"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

199 | febbraio 2023

97888948401

A Companion to Warburgian Studies: questo numero di Engramma costituisce un dittico con il numero precedente Warburg Bibliothek (n. 198, gennaio 2023): una raccolta di scritti, fonti e studi inediti sulla Biblioteca Warburg. Questo nuovo numero si propone di riprendere il filo proponendo una rassegna sugli studi che negli ultimi anni sono stati dedicati a Warburg a varie latitudini culturali, dall’Italia al Brasile, dalla Germania e la Russia all’Australia.

Interrogare oggi l’eredità di Warburg impone di tenere uno sguardo fisso al presente e al tempo stesso di guardare attorno con intensità e impegno. In copertina, l’immagine della testa scolpita da Mary (Hertz) Warburg ci ricorda lo sguardo di Warburg – profondo e intensamente puntato sul mondo – ma anche la sua tridimensionalità, la sua capacità di torsione verso la vita non senza ironia. I tratti del volto di Warburg scolpiti dalla compagna Mary nel bronzo contengono anche una cifra giocosa; così Gertrud Bing nella conferenza che tenne il 31 ottobre 1958 in occasione della collocazione del busto nella Kunsthalle di Amburgo: 

A proposito di questo busto, modesto benché dignitoso, che ora fa parte di un gruppo di ritratti dei notabili della sua città, vorrei rammentare uno di quei detti allegri, del Warburg, spesso ironici verso se stesso, che facevano della sua compagnia una esperienza così incantevole. Il busto fu modellato soltanto dopo la sua morte perché la moglie, benché scultrice esperta, non era mai riuscita a indurlo a posare. Tutt’al più, soleva dire il Warburg, vi si sarebbe adattato se ella avesse voluto fargli un monumento equestre, di grandezza naturale (G. Bing, Aby M. Warburg [1958], in M. Centanni (a cura di), Aby Warburg e il pensiero vivente, Dueville 2022, 57).

La testa in bronzo di Warburg è stata pensata per un allestimento non fisso ma mobile: l’opera può essere sfilata dal basamento di marmo e ricollocata nel vano ruotata di 90°, 180°, 270° (ora grazie all’opera di Martin Warnke, la testa e il basamento originale hanno trovato casa nel ripristinato edificio della Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg, Heilwigstraße 116). Seguendo il gioco dello spunto autoironico ricordato da Bing, potremmo dire che Warburg non si prestò mai a ‘mettersi in posa’ per la moglie onde evitare la cristallizzazione o museificazione del suo pensiero, rendendolo un metodo epistemico imprigionato nella rigidezza di una posa fissa.

In modi diversi, gli autori di questo numero ci inducono a fare un giro attorno al pensiero di Warburg, rispondendo all’istanza di una sua costante revisione. Lo scopo è quello di offrire il quadro di una rigorosa e ponderata (ma mai seriosa) ricerca scientifica, in controcanto rispetto a quella che attualmente è diventata una moda, facile e superficiale, di abusare del nome di Warburg, al punto che “su vari fronti e in ogni campo del sapere dell’espressione artistica non c’è saggista, giornalista, pittore, antropologo che [si] faccia mancare una spruzzata di Warburg” (Warburg e il pensiero vivente, a cura di M. Centanni, 321), continuando a rivisitare, recuperare, ristudiare ciò che Warburg ci ha lasciato come studioso. 

Questo numero di Engramma propone inoltre un aggiornamento dell’importante lavoro di ricognizione inaugurato con Engramma 165, Warburgian Studies aperto a una panoramica sugli studi dedicati a Warburg nel mondo. Nel numero vengono raccolti contributi di filosofi, antropologi, storici dell’arte e dell’architettura, comparatisti e filologi, accomunati dall’aver posto lo sguardo su Warburg e il suo pensiero, ereditandone la capacità di interconnettere campi del sapere diversi e lontani anni luce dall’azione dei “poliziotti dei settori disciplinari” (così ancora Gertrud Bing). 

A Companion to Warburgian Studies è diviso in tre parti: Essays, Overviews, Presentations and Reviews

Essays

La sezione presenta tre saggi inediti e la riedizione di tre testi sul pensiero e l’eredità intellettuale di Aby Warburg recuperati e riproposti in prima edizione digitale.

Il contributo Forma Atlante e storiografia teatrale di Daniela Sacco si interroga sulla possibilità di considerare il Bilderatlas come un testo di riferimento utile a indagare la metodologia della storiografia teatrale del Novecento, in particolare a partire dagli studi di Ludovico Zorzi e Fabrizio Cruciani, due autori che, nel loro interesse per la cultura del Rinascimento, sono consonanti rispetto ai principlai filoni di ricerca di Warburg. Raoul Kirchmayr, in Per una semantica del Nach. Osservazioni di metodo su Warburg, Freud e Benjamin, analizza i significati del termine Nachleben, evidenziando la definizione di un singolare rapporto tra immagine e tempo nell’opera di Warburg, Benjamin e Freud. Con il suo saggio Raoul Kirchmayr ci accompagna in un viaggio denso e illuminante in ciò che il nach- ha di volta in volta significato per lo statuto filosofico delle immagini in stretta relazione alla loro storicità. In “A small academy in a small town”. Anglo-italian scholarship on the Teatro Olimpico in the immediate post-war period, Chiara Velicogna apre il campo sull’impronta impressa da Warburg nel fertile humus delle relazioni culturali tra Italia e Gran Bretagna, attraverso la lettura critica di due scritti sul Teatro Olimpico di Vicenza: Academicians Build a Theatre and Give a Play (1966) di Donald Gordon (sul quale si veda: “Bellezza!” On Donald Gordon – or a Warburgian Bridge between Italy and England, “Engramma” 184, settembre 2021, 31-60) e The Genesis of the Teatro Olimpico (1951) di Licisco Magagnato. I ritrovamenti d'archivio dimostrano che i due saggi sono sintonizzati sulla stessa linea di ricerca, informata dai metodi del Warburg Institute.

Sul fronte delle riedizioni, ripubblichiamo il pionieristico – e stranamente dimenticato – contributo di Arturo Mazzarella, Aby Warburg. Per una genealogia del Rinascimento, già pubblicato ne “il Centauro” nel 1982 – prima, cioè, del fondamentale numero 199-200 di “aut aut” che segna uno spartiacque nella storia degli studi warburghiani. Per Mazzarella, contro la retorica dominante dell’‘armonia’ come cifra della filosofia del Rinascimento, gli analitici sondaggi compiuti da Warburg tracciano un’ipotesi interpretativa capace di mettere l’accento piuttosto sulle dissonanze più profonde, sui conflitti più aspri e incomponibili - sempre tenuti insieme dal vincolo ossimorico - che investono sia i modelli di pensiero sia paradigmi stilistici della cultura rinascimentale.

L’edizione del 1993 dell’Enciclopedia Garzanti di Filosofia, curata da Gianni Vattimo, presenta, al lemma Warburg, Abyuna sintetica e preziosa voce a firma di Alessandro Dal Lago che torna alla luce dopo essere andata, di fatto, dispersa nel mare sempre più vasto di rassegne bibliografiche warburghiane. Dal Lago rifiuta per Warburg la titolatura di storico dell’arte, sottolineando come egli estenda la sua ricerca all’antropologia, alla storia delle religioni e alla scienza della cultura. Il breve testo contiene anche un prezioso e precoce riferimento all’impresa dell’Atlante Mnemosyne – quando la stagione della fortuna dell’Atlante era ancora ai primi albori – come grande progetto rimasto incompiuto, in cui Warburg “avrebbe dovuto identificare i simboli classici che, attraverso trasformazioni secolari, riescono a influenzare l'arte moderna”.

Overviews

La sezione fa il punto sullo stato degli studi warburghiani in tre diversi poli culturali, geografici, linguistici: i paesi lusofoni, la Russia e l’Australia. Livros e artigos sobre Aby Warburg em língua portuguesa (2018-2023), a cura di Ianick Takaes presenta un aggiornamento dei testi su Warburg in lingua portoghese, il secondo capitolo della ricognizione compiuta da Cássio Fernandes in Engramma 165. Una aggiornamento che “cerca di catturare solo le opere che dialogano direttamente con il pensiero warburghiano, da cui si può dedurre un numero significativamente maggiore di testi in cui Warburg figura come linea teorica ausiliaria”.

Il contributo di Ekaterina Mikhailova-Smolniakova, pubblicato nell’originale russo e in versione italiana, aggiorna la situazione degli studi warburghiani tra 2019-2022 in Russia con una breve e interessante nota sul contesto in cui il filone di indagine si sviluppa: l’autrice si sofferma in particolare sulla traduzione in russo dell’Introduzione del Bilderatlas Mnemosyne.

Warburgian Studies in Australia è un'ampia rassegna curata da Jaynie Anderson degli studi della stessa studiosa, di Robert Gaston e di Charles Green: ripercorrendo la ‘biografia intellettuale’ e la bibliografia dei più importanti studiosi australiani di tradizione classica, possiamo di pari passo ricostruire un ramo importante della storia degli studi sulla figura di Aby Warburg e di uno dei principali eredi intellettuali del suo metodo e del suo pensiero – Edgar Wind, di cui Anderson è stata l’ultima allieva. 

Presentations and Reviews

Nella terza sezione di Engramma 199, Presentazioni, una antologia di alcune novità editoriali del biennio 2021-2021. La sezione si apre con Aby Warburg. Ein Porträt aus Briefen, a cura di Michael Diers e Thomas Helbig, l’introduzione a Briefe, curato da Micheal Diers e Thomas Helbig e pubblicato per la serie Gesammelte Schriften, Studienausgabe di De Gruyter: il volume, pubblicato in due tomi, presenta una selezione di circa 800 lettere di Warburg, accompagnate da un commento che fornisce glosse e contestualizzazioni. Questa selezione costituisce una sorta di biografia indiretta, in cui la vita e l'opera di Warburg è documentata dall’inizio dei suoi studi nel 1886 alla sua morte nel 1929: un documento inscindibile dalle pubblicazioni e dai suoi materiali di lavoro.

La nota di Victoria Cirlot, En el Archivo Warburg. A propósito de: A. Warburg, Per monstra ad sphaeram. Terror y armonía de las esferas, tratta della traduzione in spagnolo di Per monstra ad sphaeram di Aby Warburg, un importante passo in avanti per diffondere gli studi warburghiani nella cultura di lingua spagnola. L’articolo di Cirlot raccoglie le sezioni più importanti del testo pubblicato dalla casa editrice Sexto Piso nel 2022 e, nella nota, mette in relievo la necessità di addentrarsi con cura filologica nei materiali dell’Archivio Warburg, che “è necessario ricollocare […] con le rispettive varianti, le correzioni manoscritte di Warburg, gli interventi di Saxl o Bing, ecc”.

In ambito italiano segnaliamo il nuovo lavoro di Maurizio Ghelardi, Aby Warburg. Uno spazio per il pensiero, una raccolta di testi che, come scrive l'autore nell'Introduzione al volume “rappresentano dei sondaggi nel vasto e variegato corpus della ricerca warburghiana, la cui riflessione è simile alla rete tessuta da un ragno, una rete che si stende in modo diverso, irradiando la fitta trama del suo pensiero”.

Seguendo il filo della ‘rete del pensiero’ warburghiana, presentiamo in questo numero l’edizione riveduta e ampliata del prezioso volume di Marco Bertozzi, La tirannia degli astri, pubblicato da Sillabe nel 2022: un’approfondita indagine sul Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, simbolo segreto del Rinascimento italiano grazie alle raffigurazioni astrologiche di cui Aby Warburg tentò per primo di tracciare la genealogia. La nuova edizione presenta una bibliografia ampliata e le immagini di una nuova e preziosa campagna fotografica.

In Expanded Warburg, Gabriele Guerra ripropone in versione inglese la recensione pubblicata in “Antinomie”, il 13 settembre 2022, in cui presenta mediante una brillante lettura critica i due volumi curati da Monica Centanni Aby Warburg e il pensiero vivente e Aby Warburg and Living Thought, pubblicati da Ronzani editore. Gli undici saggi qui raccolti per la prima volta, tutti provenienti dall'ambiente culturale italiano, costituiscono un tracciante del “pensiero vivente” di Warburg. Giorgio Pasquali, Mario Praz, Gertrud Bing, Arsenio Frugoni, Giorgio Agamben, Guglielmo Bilancioni, Alessandro Dal Lago, Gianni Carchia, Salvatore Settis, Kurt W. Forster, Maurizio Ghelardi: il dialogo polifonico, da vicino o a distanza, tra studiosi di diversa estrazione getta un nuovo faro di luce che illumina con chiarezza e precisione la personalità e l'eredità intellettuale di Warburg.

Il numero di Engramma si chiude con la presentazione di “The Edgar Wind Journal”, una rivista internazionale e interdisciplinare, in formato open access, diretta da Bernardino Branca e Fabio Tononi, che si propone di sviluppare la ricerca e il dibattito su Edgar Wind e sui suoi temi di indagine. In questo contributo si presenta una sintesi dei primi tre numeri della rivista, con i sommari completi consultabili.

Il pensiero di Aby Warburg continua a ricevere luce, attraverso traduzioni della sua opera in lingue diverse, nuove edizioni e pubblicazioni di contributi critici. Un obiettivo di Engramma 199, A Companion to Warburgian Studies è offrire una mappa di queste ricerche che orienti e indirizzi gli studiosi e i lettori, così che i temi e gli interrogativi scaturiti dal pensiero di Warburg continuino a circolare e mantenersi vivi, sempre rinvigoriti da nuova linfa vitale. Seguire, quindi, la buona lezione di Warburg:

Comprendere, fare luce, riconoscere le leggi nei meccanismi della storia della cultura, includendo gli istinti irrazionali nell’ambito dell’investigazione storica: questo era lo scopo del mio lavoro (Aby Warburg, Lettera del 26 dicembre 1923, in Introduzione ad Aby Warburg e all’Atlante della Memoria, a cura di M. Centanni, Milano 2002, 20).

Et fiat lux!

English abstract

This issue of Engramma is intended as an update of the overview of studies dedicated to Warburg in the world: an important work of reconnaissance inaugurated with Engramma 165, Warburgian Studies. The issue brings together contributions from different scholars, sharing a common vision of Warburg and his thought. A Companion to Warburgian Studies is divided into three parts. In Essays Daniela Sacco in Forma Atlante e storiografia teatrale offers us a reflection on the possibility of considering the ‘atlas form’, deduced from the thought of Aby Warburg, as a model for investigating the methodology of twentieth-century theatrical historiography, and in particular in the pioneering studies opened by Ludovico Zorzi and Fabrizio Cruciani. Arturo Mazzarella, Aby Warburg. Per una genealogia del Rinascimento aims to highlight the profound innovations made by Warburg, compared to the most widespread interpretations of Renaissance artistic culture. Raoul Kirchmayr, Per una semantica del Nach. Osservazioni di metodo su Warburg, Freud e Benjamin analyses the semantics of the term Nachleben, which expresses the unique relationship between image and time in three authors that the history of scholarship has often juxtaposed: Warburg, Benjamin and Freud. The point of reference from which the reflection starts is the interest of all three in the epistemological status of images in relation to their historicity. Alessandro Dal Lago, Voce dall’Enciclopedia Garzanti di Filosofia, a cura di G. Vattimo, M. Ferraris, D. Marconi, Milano [1981] 1993 rejects the definition of Warburg as an art historian, pointing out how he extends his research to Anthropology, History of Religions, and Science of Culture. Chiara Velicogna, “A small academy in a small town”. Anglo-italian scholarship on the Teatro Olimpico in the immediate post-war period approaches two early post-war pieces of scholarship concerning the Teatro Olimpico: Donald Gordon’s Academicians Build a Theatre and Give a Play (1966) and Licisco Magagnato’s The Genesis of the Teatro Olimpico (1951). In Overviews, Livros e artigos sobre Aby Warburg em língua portuguesa (2018-2023) by Ianick Takaes The bibliography edited by Ianick Takaes updates the review of texts on Aby Warburg in Portuguese by Cássio Fernandes published in “Engramma” 165, Aby Warburg negli studi latino-americani. Исследования о Варбурге в России by Ekaterina Mikhailova-Smolniakova summarises the recent studies about Aby Warburg in Russia. Current researchers in Russia have access both to translations and original texts by Aby Warburg. Warburgian Studies in Australia edited by Jaynie Anderson, the history Australian studies about Warburg and his legacy are summarised by the intellectual and scientific history of the three most important and influential scholars in this field: Jaynie Anderson, Robert Gaston and Charles Green. In Presentations and Reviews, Micheal Diers in Aby Warburg. Ein Porträt aus Briefen presents here the Introduction to Briefe, edited by Micheal Diers and Thomas Helbig and published for De Gruyter’s Gesammelte Schriften, Studienausgabe series. Victoria Cirlot, En el Archivo Warburg. A propósito de: A. Warburg, Per monstra ad sphaeram. Terror y armonía de las esferas presents the new Spanish translation of Per monstra ad sphaeram, the text of the lecture given by Aby Warburg in 1925 in memory of Franz Boll. Cirlot collects the most important sections of the text published by Sexto Piso in 2022. Gabriele Guerra in Expanded Warburg, firstly published in “Antinomie”, on 13th September 2022, reviews Aby Warburg and Living Thought, edited by Monica Centanni and published by Ronzani editore. Aby Warburg. Uno spazio per il pensiero, edited by Seminario Mnemosyne publishes the Introduction to Maurizio Ghelardi's new book, Aby Warburg, uno spazio per il pensiero. Ghelardi's new edition thus emphasises the need to continue research into Warburg vast unpublished materials. Seminario Mnemosyne presents La tirannia degli astri, the revised and expanded edition of Marco Bertozzi's volume on Salone dei Mesi in Palazzo Schifanoia, published by Sillabe in 2022. The new edition features an expanded bibliography and images from a major photographic campaign.Bernardino Branca in “The Edgar Wind Journal” presents a international journal, in open access format. In this contribution the author presents a summary of the first three issues of the journal.

keywords | Aby Warburg; Warburgian Studies in Italy; Warburgian Studies in Germany; Warburgian Studies in Portogual; Warburgian Studies in Russia; Warburgian Studies in Brazil; Warburgian Studies in Australia.

Per citare questo articolo / To cite this article: I. Grippa, A. Naval, G.Zanon, A Companion to Warburgian Studies. Editoriale di Engramma 199, “La Rivista di Engramma” n. 199, febbraio 2023, pp. 15-22 | PDF of the article 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.199.0016