"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

88 | marzo 2011

9788898260331

Studia Alexandrina 2010/2011

Indagini, iniziative scientifiche, eventi culturali intorno ad Alessandro il Grande

Claudia Daniotti

English abstract

Se è vero che la figura e il mito di Alessandro il Grande hanno goduto di una fortuna quasi ininterrotta da più di duemila anni a questa parte, di recente abbiamo assistito a un revival di interesse diffuso per Alessandro, alimentato anche mediante le arti più popolari, ad esempio dall’uscita nelle sale dell’Alexander di Oliver Stone (USA, 2005; vedi la recensione di Alexander in Engramma 39). In questi mesi però si registra un particolare rilancio di attenzione per Alessandro anche nell’ambito degli studi scientifici e delle iniziative di alta divulgazione, in forma di esposizioni particolarmente prestigiose, convegni internazionali, seminari di studi e progetti di ricerca che sembrano rincorrersi, quando non intrecciarsi, in Europa e non solo.

Alessandro e l’albero oracolare, miniatura da Shahnameh di Firdusi, 1430 circa, Oxford, Bodleian Library, ms. Ouseley Add. 176, c. 311v

Volendo segnare un punto di inizio di questa stagione particolarmente felice negli Studia Alexandrina ricordiamo il convegno The Alexander Romance in Persia and the East (di cui avevamo già dato qui segnalazione), tenutosi all’Università di Exeter dal 26 al 29 luglio 2010, e di cui sembra imminente la pubblicazione degli atti. Straordinaria occasione per discutere di quell’Alessandro leggendario, dai molti volti, e ancora in gran parte da studiare, che lascia tracce di sé in ognuna delle varie civiltà che, viste da Occidente, indichiamo genericamente come ‘orientali’, l’appuntamento di Exeter ha contribuito a mettere in dialogo studiosi e ricercatori provenienti letteralmente dai cinque continenti, in una particolare atmosfera di generosità intellettuale tanto più preziosa, quanto più rara in occasioni di questo tipo. L’Oriente al centro delle giornate di studio organizzate da Richard Stoneman e Ian Netton sconfina largamente dal limes segnato da Alessandro sulla mappa del mondo: arriva a toccare la Spagna musulmana ma anche la cultura bizantina specie nella fase precedente alla conquista ottomana; il mondo di lingua ebraica e lo stesso impero turco; e poi ancora, le notizie delle imprese di Alessandro giunte fino in India e quelle frammentarie approdate in Cina; e ancora i racconti che adombrano un ramo della tradizione, quello dell’Africa non arabizzata, pressoché inesplorato; fino alla straordinaria eredità culturale nata sulla frontiera ultima che oggi è Afghanistan, e che fu l’estremo confine nord-orientale segnato dall’impero di Alessandro prima, e da quello coloniale inglese poi. Che nell’importante convegno di Exeter 2010 l’accento sia stato posto, in particolare, sulla presenza di Alessandro nella cultura persiana non è certo casuale: è la Persia a essere il filtro e il tramite privilegiato che per secoli unisce Europa e Asia; è la letteratura persiana che – rielaborando la disastrosa caduta degli Achemenidi, sconfitti da Alessandro, ma anche assorbendo temi politici e messianici della tradizione ellenistica, di quella giudaica e anche musulmana – distilla e trasmette al Medioevo eurasiatico le imprese di Alessandro-Iskandar, così come narrate, e spesso meravigliosamente illustrate, nei due grandi racconti epici di Firdusi (Shahnameh, "Libro dei re", completato nel 1010) e di Nizami (Iskandarnameh, "Libro di Alessandro", 1200 circa).

 

 Alessandro e l’acqua della vita, miniatura da Shahnameh di Firdusi, 1494, Oxford, Bodleian Library, ms. Elliott 325, c. 396v

A 1000 anni dalla stesura dell’opera di Firdusi, una delle più vaste e ambiziose dell’intera letteratura persiana e insieme il componimento epico nazionale del popolo iraniano, il Fitzwilliam Museum di Cambridge ha recentemente ospitato la mostra Epic of the Persian Kings: The Art of Ferdowsi’s Shahnameh (11 settembre 2010-9 gennaio 2011), i cui materiali restano parzialmente ripercorribili in una mostra online.

Varrà la pena ricordare che, all’interno dell’opera del "Libro dei re" di Firdusi, Alessandro-Iskandar svolge un ruolo assolutamente cruciale: nel ripercorrere le imprese dei re del passato, il poeta indica un momento preciso che raccorda il tempo del mito, narrato nella prima sezione dell’opera, a quello della storia persiana, narrato nella seconda. Questo punto di passaggio è segnato dall’ascesa al trono dell’ultimo degli Achemenidi, Dara-Dario III, e dalle contemporanee conquiste di Iskandar-Alessandro. In altre parole, è Alessandro che, accolto nell’epopea del popolo persiano, segna in Firdusi il passaggio dal mito alla storia; di più, Alessandro viene iscritto a pieno diritto nella genealogia dei re persiani: considerato fratellastro di Dara secondo una leggenda nata in epoca sasanide, e dunque sovrano legittimo, le imprese vittoriose del Macedone vengono adottate nell’epica storica ‘nazionale’ iraniana, siglando non più una rottura ma piuttosto la continuità rispetto all’antica ascendenza achemenide. 

 

Alessandro fa eseguire due condanne capitali, miniatura da Les Faits du Grand Alexandre di Vasco da Lucena, XV secolo, Parigi, Bibliothèque Nationale, ms. fr. 6440, c. 230

Nella luce del recente revival alessandrino, particolarmente rilevante è il progetto di ricerca Mythalexandre. La création d’un mythe d’Alexandre le Grand dans les littératures européennes (XIe siècle-debut XVIe siècle), diretto da Catherine Gaullier-Bougassas dell’Università di Lille. Nato nel 2009 dalla collaborazione di dodici studiosi provenienti in gran parte dal mondo accademico francese, Mythalexandre si propone di indagare la ricezione del mito di Alessandro nell’Europa occidentale e orientale, dal Medioevo fino al primo Rinascimento, secondo un metodo interdisciplinare che sia in grado, intorno a un tema tanto ampio, di mettere a frutto le diverse professionalità dei ricercatori coinvolti: per la maggior parte linguisti e specialisti delle lingue romanze, ma anche medievisti e storici delle letterature bizantina, armena, slava, scandinava e medio-latina. I convegni e le giornate di studio che scandiscono e sostanziano il progetto si succederanno fino al 2013 e hanno già visto quattro appuntamenti: l’ultimo, a Parigi lo scorso 4 marzo 2011, dedicato al viaggio di Alessandro verso il Paradiso terrestre. Da segnalare in particolare l’incontro Alexandre à la Renaissance che a Caen, il 9 e 10 dicembre 2010, ha posto l’attenzione sulla fortuna del mito di Alessandro intorno al XV secolo, il limite cronologico estremo fissato dal progetto di ricerca stesso. Una discussione in gran parte incentrata sulla trasmissione scritta e letteraria, che da Petrarca e dal tardo Medioevo francese e borgognone arriva al pieno Rinascimento italiano, e che non ha trascurato però le testimonianze iconografiche che si raccolgono intorno all’immagine di Alessandro: dagli affreschi di Fontainebleau agli emblemi di Achille Bocchi, fino all’Alessandro modello della ritrattistica eroica rinascimentale.

Dall’altra parte della Manica, altre due sono le iniziative, entrambe gravitanti intorno alla UCL di Londra, che meritano menzione, pur essendo riservate all’ambito più ristretto degli studiosi specialisti di temi alessandrini: all’incrocio tra ipotesi di lavoro consolidate negli studi e nuovi sguardi di ricerca sperimentale è stato il Seminario di Storia antica dedicato ad Alessandro, organizzato presso l’Institute of Classical Studies  tra gennaio e marzo 2011. A pochi passi dall’Istituto, il Petrie Museum of Egyptian Archaeology ha invece dedicato ad Alessandro durante lo scorso mese di febbraio un ciclo di conferenze dal titolo Alexander the Great: Legend, Legacy and Romance, in cui hanno trovato spazio contributi dedicati alla declinazione egizia dell’immagine di Alessandro e alla sua eredità nell’Egitto tolemaico.

Ma la stagione di rinascita degli studi alessandrini investe anche il cuore del continente africano: grandi aspettative suscita il prossimo convegno internazionale di studi, da poco annunciato, Alexander in Africa (Grahamstown, Sudafrica, 28-30 giugno 2011). Nella terra che ha visto nascere la trilogia romanzesca dedicata da Mary Renault ad Alessandro (la cui opera più nota è Il ragazzo persiano: vedi la recensione in Engramma 41), si annuncia un’ulteriore indagine su ciò che fu e ciò che resta in terra africana della leggenda e della storia di Alessandro: da Siwa ad Alessandria, dagli ultimi progetti di conquista immaginati sul letto di morte all’Egitto ellenistico e romano, dalle tracce del Romanzo agli storici arabi e fino ai più tardi imitatori del Macedone in età coloniale.

Volo al cielo coi dragoni, fibbia da calzatura, II secolo d.C., da Tillia Tepe (nord Afghanistan), Kabul, Museo Nazionale

Vivacissimo è anche il calendario delle esposizioni: per una mostra monografica dedicata ad Alessandro appena chiusa ad Amsterdam (vedi l'approfondimento di Lorenzo Bonoldi su uno dei pezzi esposti, in questo numero di "Engramma"), un’altra mostra appena aperta a Londra, che ruota, più o meno esplicitamente, intorno alla figura e alle imprese di Alessandro: Afghanistan. Crossroads of the Ancient World (British Museum, 3 marzo-3 luglio 2011). Si tratta dell’attesissima tappa londinese della mostra itinerante che da anni percorre diversi paesi portando alla conoscenza degli occidentali la straordinaria eredità dei tesori dal Museo Nazionale di Kabul: un’eredità che risulta ancor più preziosa perché proveniente da uno dei più tragici e interminabili teatri di guerra del nostro tempo. In mostra, nella splendida esposizione dei tesori afghani, è una storia che non potrebbe cominciare che dalle conquiste di Alessandro: senza l’arrivo dei Greci nel cuore dell’Asia non si darebbero gli avori e i vetri di Begram, le monete e i bronzi di Ai-Khanum, i corredi d’oro dei Kushana sepolti nella ‘Collina d’oro’ di Tillia Tepe, l’arte del Gandhara. Non sarà allora un caso se proprio in Inghilterra, un paese così attento al coinvolgimento attivo dei visitatori nell’evento culturale, le iniziative didattiche pensate in questa occasione per i più difficili e incontentabili dei visitatori, i bambini, muovono proprio da qui: dagli storytellers chiamati a riportare in vita, attraverso il racconto, il viaggio avventuroso di Alessandro, sempre uguale e sempre diverso, nei secoli e nei millenni, fino ai confini del mondo.

Per il suo consiglio e i suoi preziosi suggerimenti ringrazio Mario Casari  

English abstract


Major exhibitions, international conferences, research projects: over the past months a number of 'talks of Alexander' have been taking place in Europe, drawing new attention to what is doubtless one of the most popular and enduring cultural myths whose traces can be found in both Eastern and Western traditions – that is, the myth of Alexander the Great. Much wider than the empire conquered by the Macedonian king more than two thousand years ago, the empire of Alexander’s memory has reshaped his image over the centuries, recounting his deeds and legendary adventures from Northern Europe to Ethiopia and from Russia to India. This article presents the most important cultural events that have recently explored the myth of Alexander in both the Eastern and Western traditions.