorice figurato. Directio certa cursusque in cosmo propositiones necessariae ad potestatem super mundum videntur: humana in mundo potestas machinis valentioribus, gradatim inventis, augetur. Machinae inventae fuerunt vehicula (aereomobile, dirigibile), instrumenta ad dimetendum apta (astrolabium, machinamenta navalia), machinationes captandi et communicandi imagines verbaque per aetherem apparatae (photographia, telegraphum). Hac in ratione ipsa theoria de catasterismo in sera antiquitate (et postea in medioevali et rinascimentali aevo) recepta, experimentum humanum in comprehensione cosmi per scientiam atque impulsio ad appropinquandam terram coelo habetur.

Figurae in tabula nexibus plurimis concatenantur: tamen unum argumentum praecipuum videtur, id est propalatio ac transmissio imaginum ipsius potentiae technologicae gratia. Filii Martis (sicut filii Veneris, Iovis et aliorum planetarum) in fig. 3 in folio quodam codicis conspiciuntur; sed mox translaturi erant ad ornandas scaenas astrologicas in palatiis nobiliaribus (vide opera a fresco in ferrarensi Palazzo Schifanoja picta et a Warburg ipso pervestigata); postea ab extremo XV saeculo, technica impressoria perfecta et pervulgata, figurationes astrologicae ubicumque finguntur; deinde imagines astrologicae technica typographica propulsae vulgataeque iterum atque iterum replicatae et exemplatae, ubique apparent omnium oculis expositis, ut vehicula mediatica ad scientiam astralem comparandam et pervulgandam. Cum migratio deorum initium a catasterismo hellenistico cepisset, gradatim translata est variis stylis ab Europa septentrionali ad meridianam et vice versa: hoc in itinere deorum antiquae imagines, ad exhibitionem intrinsecus proclives, in saeculorum aetatibus inventionibus technicis crebre exemplatae vectantur. Nova arte graphica figurae pervulgantur et potentia imaginum astralium in astronomicis metereologicisque ominibus diffunditur. Quae potentia demonstrata est cum saepe nova ars mediatica oppugnaretur.

Sic Warburg:

Viene attaccata] la stampa illustrata di tipo sensazionale, la quale cercava di far effetto per esempio alla dieta di Worms creando il panico del diluvio ad opera di un Seutz. Si sente l'intervento dell'illustrazione silografica come potente nuovo espediente agitatorio per influenzare il pubblico non dotto [italica versio].

Et Warburg etiam:

La paura dei prodigi naturali vaticinati in cielo e sulla terra, condivisa da tutta Europa, fu assunta a servizio della stampa quotidiana: se il pensiero erudito aveva preso il volo già in virtù della stampa a lettere mobili, ora, con l'arte grafica illustrativa, anche l'immagine, il cui linguaggio era per giunta internazionalmente comprensibile, ebbe le sue ali; fra Nord e Sud queste ominose ed eccitanti procellarie saettavano in qua e in là, mentre ogni partito cercava di assicurare questi "slogans figurati" (come si potrebbero chiamare) della sensazione cosmologica al servizio della propria causa.

Itaque in tabula C prima inspectione gradus in technologia humanissima experimenta adversus naturae vim immanitatemque videntur. Hoc in respectu photographia ex Zeppelin capta, imago magni momenti est: anno 1929, in mense Septembri dirigibile ab Eckner gubernatum alteram Oceani Atlantici transvolationem perfecit, qua humana victoria adversus naturam pro positivistica speculatione confirmaretur. E notis fragmentisque in diariis collectis, constat Warburg maxime miratum esse eam dirigibilis administrationem qua procella, novissimis instrumentis tempestive indicata, evasa esset. Ita Warburg icastice adnotavit: “La colonna di mercurio come arma contro Satana Phobos”.

Primum, Warburg animo suo conceperat Zeppelin imaginem, ab ephemeridis deductam, iuxta imaginem magni Piscis in aere suspensi collocare: imago Piscis e Leonhard Reymann Practica (1524 edita) deducta erat, id est zodiacale signum sub quo infausta coniunctio planetaria eodem anno facta esset. Figura Piscis iam in documentis, collectis a Warburg in pervestigatione de aetate Lutheri, inerat. Attamen si Warburg inseruisset in tabula C imaginem Piscis in aere librantis in serie cum aliis figuris in tabula positis, rationem prioris exquisitionis de Luthero confirmavisset. Verum tota significatio subversa esset. Imago Piscis impressa XVI saeculo, illic concomitata cum funesta ac ineluctabili calamitate, apposita esset aliis figuris ex germanicis ephemeridibus deductis in quibus conspicimus superbae transvolationis Oceani imagines photographicas: itaque Piscis sideralis non respiciendus esset ut daemon contra quem disciplina scientifica instrumentis suis victrix emergeret, sed ut praefiguratio novissimi vehiculi, id est dirigibilis formaliter magno pisci in aere suspenso adsimulabilis. Machina enim est apparata ad obstandam praepotentem naturam atque ad calamitates vitandas sophisticatae technologiae gratia.

At Warburg novissimum Zeppelin in Pisci XVI saeculo impresso non praefigurat, sed in tabula C aliam significationem inicit: figura 3 - astrologica imago - proxima figurae 4 (lineamenta de orbibus planetariis Terrae et Martis), designat aliud limen hermeneuticum. Daemon disciplina scientifica debellandus non est sic et simpliciter nec figura potentiae naturalis nec phantasma religionis astrologicae: deus in armis (vel per machinas) naturae potentiae obstaturus atque ad prometeicam technologiam applicatus, Mars esse videtur. Numen bellicosum, deus vastator et terribilis, etiam sub specie geometrici lineamenti, ab orbium planetarum harmonia declinans. Sic Warburg:

Riguardo alla volta celeste si potrebbe affermare che la tragedia prometeica dell'uomo consiste in questo: su di noi non esiste un firmamento stabile [...]. Nel Mysterium Cosmographicum di Keplero del 1596 è raffigurato come immagine emblematica dell'armonia delle sfere, un sistema di corpi solidi regolari inscatolati l'uno nell'altro. Ciascuno di questi corpi in conformità con la dottrina pitagorica presente in Platone rappresenta una sfera [...]. Ma proprio riguardo all'orbita di Marte - come Keplero dovette riconoscere - non bastava più il sistema fino allora conosciuto, che poneva il cerchio come l'unità di moto a base dei moti dei pianeti. Mancava l'introduzione dell'ellisse nella cosmografia matematica.

Fides pacificata et positiva in progressu scientifico infitiatur, et angor quidam subiit: si olim daemones siderales figurationes scientificae propositi essent, nunc doctrina scientifica ad vastationem non ad intelligentiam mundi applicata corruerit. Sub martiali signo.

Hac in ratione figura 3 collocata, pro speculatione positivista et progressiva, obscuratur: itaque imago cum Filiis Martis ianua tabulae fit, aditus et prospectus ad eius significationes, gubernaculum consecutionis figuralis.

Potentia technologica, fulgida ac mirabilis, non semper homines ad bonum et ad sapientiam universos ducit: téchne ad vastationem adhibita abusaque videtur argumentum quod in controversia est post finem Primi Belli Mundialis. Quaestio de technica turbat mentes patibiliores, ut Warburg qui usque ad conturbationem mentis exprimit pathos atque immo sensum temporis sui. In lectura de ritu draconis, anno 1923 apud Kreuzlingen in nosocomio pronuntiata - nimis nota lectio quamquam Warburg voluisset obscuram atque ineditam - excursus de nexibus inter ritus, religiones, fabulas mythicas versus technologicas inventiones, concludebatur in petitionem contra technologiam mortiferam, spiritui infestam:

Il telefono e il telegrafo distruggono il cosmo. Il pensiero mitico e il pensiero simbolico, nel loro sforzo per spiritualizzare il rapporto fra l'uomo e il mondo circostante, craeno lo spazio per la preghiera o per il pensiero; il contatto elettrico istantaneo lo uccide.

Iter hermeneuticum in tabula C proponit sententiam quandam de technica sine dubio multiplicem et quaestionem graviorem, in se ipsa implicatam. Ianua est eadem imago de Filiis Martis in fig.3 (et in fig. 4 orbis Martis declinans ab planetarum orbium harmonia). Technologia, prometheicum donum, obstat contra daemones et potentias obscuras; quandoquidem victrix videtur et potentiam naturae superat; verum tamen impetum factum ab hominibus ad comprehendendum cosmum, armis intelligentiae et instrumentis inventis apparatisque, corruit in monstra technologica, mirabilia et ominosa praesagia.

Technologia altera magia est, quae naturaliter tractat materiam quam subiectam arbitretur. Sic Warburg adnotat: “per monstra ad sphaeram”. Cosmica compositio imaginalis invenienda tantum in numinum daemoniumque potentia. Verum haec vis, implacabilis et inexorabilis, utique latura dissolutiones atque ultimas calamitates.

Nexus cum tabulis contiguis in Mnemosyne compositione (B, 1) omnia argumenta, nullas singulas figuras per significantia itinera implicant. Memorandum tabulam C in capite Atlantis positam esse: tres tabulae incipitariae (A, B, C) sunt ab aliis seiunctae, quasi aditus totius operis aperientes ut itinera hermeneutica patefiant. In tabula A initium capit argumentum definitum de migrationibus deorum per spatium ac per tempora: in tab. A inest alter iter genealogicum, arbor densa gentis Tornabuoni. In tabula B ostenditur per imagines hominum cupido ut in cosmo figura humana respondat et in se homo cosmum reverberet: cosmus, id est universus mundus, figuratus et comprehensus ea technologia quae in tabula C vastatrix videtur.

Tabulae B argumentum est de homine et mundo: collocatio in cosmo, per admotiones siderum ad hominem acquirenda; vincula inter macrocosmum et microcosmum; figurationes siderales in ipso corpore humano (melothesia); monstra (teratologia). Primi gradus ad theoriam scientificam conspiciuntur, per doctrinam medicam quae ducit ad intelligentiam corporis humani et, per analogiam, ad figurationem corporis cosmici: depulsio corporis monstruosi (B.5) hypothesis necessaria videtur ad delineandam figuram corporis humani ‘virtuosi’: hoc perfectum in Leonardo et in Dürer (B.6, B.7). Eodem modo Keplero supergreditur limen astrologicum in applicandis lineis geometricis figurationibus daemonicis: itaque preafigurat explorationem scientificam orbium sideralium.

In tabula 1 initium capiunt, etiam sub specie chronologica, excursus itinerum et eorum perscrutationes explicationesque: quasi descensus in intimis liminibus, finibus ultimis, dilapsis, aquatilibus, formam mutantibus pro vasibus. Una imagine tabula C cum tabula 1 vincitur. In fig.1.8 (deducta ex expositione in KBW 1.8) apparet Perseus — qui iam aderat in C.3 inter Filios Martis — variis vestimentis indutus per varias migrationes: homo niger, ‘daemon’ in decanis Schifanoiensibus, custos decadis suae; viator et cursor coniungens mundum et Inferos, sed etiam aevum antiquum cum aevo christiano usque ad daemonem pacificatum in sideribus Capellae Chigi.

Rursum in tabula 1 conspicitur argumentum de humana dispositione in cosmo, sub specie praesagi, divinationis, explicationis, praesertim manticae epatoscopicae, a Babylonia ad Etruriam translatae (1.4, 1.7). Warburg scripsit:

In un certo qual modo esiste un unico fegato cosmico di cui quello umano e quello animale non sono che singole manifestazioni strettamente collegate tra di loro.

In exquisitione de Luthero, circa divinationes et presagia naturalia, sic legimus:

Il superamento dello spirito babilonese è veramente già compiuto nell'incisione di Dürer [...]. L'interesse naturalistico per il fenomeno guida il bulino.

Progressus acquirendi cursus dispositionesque in cosmo, in humano corpore, in intelligentia rationali, adipiscitur culmen cum Dürer et eius anatomica descriptione, cum effectus non sit definitio corporis ‘virtuosi’ pro corpore monstruoso, sed potius propositio et inventio lineamenta humani corporis quod est naturaliter ‘virtuosum’.

English abstract

To explain the Panel C the methodology applied to the Atlas’ other panels can’t be used. The Panel’s themes are examined, first of all the progress of science and technology as a fight against the irrational and a means to face the nature, at the end the struggle of man armed with his intelligence for the conquest of the cosmos.

keywords | Mnemosyne Atlas; science; technology; Warburg.

Per citare questo articolo / To cite this article: Seminario Mnemosyne, La conquista del cielo: guerra e tecnica. Saggio interpretativo di Mnemosyne Atlas, Tavola C, “La Rivista di Engramma” n. 5, gennaio 2001, pp. 25-35 | PDF