"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

203 | giugno 2023

97888948401

Guerra, archeologia e architettura. Le navi di Nemi

Editoriale di Engramma 203

Maddalena Bassani e Christian Toson

English abstract

Il filone di ricerca ‘Guerra e Memoria, Archeologia e Architettura’, al quale negli anni Engramma ha dedicato diversi numeri monografici e contributi, rappresenta un nucleo centrale negli studi del Centro Studi classicA. Il focus è l’indagine delle dinamiche fra beni culturali e strategie militari intercorse in occasione dei conflitti mondiali del XX e XXI secolo ponendo a dialogo, in felice concorrenza, strumentazioni metodologiche di discipline differenti, tra cui l’archeologia, l’architettura, la letteratura, le arti visive e la storia. L’obiettivo è restituire la memoria di quanto la guerra ha distrutto o guastato, confidando che la ricerca possa restituire segni e tracce di ciò che il demone violento di Ares vorrebbe annientare e cancellare.

Questo numero si propone come una nuova incursione in questo filone di ricerca, prendendo come caso studio le navi del lago di Nemi, le più grandi imbarcazioni di epoca romana mai ritrovate. L’operazione del recupero degli scafi antichi e della loro musealizzazione tra la fine degli anni Venti e Quaranta del Novecento, inquadrabile all’interno della “archeologia patriottica” italiana, è a ragione considerata tra le più importanti scoperte di archeologia navale. Inoltre, la vicenda dello svuotamento del lago è da annoverare fra i maggiori interventi di ingegneria idraulica in uno scavo archeologico, così come la progettazione museale da parte dell’architetto Vittorio Morpurgo (poi Ballio Morpurgo) rappresenta un fondamentale tassello nella storia dell’architettura del periodo fascista. La drammatica distruzione delle navi avvenuta nella notte del 31 maggio 1944 e la questione relativa ai nuovi significati da dare a un museo costruito per contenere due grandi reperti archeologici ora distrutti, costituiscono solo due degli aspetti che in questo numero vengono discussi.

Il numero 203 di Engramma è articolato in due sezioni: la prima monografica su Nemi, la seconda sul filone di ricerca Guerra e memoria.

Sezione I. Navi di Nemi: prospettive di ricerca

In Il Centro di Documentazione di NemiUn luogo, e un sito, per la ricerca sulle Navi, il Lago, il Museo, a cura di Monica Centanni, Daniela De Angelis, Elisabetta Pallottino, presentiamo il progetto per la costituzione di un Centro di Documentazione con sede fisica presso il Museo di Nemi e un portale disponibile in rete in modalità open access. Il primo obiettivo è coordinare le future ricerche di diversi settori disciplinari e favorire la raccolta dei materiali pertinenti alle navi romane e al paesaggio nemorense. Il gruppo di lavoro è costituito da diversi enti di ricerca (oltre al Museo Nazionale delle Navi di Nemi, sede naturale del Centro di Documentazione, e la Direzione generale del Museo e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, l’Università Iuav di Venezia e l’Università di Roma Tre, ma anche la Fondazione Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, e il CNR ISMAR di Venezia). Il Centro di Documentazione intende creare degli strumenti per la ricerca a disposizione di ricercatori, istituzioni e più in ampiamente di tutti i cittadini interessati, oltre che essere un punto di riferimento per iniziative e progetti dedicati alle Navi, al contesto lacustre e al Museo stesso. 

Molti sono gli orizzonti di indagine che si profilano attorno agli scafi antichi e al loro spazio museale, come esemplificano i contributi di questo numero. Il pezzo introduttivo di Daniela De Angelis, direttrice del Museo delle Navi romane (Il Museo delle Navi romane di Nemi. Passato presente e futuro) mette in luce le questioni più importanti e i problemi operativi nella valorizzazione del Museo e delle ricerche intorno ad esso, fornendo una panoramica dei finanziamenti e dei progetti in atto per le opere di miglioramento dell’edificio.

L’articolo Architettura e propaganda. Il Museo delle Navi di Nemi, spunti per una ricerca di Giacomo Calandra di Roccolino ripercorre la storia della costruzione e l’architettura del museo progettato da Vittorio Morpurgo e inaugurato nel 1940, disegnando una prima mappatura dei sentieri di ricerca che si incrociano intorno all’opera architettonica e sulle sue travagliate vicende connesse con la storia politica dell’Italia e dell’Europa del XX secolo.

In Paesaggio sacro, pittura di paesaggio, paesaggio costruito Ricerche in corso sul paesaggio nemorense e il Museo delle Navi romane, Agostina Incutti, Elisabetta Pallottino, Paola Porretta trattano del Museo da un’altra prospettiva: il contributo offre prima una riflessione sulla plurimillenaria aura sacrale del locus e del lacus di Nemi, sulle immagini e sulle evocazioni che ha suscitato nella cultura internazionale tra cui il fondamentale saggio Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione di James Frazer (1915), e approda infine al “paesaggio costruito”: ovvero il Santuario di Diana ma anche gli altri resti archeologici, tra i quali, oltre alle navi, la Villa imperiale, il ninfeo, le banchine antiche e l’emissario lacustre. Si propone infine una lettura del Museo delle Navi romane in relazione a questo complesso paesaggio, da un punto di vista sia storico che progettuale. 

Un nodo critico nella storia delle navi di Nemi riguarda l’incendio che le ha distrutte durante la Seconda guerra mondiale. Il contributo di Flavio Altamura e Stefano Paolucci Una lente sull’incendio delle navi romane di Nemi, prende spunto dalla recente monografia L’incendio delle navi di Nemi. Indagine su un cold case della Seconda guerra mondiale, uscita nel marzo del 2023, per ricostruire le dinamiche dell’incendio, dei combattimenti avvenuti nel 1944 presso il Museo, e delle persone coinvolte. La responsabilità tedesca della distruzione delle navi, fino ad oggi generalmente accettata, viene messa fortemente in discussione sulla base di nuovi documenti che rilanciano la ben più plausibile ipotesi di un incendio innescato dai colpi accidentali dell’artiglieria americana impegnata sul fronte dei Colli Albani.  

L’eccezionalità dei reperti nemorensi e la storia del Museo-teca che Vittorio Morpurgo disegnò per conservarli ed esporli, è recuperabile anche dalle immagini conservate in diversi archivi, che non sono state ancora oggetto di studi mirati e approfonditi. In particolare i filmati girati dagli stessi lavoratori nello scavo di Nemi sono preziossisimi per ricostruire i reperti e la storia dello scavo e per restituire l’ampiezza della coperura mediatica operata dall’Istituto Luce al momento del recupero e della musealizzazione delle navi. Ma, oltre ai filmati girati a fini documentari, promozionali e propagandistici negli anni ’20 e ’30 del Novecento intorno alla grande impresa del recupero delle navi dal lago di Nemi, dati importanti si ricavano anche da opere registiche dedicate, in tutto o in parte, al tema. In “Memoria e Avanguardia”. Intervista a Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchiripubblichiamo la preziosa intervista di Bruno Fornara nella quale i registi raccontano come hanno usato i materiali dei documentari per il loro film Lo specchio di Diana (1996). Segue una Nota di Filipppo Perfetti nella quale si approfondiscono le tracce che conducono al girato d’archivio riguardante Nemi e al loro uso nella poetica di Gianikian e Ricci Lucchi. 

Un altro frammento di cinema di regia da cui si ricavano dati importanti è la sequenza nel film L’assassino di Elio Petri (1961), che documenta il primo allestimento del Museo delle Navi di Nemi del Dopoguerra, pesantemente alterato dai lavori successivi al 1963. Ilaria Grippa e Christian Toson in “Le navi romane si possono vedere anche in tre”. Il Museo di  Nemi nella sequenza del film L’assassino di Elio Petri presentano una scheda del film del 1961, concentrandosi sulla sequenza ambientata nell’edificio di Morpurgo e individuando i manufatti allestiti e la loro duplice funzione nel set del film e nell’allestimento museale. Ne emerge una documentazione preziosa sulla storia del Museo riaperto al pubblico nel 1953, con un allestimento che è ancora tutto da studiare.

La parte finale di questa sezione è dedicata ai materiali per lo studio delle navi di Nemi. L’operazione di svuotamento del lago di Nemi per riesumare gli scafi costituiva un evento senza precedenti in termini di ingegneria idraulica: Giovanni Pietrangeli e Paola Redemagni nel loro Dallo scavo all’archivio. Le carte sulle navi di Nemi negli archivi del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia presentano gli importanti documenti inediti conservati al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, indispensabili per ricostruire il coinvolgimento della ditta Riva Calzoni guidata dall’ingegnere umanista Guido Ucelli e le tecnologie messe in campo per il recupero delle navi romane.

Chiude la sezione una rassegna bibliografica curata da Agostina Incutti e Christian Toson sulle navi di Nemi e il paesaggio nemorense (Bibliografia aggiornata sulle navi di Nemi, il Museo delle Navi romane e il territorio nemorense), che integra la notevolissima raccolta bibliografia edita da Lucia Mariani nel 1940 aggiornandola al 2023. 

Sezione II. Guerra e Memoria

La seconda sezione del numero, che si apre con una panoramica dei numeri monografici e contributi su Guerra e Memoria pubblicati in Engramma, presenta due importanti nuovi contributi sul tema.

L’articolo di Ludovico Rebaudo presenta fonti e foto d’archivio in gran parte inedite relative alla scoperta di un contesto romano sommerso nella laguna di Grado durante le operazioni militari nella Prima guerra mondiale, a cui aveva partecipato anche Gabriele D’Annunzio, destinate a creare uno scalo di idrovolanti. In Anfore romane fra gli idrovolanti. Archeologia di guerra sull’isola Gorgo (luglio-agosto 1917), grazie a un’analisi accurata dei dati archivistici e storici, l’autore propone una ricostruzione del contesto topografico in cui furono recuperate centinaia di anfore romane presso l’isola di Gorgo.

Chiude la sezione Guerra e Memoria e il numero di Engramma il saggio di Guido Morpurgo, L’architettura di Auschwitz, che presenta il testo di una intensa conferenza tenuta il 22 gennaio 2023 presso l’Aula Magna dell’Università Iuav di Venezia, nel quadro delle iniziative promosse dal Coordinamento cittadino del Comune di Venezia per le celebrazioni del Giorno della Memoria. Guido Morpurgo indaga le caratteristiche architettoniche del campo di sterminio Auschwitz II – Birkenau, delle quali rimangono esili tracce: qualche disegno, foto d’archivio scampate alla distruzione, e le eloquenti e impressionanti rovine contemporanee. Ripercorrendo in maniera critica i materiali, di fronte a questa estrema testimonianza della Shoah, l’Autore si pone la questione della responsabilità dell’architetto, della capacità stessa di pensare e del limite del progettare. Quel che resta, per usare le parole giuste di Georges Didi-Huberman, sono “immagini malgrado tutto”.

English abstract

Engramma issue 203 “Guerra archeologia e architettura. Le Navi di Nemi”, focuses on the Roman ships exctracted from the Lake Nemi and placed in a dedicated museum, in the historical context of fascist propaganda. The ships where destroyed during the Allied campain inItaly in 1944. The introductive papers by Monica Centanni, Daniela De Angelis, and Elisabetta Pallottino Il Centro di Documentazione di NemiUn luogo, e un sito, per la ricerca sulle Navi, il Lago, il Museo, and Il Museo delle Navi romane di Nemi. Passato presente e futuro, underline the necessity to reactivate and coordinate research over the Museum and surroundings, in a multidisciplinary approach, and propose the creation of a dedicated Research Centre. Giacomo Calandra di Roccolino addresses the history of the architecture of the Museum in Architettura e propaganda. Il Museo delle Navi di Nemi, spunti per una ricercaa masterpiece by architect Vittorio Ballio Morpurgo. The relationship between the project of the Museum and the surrounding landscape, that inspired the seminal The Golden bough, by James Frazer (1915), is the topic of the article written by Agostina Incutti, Elisabetta Pallottino, Paola Porretta Paesaggio sacro, pittura di paesaggio, paesaggio costruito Ricerche in corso sul paesaggio nemorense e il Museo delle Navi romaneFlavio Altamura e Stefano Paolucci reconstruct historically the dramatic events that caused the fire that destroyed the ships in 1944 (Una lente sull’incendio delle navi romane di Nemi), rejecting the commonly accepted fault of the German troops and providing evidence that the fire could have been caused by accident by the American artillery. The importance of a cross and multidisciplinary reading of the testimonies on the Ships and the Nemi Museum is underlighted by the contributions of Filippo Perfetti on the film Lo specchio di Diana by Yervant Gianikian and Angela Ricci Lucchi (1996), with a re-edition of the interview with the filmmakers by Bruno Fornara, and by the contribution by Ilaria Grippa and Christian Toson “Le navi romane si possono vedere anche in tre” on the sequence set at Nemi in the film L'assassino by Elio Petri (1961). Giovanni Pietrangeli e Paola Redemagni provide a detailed description of the archival documents regarding the excavations of the ships and the company Riva Calzoni led by Guido Ucelli, preserved in the Museum of Science and Technology in Milan (Dallo scavo all’archivio. Le carte sulle Navi di Nemi negli archivi del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia).  An updated bibliography curated by Agostina Incutti and Christian Toson (Bibliografia aggiornata sulle navi di Nemi, il Museo delle navi romane e il territorio nemorense) ends the first section about the Nemi ships. The second section comprises an overview of the researches in Engramma about War, Architecture, Archaeology and Memory (numeri monografici e contributi su Guerra e Memoria pubblicati in Engramma), a contribution by Ludovico Rebaudo reconstructing the topography of an ancient Roman site discovered during World War I near Gorgo island in Grado (Anfore romane fra gli idrovolanti. Archeologia di guerra sull’isola Gorgo (luglio-agosto 1917)), and ends with L’architettura di Auschwitz, an essay by Guido Morpurgo that, by describing the architecture of the Auschwitz II – Birkenau extermination camp, reflects on the reponsibilty of the designer. 

keywords | Nemi ships; Nemi ships museum; Nemi lake; archeology; architecture; landscape; history; destruction; Ucelli; Gorgo island; Auschwitz; Birkenau. 

questo numero di Engramma è a invito: la revisione dei saggi è stata affidata al comitato editoriale e al comitato scientifico della rivista

Per citare questo articolo/ to cite this article: M.Bassani, C.Toson, Guerra, archeologia e architettura. Le navi di Nemi. Editoriale di engramma 203  “La rivista di Engramma” n.203, giugno 2023, pp. 7-14 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.203.0011