"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

192 | giugno 2022

97888948401

Testo con figura

Editoriale di Engramma n. 192

a cura di Monica Centanni, Piermario Vescovo

English abstract

Questo numero di “Engramma” accoglie sotto il titolo “Testo con figura” una serie di casi di studio nei quali un testo è collegato (o collegabile) a un’immagine – o, nell’altra direzione, un’immagine è collegata (o collegabile) a un testo – in una forma di combinazione che complica la relazione univoca testo/immagine, immagine/testo. Non si tratta di “testi con figure a fronte” che esauriscono la loro funzione nell’illustrazione del testo, né di “figure con testi a fronte”, che siano state prodotto con il ruolo di ecfrasi o di mera didascalia. Gli autori che abbiamo invitato a collaborare al numero si sono messi liberamente in gioco nel proporre gli abbinamenti tra immagini e testi: non abbiamo richiesto uno svolgimento interpretativo articolato, come accade di consuetudine per le indagini sul significato delle immagini, né di ricorrere a un plurimo riferimento a fonti letterarie e alla ricognizione esaustiva della bibliografia critica. Abbiamo invece raccolto proposte di accoppiamenti, non troppo giudiziosi. Visto l’alto numero di proposte che ci sono giunte, a questo numero – in una divisione cronologica della materia – ne seguirà un secondo, sul terreno moderno e contemporaneo (Engramma n. 193, “Tracce Finestre Visioni”, in uscita a luglio 2022).

La copertina di Engramma 192 è un’immagine dall’Ortopascha di Pellegrino Prisciani: l’autore di questo disegno è lo stesso autore del trattatello dedicato dall’erudito e astrologo ferrarese a una proposta di riforma del calendario giuliano, anzi di una prima redazione che trova poi compimento in un’illustrazione a colori, con un complesso rapporto di immagine e testo, nella doppia e intrecciata messa a punto dell’una e dell’altro.

Nel primo saggio di questo numero, Tre astrologi e la luna, Piermario Vescovo propone una possibile relazione tra il contenuto e le immagini dell’Orthopascha e un dipinto coevo, celeberrimo e studiatissimo, ovvero I tre filosofi di Giorgione. Non si tratta di  tentare un’ennesima “nuova interpretazione” dell’opera di Giorgione, ma di tornare su alcuni aspetti del dibattito astrologico nel primo Cinquecento, riconsiderando il contesto e la collocazione culturale del dipinto, con particolare relazione “esterna” al cardinale Domenico Grimani e al suo ambiente.

Siamo particolarmente lieti di affiancare a questo saggio un rilevante ritrovamento documentario che riguarda Giorgione: in questo caso la “figura” è dunque un “testo” che si trascrive qui per la prima volta. Nel suo contributo Un nuovo documento su Altadona, madre di Giorgione Francesca Bortolanza, che recentemente ha ritrovato altre tracce relative all’identità della madre del pittore, conferma ora con un atto dei Giudici di Petizion il nome e l’identità di Altadona da Campolongo di Conegliano, in cui esso appare insieme a quello del notaio di Castelfranco Francesco Fisolo, sempre in relazione a un’eredità che segue alla morte di Giorgione per peste: il documento mette fine ai dubbi relativi a tale identificazione e conferma la pertinenza e assoluta affidabilità di una serie di documenti.

Monica Centanni propone una Nota su una assonanza tra il Capitolo dell’Ingratitudine di Machiavelli e la Calunnia di Botticelli: l’“assonanza” che si gioca tra la figura e il testo è l’esito di una possibile influenza dell’ecfrasi del testo di Luciano sulla Calunnia di Apelle e della sua fortuna per l’introduzione di una serie di figure allegoriche e della loro azione combinata nel testo di Machiavelli dedicato a Giovanni Folchi. L’ipotesi è che sia rintracciabile una serie di relazioni che possono investire anche la committenza del celebre dipinto e farne riconsiderare la stessa collocazione cronologica, nel quadro della Firenze nel primo decennio del XVI secolo e delle sue tensioni politiche e culturali.

Un’assonanza tutt’altra, e con ampio intervallo di relazione, riguarda la messa in rapporto dell’Albertine di Proust, il più affascinante e misterioso personaggio delle Recherche, con il San Giorgio di Andrea Mantegna. Chiara Italiano nel suo saggio intitolato Un dragonesco Giorgio nella cattedrale della Recherche. San Giorgio di Mantegna nel Cahier 46 di Sodome et Gomorrhe si dedica a una particolare nicchia della vastissima cattedrale proustiana, a partire da un’immagine richiamata dallo stesso autore, offrendo un mirabile esempio di indagine sulla “scrittura sotterranea” di Proust, che implica l’arte italiana, Venezia, l’antico e il moderno, il drago e la figura di Medusa.

In altra direzione, ma con un punto di partenza che ha la medesima collocazione temporale, Davide Susanetti nel contributo Jung, Polifilo e la Ninfa si dedica al profilo della Ninfa, in relazione alla teoria psicanalitica di Jung, quindi negli stessi anni dell'attrazione e del, celebre, intrigo di Aby Warburg con la Ninfa. L’autore propone un rapporto con due xilografie dell’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, richiamate nelle pagine di apertura del saggio di Carl Jung Psicologia e Alchimia, nell’ordine della descrizione del processo attraverso cui voci e istanze dell’inconscio emergono alla coscienza.

All’iconografia di una testa di Ade in terracotta, proveniente da Morgantina, Nicola Giaccone dedica la nota Ade e Barbablù. Una genealogia?, che mette in relazione l’iconografia antica con la fiaba di Perrault a partire dalla valenza simbolica dell’uso del colore nell’antica Grecia e in altre culture antiche. La simbologia del blu come colore ctonio, da tanta profondità e distanza, conduce alla caratterizzazione del Barbablù di Perrault, fornendo maggiore profondità alle radici culturali di questo racconto della prima età moderna.

Tornando all’antico, Orazio Licandro in Dictator o tyrannus? Propaganda in figura, in un denario di Bruto illustra un caso di “propaganda in figura” in rapporto a una moneta che mostra sui due lati il volto di Bruto, come leader della congiura contro Cesare, e un pileus, copricapo di matrice orientale simbolo di libertà, tra due pugnali.

Nella breve nota Caterina / Ipazia. La Santa fantasma Silvia Ronchey illustra un passaggio dell’arte sacra e della leggenda di Santa Caterina d’Alessandria in relazione a Ipazia, proposta dalla storica dell'arte dell’Ottocento Anna Jameson, ipotizzando che la studiosa possa essere stata la proprietaria del dipinto del Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, attribuito a Barna da Siena, oggi al Museum of Fine Arts di Boston.

Il saggio di Francesco Monticini Παῖδας ἐγὼ λόγους ἐγεννησάμην. Libri come figli. Fra testo e figura: Teodoro Metochita e Sinesio di Cirene è dedicato all’analisi del possibile rapporto tra un testo scritto – un poema redatto da uno degli uomini più potenti e colti della tarda Bisanzio, Teodoro Metochita – e due immagini, una della strage degli innocenti situata nel nartece esterno della chiesa di Chora, e una miniatura raffigurante Sinesio di Cirene presente in due manoscritti trecenteschi.

Il numero ospita inoltre tre presentazioni di volumi collegate al tema dell’incrocio tra l’energia icastica della parola e la potenza delle immagini che si fa parola. Maria Grazia Ciani con il suo Alessandra di Licofrone, una voce nel vento propone una lettura intensa e scintillante del recente lavoro di Lorenzo Braccesi, Un poeta per Cassandra, dalla Traode al Lazio, L’Erma di Bretschenider, Roma 2021. In Una lettura degli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina Filippo Perfetti introduce e presenta un excerptum dall’importante volume di Giovanni Careri, Ebrei e cristiani nella Cappella Sistina, Quodlibet, Macerata 2020.

Infine Daniela Sacco, per gentile concessione di Silvia Ronchey e dell’editore, propone due estratti da James Hillman, Silvia Ronchey, L’ultima immagine, Rizzoli Milano 2021 – volume dedicato a un colloquio con Hillman, dal 2008 al 2011, anno della morte del grande studioso. I brani costituiscono un’ottima sigla per il tema “testo con figura”.

English abstract

The Engramma issue “Text and Image” is a collection of case studies where a clear, univocal relationship between a text and an image emerges in a complex relation. Images here are not mere illustrations – just as texts are not mere captions. In this framework, we publish the following contributions: Piermario Vescovo, re astrologi e la luna; Francesca Bortolanza, Un nuovo documento su Altadona, madre di Giorgione; Monica Centanni, Figura con testo. Nota su una assonanza tra il Capitolo dell’Ingratitudine di Machiavelli e la Calunnia di Botticelli; Chiara Italiano, Un dragonesco Giorgio nella cattedrale della Recherche. San Giorgio di Mantegna nel Cahier 46 di Sodome et Gomorrhe; Davide Susanetti, Jung, Polifilo e la Ninfa; Nicola Giaccone, Ade e Barbablù. Una genealogia?; Orazio Licandro, Dictator o tyrannus? Propaganda in figura, in un denario di Bruto; Silvia Ronchey, Caterina / Ipazia. La Santa fantasma, and Francesco Monticini, Παῖδας ἐγὼ λόγους ἐγεννησάμην. Libri come figli. Fra testo e figura: Teodoro Metochita e Sinesio di Cirene. We also publish three reviews: Maria Grazia Ciani reviews Lorenzo Braccesi’s Un poeta per Cassandra, Filippo Perfetti presents Giovanni Careri’s Ebrei e cristiani nella Cappella Sistina, and Daniela Sacco presents James Hillman, Silvia Ronchey, L’ultima immagine, Rizzoli Milano 2021.

keywords | Giorgione; Pellegrino Prisciani; Machiavelli; Botticelli; Mantegna; Proust; Jung; Hypnerotomachia Polifili; Ades; Bluebeard; Caesar; Catherine of Alexandria; Hypatia; Theodore Metochites; Synesius of Cyrene; Lycophron; Michelangelo; James Hillman

Per citare questo articolo: M. Centanni, P. Vescovo, Testo con figura. Editoriale di Engramma n. 192, “La Rivista di Engramma” n. 192, giugno 2022, pp. 7-11 | PDF di questo articolo
To cite this article: M. Centanni, P. Vescovo, Testo con figura. Editoriale di Engramma n. 192, “La Rivista di Engramma” n. 192, giugno 2022, pp. 7-11  | PDF of the article

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2022.192.0002