"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

203 | giugno 2023

97888948401

Il Museo delle Navi romane di Nemi

Passato presente e futuro

Daniela De Angelis, Direttrice del Museo delle Navi romane

English abstract

Foto del plastico di presentazione del museo, INASA, fondo Navi di Nemi, C2 sezione fotografie.

Fotografia della struttura del Museo in costruzione 1936-40, (Archivio di Stato di Roma, sede distaccata di Via Galla Placidia 93 – Fondo “Ufficio Speciale del Genio Civile Tevere e Agro Romano (1971-1950), II Versamento”, Inventario 405b).

Fotografia aerea del Museo appena completato, nel 1940.

Fotografia aerea del Museo delle Navi romane allo stato attuale.

Circondato dalla splendida cornice naturalistica del Lago di Nemi, il Museo delle Navi romane, afferente alla Direzione Regionale Musei Lazio, rappresenta una brillante opera dell’ingegno umano non solo nel suo contenuto storico e archeologico, ma anche per l’edificio stesso, mirabile opera di progettazione dell’architetto Vittorio Ballio Morpurgo. La natura stessa dell’edificio, concepito come un hangar navale atto a ospitare le due navi dell’imperatore Caligola recuperate nel lago di Nemi negli anni Trenta del secolo scorso, ne rappresenta il punto di forza ma rende complessa la gestione della fruizione, valorizzazione e piena accessibilità.

Su questi temi sono state improntate le attività degli ultimi anni, partendo in primo luogo dalle ormai gravissime problematiche strutturali, legate principalmente alle continue infiltrazioni che interessano tutto l’edificio a causa delle sue caratteristiche costruttive. In un’epoca in cui i Musei erano edifici contenitori, spesso ricavati da palazzi riadattati, Morpurgo proponeva una soluzione museale di rara modernità, con spazi che in un colpo d’occhio relazionavano i reperti archeologici, gli scafi e il lago.

Lo sviluppo volumetrico del Museo risulta così probabilmente ispirato agli Arsenali Pontifici, ma in evidente rapporto di dialogo con il contesto territoriale. In particolare, la copertura praticabile e i terrazzini sopra il colmo delle falde palesano la volontà del progettista di realizzare un’opera che mantenesse un forte dialogo con il contesto paesaggistico, in continuità con il rapporto originario e strettissimo tra le navi di Caligola e il panorama offerto dal lago di Nemi. L’articolazione spaziale del Museo è efficacemente spiegata dallo stesso architetto:

Le sue serie di archi di trenta metri di luce che sovrastano i bacini dove sono conservati i ruderi lignei delle navi imperiali, sono tra loro legate da robuste piattabande; così a piano terreno come all’altezza delle navi, le corsie di ispezione attorno alle navi si saldano, nella zona assiale, in un’ampia galleria […]. Le pareti esterne del Museo sono a intonaco grezzo con coloritura bruno rossiccio; i contrafforti sono rivestiti in travertino e in travertino sono i contorni delle portefinestra (…) L’interno del Museo è tinteggiato in bianco avorio con pavimentazione in travertino al piano inferiore e in bollettonato di Botticino nel piano superiore.

La costruzione del museo iniziò nel 1934, con gli interventi di sbancamento del terreno che permisero il ritrovamento di un antico tracciato romano, successivamente integrato nel Museo. Portate a termine le opere strutturali in cemento armato e le murature di riempimento, si proseguì con la delicata fase di trasporto delle imbarcazioni all’interno delle aule. A causa del nubifragio che colpì l’area nel 1937, l’edificio subì diversi danneggiamenti, ai quali seguirono le necessarie ricostruzioni. Il Museo fu inaugurato il 21 aprile del 1940, per rimanere in funzione solo quattro anni prima del devastante incendio che ridusse le due navi in macerie e causò numerosi danni alla “teca architettonica” progettata da Morpurgo.

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L’attuale stato di conservazione del Museo presenta alcune problematiche riconducibili sia al momento della costruzione sia agli interventi attuati per porvi rimedio. Infatti, fin dal Dopoguerra, si sono susseguiti interventi localizzati o volti a gestire le emergenze; questo ha via via portato allo snaturamento del disegno originale senza risolvere i problemi endemici della struttura, come le continue infiltrazioni d’acqua meteorica, che hanno condizionato la conservazione dell’edificio fin dalla sua realizzazione. Uno degli altri elementi che richiedono un’azione programmatica è quello dell’allestimento e del percorso espositivo. Anche in questo caso, dopo la perdita del contenuto per cui il Museo era stato originariamente progettato, si sono susseguiti interventi che hanno via via parzialmente riallestito il Museo, secondo diversi criteri e linee espositive, a volte non in dialogo tra loro.

Il Museo mantiene oggi un fascino particolare grazie alla maestosità dell’edificio e al suo dialogo col paesaggio, ancora percepibile, ma viene vissuto come un “Museo dell’assenza”, dove ampi spazi vuoti continuano a richiamare quanto perduto nel rogo del 1944.

La programmazione degli interventi sul Museo intrapresa a partire dal 2020 ha preso avvio dall’analisi di queste due principali criticità e delle modalità per risolverle. Un primo step imprescindibile è stato uno studio approfondito della struttura del progetto originale di Morpurgo e delle collezioni del Museo. Da alcuni anni è stata quindi avviata una ricerca di archivio, tutt’ora in corso, che ha interessato le principali basi documentali disponibili sul Museo e sull’opera di recupero delle navi:

– L’Archivio di Stato di Roma, sede distaccata di Via Galla Placidia 93 – Fondo “Ufficio Speciale del Genio Civile Tevere e Agro Romano (1971-1950), II Versamento”, Inventario 405b
– Le unità di Archivio Ucelli presenti fino al 2016 presso il Museo delle Navi di Nemi (ora conservate presso l’Archivio della Soprintendenza)
– L’Archivio storico documentale della ex Soprintendenza Archeologica del Lazio
– L’Archivio Ucelli conservato presso il Museo della Scienza e Tecnologia di Milano

Una prima base di lavoro è stata costituita anche dalla documentazione della tesi “Il Museo delle Navi romane di Nemi” eseguita presso la Scuola di specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio AA. 2013-2014 dagli architetti Angela Di Paola e Annalisa Ferrante, relatore prof. arch. G. Carbonara.

L’occasione offerta nel corso di questi anni dalle programmazioni straordinarie del Ministero della Cultura ha visto il Museo ottenere diversi importanti finanziamenti sulle specifiche linee di intervento individuate. Da ultimo, è stata colta l’occasione presentata dal “Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza” (PNRR) per programmare alcuni degli interventi più consistenti necessari all’interno delle attività individuate come fondamentali, riuscendo ad ottenere una parte dei fondi necessari.

L’intervento in corso sui fondi PNRR “Investimento 1.3, Migliorare l’efficienza energetica in cinema, teatri e musei” mira in primo luogo a ripristinare i volumi e le superfici del museo, attraverso un processo di rilettura filologica del progetto originario dell’architetto Morpurgo, alterato anche con superfetazioni nel corso degli anni, per ricondurre l’edificio al progetto originale e contestualmente garantire una migliore fruizione per il pubblico.

Alcuni degli step fondamentali includono: la realizzazione di una nuova copertura e il ripristino degli infissi delle terrazze (lucernari), attualmente uno dei principali punti deboli della struttura e causa di pesanti infiltrazioni che compromettono la fruizione del Museo; l’ottimizzazione del sistema di illuminotecnica, improntato ai moderni criteri anche in tema di risparmio energetico, in maniera tale da favorire la fruizione dei contenuti didattici per tutti gli utenti, anche attraverso una riprogettazione dell’impianto elettrico a servizio del Museo.

Il ripristino al progetto originale degli infissi e delle coperture, profondamente modificati nel corso dei rifacimenti moderni del Museo, garantirà un miglior isolamento ambientale e una maggior sicurezza (possibilità di aerazione in caso di incendio), favorendo il risparmio energetico. Infine la realizzazione di un impianto sperimentale di pannelli fotovoltaici, consentirà un risparmio nel corso degli anni futuri, attraverso la possibilità di sostenere il Museo da un punto di vista energetico.

A questo intervento si affianca attraverso il finanziamento ottenuto a valere sulla “Programmazione finanziata con le risorse derivanti dall’articolo 1, comma 9, della legge 23 dicembre 2014, n. 190”, la realizzazione dell’indagine di verifica sismica, che costituisce obbligo di legge ma consentirà anche di avere un quadro completo dello stato strutturale dell’edifico, finora mai attuato.

Sarà anche possibile effettuare un rilievo dell’edificio e la creazione di una mappatura dell’edificio attraverso BIM, da utilizzare sia per la manutenzione programmata dell’edifico sia per la valorizzazione.

L’altro fondamentale intervento, a valere sui Fondi della “Programmazione triennale dei lavori pubblici”, è relativo al progetto di riallestimento del Museo. Il progetto in corso di realizzazione, dopo il primo obiettivo della riqualificazione dei depositi, mira alla revisione del percorso espositivo attraverso un racconto museale unitario, approntato alle più recenti indicazioni museologiche, che consenta al Museo di raggiungere la piena realizzazione della sua mission, offrendo a tutte le tipologie di visitatori un quadro della storia e della cultura del sito e del comprensorio archeologico nel quale è ubicato, anche mediante una implementazione dell’accessibilità fisica e cognitiva attraverso le più moderne soluzioni tecnologiche che saranno finanziate grazie ai fondi PNRR Misura 1.2 (vedi sotto).

Sarà anche attuata l’implementazione del percorso di visita, attraverso il recupero dei ballatoi, originariamente progettati per la visione dell’alto delle navi, e il completamento della valorizzazione delle terrazze. L’area del ballatoio sarà dedicata alla storia dell’edificio, del progetto di Morpurgo e della sua realizzazione. Inoltre attraverso l’implementazione del percorso di visita e la creazione di un racconto unitario si potrà offrire al pubblico di ogni tipo un sistema di comunicazione che integri sistemi tradizionali e soluzioni tecnologiche innovative per la creazione di contenuti personalizzabili e scalabili a seconda delle diverse esigenze.

La creazione di una pannellistica diversificata, che consenta anche di acquisire digitalmente contenuti integrativi permetterà al visitatore di creare una esperienza di visita unica e personalizzata, funzionale alle proprie esigenze. L’implementazione delle tecnologie più recenti garantiranno la massima accessibilità dei contenuti a tutte le tipologie di utenti, consentendo di aumentare l’inclusività del Museo.

La creazione di una rete Wi-Fi supporterà il visitatore nella fruizione e condivisione dei contenuti e delle esperienze di visita, affinché il Museo possa essere sempre più partecipato dalla comunità. L’implementazione e la diversificazione dei materiali consentirà, anche a rotazione, l’accessibilità di materiali attualmente non fruibili dal pubblico, perché contenuti nei depositi.

La realizzazione dei lavori, che procederà per fasi in modo tale da non chiudere al pubblico il Museo, potrà essere condivisa con la comunità, attraverso la realizzazione di momenti di partecipazione ai lavori, con conferenze, visite guidate, webcam sulle principali aree di lavorazione e aggiornamenti periodici sui principali social e siti di informazione. In tal modo i lavori non costituiranno un momento di chiusura del Museo ma anzi, rappresenteranno l’opportunità di far conoscere alla comunità anche il lavoro “dietro le quinte” che consente ad un Museo di essere al passo con i tempi, rendendo il Museo “partecipato” anche nelle sue attività periodiche di rinnovamento.

A questo si affianca l’intervento finanziato grazie ai fondi PNRR “Investimento 1.2, Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura”, che consentirà di completare l’eliminazione delle barriere fisiche, attraverso la creazione di un ascensore che consenta la visita al ballatoio, attualmente non accessibile.

In secondo luogo si utilizzeranno tutti gli strumenti oggi a disposizione per una implementazione dei contenuti on site e online, per garantire a tutti una piena fruizione dei contenuti e della storia del Museo. Tra gli interventi riveste carattere prioritario la ricostruzione 3D delle navi ormai perdute, primo fondamentale passo per la creazione di una fruizione virtuale che consenta la piena comprensione della grandiosità delle due navi dell’imperatore Caligola, che non hanno confronti nel panorama dell’antichità romana.

A questa attività programmatica è stata affiancata negli ultimi due anni, superate le restrizioni imposte dall’emergenza epidemiologia del Covid, la ripresa delle iniziative di valorizzazione e programmazione culturale, che hanno portato a un rilancio del Museo nel quadro culturale del territorio con una consistente ripresa del flusso di visitatori, sia turistici sia scolastici.

In questo quadro la creazione del Centro di Studi e documentazione costituirà uno passaggio fondamentale nel progetto avviato di rilancio del Museo come polo culturale, permettendo di offrire a visitatori e studiosi un punto di riferimento per lo studio e la conoscenza non solo delle navi, del loro Museo ma anche di tutto il territorio nemorense.

English abstract

Daniela De Angelis, Director of the Nemi ships Museum, recalls the history of the building and describes the issues related with its conservation. Research is being conducted in the main archives, in order to enlarge the knowledge of the building in its historical phases. In the next years, thanks to the PNRR funds, several restoration works are planned, involving impermeabilization of the roofs, structural consolidation, and setting of the ehibitions. 

keywords | Nemi ships Museum; PNRR; Funding; Projects.

questo numero di Engramma è a invito: la revisione dei saggi è stata affidata al comitato editoriale e al comitato scientifico della rivista

Per citare questo articolo / To cite this article: D.De Angelis, Il Museo delle Navi romane di Nemi. Passato presente e futuro. ”La rivista di Engramma” n.203, giugno 2023, pp. 19-24 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.203.0015