"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

124 | febbraio 2015

9788898260690

Alessandro il Grande, ai confini del mondo

Editoriale di Engramma n. 124

Monica Centanni, Claudia Daniotti

English abstract


 

È certo che la storia di Alessandro non finisce, ma ha piuttosto inizio con la morte del giovane re a Babilonia, nel 323 a.C. Se sul piano strategico l'incredibile conquista dell'impero persiano compiuta in poco più di dieci anni modifica radicalmente il quadro geopolitico dal Nilo all'Indo, ancora più importante è la rivoluzione culturale innescata da quella impresa: per più di mille e cinquecento anni, dai regni ellenistici fino all’impero bizantino, passando per l’età imperiale romana, il greco è, in tutti i sensi, la lingua comune dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L'impero messo insieme da Alessandro sulla carta del mondo si sfalda senza rimedio all'indomani della sua morte; ma l'impero della memoria di Alessandro, il ricordo delle sue imprese e il fascino potentissimo del suo nome, sopravvivono per secoli, anche in terre – in Islanda, in Etiopia, in Malesia – dove l'esercito di Alessandro non era mai arrivato.

Assunti i contorni della leggenda e rielaborato nell'Occidente medievale in chiave cavalleresca e cortese, il mito di Alessandro conosce una nuova stagione di vitalità in età moderna: prima con la riscoperta umanistica delle fonti ‘storiche’ antiche, poi, dalla fine del XIX secolo, con il filone di studi – in campo archeologico, storiografico, letterario, storico-artistico – inaugurato dal monumentale lavoro di Johann Gustav Droysen che, a partire dal 1833, riabilitò politicamente e culturalmente l'era di Alessandro, a cui diede per primo il nome di 'Ellenismo', e la figura del suo promotore.

Già dall’antichità, dai primi storici che si sono occupati della figura del Macedone, fino ai nostri giorni – fino ai contributi che pubblichiamo in questo numero di Engramma – gli studi alessandrini sono connotati da una particolarissima tonalità: tutte le ricerche, dagli studi più generali alle indagini più puntuali, non riescono a sottrarsi alla grande fascinazione che la figura di Alessandro innegabilmente esercita; pare proprio che qualunque studioso affronti questo tema, da qualsivoglia prospettiva disciplinare, sia comunque coinvolto in quello che Santo Mazzarino ebbe felicemente a definire “il filone dell’amore per Alessandro” (in contrasto con l’altra tendenza, oggi desistente, del “filone dell’odio per Alessandro”). A distanza di più di duemilatrecento anni dalla sua morte, la personalità di Alessandro, l’incredibile portata delle sue imprese, l’impatto delle sue conquiste sull’immaginario dei popoli, non cessano di esercitare un fascino immagante e irresistibile su chiunque si avvicini a quella storia unica, ancora oggi tanto incandescente da non aver trovato, e non poter trovare, una versione univoca e certa che, nel caso di Alessandro, non è dato stabilire.

La leggenda di Gordio – l'antichissimo carro avvinghiato al nodo insolubile – ci ricorda simbolicamente che, al di là delle conquiste territoriali, immense ma politicamente effimere, Alessandro riuscì in un’impresa ben più importante: rimettere in comunicazione lingue, costumi, culture, immagini, liberando il fatidico nodo che strozzava l’interrelazione, occludeva il passaggio tra Oriente e Occidente. In un saggio di ampio respiro, L'albero secco nel mosaico pompeiano di Alessandro Magno ,  Margherita Tuccinardi dimostra che già in età romana era presente una lettura trans-storica delle epiche battaglie di Isso e di Gaugamela, e che eco precise dello sconfinamento epocale di Alessandro sono presenti già nelle tavolette astronomiche babilonesi conservate al British Museum e di recente decifrate: un'antica interpretazione di cui si ritrovano tracce e conferme, per il tramite delle versioni leggendarie del Romanzo di Alessandro, nel Milione di Marco Polo.

Ispirata a un episodio fantastico dello stesso Romanzo, come noto, è l’iconografia del 'Volo di Alessandro' che godette di una fortuna continuata, alle latitudini geografico-culturali più diverse, dalla tarda antichità al XV secolo. Come esito di una ricerca storico-artistica e storico-archivistica più che ventennale, Giuseppe Magnini e Luigi Soldano, con il loro saggio Un nuovo ‘Volo di Alessandro’ a Corato, in Puglia, arricchiscono di un nuovo esemplare il repertorio di questo soggetto iconografico: la scoperta è particolarmente rilevante perché il nuovo ‘Volo’ è in Puglia, proprio nella regione in cui il tema è particolarmente ben rappresentato e in cui in età medievale si consuma una vera e propria battaglia sul significato, positivo o negativo, dell’avventura aerea di Alessandro.

La fortuna del Macedone e la tradizione delle sue gesta passa anche per la via del gioco artistico-letterario e, in particolare, per la relazione inquieta e la gara feconda tra immagine figurata e testo. Sara Agnoletto nel suo saggio Omnia Vincit Amor rintraccia in un dettaglio del fondale della Calunnia di Apelle di Sandro Botticelli la suggestione di una ekphrasis collegata al repertorio alessandrino: la descrizione del quadro delle 'Nozze di Alessandro e Rossane' di Eezione che, recuperata da Luciano, a cavallo tra XV e XVI secolo conobbe una breve ma intensa fortuna iconografica, in un intrico di rimandi incrociati tra testi e immagini in cui entra in gioco anche il Marte e Venere della National Gallery di Londra.

Di recente lo storico Lorenzo Braccesi ha incrementato la sua già ricchissima bibliografia su Alessandro con un agile e prezioso libello: Alessandro il Grande. La storia, il mito e le eredità culturali, Napoli 2014. L’autore ha affidato a Engramma il brano La morte e l'eredità culturale come presentazione del volume.

Ma le ricerche storiografiche, artistiche e letterarie su Alessandro non appassionano soltanto gli studiosi. La recente scoperta di una tomba monumentale ad Amfipoli, nel nord-est della Grecia – senza dubbio una delle più sensazionali scoperte archeologiche degli ultimi anni – ha suscitato l'interesse e infiammato la curiosità del mondo intero intorno allo straordinario monumento che è da collegare, se non direttamente al mitico conquistatore, probabilmente a qualche membro importante della famiglia reale: Valerio Massimo Manfredi, autore di fortunatissimi bestsellers di risonanza mondiale, ma anche di importanti studi sul monumento funebre di Alessandro, dialoga con Engramma sul tema Amfipoli e la cerca infinita della Tomba di Alessandro

Fin dai primi numeri di Engramma gli studi alessandrini costituiscono un tema privilegiato all'interno delle ricerche che la nostra rivista promuove e accoglie: la costellazione dei molti contributi sul tema, che spaziano dall'iconografia al cinema, dalle monete ellenistico-romane ai manoscritti, dalla riconsiderazione di opere letterarie ormai classiche alla riflessione intorno alle indagini scientifiche più recenti intorno ad Alessandro, è rintracciabile nell’Indice del tema di ricerca Alessandro il Grande, che qui pubblichiamo nella edizione aggiornata a febbraio 2015.

Impaginazione e montaggio di "La Rivista di Engramma" n. 124 a cura di Marco Paronuzzi.

English abstract

Engramma issue no. 124 “Alessandro il Grande, ai confini del mondo” includes contributions by Monica Centanni, Claudia Daniotti, Margherita Tuccinardi, Giuseppe Magnini, Luigi Soldano, Sara Agnoletto, Lorenzo Braccesi.

 

keywords | Alexander the Great; Pompeii; Calumny of Apelles; Botticelli; Grave.

Per citare questo articolo: Alessandro il Grande, ai confini del mondo, Editoriale di Engramma 124, a cura di M. Centanni e C. Daniotti, “La Rivista di Engramma” n. 124, febbraio 2015, pp. 7-9 | PDF dell’articolo

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2015.124.0006