"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Ernst H. Gombrich, Geburtstagsatlas für Max M. Warburg
(5 giugno 1937)

Edizione e saggio introduttivo 

a cura del Seminario Mnemosyne, coordinato da Monica Centanni e Giulia Zanon, con Sara Agnoletto, Maria Bergamo, Victoria Cirlot, Maurizio Ghelardi, Ilaria Grippa, Ada Naval, Filippo Perfetti, Lucamatteo Rossi, Daniela Sacco, Ianick Takaes, Chiara Velicogna, Wannes Wets*

English abstract

*Il Seminario Mnemosyne presenta una nuova edizione del Geburtstagsatlas: si tratta dell’aggiornamento e dell’integrazione della prima edizione del Geburtstagsatlas für Max M. Warburg, pubblicata dal Seminario Mnemosyne nel 2017 (Geburtstagsatlas [1937] 2017 e Geburtstagsatlas [1937] 2018 in traduzione inglese). La prima edizione dell’atlante di Gombrich in Engramma, nel 2017 e 2018, è stata l’esito di un seminario itinerante che, dal 2014 al 2017, si è tenuto in varie tappe: Venezia, classicA-Iuav (I tappa 2014; II tappa 2015); Warburg-Haus di Amburgo (III tappa 2015); Scuola Normale Superiore di Pisa (IV tappa 2016); Pompeu Fabra Universitat di Barcellona (V tappa 2017); Scuola Normale Superiore presso Palazzone di Cortona (VI tappa 2017); Warburg-Haus di Amburgo (VII tappa 2017). I frutti del seminario sono stati pubblicati in due numeri monografici della rivista: Engramma 151, Engramma 153.


SAGGIO INTRODUTTIVO
§ Presentazione
§ Forma e materiali
§ Numerazione delle tavole
§ Geburtstagsatlas 1937 vs Atlante Mnemosyne 1929
EDIZIONE
§ Zur Mnemosyne. Zur Erkenntnistheorie und Praxis der Symbolsetzung 
§ Tafeln
NOTA BIBLIOGRAFICA

Presentazione

Londra, gennaio 1936: il giovane Ernst Gombrich arriva al Warburg Institute, ancora insediato a South Kensington, su raccomandazione di Ernst Kris; l’incarico che gli viene affidato da Gertrud Bing e da Fritz Saxl è di occuparsi della pubblicazione degli scritti inediti di Aby Warburg (i saggi di Warburg già editi in vita erano stati raccolti nel 1932 da Gertrud Bing e Frédéric Rougemont nell’edizione Teubner delle Gesamellte Schriften). Ma nella primavera del 1937, Gombrich riceve anche l’incarico di confezionare una edizione privata del Mnemosyne Atlas da donare a Max, fratello maggiore di Aby, in occasione del suo settantesimo compleanno: il Geburtstagsatlas für Max M. Warburg. L’operazione, pensata come un dono personale, prese l’avvio con tutta probabilità dalla sollecitazione di Gertrud Bing, Fritz Saxl, Edgar Wind, oppure su indicazione dello stesso Max Warburg. Il dono, evidentemente, andava incontro a un desiderio della cerchia warburghiana e della famiglia che, a quasi dieci anni dalla morte di Aby Warburg e dopo l’avventuroso trasferimento in Inghilterra, continuavano a credere nella possibilità di un esito editoriale dell’‘impresa Mnemosyne’.

Il Geburtstagsatlas für Max M. Warburg è dunque un’edizione privata, realizzata in modo artigianale, anche dal punto di vista dei materiali e della confezione editoriale: si tratta dell’assemblaggio di fogli dattiloscritti, con appunti a mano di Gombrich, per un’edizione che doveva restare probabilmente in esemplare unico. Nonostante si tratti di una sorta di menabò preparatorio, l’opera riflette, nell’impianto generale, la struttura che era stata originariamente pensata per la pubblicazione del Mnemosyne Atlas – una serie di Tavole corredata da una serie di testi – ma, nel contempo, si discosta considerevolmente dai pannelli predisposti da Warburg e collaboratori nel 1929.

Conservato in due copie dattiloscritte – una al Warburg Institute di Londra, una al Warburg-Haus di Amburgo – l’“Atlante del compleanno” è rimasto per molti decenni inedito, sepolto da un oblio quasi assoluto (si vedano la pagina dedicata nel sito del Warburg Institute e, nella Nota bibliografica qui in calce, la ridotta rassegna dei contributi critici).

Il Seminario Mnemosyne presenta una edizione completa del Geburtstagsatlas, ottenuta grazie al confronto tra i due esemplari del testo; per ora si tratta per lo più della semplice riproduzione del dattiloscritto in forma di immagini, ma sono in corso le ricerche per realizzare una edizione critica che sarà la vera editio princeps dell’“Atlante del compleanno”.

Forma e materiali

I documenti relativi al Geburtstagsatlas si ritrovano attualmente nel catalogo dell’Archivio del Warburg Institute di Londra con la numerazione WIA.III.109. Il titolo del faldone è: Ernst H. Gombrich’s edition of A. Warburg’s unpublished working papers (1936-1939) (per la ricognizione dei materiali archivistici del Geburtstagsatlas vedi Tonin 2017).

L’Atlante è introdotto da un testo di Gombrich, Zur Mnemosyne. Zur Erkenntnistheorie und Praxis der Symbolsetzung [Per una teoria della conoscenza e una prassi della simbolizzazione]: di questa introduzione esistono due testimoni, la bozza preparatoria, dattiloscritta, con correzioni e marginalia a penna [WIA.III.109.4], e una versione più pulita, anch’essa dattiloscritta, che registra parzialmente gli emendamenti presenti nella bozza [WIA.III.109.5.1].

Geburtstagsatlas [WIA.III.109.4], bozza preparatoria dell’incipit del Geburtstagsatlas, Introduzione (prima pagina), dettaglio.
Geburtstagsatlas [WIA.III.109.5.1], Introduzione (prima pagina), dettaglio.
In entrambe le redazioni, oltre alle correzioni a penna, è evidente che è stata utilizzata una macchina per scrivere priva dei segni diacritici peculiari della lingua tedesca (vocali con Umlaut; scharfes S, ovvero ß; vedi ad esempio: Ueberbegriffe pro Überbegriffe; dass pro daß ...).

Tutti i testi del Geburtstagsatlas di Gombrich sono redatti in lingua tedesca, dattiloscritti con una macchina per scrivere di fabbricazione inglese, non dotata del set di caratteri tipografici con segni diacritici tedeschi (vocali con Umlaut; scharfes S, ovvero ß). Da segnalare, in sostanza, accanto ad alcuni patenti refusi dovuti al carattere artigianale del lavoro, l’obbligata traslitterazione dei termini tedeschi in caratteri inglesi, che suona come una cicatrice grafica, spia della delicata condizione di esilio in cui viveva quegli anni il Warburgkreis, e delle difficoltà incontrate dai profughi arrivati da Amburgo nel trovare una degna sistemazione nella capitale inglese, che pur aveva accolto generosamente gli studiosi e i loro preziosi materiali.

La prima differenza che salta agli occhi è la scelta del fondale e la struttura dell’impaginato: Gombrich impagina le immagini su tavole a fondo bianco, in modo ordinato e composto, secondo una gerarchia regolare tutt’affatto diversa da quella scelta, di caso in caso, da Warburg. La nuova impaginazione modifica decisamente le relazioni spaziali fra le immagini e i loro formati rispetto alla versione del Mnemosyne Atlas 1929.

Confronto tra Mnemosyne Atlas 1929, Tavola 5 e Geburtstagsatlas 1937, Tavola V.

Numerazione delle tavole

L’“Atlante del compleanno” raccoglie 24 rifacimenti di una parte delle 63 tavole presenti nell’ultima versione del Mnemosyne Atlas, che erano state fotografate prima del trasbordo dei materiali in Gran Bretagna, e delle quali pertanto Gombrich aveva a disposizione la riproduzione fotografica e le singole immagini.

Nell’edizione Gombrich, ogni tavola è accompagnata da una spiegazione, succinta ma densa: una sorta di lunga didascalia che riassume il tema trattato nel pannello. La numerazione nelle tavole vere e proprie è segnata con cifre arabe, nei testi di accompagnamento invece la numerazione è in cifre romane.

Geburtstagsatlas, Tafel 2/II (dettaglio).
Incoerenza nel sistema di numerazione tra le cifre arabe apposte sulla Tavola (a sinistra) e le cifre romane apposte sulla scheda a fronte (a destra).

Questo l’elenco completo delle tavole dell’“Atlante del compleanno”: A • B • C • I • II • III • IV • V • VII • VIII • XX • XXI • XXII • XXIII • XXIV • XXV • XXVII • XXVIII • XXX • XXXI • XXXVII • XLI • XLII • LV

La numerazione di Gombrich coincide con la numerazione dei corrispondenti pannelli della versione Mnemosyne del 1929, e rispetta anche le lacune nella numerazione continua (tra Tavola VIII e Tavola XX, per esempio). La corrispondenza della numerazione dunque è quasi sempre puntuale, con qualche eccezione soprattutto nei casi in cui la numerazione di Warburg era evidentemente provvisoria: ad esempio la Tavola dedicata a Laocoonte è numerata XLI da Gombrich 1937, 41a in Mnemosyne 1929.

In questo saggio introduttivo, e nell’Edizione che qui presentiamo, si fa riferimento alle tavole dell’edizione Geburtstagsatlas 1937 identificandole con cifre romane, alle tavole del Mnemosyne Atlas 1929 con cifre arabe.

Tavole e testi presenti nel Geburtstagsatlas (secondo l’esemplare WIA.III.109.5.1)

Gombrich, seguendo in parte il lavoro di Warburg, organizza i pannelli per sezioni tematiche e per contesto storico. Segnaliamo qui, in successione, le presenze nella versione di Gombrich 1937 e le coincidenze con il Mnemosyne Atlas 1929:

§ In apertura Zur Mnemosyne. Zur Erkenntnistheorie und Praxis der Symbolsetzung [Per una teoria della conoscenza e una prassi della simbolizzazione], una introduzione di Gombrich all’Atlante (pubblicata in Engramma nel 2017 in prima edizione dell’originale in tedesco e traduzione italiana). Già per questo testo si pone una rilevante questione critica: pur avendo a disposizione l’Einleitung che Warburg aveva redatto nel 1929 per il Bilderatlas, Gombrich si discosta in modo reciso, sul piano concettuale e terminologico, dall’impostazione che Warburg aveva voluto per il suo opus (vedi le note di commento in Seminario Mnemosyne 2017;

§ Il gruppo delle Tavole A, B, C, corrispondenti alle Tavole A, B, C del Bilderatlas (il testo originale relativo a questo blocco di tavole, con traduzione italiana, è pubblicato in Nicastro 2018;

§ Il gruppo di Tavole I, II, III, IV, V, VII, VIII, corrispondenti alle Tavole 1, 2, 3 e 4, 5, 7, 8 del Bilderatlas, che comprende il repertorio delle Vorprägungen, le preconiazioni antiche nel corpus dei reperti archeologici dell’antichità orientale e greco-romana;

§ Una Introduzione alle Tavole XX-XXVII, “Zu Tafeln XX-XXVII (testo e traduzione sono pubblicati in Seminario Mnemosyne 2023) che presenta il tema del gruppo di pannelli come: “Die folgenden Tafeln halten Denkmäler fest, die Macht und Geltung antiker Bildtradition im hohen und späten Mittelalter aufs Eindringlichste veranschaulichen” [Le tavole che seguono riportano esempi che illustrano in modo più che evidente la potenza e la validità della tradizione pittorica antica nell’alto e nel tardo Medioevo​​​​​​]; 

§ Le Tavole XX, XXI, XXII, XXIII, XXIV, XXV, XXVII, corrispondenti al gruppo delle Tavole 20, 21, 22, 23, 24, 25, 27 del Bilderatlas, dedicate alle peregrinazioni e ai mascheramenti delle antiche divinità tra Oriente e Occidente (Baghdad, Toledo, Padova, Rimini, Ferrara; XIII-XV secolo);

§ Una introduzione intitolata “Einleitung zu XXVIII-. Flandern und Italien im Kampf um den Stil bewegten menschlichen Lebens bis zum Eintritt des antikischen Idealbilds” [Introduzione a XXVIII-. Fiandre e Italia in lotta per lo stile della vita umana in movimento, fino all’avvento dell’immagine ideale antica], che funge da premessa a tutte le tavole successive;

§ Tavola XXVIII che corrisponde alla Tavola 28/29 del Bilderatlas, dedicata a soggetti di vita contemporanea e a scene mitologiche tratte dal repertorio rinascimentale delle corti italiane; 

§ Tavola XXX, che corrisponde alla Tavola 30 del Bilderatlas, dedicata a Benozzo Gozzoli e a Piero della Francesca;

§ Tavola XXXI, che corrisponde alla Tavola 31 del Bilderatlas, dedicata ai ritratti fiamminghi di italiani;

§ Tavola XXXVII, che corrisponde alla Tavola 37 del Bilderatlas, dedicata al disegno archeologico e alla grisaille;

§ Tavola XLI che corrisponde alla Tavola 41a del Bilderatlas, dedicata alla morte del sacerdote e al pathos della sofferenza;

§ Tavola XLII che corrisponde alla Tavola 42 del Bilderatlas, dedicata al pathos della sofferenza in inversione energetica.

§ Tavola LV che corrisponde alla Tavola 55 del Bilderatlas, dedicata al tema del Giudizio di Paride e al rapporto tra Raffaello e Manet (via Raimondi).

Tavole mancanti nel Geburtstagsatlas (secondo gli esemplari WIA.III.109.4 e WIA.III.109.5.1)

Rispetto all’ultima versione del 1929 del Mnemosyne Atlas, nella versione di Gombrich mancano:

§ Tavola 6 del Bilderatlas, dedicata alle “Preconiazioni antiche”: ratto di Proserpina, menadi, sacrificio del sacerdote (incluso il Laocoonte Vaticano):

Antike Vorprägungen. Raub (Proserpina, Unterwelt [Tafel 5]). Opfer (Polyxena). Opfernde Mänade (Priesterin). Tod des Priesters (Laokoon). Conclamatio. Tanz des Priesters (Isis). Grabtä nzerinnen. Achill auf Skyros (als Chorführer?)

[Preconiazioni antiche. Ratto (Proserpina, mondo infero [Tavola 5]). Vittima sacrificale (Polissena). Menade sacrificante (sacerdotessa). Morte del sacerdote (Laocoonte). Conclamatio. Danza del sacerdote (Iside). Danzatrici funebri. Achille a Skyros (come capocoro?)].
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 26 del Bilderatlas, dedicata ai calendari cosmologici e al “passaggio da Rimini a Schifanoia”, con l’eccentrica inclusione di materiali archeologici antichi come la Tabula Bianchini, nonché del “calendario di Tycho Brahe” (XVII secolo):

Gesamt-systematischer kosmologischer Kalender (Tycho Brahe) als Übergang zwischen Rimini und Schifanoja.
[Calendario cosmologico sistematico completo (Tycho Brahe) come passaggio tra Rimini e Schifanoia].
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 32 del Bilderatas, dedicata alla trasfigurazione dei temi antichi in chiave folclorico-popolare dal XV secolo in avanti, nelle danze, nelle sfide allegoriche, negli oggetti di uso quotidiano: 

Groteske. Tanz um die Frau im Mittelpunkt. Vœu du Paon. Quaresima. Affenbecher. Groteske der Affen. Tanz der Frauen um die Hose. [cf. Tanz des Priesters, Tod des Orpheus]. Gerät als Vehikel.
[Grottesca. Danza per la donna al centro. Vœu du Paon. Quaresima. Coppa delle scimmie. Grottesca delle scimmie. Danza delle donne per i pantaloni. [cfr. danza del sacerdote, morte di Orfeo]. Oggetti d’uso comune come veicolo.
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 33 del Bilderatlas, dedicata alla sopravvivenza di dei e miti antichi nelle fabulae medievali e cortesi:

Mythographische Textillustration. Ovid, Christine de Pisan, Boccaccio, Storia Trojana, Albricus. Überleitend zu 34: Verquickung m.d. zeitgenössischen Leben.
[Illustrazione dei testi mitografici. Ovidio, Christine de Pizan, Boccaccio, Historia Trojana, Alberico. Collegamento con la 34: commistione con la vita contemporanea].
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 34 del Bilderatlasdedicata agli arazzi come medium per l’espressione della vitalità dell’antico:

Teppich als Vehikel. Themen: Jagd und Vergnügen. Arbeitende Bauern. Antike im Zeitgewand (Trojan.Krieg. Alexander) = Auffhart. Narziss und Grablegung als bestellte
[Arazzo come veicolo. Temi: caccia e svaghi. Contadini al lavoro. Antichi in vesti del tempo (guerra troiana; Alessandro) = ascensione. Narciso e Deposizione come temi commissionati per arazzi?]
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 35 del Bilderatlas, dedicata ai soggetti mitologici “alla franzese”, in connessione con la nuova ‘scienza’ astrologico-allegorica:

Antike alla franzese. Hercules, Paris (Raub) Paris (Urteil) Orpheus. Venus m.Grazien (astrologisch!) Polyxena. Burgundische Antike. Antiker Heroismus. Mars [Tafel 35] und Helena [Tafel 24] austauschen!!
[Antico alla franzese. Ercole, Paride (ratto), Paride (giudizio) Orfeo. Venere con le Grazie (astrologiche!) Polissena. Antico à la borgognona. Eroismo degli antichi. Scambiare Marte (Tavola 35) con Elena (tavola 24)!!].
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 36 del Bilderatlas, dedicata al ritorno delle immagini degli dei in vesti contemporanee, nelle miniature del Codice realizzato per le Nozze di Pesaro tra Costanzo Sforza e Camilla d’Aragona (1475):

Pesaro = Antike alla franzese im Süden.
[Pesaro = Antico ‘alla franzese’ nell’Europa meridionale].
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 38 del Bilderatlas, dedicata al corteggiamento e al simbolismo erotico tra arte cortese e Botticelli:

Mischstil in Bezug auf Antike. Höfisches Leben. Liebessymbolik. Vorstufe zu Botticelli in der Auseinandersetzung m.d. Antike. Teppich ersetzt durch Stiche (Jagd). Minnekästchen. Distanz in der Werbung: Bestrafung Amors. Noli me tangere. Bestrafte Kälte (Nostagio) und Herzessen. Triumph Amors. Hosenkampf u. Quaresima italienisch. Paris u. Helena im Mischstil. Baldini 1. Fassung Sol.

Stile misto in rapporto con l'antico. Vita di corte. Simbolismo d’Amore. Fase del confronto con l'antico che precede Botticelli. Arazzo sostituito da incisioni (caccia). Cofanetti d’amor cortese. Presa di distanza nel corteggiamento: punizione di AmorNoli me tangere. Freddezza punita (Nastagio) e mangiare il cuore. Trionfo di Amor. Lotta per i pantaloni e quaresima italiana. Paride ed Elena in stile misto. Baldini 1. Versione Sol.
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 39 del Bilderatlas, dedicata alle allegorie mitologiche di Botticelli:

Botticelli. Idealstil. Baldini 1. und 2. Amor antikisch. Pallas als Turnierfahne. Venusbilder. Apoll und Dafne = Verwandlung. Horn d. Achelous.
[Botticelli. Stile ideale. Baldini 1. e 2. Amor anticheggiante. Pallade come palio per torneo. Immagini di Venere. Apollo e Dafne = metamorfosi. Corno di Acheloo].
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tavola 40 del Bilderatlas, dedicata all’affermazione dello stile patetico all’antica:

Durchbruch des antiken Temperaments. Kontinuierliche Darstellung (als Triumphzug antiker Gestalten? = Fries). Kindermord = rasende Mutter? Exzess der Pathosformel.
[Irruzione del temperamento antico. Rappresentazione continuata (come corteo trionfale di figure antiche? = fregio). Infanticidio = madre furiosa? Eccesso della formula di pathos].
Appunti di Warburg & collaboratori

§ Tutto il gruppo della Tavole 43-54, dedicate a: la Cappella Sassetti (Tavola 43); la grisaille (Tavola 44) e il Ghirlandaio (Tavola 45); l’immagine della Ninfa (Tavola 46); le figure dell’Angelo e della Cacciatrice di Teste (Tavola 47), di Fortuna (Tavola 48); il pathos di Mantegna (Tavola 49); le Muse e i Tarocchi (Tavola 50/51); la Giustizia di Traiano (Tavola 52); l’olimpizzazione delle Muse, dall’età umanistica a Raffello (via Mantegna) e Michelangelo (Tavola 53); la Cappella Chigi di Baldassarre Peruzzi (Tavola 54).

§ Il Geburtstagsatlas si chiude su Tavola LV, dedicata al recupero dello stile ideale antico tra Raffaello e Manet.

Geburtstagsatlas 1937 vs Atlante Mnemosyne 1929

Il confronto tra il Geburtstagsatlas 1937 e l’Atlante Mnemosyne 1929 consente di misurare la distanza della pubblicazione di Gombrich rispetto all’ultima edizione del Bilderatlas.

Gombrich opera una netta selezione sulla serie delle tavole dell’ultima versione dell’Atlante che nel Geburtstagsatlas risultano ridotte da 63 a 24. Un taglio deciso è operato sul numero delle immagini – 280 nelle 24 tavole della versione Gombrich, rispetto alle circa duemila immagini che Warburg progettava di includere nel Mnemosyne Atlas, come si evince da un appunto del Diario romano del 8 aprile 1929:

Mnemosyne: il risveglio degli dei pagani nell’epoca del Rinascimento europeo come valore espressivo energetico.
Un tentativo di una scienza storico-artistica delle civiltà. Due volumi di testo. Inoltre, un atlante con circa duemila illustrazioni a cura di A. Warburg. Indici di Gertrud Bing.
A. Warburg, 8 aprile 1929 (A. Warburg, G. Bing, Diario romano (1928-1929), a cura di Maurizio Ghelardi, Torino 2005, 98).

Nella versione di Gombrich, almeno nella confezione dattiloscritta a cui si fa riferimento, la scelta dell’inclusione di alcune tavole e dell’esclusione di altre non è esplicitata. In riferimento all’apertura e alla chiusura dell’Atlante, si noti che nel Geburtstagsatlas sono incluse le Tavole di apertura – Tafeln A, B, C – corrispondenti a quelle realizzate da Warburg e collaboratori soltanto tra il settembre e l’ottobre 1929. L’ultima Tavola della selezione proposta da Gombrich – Tafel LV – è il pannello dedicato alle ricerche di Warburg su Manet. Il Geburtstagsatlas copre così un arco storico e geografico più ristretto rispetto all’ultima versione di Mnemosyne che negli ultimi gruppi di pannelli, passando per Rubens e Rembrandt, arriva fino alla stretta attualità; ma purtuttavia coincide con l’arco cronologico di cui scrivono Warburg e Bing nel Diario romano, “da Babilonia fino a Manet”:

Il pomeriggio ho allestito Mnemosyne su due supporti di tela di iuta. Ora si ha una visione d’insieme di tutta l’architettura da Babilonia fino a Manet: così la si può sottoporre a una critica spietata.
A. Warburg, 10 febbraio 1929 (Aby Warburg, Gertrud Bing, Diario romano (1928-1929), a cura di Maurizio Ghelardi, Torino 2005, 53).

Riassumendo lo schema delle presenze e delle assenze analizzate nei paragrafi precedenti, si nota che, rispetto all’ultima versione dell’Atlante Mnemosyne 1929, nel Geburtstagsatlas 1937 mancano: 
– le tavole dedicate ai tornei, agli arazzi e alle fabulae mitologiche e gli dei vestiti “alla franzese” e agli oggetti quotidiani, ai giochi, alle feste (Tavole 32-36);
– le tavole fiorentine, con le opere di Botticelli (Tavole 38-39);
– le tavole con la riemersione del pathos nell’arte rinascimentale, dalle cacciatrici di teste, Giuditta e Salomè, all’immagine di Fortuna (Tavole 40-42; 43-49);
– le tavole con la sopravvivenza in contesti diversi del repertorio dell’Antico, dai Tarocchi di Mantegna alla Cappella Chigi (Tavole 50/51-54)

Mancano inoltre tutte le tavole successive a Tavola 55 (Raffaello e Manet) ovvero:
– le tavole dedicate al tema della migrazione delle divinità al Nord che hanno al centro l’opera di Dürer (Tavole 57-59);
– l’intero gruppo delle opere della trasformazione dei temi e dei soggetti nel passaggio alla cultura olandese, che hanno al centro l’opera di Rembrandt (Tavole 70-76); 
– il gruppo finale finale delle tavole dedicate al contemporaneo (Tavole 77-79).

Non è chiaro, comunque, perché siano escluse quasi tutte le tavole dedicate al Rinascimento fiorentino: la 39, ad esempio, dedicata ai temi botticelliani, poteva trovare un riscontro testuale nel saggio su Botticelli dello stesso Warburg (Sandro Botticellis “Geburt der Venus” und “Frühling”. Eine Untersuchung über die Vorstellungen von der Antike in der Italienischen Frührenaissance, pubblicato nel 1893 e poi compreso nell’edizione delle Gesamellte Schriften, Leipzig 1932, 1-59), potenzialmente utile per il testo di corredo. E perché siano escluse le tavole sulle migrazioni dell’Antico al Nord, tra cui Tavola 58 focalizzata sulla Melencolia I di Dürer, che poteva avere un ‘testo a fronte’ di riscontro nel saggio su Lutero (Heidnisch-antike Weissagung in Wort und Bild zu Luthers Zeiten, pubblicato nel 1920 e poi compreso in Gesamellte Schriften, Leipzig 1932, 487-558). 

Una spiegazione della ratio delle esclusioni potrebbe essere cercata nell’intenzione di concentrarsi su testi inediti di Warburg: così si ricava dal titolo del faldone [WIA.III.109]: Ernst H. Gombrich’s edition of A. Warburg’s unpublished working papers, che contiene tra l’altro tre scritti all’epoca inediti: Bilderatlas Mnemosyne Einleitung: l’introduzione al Mnemosyne Atlas (13 pagine); Franz Boll zum Gedächtnis, 25 aprile 1925, tradotto come “Per monstra ad sphaeram” (37 pagine); Manet’s “Déjeuner sur l’herbe”, Die vorpraegende Funktion heidnischer Elementargottheiten fuer die Entwicklung modernen Naturgefuehls (10 pagine).

Insomma, il significato delle scelte di Gombrich e del fatto che la sua versione dell’Atlante si fermi a Manet, possono essere ricondotti a una perimetrazione di tipo cronologico (“Da Babilonia a Manet”, come diceva Warburg), ma potrebbe essere dettato da una ragione precisa: l’incarico dato a Gombrich al suo arrivo a Londra da Bing e Saxl riguardava l’edizione degli scritti inediti di Warburg. Il collegamento tra le tavole allestite e commentate da Gombrich e i tre testi (allora) inediti compresi nella stessa cartella del Warburg Institute Archive pare confermato dalla nota che Gombrich appunta su Tavola LV:

Zug für eine Gruppe von Flur-Gottheiten aus Marc-Anton Raimondis Paris Urteil adaptiert, dürfen wir auf Warburgs text verweisen. 
[Per il gruppo di divinità campestri ripreso dal Giudizio di Paride di Marcantonio Raimondi, possiamo fare riferimento al testo di Warburg].

Il riferimento con tutta evidenza è agli appunti della conferenza su Manet del 1929, ovvero al testo Manet’s “Déjeuner sur l’herbe”, Die vorpraegende Funktion heidnischer Elementargottheiten fuer die Entwicklung modernen Naturgefuehls, conservato nello stesso faldone WIA.III.109 (testo e traduzione italiana, a cura di Maurizio Ghelardi, sono pubblicati in “Engramma”). L’incarico affidato a Gombrich – focalizzarsi su testi inediti di Warburg – potrebbe essere il motivo che giustifica l’esclusione di tavole di grande rilevanza dal Geburtstagsatlas; ma la questione merita senz’altro ulteriori approfondimenti che auspichiamo siano condotti presto sui materiali di archivio.

Anche all’interno delle tavole riprodotte nella sua edizione, Gombrich elimina diversi materiali, in particolare le immagini che non gli sembrano chiaramente connesse al tema della tavola, riducendo il numero delle figure a circa dieci per pannello. Risultano così epurati tutti i materiali che a Gombrich sembravano eccentrici, e nei casi di manipolazione dei materiali interni delle singole tavole, l’intervento di espunzione è più chirurgico. Così è per la rappresentazione dell’Arianna vaticana, protagonista nella Tavola 4 del Mnemosyne Atlas, ma che nella Tavola IV della versione di Gombrich risulta espunta: eppure è la figura che meglio incarna la complessa polarità warburghiana tra estasi e malinconi: proprio il nucleo semantico su cui interviene con violenza semplificatoria l’operazione di pulizia messa in atto da Gombrich. Come direbbe Warburg, ”Die Ariadne fehlt”: la grande esclusa è Arianna (si rimanda a Filisetti 2019).

Inoltre è anche quasi sempre evitata la ripetizione dei dettagli ingranditi delle immagini, il dispositivo di ‘zoom & focus’ a cui Warburg ricorre spesso, a volte complicandolo con la variante di ritagliare il dettaglio non dall’opera originale ma da una sua copia (sul tema dello zoom nel Mnemosyne Atlas, si veda G. Zanon, Zooming Mnemosyne. Notes on the Use of Detail in the Mnemosyne Atlas, “La Rivista di Engramma” 191, aprile/maggio 2022, 15-47).

Insomma, Gombrich interviene per definire la scelta dei pannelli, decide dell’inclusione o dell’espunzione delle immagini nelle singole tavole e della loro nuova impaginazione, compone un testo di introduzione e mette a corredo di ciascuna delle tavole una scheda che ne sintetizza temi e contenuti: con tutta probabilità questa scheda è basata sugli appunti di Warburg messi a disposizione da Gertrud Bing (sull’uso di Gombrich dei materiali di Warburg e di Bing, si rimanda a Centanni 2020).

Come è chiaro dalle schede di accompagnamento, ciascuna tavola è concentrata su un singolo tema, a creare una struttura lineare e sequenziale che ripercorre la storia dell’“evoluzione culturale” che – così scrive Gombrich nella sua introduzione – vede l’uomo costituire il mondo ponendo segni, e in questo modo “distanziando il suo ‘Io’ dall’ambiente che lo circonda, il ‘non io’”: un processo di “presa di distanza” che – specifica Gombrich – Warburg chiama Denkraum e che egli interpreta come “l’atto costitutivo della creazione di uno spazio del pensiero di ogni sviluppo ontogenetico e filogenetico”. Nel Mnemosyne Atlas però Warburg traduceva graficamente il concetto dello ‘spazio del pensiero’ in una inquadratura del pannello e in una spaziatura tra immagine e immagine che non risultano mai omogenee né regolari. A quanto si vede dal Geburtstagsatlas, invece, Gombrich, adotta un colore (il bianco) e uno stile di impaginazione in cui il Denkraum tra l’individuo e gli oggetti del mondo, ma anche, in modo più appariscente, la spaziatura tra immagine e immagine, hanno misure prestabilite, regolari e ordinate (sulla differenza tra il significato di Denkraum in Gombrich e in Warburg, si veda Cirlot 2017-1018 e Freedberg 2018). Di fatto, già nell’impaginazione dei pannelli del 1937 Gombrich riproduce un pregiudizio che intriderà Aby Warburg: An Intellectual Biography (London 1970), l’idea secondo cui Fritz Saxl avrebbe trovato l’espediente delle immagini attaccate a pannelli come dispositivo adatto a sopperire alla debolezza psicologica di Warburg e a risolvere i suoi problemi di organizzazione del pensiero e del discorso:

When Saxl presented Warburg with the screens for the arrangement of photographs he must have known that this device [the Atlas] was specially suited to Warburg’s needs. The method of pinning photographs to a canvas pre­sented an easy way of marshalling the material and reshuffling it in ever new combinations, just as Warburg had been used to re-arranging his index cards and his books whenever another theme became dominant in his mind. The scholar who wrote with such difficulty and who felt the need to recast his formulations incessantly was here presented with a method which would ease his labours (Ernst H. Gombrich, Intellectual Biography, London 1970, 284).

In uno scritto pubblicato nel 1994 nella rivista italiana “Belfagor”, Gombrich, iscrivendo il pensiero di Warburg all’interno delle teorie positiviste ed evoluzioniste ottocentesche, derubricherà così il progetto dell’Atlante Mnemosyne:

[…] La rinascita di questo motivo artistico era paragonabile a una memoria che portava con sé le tracce dell’emozione originale, e di conseguenza non esisteva un’immagine del passato che non corrispondesse a uno stato psicologico conservato e trasmesso nell’arte. L’ultimo progetto di Warburg doveva raccogliere una collezione di immagini cariche di emozioni che conservavano un ricordo quasi tangibile dell’evoluzione culturale dell’uomo. Anche in questo caso egli lasciava aperta l’interpretazione di questa versione dell’evoluzionismo, oscillando fra metafora poetica e teoria fattuale (Gombrich 1994, 647). 

Gombrich riconduce l’adozione del ‘dispositivo Atlante’ alla sua idea di un Warburg non solo psicologicamente scosso e scisso, ma teoreticamente incerto e metodologicamente frammentario, comunque inintelligibile senza un’operazione di riordinamento dei suoi montaggi, e delle sue idee.

Pertanto, la ratio con cui Gombrich compone la sua edizione dell’Atlante si discosta in modo sostanziale dalla redazione warburghiana: pur rispecchiando nella struttura e in alcuni elementi la composizione del progetto originale, la scelta dello sfondo bianco anziché nero, la riduzione delle immagini e la loro sistemazione secondo una griglia ordinata e consequenziale, il proporzionamento seriale e uniforme della dimensione delle riproduzioni, sono elementi che concorrono tutti a definire una precisa scelta teorica che ha come esito una generale operazione di schiarimento – concettuale e grafico insieme – operato sui materiali del Bilderatlas

Lo stesso intento ermeneutico è chiaramente leggibile anche nel testo di introduzione all’Atlante del 1937, l’unico testo che forse è da ascrivere direttamente a Gombrich (gli appunti sulle tavole sono probabilmente ricavati da appunti di Warburg e collaboratori). La semplificazione rispetto alla densità dell’Einleitung a Mnemosyne è evidente a partire dal titolo: Zur Mnemosyne. Zur Erkenntnistheorie und Praxis der Symbolsetzung [Introduzione a Mnemosyne. Per una teoria della conoscenza e una prassi della simbolizzazione]. Il termine Symbolsetzung si può tradurre come “sistematizzazione simbolica”, ovvero una modalità di ordinamento del mondo in simboli: questa scelta lessicale ben sottolinea l’interpretazione positivista che Gombrich legge in Warburg e in Mnemosyne (a distanza di più di cinquant’anni consegnerà il ritratto di un intellettuale fortemente intriso di cultura ottocentesca di stampo positivista, si veda Gombrich 1994). Per altro è da notare che il termine Symbol ricorre soltanto nel titolo, e nel composto con il termine Setzung che neutralizza la carica energetica e la polisemanticità intrinseca nell’idea di simbolo: nel corso di tutto il testo dell’Introduzione il termine viene poi sostituito da Zeichen (segno). A differenza di SymbolZeichen indica il segno collegato a un significato chiaro e preciso ed è un termine a cui Warburg non fa mai ricorso nella sua Einleitung del 1929, che pur Gombrich aveva a disposizione (come pare evidente dalla sua presenza nel faldone WIA.III.109). Questo indirizzo che va verso la chiarificazione emerge anche nell’uso del termine Kulturentwicklung (evoluzione culturale) a cui Gombrich fa ricorso:

[…] und wie in der Sphäre des Bildes die Kulturentwicklung dahin tendiert, den Namen und das Benannte, Bild und Abbild in ihrer wechselseitigen Funktion klarzustellen, so ist die Kulturentwicklung der Geste darauf gerichtet, die Handlung von der Ausdrucksgebärde zu lösen.
[Come nella sfera delle immagini, l’evoluzione culturale tende a mettere in luce una funzione reciproca tra nome e ciò che viene nominato, tra immagine e rappresentazione, così l’evoluzione culturale del gesto tende a separare l’azione dal gesto espressivo] (Geburtstagsatlas [1937] 2017).

Il testo Zur Mnemosyne è dunque un’operazione di revisione concettuale che non coglie, corregge, o elude programmaticamente anche la pregnanza di alcuni termini-chiave del sistema di pensiero di Warburg: ne è esempio l’interpretazione di Orientirung, che secondo Gombrich è per Warburg un “sovra-concetto” (Überbegriff).

La striminzita “edizione privata” dell’Atlante del compleanno messa insieme da Ernst Gombrich nel 1937, non è soltanto un’edizione parziale che semplifica e banalizza l’idea originaria: la ripulitura di Gombrich, a partire dalla sbianchettatura del fondale dei pannelli, dalla censura dei materiali e dall’ordine dato all’impaginazione, riduce la fucina di Warburg a una “casa ordinata” (così Salvatore Settis), nella quale però, anche a voler cercare qualche ragione per giustificare la recisa selezione cronologica e la candeggiatura tematica e concettuale dei materiali, non si trova più lo spirito e gli obiettivi del progetto warburghiano, e neppure il rigorosissimo procedimento metodologico che sovrintende alla costruzione dei singoli pannelli e all’organatura dell’opera. Ma di fatto, l’edizione dell’“Atlante del compleanno” dimostra come l’Atlante Mnemosyne potesse nella sua complessitá essere non compreso, il suo senso diventare sempre più irrecuperabile ed esoterico, e di conseguenza la sua pubblicazione essere irrealizzabile per molti decenni. La battuta d’arresto del progetto Bilderatlas fu consolidata dalla svalutazione che lo stesso Gombrich opera sul progetto Atlante nella Biografia Intellettuale del 1970, derubricandone senso e portata. Ma come ha notato Salvatore Settis il torto più grande che si possa fare all’Atlante Mnemosyne è considerarlo un progetto idiosincratico, una specie di proiezione di uno spirito altamente originale, declassandolo a sfogo visionario di un signore che esce da un lungo periodo di ricovero in una clinica psichiatrica. Il pensiero di Warburg che si esprime in Mnemosyne invece è straordinariamente forte, e come afferma Salvatore Settis, la sua forza spaventa sia quelli che se ne accorgono, sia quelli che non se ne accorgono e che se ne difendono minimizzandone la portata.

In sostanza, sfogliando il Geburtstagsatlas, si comprende come Gombrich abbia realizzato una versione controllata, ordinata e ripulita di Mnemosyne che di fatto finisce per dissipare le sfumature di senso e disarticolare la scrittura “politetica” e il senso stesso dell’Atlante (così Salvatore Settis, Aby Warburg, il demone della forma. Antropologia, storia, memoria“Engramma” 100 (settembre/ottobre 2012), 285). L’operazione di Gombrich nata come una prima, privata, e incompleta edizione del Bilderatlas, diventa una pietra tombale sull’Atlante.

Geburtstagsatlas, Zur Mnemosyne. Zur Erkenntnistheorie und Praxis der Symbolsetzung, versione dell’Introduzione secondo il dattiloscritto WIA III.109.5.1 (edizione e traduzione a cura del Seminario Mnemosyne 2017).

Tafel A

Geburtstagsatlas, Tavola A, edizione e traduzione a cura Clio Nicastro 2018 (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola A).

Tafel B

Geburtstagsatlas, Tavola B, edizione e traduzione a cura Clio Nicastro 2018 (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola B).

Tafel C

Tafel I

Geburtstagsatlas, Tavola I, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 1).

Tafel II

Geburtstagsatlas, Tavola II, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 2).

Tafel III

Geburtstagsatlas, Tavola III, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 3).

Tafel V

Geburtstagsatlas, Tavola V, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 5).

Tafel VII

Geburtstagsatlas, Tavola VII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 7).

Tafel VIII

Geburtstagsatlas, Tavola VIII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 8).

Tafel XX (mit Einleitung zu XX-XXVII)

Geburtstagsatlas, Einleitung zu XX - XXVII, Introduzione alle Tavole XX-XXVII, edizione e traduzione a cura del Seminario Mnemosyne 2023.
Geburtstagsatlas, Tavola XX, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 20).

Tafel XXI

Geburtstagsatlas, Tavola XXI, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 21).

Tafel XXII

Geburtstagsatlas, Tavola XXII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 22).

Tafel XXIII

Geburtstagsatlas, Tavola XXIII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 23).

Tafel XXIV

 Geburtstagsatlas, Tavola XXIV, edizione e traduzione a cura del Seminario Mnemosyne 2023 (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 24).

Tafel XXV

Geburtstagsatlas, Tavola XXV, in alto a sinistra “26”. Il montaggio si riferisce a Tavola 25 del Mnemosyne Atlas, come la spiegazione di Tavola XXV.

Tafel XXVII

 Geburtstagsatlas, Tavola XXVII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 27).

Tafel XXVIII (mit Enleitung XXVIII-)

 Geburtstagsatlas, Tavola XXVIII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 28/29).

Tafel XXX

 Geburtstagsatlas, Tavola XXX, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 30).

Tafel XXXI

 Geburtstagsatlas, Tavola XXXI, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 31).

Tafel XXXVII

 Geburtstagsatlas, Tavola XXXVII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 37).

Tafel XLI

 Geburtstagsatlas, Tavola XLI, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 41a).

Tafel XLII

 Geburtstagsatlas, Tavola XLII, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 42).

Tafel LV

 Geburtstagsatlas, Tavola LV, (cfr. con Mnemosyne Atlas, Tavola 55).

Nota bibliografica sul Geburtstagsatlas

La prima edizione dell’“Atlante del compleanno” è stata pubblicata nel 2017 dal Seminario Mnemosyne, con una Presentazione e la traduzione dell’Introduzione di Ernst Gombrich, Zur Mnemosyne. Zur Erkenntnistheorie und Praxis der SymbolsetzungGeburtstagsatlas [1937] 2017; Edizione inglese: Geburtstagsatlas [1937] 2018.

Engramma ha dedicato tre numeri monografici al Geburtstagsatlas: Engramma n. 151 (novembre/dicembre 2017)Mnemosyne contesaEngramma n. 153 (febbraio 2018), Mnemosyne challengedEngramma n. 157 (luglio/agosto 2018), Mnemosyne: palinsesti. Un indice completo dei materiali pubblicati in Engramma, aggiornato al novembre 2023, è nel numero 206 (ottobre/novembre 2023).

Del tutto rarefatti in bibliografia i contributi che trattano specificamente del Geburtstagsatlas. Il primo saggio che tocca, a margine di un contributo importante sui modelli e la tradizione dell’Antico, la questione dell’Atlante di Gombrich è Agosti, Farinella 1984, in particolare 441-444. Importante per le prime, rilevanti, considerazioni critiche sulla distanza del Geburtstagsatlas dall’idea dell’Atlante di Warburg è Settis [1997] 2012. Una ricerca accurata sui materiali conservati al Warburg Institute Archive di Londra si trova in Tonin 2017. Una approfondita riflessione del concetto di Denkraum, basata sul confronto tra le due introduzioni all’Atlante di Warburg e di Gombrich (Einleitung Zur Mnemosyne di Gombrich), è stata compiuta da Cirlot 2017-2018; l’importante contributo di Victoria Cirlot è pubblicato anche in edizione italiana e in edizione inglese. Il tema dello Zwischenraum come misura delle assonanze e delle dissonanze del pensiero di Gombrich rispetto al pensiero di Warburg è il tratto teoricamente saliente del contributo di David Freedberg nel volume Art and the Mind. Ernst H. Gombrich, a cura di Sybille Moser-Ernst, Göttingen 2018, vedi Freedberg 2018

Rari anche i contributi puntuali sul testo del Geburtstagsatlas e i confronti tra le singole tavole e i corrispondenti montaggi di Mnemosyne (1929), segnalati qui di seguito in ordine di pubblicazione. Sull’introduzione di Gombrich all’Atlante, con note sulla distanza rispetto al lessico di Gombrich, si veda Seminario Mnemosyne 2017 e, per la traduzione inglese del testo di Gombrich, Seminario Mnemosyne 2018. Su Tavola VII del Geburtstagsatlas a confronto con Tavola 7 dell’Atlante di Warburg, dopo le prime, pionieristiche, notazioni in Agosti, Farinella 1984, in particolare le pagine 443-444 e le figure 185-186, è ritornato Salvatore Settis in un saggio che ha avuto diverse ripubblicazioni in edizioni aggiornate: si veda Settis [1997] 2012. Per un approfondimento specifico relativo a Tavola VII, si veda Settis 2017. Su Tavola XXX, si veda Pedersoli 2017. Su Tavola XXXVII, si veda Culotta 2017. Per l’edizione delle Tavole di apertura A, B, C, con testo tedesco e traduzione italiana, si rimanda a Nicastro 2018. Su Tavola IV si veda Filisetti 2019, in particolare le pagine 255-263 per il confronto tra Tavola 4 e Tavola IV. Sulle tavole XX-XXVII, dedicate ai “figli dei pianeti”, e in particolare sul confronto tra Tavola XXIV e Tavola 24, si veda Seminario Mnemosyne 2023.

Più in generale, sul rapporto di Gombrich con l’eredità di Warburg, ma in modo marginalmente mirato sull’Atlante, si vedano: Gombrich 1970; Gombrich 1994; Gombrich 1999. Importante resta il saggio di Carlo Ginzburg che punta a delineare i termini della continuità critica ma positiva di Gombrich rispetto al lascito di Warburg: Ginzburg [1966] 1992, in particolare le pagine 69-71. Qualche dato fattuale si ricava da Mazzucco 2011; Mazzucco 2013, esito di ricerche puntuali condotte al Warburg Institute Archive di Londra. Prezioso in quanto sfrutta positivamente l’accesso ai materiali del WIA è il contributo di Wedepohl 2015. Sulla relazione tra teorie e metodologie dei due studiosi un contributo importante è il già citato Freedberg 2018; chiaro e lucido il saggio di Quiviger 2018. Sull’uso dei materiali di Gertrud Bing da parte di Gombrich, si rimanda a Centanni 2020 e Centanni 2022a (in particolare, con qualche riferimento al Geburtstagsatlas, le pagine 391-400). Sul ruolo di Gombrich nella difficile e contrastata eredità del Warburgkreis si vedano: Takaes 2018 e Centanni 2022b. Una ricostruzione delle biografie di Warburg e Gombrich come ‘vite parallele’ è proposta da Marinelli 2018. Il profilo dei due studiosi è messo a confronto e indagato attraverso la distanza abissale tra i due loro ritratti eseguiti da Ronald Kitaj in Nativo, Prati 2017.

Edizioni
Numeri monografici
Contributi critici
English abstract

In 1937, Ernst Gombrich, who had just joined the Warburgkreis in London, was commissioned to produce a private edition of the Bilderatlas. Geburtstagsatlas für Max M. Warburg for the 70th birthday of Aby Warburg' brother. The operation, conceived as a private gift, was probably initiated by Gertrud Bing and Fritz Saxl, or Max himself: the undertaking was intended to satisfy the family’s wishes as they continued to believe that the Mnemosyne project could be published. Preserved in two typewritten copies - one kept in London, the other in Hamburg - the Geburtstagsatlas, was for decades consigned to oblivion and still remains unpublished (see the dedicated page in The Warburg Institute website). Gombrich's modus operandi is very clear: he selects 24 panels (out of the 63 of the latest version of the Bilderatlas of 1929); removes many images from each of the panels; lays out the surviving images on a white background, in a well-balanced and hierarchical order, by modifying original formats and space relations; each of the 24 panels is furnished with a brief but condensed explanation of its main topics. Gombrich introduces his version of the Atlas with a short but charged premise; although a copy of the Einleitung to Mnemosyne to the Bilderatlas written by Warburg in 1929 is available to him, he firmly disassociates himself from it, both formally and conceptually. An analysis of Gombrich's Geburtstagsatlas throws light on the introduction to his theoretical reflections on Warburg that would be included in his seminal publication: Aby Warburg. An Intellectual Biography (London, 1970). Engramma 153 presents: a first digital edition of Gombrich's Geburtstagsatlas, from the collation of the two typewritten copies preserved at The Warburg Institute in London and the Warburg-Haus in Hamburg.

keywords | Ernst H. Gombrich; Aby Warburg; Mnemosyne Atlas; Geburtstagsatlas.

Per citare questo articolo / To cite this article: Seminario Mnemosyne, Ernst H. Gombrich, Geburtstagsatlas für Max M. Warburg (5 giugno 1937). Edizione e saggio introduttivo, “La Rivista di Engramma” n. 206, ottobre/novembre 2023, pp. 145-195 | PDF of the article 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.206.0025