"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

165 | maggio 2019

9788894840605

Aby Warburg negli studi latino-americani

Cássio Fernandes

English abstract

I primi riferimenti, peraltro indiretti, all’opera di Warburg sono riconducibili a Sérgio Buarque de Holanda che, tra il 1929 e il 1931, durante il suo soggiorno a Berlino, si avvicina a due testi che hanno una stretta attinenza con le opere dello studioso amburghese, del quale non erano stati pubblicati ancora i due volumi Die Erneuerung der heidnischen Antike (Berlin-Leipzig 1932). Sérgio Buarque de Holanda legge e studia infatti sia la celebre opera di Jacob Burckhardt su La Civiltà del Rinascimento in Italia (1860), sia il famoso saggio di Johan Huizinga L’Autunno del Medioevo (1919). Entrambe le opere si collocano all’interno degli interessi più generali che lo studioso argentino mostra per la storia della civiltà europea, il Rinascimento e l’influsso dell’antichità.

Parallelamente, Buarque mostra uno spiccato interesse anche per l’opera Letteratura europea e Medio Evo latino (1948) di Ernst Robert Curtius, di cui assimila – come risulta dalla copia conservata nella sua biblioteca – soprattutto la parte sui topoi, cioè su quelle figure relazionate all’interpretazione che allora circolava sul senso e il significato delle Pathosformeln warburghiane. Sebbene Buarque non faccia mai un diretto riferimento a Warburg e utilizzi l’idea di topos per il suo libro Visão do Paraíso. Os motivos edênicos no descobrimento e colonização do Brasil (Holanda 1959), si può cogliere qui, almeno in nuce, l’interesse verso la tradizione rappresentata dall’Istituto Warburg e l’interpretazione che, delle ricerche del fondatore della celebre Biblioteca, avevano divulgato in questi anni soprattutto Gertrud Bing e Fritz Saxl.

Al 1955 risale la prima edizione del testo di Curtius presso la casa editrice messicana Fondo de Cultura Económica (Curtius [1948] 1955), ed è proprio grazie a questa iniziativa che il nome di Warburg compare espressamente per la prima volta nell’ambiente latino-americano. In un saggio pubblicato in Brasile nel 2012 José Emilio Burucúa rivela che sarebbe stato Héctor Ciocchini, legato all’Instituto de Humanidades da Universidad del Sur, il primo studioso ad aver avviato nel 1963 un contatto diretto con l’Istituto Warburg (Burucúa 2012, 252-280). In effetti, attraverso l’insegnamento e il suo libro Iconografia de la imaginaciôn científica (Ciocchini, Burucúa, Bagnoli 1989), Ciocchini ha formato una generazione di ricercatori argentini che si avvicinano agli studi iconologici, letti alla luce delle ricerche di Aby Warburg.

Questa interpretazione sarà sviluppata ulteriormente da Francisco Stastny che nel 1965 in Estilo y motivos en el estúdio iconográfico. Ensayo en la metodologia de la historia del arte, applica il metodo iconologico per mostrare come la tradizione europea fosse stata utilizzata in relazione alla cultura sud-americana (Stastny 1965). Lo studio di Stastny dischiude un modo di leggere l’arte latino-americana che ha avuto ed ha tuttora un grande seguito tra gli storici dell’arte latino-americani.

Bisogna però attendere il 1992 perché sia pubblicata una ridotta scelta degli scritti di Warburg (Arte del ritratto e borghesia fiorentina del 1902 e Arte italiana e astrologia internazionale a Palazzo Schifanoia a Ferrara del 1912) all’interno di una silloge di contributi che, come recita il titolo Historia de las imágenes e historia de las ideas. La escuela de Aby Warburg. Textos de Warburg, Gombrich, Frankfort, Yates, Ciocchini, comprende anche saggi di Gombrich, Yates, Ciocchini e Frakfort – tutti autori che sono, più o meno indiscriminatamente, accomunati alle ricerche di Warburg (Burucúa 1992). Il 1992 è anche l’anno della traduzione in spagnolo della famosa biografia che Gombrich aveva dedicato a Warburg e che avrà una larga diffusione nell’ambito della cultura latino-americana (Gombrich [1970] 1992).

Per quanto riguarda il Brasile il nome di Warburg è conosciuto soprattutto grazie alla traduzione della raccolta di saggi di Carlo Ginzburg (Mitos, Emblemas, Sinais: morfologia e historia) che appare nel 1991 (Ginzburg [1986] 1991). Il ‘metodo’ warburghiano applicato da Ginzburg aveva trovato una anticipazione nella traduzione – apparsa due anni prima – del saggio Indagações sobre Piero: o Batismo, o Ciclo de Arezzo, a Flagelação, ove l’autore forte del suo metodo ‘indiziario’, propugnava a suo modo uno sviluppo della tradizione warburghiana (Ginzburg [1981] 1989).

Gli inizi degli anni ’90 segnano un altro importante fenomeno: grazie a studiosi come Jorge Coli, Luiz Marques, Nélson Aguiar, il programma post-laurea inaugurato all’Università di Campinas (UNICAMP) permise ai giovani ricercatori brasiliani la prima effettiva conoscenza di taluni modelli di ricerca in parte ricondotti all’opera di Warburg. Grazie a questa iniziativa, segnata anche da un risveglio degli interessi della cultura brasiliana verso la storia della civiltà europea, nel 1997 viene tradotta un’opera fondamentale come A Eloquência dos Simbolos: estudos sobre arte humanistica di Edgar Wind, autore fino allora pressoché sconosciuto nell’ambiente brasiliano (Wind [1983] 1997).

Una tappa ulteriore è rappresentata dalla pubblicazione nel 2003 del libro di Burucúa, Historia, arte, cultura. De Aby Warburg a Carlo Ginzburg (Burucúa 2003) che per la prima volta traccia un filo diretto tra le ricerche dello studioso tedesco e quelle dello storico italiano, ma soprattutto contribuisce a diffondere in America Latina un approccio indiretto, non testuale, degli scritti del fondatore della celebre Biblioteca amburghese. Sebbene basata su una interpretazione che lega direttamente Warburg a Ginzburg, l’opera di Burucúa contribuisce a divulgare il nome di Warburg e soprattutto a designare Ginzburg come uno dei suoi diretti continuatori. Un aspetto molto importante nel libro di Burucúa è la ricostruzione del significato e della disposizione della Biblioteca di Warburg che, secondo l’autore, implica lo sviluppo su tre livelli dell’opera dello studioso amburghese: una specifica idea di Rinascimento come premessa della modernità; una ricerca indirizzata a sondare le pratiche magiche nelle società arcaiche e nel presente; un nuovo metodo di indagine storico-culturale (Burucúa 2013, 13). Non solo: l’autore indica, seppur in modo un po’ schematico, in quale misura l’eredità culturale warburghiana abbia influito e sia stata sviluppata da autori come Andrè Chastel e Robert Klein, Paolo Rossi e Eugenio Garin, Michael Baxandall e Santiago Senstián, Salvatore Settis, e perfino da uno studioso alquanto eclettico (e certamente proveniente da una diversa tradizione di studi) come Jurgis Baltrusaitis, oltre che ovviamente da Carlo Ginzburg.

Nel 1999, nel suo intervento al XXI Colloquio Internacional de Historia del Arte di Città del Messico, lo studioso di origine tedesca Peter Krieger contribuisce a dare un ulteriore impulso alla traduzione in America Latina delle opere di Warburg: nel 2004 appare la traduzione messicana del Rituale del serpente a cui fa seguito uno studio dello stesso Krieger incentrato non tanto sull’iconologia, ma su due concetti chiave della ricerca warburghiana: quello di spazio del pensiero, Denkraum, e quello di ‘formulazione di pathos’, Pathosformel (Krieger 1999; Krieger 2006, 23-250). Un anno dopo la storica Linda Baéz Rubi pubblica un contributo che si propone di illustrare la cultura visiva messicana del XVI secolo proprio sulla base delle suggestioni che le provengono dal Bilderatlas Mnemosyne. Il libro, Mnemosine novohispánica. Retorica e imágenes em el siglo XVI, dedica un intero capitolo alla definizione che di Mnemosyne aveva dato Warburg, per poi affrontare il ruolo della memoria delle immagini nelle opere messicane del XVI secolo (Baéz Rubí 2005). Ma il 2005 è anche l’anno della traduzione dell’edizione in spagnolo dei Gesammelte Schriften di Warburg pubblicati nel 1932 (Warburg [1932] 2005). L’introduzione, che riproduce il saggio introduttivo che Kurt W. Forster aveva scritto nel 1999 per l’edizione americana, include anche una prefazione di Felipe Pereda. La pubblicazione comprende inoltre il piano editoriale che Saxl e la Bing avevano steso in vista della pubblicazione delle opere di Warburg (Plan de la edición de las Obras Completas in Warburg [1932] 2005, 60).

Negli stessi anni, grazie soprattutto agli studiosi dell’UNICAMP, la cultura brasiliana inizia a interessarsi in modo più diretto alle opere di Warburg: nel 2004 viene per la prima volta tradotto in brasiliano il saggio di Warburg sui rapporti tra la borghesia fiorentina e l’arte fiamminga (Arte del ritratto e borghesia fiorentina, 1902), con l’intenzione di mostrare la continuità tra quest’ultima ricerca e il saggio sul ritratto rinascimentale di Jacob Burckhardt del 1898 (Fernandes 2004, 131-165). Sempre sotto questa luce va letto un ulteriore contributo, Jacob Burckhardt e Aby Warburg: da arte à civilização italiana do Renascimento, pubblicato nel 2006 (Fernandes 2006, 127-143).

Fatta eccezione per la traduzione brasiliana della famosa conferenza sul Rituale del serpente (Warburg [1923] 2005, 8-29), centrale per la conoscenza dell’opera di Warburg continuava però a restare l’edizione in spagnolo sopra citata dei suoi scritti. Bisogna attendere il 2001 per leggere il saggio che Laura Molosetti Costa pubblica in Argentina sul tema della circolazione delle immagini, ispirato dalla pubblicazione avvenuta nel 2000 in Germania di una versione del Mnemosyne Atlas (Molosetti Costa 2001).

Nel 2005 la storica dell’arte argentina Gabriela Siracusano pubblica una ricerca dal titolo De lo material a lo simbolico en las práticas culturales andinas. Siglos XVI-XVIII che guarda direttamente alle ricerche di Warburg, in cui sono analizzate le raffigurazioni andine del XVI e XVIII secolo (Siracusano 2005). Si tratta di un contributo che tratta le relazioni tra manufatti artistici e i trattati di mineralogia, farmacologia, medicina, alchimia, testi esoterici e di storia naturale che pongono al centro la dimensione pre-ispanica del colore, in quanto fattore costitutivo da cui è possibile riconoscere pratiche sociali, rituali e politiche della cultura andina (Burucúa 2012). In tale contesto merita di essere menzionato lo studio del peruviano Juan Fernando Jara Garay del 2006, Interpretación en la obra de Aby Warburg. Auntes para una refléxion en torno a la historiografía del arte (Jara Garay 2006).

Nel 2009, quattro anni dopo l’uscita in Francia, viene tradotto in Spagna il saggio di Georges Didi-Huberman La imagen superviviente. Historia del arte y tiempo de los fantasmas según Aby Warburg che godrà di una larga diffusione anche in America Latina (Didi-Huberman [2002] 2009). Qui la ricerca di Warburg, basata su una stretta interazione tra archeologia, storia dell’arte e storia della cultura a sfondo sociologico, diventa per l’autore un insieme di idee funzionali alla comprensione delle opere d’arte del passato e del presente. Si tratta in sostanza non tanto di una ricostruzione testuale dell’opera, molto variegata, dello studioso amburghese, quanto di sottolineare come la sua riflessione possa essere utile alla comprensione di contesti temporalmente e spazialmente diversi. Simile, almeno sotto certi aspetti, è il testo di Giorgio Agamben tradotto e pubblicato a Buenos Aires nel 2007 con il titolo Aby Warburg y la ciencia sin nombre (Agamben [1975] 2007). Anche in questo caso a una lettura filologicamente attenta del corpus warburghiano si sostituisce una proposta metodologica che l’autore articola su tre livelli: quello dell’iconografia, quello della storia della cultura e infine quello che viene definito come “scienza senza nome”, vale a dire una scienza che può essere applicata ad una analisi dell’uomo occidentale e dei suoi ‘fantasmi’.

Questo approccio trova un indiretto sostegno nella pubblicazione presso la casa editrice Akal di Madrid del Mnemosyne Atlas (Warburg [2003] 2010) che incoraggia la diffusione dell’opera di Warburg come una ‘scienza’ pensata come ‘senza nome’ in quanto fondata prevalentemente su materiali visivi – i pannelli dell’Atlante – e che ignora il senso e l’articolazione complessiva che Warburg intendeva dare alla sua opera, rimasta incompiuta. Mnemosyne diventa insomma un modello per organizzare mostre fotografiche e non uno strumento, laddove il progetto nelle intenzioni dell’autore avrebbe dovuto articolarsi non solo in una sequenza di tavole ma anche nel loro relativo commento.

Non è un caso dunque se nel 2010 la storica dell’arte argentina Diana Wechsel, richiamandosi al Mnemosyne Atlas di Warburg, organizza a Berlino una mostra dal titolo Realidad y Utopía. Argentiniens künstlerischer Weg in die Gegenwart, in cui ‘il pensare per immagini’ è funzionale alla celebrazione del bicentenario della proclamazione dell’indipendenza dell’Argentina attraverso un panorama del suo sviluppo artistico (Wechsler 2010). La mostra viene presentata di nuovo un anno dopo a Città del Messico nel Museo Nazionale di San Carlos.

Parallelamente Didi-Huberman cura presso il Museo Reina Sofia di Madrid la mostra ¿Cómo llevar el mundo a cuestas? che, a partire da alcuni pannelli di Mnemosyne esposti all’inizio del percorso espositivo, intende mostrare la sincronia di senso tra l’Atlante e alcune opere d’arte contemporanee (Didi-Huberman 2010).

Nel 2012 a cura di Linda Báez Rubi compare una edizione in due volumi del Mnemosyne Atlas (Warburg 2012a e 2012b). Báez Rubi, che diversamente dai suo predecessori si muove con una certa padronanza nel complesso corpus delle opere di Warburg, prende a modello Mnemosyne per studiare l’arte messicana del XVI secolo fornendo utili suggestioni di tipo comparativo.

Tre anni prima era stata pubblicata dalla rivista “Arte e Ensaios” del programma post-laurea in Arti Visuali della Scuola di Belle Arti dell’Università Federale di Rio de Janeiro, un numero monografico curato da Cezar Bartholomeu (Bartholomeu 2009) in cui era stato tradotto, oltre al citato saggio di Agamben (Agamben [1975] 2009), l’Introduzione a Mnemosyne di Warburg (Warburg [1929] 2009). Nel 2010 è stata invece pubblicata la traduzione del saggio dello studioso amburghese su Dürer e l’Antichità italiana come parte di una edizione contenente studi sul Rinascimento ad opera sopratutto di ricercatori brasiliani (Warburg [1905] 2010).

È solo a partire dal 2013 che, grazie all’iniziativa della casa editrice Contraponto di Rio de Janeiro, si assiste in Brasile a una svolta decisiva nella pubblicazione delle opere di Warburg e di alcuni studi a lui relativi. Non solo viene tradotta l’edizione delle opere del 1932, A renovação da Antiguidade pagã (Warburg [1932] 2013), ma anche la traduzione del libro di Didi-Huberman prima ricordato (Didi-Huberman [2002] 2013), nonché il testo di Philippe-Alain Michaud, Aby Warburg e a imagen em movimento (Michaud [1998] 2013). Il volume degli scritti di Warburg comprende anche la prefazione che Horst Bredekamp e Michael Diers avevano scritto nel 1998 per la riedizione tedesca della silloge di testi warburghiani. Inoltre con la versione brasiliana di Michaud sono pubblicati i saggi che lo studioso aggiunge in appendice al suo libro: i due frammenti retrospettivi del viaggio che Warburg aveva fatto in New Mexico alla fine del XIX secolo, Recordações de uma viagem à terra dos pueblos (1923) e Projeto de viagem à América (1927). Nel 2015, sulla scia del saggio di Didi-Huberman, Leopoldo Waizbort cura una raccolta di scritti di Warburg che, oltre ad alcuni testi presenti nell’edizione tedesca del 1932, comprende i due scritti editi da Michaud sopra citati, nonché i saggi di Warburg sulla Sphaera barbarica (1925), sul Déjeneur sur l’erbe di Manet (1928-1929), e l’Introduzione a Mnemosyne del 1929 (Warburg 2015).

Nel 2010 Norval Baitello Jr. pubblicava invece A serpente, a maçã e o holograma. Esboços para uma Teoria da Mídia in cui affermava che la più importante eredità di Warburg consiste nelle sue riflessioni sulla comunicazione visuale, vale a dire, ancora una volta, sull’iconologia. Per lo studioso brasiliano Warburg avrebbe stabilito la forza di un ‘etimo’ (per il Nachleben) come simbolo di una trasmissione carica di tensioni che anticiperebbe l’attuale società mediatica (Baitello Jr. 2010). Baitello coordina tuttora un gruppo di lavoro su questi temi presso la Pontificia Università Cattolica di San Paolo.

Un ulteriore esempio di come la diffusione dell’opera di Warburg abbia sostanzialmente favorito l’organizzazione di mostre di immagini, ci è data dalla iniziativa che, promossa dal Museo Jeu de Paume di Parigi, Didi-Huberman ha poi riproposto nel 2018 nel Museo Universitário de Arte Contemporáneo (MUAC) dell’Università autonoma di Città del Messico (UNAM). L’esposizione intitolata Sublevaciones è stata preceduta dal “Simposio Internacional. Warburg (en/sobre) América. Translaciones y proyecciones” che ha avuto luogo nella capitale messicana tra il 6 e l’8 settembre 2017 (Didi-Huberman 2018). In tale contesto va menzionata la mostra organizzata a Buenos Aires e curata da José Emilio Burucúa intitolata Ninfas, Serpientes, Constelaciones: la teoria artistica de Aby Warburg. Organizzata per sezioni tematiche, l’esposizione si era prefissa lo scopo di “confrontare le idee principali di Warburg con opere d’arte europee e pre-ispaniche” (Burucúa 2019, 21). Non solo. Di mostrare anche come si sia sviluppata, soprattutto in Argentina, la produzione artistica negli ultimi 100 anni.

Nel frattempo nel 2017 presso la Pinacoteca dello Stato di San Paolo si era svolto un colloquio su Warburg e la sua tradizione, i cui atti sono stati stampati nel 2017 sulla rivista “Figura: Studies on Classical Tradition” (Ferndandes 2017, 1-287). Sempre nello stesso anno Mauricio Oviedo Salazar dell’Università di Costa Rica ha pubblicato uno studio incentrato sulla funzione che secondo Warburg hanno avuto le immagini provenienti dalla stampa tipografica (Oviedo Salazar 2017). A ciò va aggiunto il libro che l’argentino Fabián Ludueña Romandini ha dedicato al soggiorno di Warburg presso la clinica psichiatrica di Kreuzlingen diretta da Ludwig Binswanger (Ludueña Romandini 2017a).

In ultimo, da menzionare è la recente pubblicazione del primo volume di una silloge di scritti di Warburg a cura dello scrivente con una prefazione di Maurizio Ghelardi, intitolata A presença do Antigo: escritos inéditos (Warburg 2018). Scopo di questa iniziativa editoriale che prevede ulteriori volumi è quello di far conoscere il più ampio contesto del lascito dello studioso amburghese, la sua complessa stratificazione e allo stesso tempo la sua intima coerenza intellettuale.

Pubblicazioni delle opere di Aby Warburg
Lingua Portoghese
  • Warburg [1923] 2005
    A. Warburg, Imagens da região dos índios Pueblo da América do Norte [Bilder aus dem Gebiet der Pueblo-Indianer in Nord-Amerika, Vortrag gehalten am 21 april 1923, Kreuzlingen], tr. port. de J. Campelo, “Revista Concinnitas” 1/8, 6 (2005), 8-29.
  • Warburg [1929] 2009
    A. Warburg, Introdução a Mnemosyne [1929], tr. port. de B. Szaniecki, em C. Bartholomeu (org.), Dossiê Warburg, “Arte e Ensaios” 19 (2009), 125-131.
  • Warburg [1905] 2010
    A. Warburg, Dürer e a Antiguidade Italiana, de Aby Warburg [ed. or. Dürer und die italienische Antike, “Verhandlungen der achtundvierzigsten Versammlung deutscher Philologen und Schulmänner in Hamburg vom 3. bis 6. Oktober 1905”, Leipzig 1906, 55-60], tr. port. e notas de C. Valladão de Mattos, em M. Berbara (org.), Renascimento italiano: ensaios e traduções, Rio de Janeiro 2010, 427-434.
  • Warburg [1893] 2012
    A. Warburg, “Nascimento de Vénus” e a “Primavera” de Sandro Botticelli [ed. or. Sandro Botticellis “Geburt der Venus” und “Frühling”. Eine Untersuchung über die Vorstellungen von der Antike in der Italienischen Frührenaissance, Leopold Voss, Hamburg-Leipzig 1893], tr. port. de A. Morão, Lisboa 2012.
  • Warburg [1905] 2012
    A. Warburg, Dürer e a antiguidade italiana [ed. or. Dürer und die italienische Antike, “Verhandlungen der achtundvierzigsten Versammlung deutscher Philologen und Schulmänner in Hamburg vom 3. bis 6. Oktober 1905”, Leipzig 1906, 55-60], tr. port. de G. Otto, “Cadernos Benjaminianos” 5 (2012), 69-75.
  • Warburg [1923] 2013
    A. Warburg, Recordações de uma viagem à terra dos pueblos (1923), in P.A. Michaud, Aby Warburg e a imagem em movimento, com textos de A. Warburg: Recordações de uma viagem à terra dos pueblos (1923), Projeto de viagem à América (1927), Prefácio de G. Didi-Huberman [ed. or. Aby Warburg et l’image en mouvement, suivi de A. Warburg: Souvenirs d’un voyage en pays Pueblo, 1923, Projet de voyage en Amerique, 1927, deux textes inédits traduits par S. Muller, Préface de G. Didi-Huberman, Paris 1998], tr. port. de V. Ribeiro, Rio de Janeiro 2013, 251-286.
  • Warburg [1927] 2013
    A. Warburg, Projeto de viagem à América (1927), in P.A. Michaud, Aby Warburg e a imagem em movimento, com textos de A. Warburg: Recordações de uma viagem à terra dos pueblos (1923), Projeto de viagem à América (1927), Prefácio de G. Didi-Huberman [ed. or. Aby Warburg et l’image en mouvement, suivi de A. Warburg: Souvenirs d’un voyage en pays Pueblo, 1923, Projet de voyage en Amerique, 1927, deux textes inédits traduits par S. Muller, Préface de G. Didi-Huberman, Paris 1998], tr. port. de V. Ribeiro, Rio de Janeiro 2013, 287-292.
  • Warburg [1932] 2013
    A. Warburg, A renovação da Antiguidade Pagã: contribuições científico-culturais para a história do Renascimento europeu [ed. or. Die Erneuerung der heidnischen Antike. Kulturwissenschaftliche Beiträge zur Geschichte der europäischen Renaissance, hrsg. von G. Bing und F. Rougemont, Leipzig-Berlin 1932, neu hrsg. von H. Bredekamp, M. Diers, Berlin 1998], com H. Bredekamp, M. Diers, Prefácio à edição de estudos, 1998, G. Bing, Prefácio à edição de 1932, tr. port. de M. Hediger, Rio de Janeiro 2013.
  • Warburg 2015
    A. Warburg, Histórias de fantasma para gente grande: escritos, esboços e conferências, org. L. Waizbort, tr. port. de L. Bicudo Bárbara, São Paulo 2015.
  • Warburg [1927] 2016
    A. Warburg, De Arsenal a Laboratório [Vom Arsenal zum laboratorium, Vortrag zur Kuratoriumssitzung KBW, Dezember 1927], apresentação e tr. port. de C. Fernandes, “Figura: Studies on Classical Tradition” 4 (2016), 163-196.
  • Warburg 2018
    A. Warburg, A Presença do Antigo: escritos inéditos. Vol. I, Prefácio de M. Ghelardi, org., tr. port. e notas de C. Fernandes, Campinas 2018.
Lingua spagnola
  • Burucúa 1992
    J.E. Burucúa (org.), Historia de las imágenes e historia de las ideas. La escuela de Aby Warburg. Textos de Warburg, Gombrich, Frankfort, Yates, Ciocchini, tr. esp, notas y comentarios de J.E. Burucúa, A. Jáuregui, L. Malosetti, G. Siracusano, Buenos Aires 1992.
  • Warburg [1923] 2004
    A. Warburg, El ritual de la serpiente [Bilder aus dem Gebiet der Pueblo-Indianer in Nord-Amerika, Vortrag gehalten am 21 april 1923, Kreuzlingen], com epílogo de U. Raulff [ed. or. Nachwort in A. Warburg, Schlangenritual. Ein Reisebericht, hrsg. von U. Raulff, Klaus Wagenbach, Berlin 1988, 61-94], tr. esp. de J. Etorena Homaeche, México 2004.
  • Warburg [1932] 2005
    A. Warburg, El renacimiento del paganismo. Aportaciones a la historia cultural del Renacimiento europeu [ed. or. Die Erneuerung der heidnischen Antike. Kulturwissenschaftliche Beiträge zur Geschichte der europäischen Renaissance, hrsg. von G. Bing und F. Rougemont, Leipzig-Berlin 1932], con la Introducción de K.W. Forster [ed. or. Introduction, in A. Warburg, The Renewal of Pagan Antiquity, ed. by K.W. Forster, eng. trans. by D. Britt, K.W. Forster, Los Angeles 1999, 11-56], Prólogo a la edición castellana de F. Pereda, Prólogo de G. Bing [ed. or. Aby M. Warburg, “Journal of the Warburg and Courtauld Institutes” XXVIII (1965), 299-313], ed. de F. Pereda, tr. esp. de E. Sánchez, F. Pereda, Madrid 2005.
  • Binswanger, Warburg [2005] 2007
    L. Binswanger, A. Warburg, La curación infinita. Historia clínica de Aby Warburg, edición original de D. Stimilli [ed. or. La guarigione infinita: storia clinica di Aby Warburg, a cura di D. Stimilli, tr. it. di C. Marazia e D. Stimilli, Vicenza 2005], tr. de N. Gelormini y M.T. D’Meza, Buenos Aires 2007.
  • Warburg [1902] 1992
    A. Warburg, Arte del retrato y burguesía fiorentina. Domenico Ghirlandaio en Santa Trinita. Los retratos de Lorenzo de Medici y de sus familiares (1902) [ed. or. Bildniskunst und florentinisches Bürgertum. Domenico Ghirlandaio in Santa Trinita: die Bildnisse des Lorenzo de' Medici und seiner Angehörigen, Hermann Seemann Nachfolger, Leipzig 1902], tr. esp. de J.E. Burucúa, in J.E. Burucúa (org.), Historia de las imágenes e historia de las ideas. La escuela de Aby Warburg. Textos de Warburg, Gombrich, Frankfort, Yates, Ciocchini, tr. esp, notas y comentarios de J.E. Burucúa, A. Jáuregui, L. Malosetti, G. Siracusano, Buenos Aires 1992, 18-57.
  • Warburg [1912] 1992
    A. Warburg, Arte italiana y astrología internacional en el palacio Schifanoia de Ferrara (1912) [ed. or. Italienische Kunst und internationale Astrologie im Palazzo Schifanoia zu Ferrara, in L'Italia e l'Arte straniera. Atti del X Congresso Internazionale di Storia dell'Arte, 1912, Roma 1922, 179-193], tr. esp. de J.E. Burucúa, in J.E. Burucúa (org.), Historia de las imágenes e historia de las ideas. La escuela de Aby Warburg. Textos de Warburg, Gombrich, Frankfort, Yates, Ciocchini, tr. esp, notas y comentarios de J.E. Burucúa, A. Jáuregui, L. Malosetti, G. Siracusano, Buenos Aires 1992, 59-85.
  • Warburg 2008
    A. Warburg, El ritual de la serpiente [Bilder aus dem Gebiet der Pueblo-Indianer in Nord-Amerika, Vortrag gehalten am 21 april 1923, Kreuzlingen], con epílogo de U. Raulff [ed. or. Nachwort in A. Warburg, Schlangenritual. Ein Reisebericht, hrsg. von U. Raulff, Klaus Wagenbach, Berlin 1988, 61-94], tr. esp. de J. Etorena Homaeche, Buenos Aires 2008.
  • Warburg [2003] 2010
    A. Warburg, Atlas Mnemosyne [ed. or. Der Bilderatlas Mnemosyne, hrsg. von M. Warnke und C. Brink, Berlin 20032], ed. de F. Checa, tr. esp. de J. Chamorro Milke, Madrid 2010.
  • Warburg 2012a
    A. Warburg, El Atlas de imágenes Mnemosine. I Vol., ed., tr. esp. y notas de L. Báez Rubí, Coyoacán México 2012.
  • Warburg 2012b
    A. Warburg, El Atlas de imágenes Mnemosine. II Vol., ed., tr. esp. y notas de L. Báez Rubí, Coyoacán México 2012.
  • Warburg 2014
    A. Warburg, La pervivencia de las imágenes, prólogo, tr. esp. y notas de F. Santos, Buenos Aires 2014.
  • Warburg [1926-1928] 2015
    A. Warburg, Notas para el Seminario sobre Jacob Burckhardt dictado en la Universidad de Hamburgo (1926-1928) [Burckhardt-Übungen, Notizen für ein Sommerseminar, August 1927], tr. esp. de G. Aguirre, D. Losiggio, “Eadem Utraque Europa. Revista de Historia Cultural e Intelectual” 11/16 (2015), 67-70.
  • Warburg [1923] 2017
    A. Warburg, Recuerdos de un viaje al país pueblo en Norteamérica [1923], in P.A. Michaud, Aby Warburg y la imagen en movimiento, con textos de A. Warburg, Recuerdos de un viaje al país pueblo en Norteamérica [1923], Proyecto de viaje a Norteamérica [1927], Prólogo de G. Didi-Huberman [ed. or. Aby Warburg et l’image en mouvement, suivi de A. Warburg: Souvenirs d’un voyage en pays Pueblo, 1923, Projet de voyage en Amerique, 1927, deux textes inédits traduits par S. Muller, Préface de G. Didi-Huberman, Paris 1998], tr. del francés de V. Goldstein, textos de A. Warburg tr. del alemán por S. Stubrin, Buenos Aires 2017, 205-244.
  • Warburg [1927] 2017
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Libri e articoli su Aby Warburg in lingua spagnola
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  • Pugliese 2016
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  • Ruiz Gomar Campos 1987
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English abstract

There are several contributions and reasons for the growth of interest in the work of Aby Warburg (1866-1929) in Latin America, in a period of little more than a decade. In this sense, this essay aims to present references to the earliest information of Warburg’s work in the Latin American environment, and the way in which the first direct access to it was given, and the ways in which these readings could open up to the students of the subcontinent; it finally provides a list of publications by and about Warburg in recent years.

keywords | Aby Warburg, Latin America. 

To cite this article: C. Fernandes, Aby Warburg negli studi latino-americani, “La Rivista di Engramma” n. 165, maggio 2019, pp. 131-164 | PDF of the article 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2019.165.0001