"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

209 | febbraio 2024

97888948401

Immagini del pensiero. Omaggio a Franco Rella

Editoriale di Engramma n. 209

Monica Centanni, Susanna Mati, Angela Vettese

English abstract

Ma noi siamo sempre nel mondo, [...] siamo sempre avvolti, come dice Rilke, in “una foresta di segni” [...].
L’impatto fra queste due mezze verità, fra “anima” e “esattezza”, ha permesso, all’inizio del nostro secolo,
di riconoscere i tratti di questo nuovo soggetto. Ha permesso di riconoscere i tratti di una nuova ragione delle cose e del mondo. [...]
Memoria, ansia, timore e speranza non sono infatti “disturbi” della ragione, ma gli elementi che, nella loro reciproca tensione, costituiscono la sua forma. [...]
Ed è proprio in questi punti di intersezione, di ibridazione e di mescolanza, in queste zone di confine,
che si producono forse le “immagini del pensiero” più alte, più significative, del sapere del moderno, del sapere del destino dell’uomo nella nostra epoca.
Franco Rella, Metamorfosi. Immagini del pensiero, Milano 1984, 28-31.

Alberto Giacometti, Femme égorgée, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (1932).

Donna sgozzata (1932, fusione del 1940) di Alberto Giacometti è l’immagine che abbiamo scelto per la copertina di questo numero di Engramma. L’artista, lontano dalla serenità ieratica di alcuni dei suoi ritratti femminili, abbandona la riconoscibilità figurativa e ci propone un paradosso visivo: la donna vittima, pur dilaniata e schiacciata, ha assunto la forma di un insetto potenzialmente carnefice. In ciò si accosta alla complessità che attraversa costantemente il pensiero di Franco Rella, mai reticente di fronte al perturbante, sempre disposto a scrivere in termini espliciti del doppio volto estatico e minaccioso dell’erotismo, consapevole delle sfaccettature di una corporeità presente, pressante, spesso lacerante, che chiede di essere compresa e pienamente assunta anche nei suoi lati più aspri. La struttura frammentata dell’opera rimanda anche alla voluta frammentarietà del pensiero e della scrittura di Rella, autore mai sistematico e volutamente debitore di maestri di un discorso frazionato, sincopato e persino pericoloso. Il rimando al vissuto della paura ricorda quanto spesso Rella citasse la nona delle Tesi di Filosofia della Storia di Walter Benjamin: è da quelle macerie della catastrofe del passato, da quel cumulo di rovine nelle quali risiede forse il solo possibile paradiso, da cui spira la tempesta che sospinge irresistibilmente verso il futuro l’Angelus Novus il quale, pur trascinato verso l’avvenire, non può cessare di contemplarle seppure atterrito.

Il titolo “Immagini del pensiero”, mutuato dall’importante volume di Franco Rella pubblicato nel 1984, Metamorfosi. Immagini del pensiero, risponde a questa necessità: aprire il campo a un orizzonte tematico che parte dall’oggetto e segue un personale gradiente di astrazione, in virtù del fatto che “la parola e l’immagine aprono una via al pensiero, attraverso le cose, verso la forma, a una forma”. L’interrogazione riguarda le forme della “filosofia dell’espressione” (il rimando è a Giorgio Colli) nella relazione – dialettica inquieta feconda – tra logos e immagine. E questa polarità, carica di un’energia che si attiva ritmicamente su movimenti alterni di prossimità e di distanza, è propriamente il cuore del lavoro di Engramma.

La rivista rende così omaggio a un pensatore di formazione filosofica che però ha sempre insistito sull’inaggirabile portato di conoscenza dell’arte in tutte le sue forme, e principalmente, seguendo i suoi specifici interessi, della letteratura e delle arti visive. Esistono, secondo Rella, pensieri che possono trovare piena espressione solamente tramite la forma sensibile e ambigua dell’arte, la forma estetica, e che non possono assolutamente essere tradotti nella logica di un linguaggio teoretico-filosofico. Queste forme liminari, concrete e complesse di conoscenza estetica, incarnate nelle opere e nelle storie, tollerano, come l’antico mythos, la variazione e la contraddizione, permettendo una più ampia raffigurazione e comprensione di tutte le sfaccettature dell’umano e del reale.

Questo numero è l’esito di una giornata di studi che si è tenuta a Venezia, l’11 gennaio 2024, in occasione di quello che sarebbe stato l’ottantesimo compleanno di Franco Rella, non già per onorare la sua morte, bensì per celebrare la vita del suo pensiero: non dunque un Obituary, bensì una Festschrift. Ricordare Rella e la sua opera significa dare memoria a una scuola di pensiero – di cui l’Università Iuav è stata pioniera – per la quale il progetto, e in particolare il progetto architettonico, è seme dell’ingenerarsi della riflessione teorica e allo stesso tempo una sua precipitazione nella vita delle forme. La giornata di studi si è tenuta all’Università Iuav di Venezia, in Aula Tafuri a Palazzo Badoer, dove a partire dagli anni Settanta e fino all’anno 2010 Franco Rella è stato professore di Estetica. A questo proposito, in diversi interventi dell’11 gennaio e in vari contributi di questo numero, torna memoria dell’importante seminario organizzato da Rella nel 1977, Il dispositivo Foucault, dedicato all’opera Michel Foucault, con la partecipazione di Massimo Cacciari, Roberto Masiero, Manfredo Tafuri e Georges Teyssot (sul seminario si veda il saggio di Marco Assennato in Engramma n.156, maggio/giugno 2018).

Abbiamo voluto raccogliere in questo “Omaggio” le voci di chi ha partecipato all’incontro dell’11 gennaio 2024 e di altri amici e studiosi che sono stati vicini e compagni di avventure intellettuali di Franco Rella, o anche di lettori che hanno condiviso e intersecato tratti del loro percorso intellettuale con il suo pensiero e le sue opere. Il fil rouge che per una spontanea regia si è intessuto tra le diverse voci è stato il fatto che tutti gli autori hanno preso spunto da un saggio, da un volume, da una pagina, da un brano di uno specifico testo di Rella per poter intrecciare un dialogo vivo con il suo pensiero.

Susanna Mati ricorda Franco Rella come Grande Lettore, e di conseguenza scrittore, sottolineando, a partire dall’ultimo suo libro La solitudine del Minotauro, i nessi tra scrittura e morte, presenti con forza anche in Scritture estreme. Proust e Kafka. Inoltre esamina alcuni luoghi dell’antica tensione tra sapere filosofico e sapere dell’arte, così come Rella li configura nel suo Pensare per figure.

Sul tema, cruciale in questo numero, della relazione tra le opere visive e quelle letterarie e filosofiche, entrambi campi di testi visti da Rella come portatori a pieno titolo di conoscenza, interviene Angela Vettese nel suo L’arte visiva come fonte paritetica alla scrittura. Antonella Sbrilli richiama la natura di connecteur tra varie forme espressive di Rella, focalizzandosi in special modo sulla sua riflessione intorno ad arte e tempo; la miriade di immagini – narrative, pittoriche, cinematografiche, filosofiche – evocate da Rella si connette sempre in qualche vertice del pensiero, creando connessioni analogiche e sprigionando una luce inedita su (con le parole dell'autore) “aspetti dell'umano che la parola ha solo sfiorato”.

Angela Mengoni raccoglie il filo del saggio Dall’esilio. La creazione artistica come testimonianza, pubblicato da Rella nel 2004, e conferma il riconoscimento di un potenziale testimoniale immanente alle opere d’arte, malgrado la loro sfida con l’inesprimibile, in un pensiero che si esprime nelle narrazioni e nelle storie più e oltre che nella Storia. Come ricorda Greimas, la figuratività non è altro che un lasciare intravvedere un oltre-senso che superi lo schermo dell’apparire.

Emanuele Arielli nel suo Contro il pensiero neutro prende spunto dal saggio L’arte e il tempo, pubblicato nel 2021; incrociando quel lavoro con altri scritti di Rella, pone al centro la riflessione sulla responsabilità dell’intellettuale, sia esso poeta, artista o filosofo. Anche Franco Ermini, direttore della rivista di ricerca letteraria “Anterem”, nel suo ricordo legato agli anni Settanta e all’intreccio di poesia, filosofia e politica che connotò le utopie di quel tempo, torna sulla questione della responsabilità politica dell’intellettuale e sull’ “arma impropria” della scrittura, determinante nel progetto di rifondazione del mondo che resta l’anima della ricerca intellettuale. In A Venezia Kafka ha cercato casa Roberto Masiero ripropone il tema del rapporto tra artista e intellettuale, a partire dall’experimentum mundi che Rella ha dipanato nella sua esperienza di vita a Venezia. Con Memoria e cadavere, ripetizione e allegoria. L’arte alla fine del moderno Mario Farina sottolinea il legame del pensiero di Rella con quello di Benjamin e in particolare con la destrutturazione dell’aura, intesa come l’alloro che ha circondato l’arte fino alla modernità. Strappare il velo alle Muse e scoprirne il lato prosaico è il dispositivo allegorico che connota l’arte di fine diciannovesimo secolo e inizio ventesimo, dall’Impressionismo a Dada e Surrealismo.

Lea Melandri con il suo scritto Il filosofo che ha restituito all’Io maschile un corpo porta la sua attenzione sul modo in cui Rella ha ripensato l’io maschile e la sua figuratività impudica, in cui si esprime il corpo erotico, con la carezza e il graffio, l’amore e la violenza; si attraversano in questo modo i luoghi comuni considerati destino della donna e si rivede, ribaltato, il ripensamento che ne ha fatto il femminismo.

Massimo Stella si misura invece con una delle numerose cure e traduzioni di Franco Rella, quella dei Sonetti a Orfeo di Rilke. In particolare il sonetto sugli specchi, nella lettura di Rella, diventa emblematico per il tema del superamento della caducità e per la sapienza orfico-dionisiaca che vi trasparirebbe: il contributo mira piuttosto a disvelare il dispositivo affabulatorio rilkiano e il suo compromesso con la mortalità, in direzione sacrificale. Davide Susanetti riprende le affascinanti ibridazioni che Rella percorre ne L’enigma della bellezza, tra platonismo, gnosi e teosofia orientali e la Recherche di Proust, anche nei suoi quaderni preparatori, grazie all’immagine dell’angelo scarlatto, fiammeggiante, figura di un analogico mundus imaginalis che connette differenti culture e dimensioni spazio-temporali. Il contributo di Tommaso Scarponi muove dal metodo della scrittura di Rella e dalla sua inclassificabilità, tramite la quale si prende atto dello svanire dei confini disciplinari; tuttavia, questa scrittura si dimostra anche estremamente coerente e disciplinata nell’evocare, attraverso i propri Denkbilder (immagini di pensiero), l’enigma che la genera e a cui siamo consegnati.

Giulia Zanon prende in esame il labirinto che si configura in Metamorfosi, un labirinto di cose e immagini, nel quale, dopo la crisi del sistema classico, si corre il pericolo di naufragare in un “mare di oggettività”, o in una paralizzante “malattia del reale”; in tale labirinto siamo obbligati a decifrare costantemente la foresta di segni in cui siamo immersi, abbandonando la pretesa di ricondurre a un linguaggio univoco la complessità della realtà. Giorgiomaria Cornelio dirige l’attenzione, a partire da Asterischi, verso i “dintorni del testo”, evidenziando la natura liminare e disseminativa della scrittura di Rella e la possibilità di innumerevoli accessi laterali a essa, attraverso quelle vere e proprie soglie o micrologie che sono costituite dalle epigrafi.

Infine, il contributo di Alessandra Chemollo La lezione delle parole che diventano figura testimonia la disseminazione generativa di idee che l’insegnamento di Rella ha esercitato su generazioni di studenti; questo breve testo è accompagnato da un lavoro fotografico del 1997 intitolato Transeunte, che rappresenta un vero e proprio discorso per immagini, mai pubblicato finora.

In chiusura del numero proponiamo una Bibliografia degli scritti di Franco Rella a cura di Giulia Zanon, con la supervisione di Susanna Mati, che comprende le principali monografie, traduzioni e curatele, oltre a numerosi contributi in cataloghi e volumi e a un primo abbozzo della sterminata produzione saggistica in volumi collettivi e riviste. Organizzata in ordine cronologico, la Bibliografia traccia una sorta di “biografia intellettuale” che delinea e si dipana attraverso la produzione del filosofo dagli anni Settanta a oggi, tracciando una storia dell'evoluzione dei suoi interessi e del suo pensiero. Gli studiosi e i lettori sono caldamente invitati a inviare al curatore della bibliografia integrazioni e correzioni per implementare questo lavoro.

English abstract

The issue of Engramma no. 209 is the outcome of a Seminar held in Venice, on 11 January 2024, on the occasion of what would have been Franco Rella’s eightieth birthday, not to honour his death, but to celebrate the life of his thought; not an “Obituary”, therefore, but a “Festschrift”. The title “Immagini del pensiero” (“Images of Thought”) is borrowed from Franco Rella's important volume published in 1984, Metamorfosi. Immagini del pensiero and responds to this need: to open up the field to a thematic horizon that starts from the object and follows a personal gradient of abstraction, in virtue of the fact that “the word and the image open a way to thought, through things, towards form, to a form” (so Franco Rella wrote). In this “Homage to Franco Rella”, we have collected the voices of friends and scholars who were close to Franco Rella and companions in their intellectual adventures, and even readers who shared and intersected parts of their intellectual journey with his thought and works. The fil rouge that spontaneously wove itself between the different voices was the fact that all the authors took their cue from an essay, a volume, a page, a passage from a specific text by Rella in order to weave a living dialogue with his thought. The issue includes contributions by: Emanuele Arielli, Alessandra Chemollo, Giorgiomaria Cornelio, Franco Ermini, Mario Farina, Roberto Masiero, Susanna Mati, Lea Melandri, Angela Mengoni, Antonella Sbrilli, Tommaso Scarponi, Massimo Stella, Davide Susanetti, Angela Vettese, Giulia Zanon.

As a final, important contribution, in this issue we publish a Bibliography of Franco Rella’s works edited by Giulia Zanon, under the supervision of Susanna Mati, which includes his main monographs, translations and curatorships, as well as numerous contributions in catalogues and volumes, and an initial outline of his boundless non-fiction production in collective volumes and journals. Organised in chronological order, the Bibliography traces a kind of 'intellectual biography' that outlines and unravels through the philosopher's production from the 1970s to the present day, tracing a history of the evolution of his interests and thought.

keywords | Franco Rella; Images of thought; Philosophy of expression.

questo numero di Engramma è a invito: la revisione dei saggi è stata affidata al comitato editoriale e al comitato scientifico della rivista