"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

72 | maggio/giugno 2009

9788898260171

Theatra

Editoriale di Engramma n. 72

Anna Banfi, Alessandra Pedersoli

Nel numero 72 di Engramma presentiamo i primi risultati di un lavoro di ricerca in corso presso il Centro studi ClassicA – IUAV sugli edifici per spettacolo del mondo antico (teatri, anfiteatri, odeia, circhi e stadi): in programma, fra l'altro, è la pubblicazione di un Repertorio e di una Mappa interattiva dei teatri greci, ellenistici e romani (sul modello del Repertorio e della Mappa degli archi onorari romani, pubblicati nel n. 66 di Engramma).

Paolo Morachiello nell'ampio saggio pubblicato in questo numero presenta una vasta campionatura di teatri, distribuiti in tutto il territorio dell'impero romano, descritti ed evocati dall'autore sia come strutture architettoniche e loci scaenae, sia come loci dramatis, luoghi destinati alla rappresentazione e alla realizzazione di spettacoli.

Teatro greco e teatro romano – diversi per storia, architettura e destinazione drammaturgica – hanno conosciuto un destino comune a partire dall'inizio del XX secolo, da quando hanno iniziato a essere riconsiderati non solo come resti archeologici ma come spazi per lo spettacolo, strutture ideali per accogliere manifestazioni e spettacoli, anche di natura molto diversa. Lo spazio aperto del teatro antico offre lo scenario adatto ad accogliere eventi in cui la collettività si ritrova e condivide un’esperienza comune: l’architettura dei teatri favorisce il dialogo tra antico e moderno, ma anche tra il pubblico e ciò che accade sulla scena. Diversi teatri antichi hanno dunque conosciuto una rinascita in età contemporanea: dall’inizio del Novecento a oggi il numero di Festival organizzati nei teatri antichi all’aperto è in continuo aumento. Il cartellone di queste manifestazioni è sempre più vario e spazia dalla messa in scena di testi teatrali (antichi, ma non solo) alla produzione di concerti, eventi culturali e spettacoli di danza. La valorizzazione – e di conseguenza, la conservazione – delle strutture teatrali antiche passa anche attraverso il loro riutilizzo nei secoli: recuperare una struttura antica, restituire a essa il valore che aveva in passato – attribuendole anche significati e ruoli diversi da quelli originali – è il modo migliore di conservarne il senso primo. L’edificio teatrale antico, e in generale ogni area archeologica, è effettivamente conservata non solo attraverso la sua musealizzazione, ma anche mediante il riutilizzo, ovviamente nel rispetto della struttura architettonica antica.

In Europa e nel bacino del Mediterraneo, numerosi sono dunque i teatri antichi che  ogni anno, in primavera e in estate, offrono vere e proprie stagioni teatrali: presentiamo una panoramica dei più importanti Festival di drammaturgia antica, in luoghi archeologici.

In Italia il caso emblematico e di gran lunga più significativo, per qualità delle rappresentazioni e per numero di spettatori, è quello del Teatro greco di Siracusa, sito in cui dal 1914 sono allestite rappresentazioni di tragedie e commedie antiche a cura della Fondazione INDA: in questo numero pubblichiamo un regesto completo delle rappresentazioni INDA dal 1914 a oggi. Sempre in riferimento all'importante valorizzazione di testi e luoghi del teatro antico promossa dalla Fondazione INDA pubblichiamo le recensioni di tre giovani studiose delle due tragedie in cartellone nella stagione 2009 da poco conclusa: Medea di Euripide ed Edipo a Colono di Sofocle. A Medea, diretta da Krzysztof Zanussi e interpretata dalla strepitosa Elisabetta Pozzi è dedicato l’intervento di Maria Stella Spadaro; alla tragedia sofoclea, allestita da Daniele Salvo con Giorgio Albertazzi nel ruolo di Edipo, è invece dedicata la recensione di Nella Sudano; il contributo di Giulia Segnalini, infine, richiama l'attenzione sulle realizzazioni che i costumisti dei due spettacoli, Beatrice Bordone per Medea e Nicola Luccarini per Edipo a Colono, hanno proposto per i due allestimenti INDA 2009.

Infine, in occasione della mostra allestita presso il Centro Carlo Scarpa di Treviso e visitabile fino al 21 novembre 2009, Vitale Zanchettin dedica un articolo ai progetti che l'architetto Scarpa ha realizzato per il Teatro Carlo Felice di Genova e per il Teatro di Vicenza.